UNA SINISTRA ‘SMARRITA’ PER LA REGIONE
ELEZIONI DA RINVIARE E LE BEFFE DI TANSI

di SANTO STRATI – Ma siamo sicuri che le elezioni regionali si terranno il 14 febbraio? La festa degli innamorati non invita a stringere fidanzamenti tra i partiti della sinistra, smarrita come già avvenuto per il 26 gennaio scorso, senza un vero leader e, soprattutto senza idee. Pur rispettando il lavoro del commissario Stefano Graziano, non si può non notare come il centrosinistra di fronte alla grande opportunità di riprendersi la Cittadella di Germaneto sembra voglia giocare al ribasso, con l’idea di perdere facile. Ci mette del suo l'”intruso” Carlo Tansi che sta facendo un girotondo di illusioni per pd e Cinque Stelle, ma pensa solo a finalizzare il risultato a suo favore. È incredibile che l’ex capo della Protezione Civile calabrese, che ha provato alle elezioni di gennaio a dare una scossa alla sonnecchiosa vita politica della regione (senza riuscire a raggiungere il quorum minimo dell’8%), stia diventando l’ago della bilancia per tutto il centrosinistra. Un po’ ammicca la sua disponibilità, Tansi, poi la respinge sdegnato. E a chi gli chiede perché – dopo aver parlato del “partito unico della torta” mettendo insieme tutte le coalizioni attuali – vada ai tavoli di confronto con i dem e i Cinquestelle, replica via facebook che l’intento suo è quello di diventare «una spina nel fianco della Casta», per poterla distruggere. Insomma, un cavallo di Troia che penetra nelle segrete stanze del potere dem e poi scatena l’inferno.

Attenzione, qui non c’entrano i poemi omerici, nè l’Eneide, e soprattutto Tansi è difficile vederlo nel ruolo di novello Ulisse: il gioco è talmente scoperto ed evidente che, alla fine, probabilmente, gli si ritorcerà contro. È un personaggio tosto Carlo Tansi, determinato e forse troppo pieno di sé per rendersi conto che la politica è l’arte del compromesso e che se si minano le fondamenta non solo non si costruiscono i palazzi, ma quasi certamente si fa crollare anche quel poco che si è costruito.

Risponde secco Tansi a chi gli rinfaccia di essersi seduto al tavolo dei politici di professione e dei civici di area progressista che «Non c’è alcun accordo o inciucio con nessuno. Noi abbiamo presentato le nostre tre liste con Carlo Tansi Presidente e con questa squadra andremo avanti fino in fondo. Ecco perché a qualche leoncino da tastiera in evidente malafede, che vuole farci apparire come prossimi a stringere accordi con il PUT (Partito Unico della Torta), rispondo parafrasando un pezzo del Rigoletto: ‘Centrodestra – centrosinistra per me pari sono. Questa o quella per me pari sono’.

«In verità – dice Tansi su FB –, quindi, è solo ed esclusivamente per amore della Calabria che mi sono dichiarato disponibile a confrontarmi con qualsiasi formazione politica e civica realmente intenzionata a salvare la nostra terra dalle troppe malefatte commesse spudoratamente e soprattutto impunemente. Parlo di interessi privati e di lobbies ed ancora di speculazioni che hanno impedito la naturale evoluzione di una terra dalle enormi potenzialità, un Tesoro (Calabria) appunto! Finora sono stato invitato a un confronto solo dalle forze di centrosinistra. Ma sono pronto a un dialogo costruttivo anche con i movimenti civici e i partiti tradizionali di centrodestra (eccetto la Lega), per liberare finalmente la nostra amata regione dalla zavorra dei politicanti di professione. La coalizione Carlo Tansi Presidente vuole vincere le prossime elezioni contro il PUT anche per liberare finalmente la Calabria dalla zavorra dei politicanti di professione. E per vincere è necessario far tornare i calabresi liberi e perbene alle urne».

Dunque, spariglia i giochi Tansi – dopo aver già presentato tre liste pronte – aprendo (provocatoriamente) alla destra per farsi desiderare di più dalla sinistra. Ma gli elettori siamo sicuri che, incazzati come, non reagiranno sdegnati a questo giochino che non sembra né astuto né percorribile? Tansi ha snobbato i movimenti civici che potrebbero costituire un elemento di rottura col passato (tanto per fare un nome, Pino Aprile), ma evidentemente l’aspirante governatore si è gasato sul risultato di Crotone e ritiene di poter far valere la sua forza “politica” (stimabile in un 7-10% al massimo) nei tavoli in cui si decide. Di sicuro, sta approfittando a piene mani della debolezza di un centrosinistra che sconta la mancata convocazione di un congresso e un commissariamento del pd che non piace a nessuno. E, bisogna dire, fa persino bene a mantenere questo ruolo di negromante dei partiti in disfacimento, perché di fronte alla debolezza dell’avversario o del presunto partner occorre giocare pesante, per essere sicuro di vincere. Perché forse così col suo atteggiamento, quanto meno, potrà far risvegliare la sinistra dal suo inspiegabile torpore letale.

La crisi di smarrimento della sinistra ha origini lontane, in Calabria, legata agli atteggiamenti divisivi che hanno caratterizzato gli ultimi decenni e che nemmeno i governatori (di sinistra) che si sono succeduti sono riusciti ad evitare: manca una visione d’insieme, manca l’unità d’intenti che potrebbe portare al risultato. Succede che, poco onorevolmente vista la storia che ha alle spalle, il partito democratico si stia appoggiando, in modo rinunciatario, alla stampella del partner governativo pentastellato. Ignorando la caduta libera in cui sono coinvolti i grillini e tutto il Movimento. E pensa di poter replicare in Calabria l’accordo (?) di governo che tiene in piedi il Conte 2. Ora, premesso che l’attuale esecutivo si regge per scommessa e ogni giorno rischia di inciampare (non è successo a causa dell’emergenza Covid), di quale accordo stiamo parlando? Di una visione che viaggia in modo parallelo sempre verso estremi opposti? Tant’è che dentro ai dem l’insofferenza mista a fastidio verso il partner pentastellato cresce giorno dopo giorno. E allora?

Allora succede che le elezioni hanno bisogno di numeri e nessuno, inclusa la “macchina da guerra” del centrodestra, li ha in misura tale da poter guardare con ottimismo il futuro. La destra è confusa e tentenna sul candidato da proporre pur avendo delle interessanti carte da giocare: il vicecapogruppo alla Camera di Forza Italia, Roberto Occhiuto, già “scartato” da Salvini quando dichiarò guerra (vincendola) al di lui fratello Mario e sul quale ci sarebbe ancora più di un mugugno leghista; la decisionista sindaca di Vibo Valentia, Maria Limardo, che potrebbe continuare la declinazione al femminile del Presidente della Regione e il pur ottimo avv. Gianluca Gallo, attuale apprezzato assessore all’Agricoltura e al Welfare, nonché esponente di spicco di Forza Italia. Salvo che, rimischiando gli accordi che assegnano a Forza Italia la Cittadella di Germaneto, nella strategia nazionale che vede la scadenza del Comune di Roma una significativa opportunità di rilancio, si faccia posto a Fratelli d’Italia con la sua inossidabile (non solo nel nome) Wanda Ferro. I giochi sono apertissimi e l’endorsement di ieri mattina del Corriere della Sera che ha dedicato mezza pagina al “papa straniero” Bernardo Misaggi (forte dell’amicizia personale con Berlusconi) quale potenziale candidato governatore, in realtà serve a destabilizzare un quadro già confuso di suo.

La sinistra un candidato ideale ce l’ha già, è Nicola Irto, ex presidente del Consiglio regionale, oggi uno dei vicepresidenti dell’Assemblea, che avrebbe le caratteristiche funzionali al gradimento dell’elettorato calabrese. Ma da Roma al mattino si dicono entusiasti, il pomeriggio diventano pensierosi e alla sera scartano la candidatura cercando un asso vincente. E la storia si ripete, giorno dopo giorno, mentre il tempo scorre e l’ipotesi delle elezioni a febbraio mette i brividi a tutti. Una cosa è certa, Zingaretti non ripeterà l’errore – clamoroso – che ha commesso con Callipo, ma il suo partito sta dando troppa importanza ai Cinque Stelle in Calabria e lasciando troppo spazio a Tansi.

Tutta la sinistra e il centro si schierano contro le elezioni nel giorno di San Valentino, ma il governo che ha stabilito l’arco temporale su cui doveva scegliere la data delle urne il presidente pro-tempore Nino Spirlì, nel caso ve lo foste scordati, è composto da dem e grillini. In buona sostanza, l’Esecutivo usa una mano per dare il via e l’altra per stoppare la corsa. I calabresi, in ansia per ben altri motivi (covid e crisi economica che distrugge le attività) rischiano francamente di infischiarsene. Con buona pace dei sognatori di una terra che ha bisogno di essere governata da gente seria, competente e capace di superare il guado della stagnazione. Il Recovery Fund, checché se ne pensi, è il grimaldello per scardinare la porta (chiusa) dello sviluppo mancato. Ci sarà qualcuno a saperlo utilizzare per il bene della Calabria e dei calabresi? (s)

 

REGIONALI, ANTEPRIMA DEI FLUSSI DI VOTO
CDX IN VANTAGGIO (+9%): PARTITA APERTA

Mentre si discute sulla data delle prossime elezioni regionali che, difficilmente, si potranno tenere il giorno degli innamorati (14 febbraio), Calabria.Live ha potuto esaminare, in anteprima, uno studio di monitoraggio degli orientamenti della forza elettorale. Non è un sondaggio sulle intenzioni di voto, ma un’analisi dei flussi basato sulle più recenti dinamiche elettorali, alla luce dell’attuale situazione di Governo. Indicazioni utili per tutti gli attori della prossima tornata elettorale che sarà decisamente caldissima.

Il centrodestra, pur perdendo 8-9 punti rispetto ad un anno fa, confermerebbe un rassicurante vantaggio rispetto alla potenziale “coalizione di governo PD-Cinquestelle-Italia Viva-Leu”. Un vantaggio valutabile tra il 9 e il 10%. Ma se alla “coalizione di governo” si aggiungesse il potenziale 11% delle tre liste di Carlo Tansi, la partita si riaprirebbe e l’esito delle regionali del 14 febbraio sarebbe appeso ad un filo.

Questo, in sintesi, quanto emerge da uno studio elettorale visionato in esclusiva da Calabria.Live, condotto con le stesse modalità di quelle usate per monitorare (e praticamente anticiparne in maniera quasi chirurgica l’esito finale) per le comunali di Reggio Calabria. Uno studio basato sulle più recenti dinamiche elettorali, sui sondaggi nazionali sulle maggiori forze politiche, sui dati storici, sui risultati delle recenti amministrative a Reggio Calabria, Crotone e altri importanti Comuni, su una prima valutazione su eventi molto forti che hanno avuto un grande impatto sull’opinione pubblica calabrese (dichiarazione della zona rossa per la pandemia, inciampi del governo sulla nomina dei commissari alla sanità, inchieste giudiziarie che hanno colpito sia il centrodestra che il centrosinistra, etc).

È del tutto evidente che, in assenza dei candidati alla Presidenza, l’esito dello studio è da considerare del tutto indicativo, da prendere con le classiche molle, anche se molto suggestivo delle tendenze in atto nell’elettorato calabrese. Una variante di non poco conto – oggi non facilmente quantificabile – riguarda l’affluenza alle urne, visto che queste elezioni si terranno in una situazione di post Covid.

Ma ecco le risultanze dello studio.

Scenario 1 – Centrodestra contro “Coalizione di Governo”, Tesoro Calabria in solitaria

È lo scenario che oggi appare più probabile viste la presa di distanza di Carlo Tansi e del suo “Tesoro Calabria” dalla “Coalizione di Governo PD-Cinquestelle- Italia Viva- Leu”.

In questo caso, il centrodestra unito – a probabile trazione Forza Italia – pur vedendo notevolmente ridotto – da 28 a 9/10 punti – il vantaggio sul centrosinistra, manterrebbe comunque una condizione di assoluta sicurezza per l’esito finale. La riduzione del vantaggio rispetto a gennaio 2020 è il risultato della flessione del centrodestra (valutabile intorno ai 7-8 punti) e della contemporanea alleanza aggiuntiva dei Cinquestelle al centrosinistra classico.

Questi i dati sulle singole liste e sulle coalizioni.

Centrodestra: stimato al 49 %

Forza Italia in una forbice tra il 9 e l’11 per cento (punto di caduta 10%),

Lega in una forbice tra l’8 e il 10 per cento (punto di caduta 9%)

Fratelli d’Italia in una forbice tra il 9 e l’11 per cento (punto di caduta 10%)

UdC in una forbice tra il 7 e il 9% per cento (punto di caduta 8%)

Lista del Presidente in una forbice tra il 6 e l’8 per cento (punto di caduta 7%)

Casa della Libertà in una forbice tra il 4 e il 6 per cento (punto di caduta 5%).

 

Coalizione di Governo (PD-Cinquestelle-Italia Viva-Leu): stimato al 40%

Partito Democratico in una forbice tra il 14 e il 16% (punto di caduta 15%)

Democratici e Progressisti in una forbice tra il 4 e il 6% (punto di caduta 5%)

Italia Viva+Socialisti in una forbice tra il 3 e il 5% (punto di caduta 4%)

Lista del Presidente in una forbice tra il 4 e il 6% (punto di caduta 5%)

Movimento 5Stelle in una forbice tra il 5 e il 7% (punto di caduta 6%)

Leu + Io resto in Calabria in una forbice tra il 4 e il 6% (punto di caduta 5%)

 

Tesoro Calabria (Tansi): stimato all’11%

Scenario 2 – Centrodestra contro Grande Alleanza (Coalizione di Governo+Tesoro Calabria)

È uno scenario non facile da realizzare, ma che appare l’unico per tentare di ribaltare il vantaggio del centrodestra. Per la prima volta nella storia delle elezioni dirette del Presidente della Regione, in Calabria in questo caso ci sarebbero due soli contendenti, una sorta di “ballottaggio” dall’esito imprevedibile poiché le forze in campo sostanzialmente si equivarrebbero sulla soglia del 50%. A decidere, probabilmente, poche decine di migliaia di voti. (rds)

 

ELEZIONI REGIONALI / Il Patto Civico contro la data del 14 febbraio

Trova una forte opposizione da parte del Patto Civico (Francesco Aiello, Pino Aprile, Domenico Gattuso, Francesco Molinari e Pietro Tarasi) la scelta della data del 14 ottobre per le prossime elezioni regionali.

«La decisione del Presidente facente funzioni sig. Nino Spirlì – si legge in una nota – di indire le elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale e la elezione del Presidente della Giunta Regionale il 14 febbraio 2021 risulta essere frutto di una mera strategia elettorale e non tiene conto assolutamente del fatto che ancora siamo in piena pandemia e che, come abbiamo visto già nelle elezioni americane, ogni occasione di confronto democratico in presenza potrebbe essere causa di accelerazione dei contagi.

La necessità di rinnovare gli organi di governo regionale per superare la situazione di emergenza in assenza di una istituzione con pieni poteri, pur se apparentemente comprensibile, risulta davvero frettolosa anche in virtù del fatto che il governo aveva indicato una finestra ampia di 60 giorni entro i quali indire le elezioni. Riteniamo che in questa indicazione il governo si sia affidato, sbagliando, al buon senso di chi e preposto alla scelta della data che doveva tenere conto della situazione particolare in cui siamo costretti ad operare.

In una situazione analoga, per non dire meno pericolosa (è riscontrato che la diffusione del Virus COVID-19 è meno violenta nei mesi tardo-primaverili rispetto a quelli invernali) il Governo è intervenuto rinviando il turno amministrativo previsto per fine maggio a settembre 2020, con apposito Decreto Legge, nel quale le motivazioni erano:

evolversi della situazione epidemiologica, del carattere particolarmente diffusivo dell’epidemia e dell’incremento dei casi e dei decessi notificati all’OMS;

necessità di garantire lo svolgimento di consultazioni elettorali per l’anno 2020 in condizioni di sicurezza per i cittadini;

intervenire con urgenza, al fine di evitare, con riferimento all’espletamento delle suddette  procedure, fenomeni di assembramento di persone e condizioni di contiguità sociale al di sotto delle misure precauzionali adottate, ai fini del contenimento alla diffusione del virus.

Alla luce di tutto ciò, ribadiamo la necessità che il Governo intervenga tempestivamente per garantire l’esercizio di un processo di partecipazione democratica limpido e regolare in Calabria; pensiamo soprattutto a riunioni, incontri, comizi, iniziative politiche con possibilità di ampia partecipazione, che in queste condizioni non sarebbero affatto garantiti visto che le norme vietano gli spostamenti tra comuni e impediscono assembramenti.

Non intervenire significa svilire la democrazia in una Regione sofferente e che ha un bisogno estremo di sostegno e rispetto da parte delle Istituzioni nazionali e favorire quelle consorterie che basano il consenso su consolidate reti clientelari e con il pericolo dell’ingresso di organizzazioni criminose capaci di orientare il consenso soprattutto in situazioni di emergenza. Per questo motivo chiediamo di rinviare la data delle elezioni facendola coincidere con quella delle Amministrative di primavera, convinti che non  produrrà effetti più disastrosi di quelli che potrebbero derivare, invece, dalla più che probabile diffusione della pandemia per effetto del decreto di indizione delle elezioni per il 14 febbraio 2021. Inoltre invertirebbe una rotta ormai già fin troppo abusata: la strenua difesa di centri di potere attraverso l’impedimento dell’ esercizio della democrazia».

Gli attuali componenti del Patto Civico per la Calabria promosso da Francesco Aiello, Pino Aprile, Domenico Gattuso, Francesco Molinari e Pietro Tarasi chiedono «quindi al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dell’Interno, ai Ministri per gli Affari Regionali e le Autonomie, della Giustizia e dell’Economia e delle Finanze, di adottare apposito provvedimento di deroga alle normali disposizioni normative, affinché le elezioni di rinnovo del Consiglio Regionale calabrese e del Presidente della Giunta Regionale siano posticipate al turno “tardo primaverile” delle amministrative 2021». (rp)

ELEZIONI REGIONALI / “Pazza” Idea Tansi per un Pd ancora sotto scopa M5S

Pur di battere il centrodestra alle ormai prossime regionali del 14 febbraio, un pezzo del PD calabrese tratta per candidare a presidente l’ex capo della Protezione Civile, Carlo Tansi. Una “pazza idea” che sta viaggiando sottotraccia, a fari spenti, ma che convince i segreti promotori.

Il ragionamento è semplice. Solo mettendo tutti assieme, dal centrosinistra classico ai Cinquestelle e ai movimenti civici, la partita – che vede sulla carta in vantaggio il centrodestra – potrà riaprirsi. E poiché l’ondata antipolitica coinvolge anche il PD, Tansi potrebbe essere la foglia di fico ideale per fare dimenticare le responsabilità dell’era Oliverio e il fallimento della breve esperienza Callipo.

La strada per giungere a questo obiettivo è piena di ostacoli. Tansi non è stato tenero in questi mesi con il PD che egli considera alla stregua del centrodestra responsabile dei mali della Calabria. E poi il geologo prestato alla politica è un personaggio anomalo, un po’ anarchico, che difficilmente potrebbe piegarsi ai desiderata dei partiti tradizionali. Sarebbe, in altri termini, un presidente che difficilmente obbedirebbe alle logiche spartitorie dei partiti.

Eppure, la “pazza idea” cammina perché c’è la consapevolezza che il centrosinistra non ha un nome pronto e spendibile. Certo non mancano i dirigenti di apparato, come il reggino Nicola Irto. Oppure opzioni della cosiddetta società civile vicina al PD, dall’editore Florindo Rubbettino al re delle cravatte Maurizio Talarico, già interpellati con scarso successo nelle ultime regionali.

Il problema è che Tansi, con le sue tre liste civiche, vale all’incirca il 10%, una percentuale di tutto riguardo che potrebbe risultare decisiva per la vittoria della “grande alleanza” anti-centrodestra.

Questo ragionamento, da quanto ha potuto apprendere Calabria.Live, sarebbe già stato posto all’attenzione del segretario nazionale Nicola Zingaretti che si sarebbe riservato una valutazione dopo avere “sentito” il territorio.

La sensazione è che se entro due settimane il centrosinistra allargato ai Cinquestelle non avrà indicato un suo nome per la presidenza, la “pazza idea” potrebbe prendere quota. (rp)