Irto (PD): Serve battere la destra per salvare il Sud e il nostro territorio

«Serve battere la destra per salvare il Sud e il nostro territorio». È quanto ha dichiarato il segretario regionale del Partito DemocraticoNicola Irto, nel corso del dibattito organizzato a Monasterace Marina.

All’incontro hanno preso parte il presidente del Consiglio comunale di Stilo Salvatore Sabatino, il sindaco di Bivongi Vincenzo Valenti, il sindaco di Pezzano Franco Valenti e il sindaco di Camini Giuseppe Alfarano, oltre ai dirigenti locali del partito e a tantissimi cittadini.

Le conclusioni sono state affidate ai candidati di Camera e Senato per il collegio di riferimento Domenico Battaglia e Nicola Irto.

«Il progetto del centrodestra è chiaro – ha ribadito Irto – attraverso l’autonomia differenziata si vogliono, nuovamente, sottrarre risorse al Meridione a vantaggio del Nord. Salvini è venuto fino a Crotone a spiegare che vogliono introdurre l’autonomia differenziata affermando che sarebbe un bene per il nostro territorio. Un bluff bello e buono. Con l’autonomia differenziata, così come concepita dal centrodestra, la penalizzazione per il Mezzogiorno è palese».

«Ma, con la destra al governo – ha aggiunto – c’è anche il rischio di vedere evaporare le risorse del Pnrr. Del resto l’unico partito che parla di Sud e del suo sviluppo, inteso come punto di partenza per tenere l’Italia unita, è il Pd. Il manifesto per il Sud firmato a Taranto dal segretario Enrico Letta è una garanzia in questo senso con le sette linee di intervento previste e con un piano straordinario per l’occupazione». (rrc)

Elezioni, Confartigianato Imprese Calabria ha incontrato Wanda Ferro

Proseguono gli incontri di Confartigianato Imprese Calabria con le forze politiche in vista delle elezioni del 25 settembre. Ospite dell’incontro, il presidente Roberto Matragrano,e il segretario regionale Silvano Barbalace, alla presenza dei rappresentanti e degli organismi direttivi delle cinque organizzazioni territoriali, hanno incontrato la deputata – e coordinatrice regionale – di Fratelli d’Italia, Wanda Ferro.

Matragrano e Barbalace hanno illustrato il documento che contiene le proposte per il mondo della micro, piccola e media impresa e dell’artigianato: un’occasione per ricostruire un patto di fiducia tra imprenditori, politica e istituzioni, tanto che questi incontri vengono considerati un primo passo verso il “dopo” elezioni, per avviare un confronto permanente sui grandi temi del settore.

A chi si candida a guidare il Paese, Confartigianato chiede di saper guardare ed ascoltare la realtà produttiva rappresentata a livello nazionale da 4,4 milioni di artigiani e di micro e piccole imprese con 10,9 milioni di addetti, vale a dire il 99,4% del nostro tessuto produttivo e il 63,4% del totale degli occupati. Numeri che raccontano di un settore portante del sistema economico e sociale del Paese, anche in Calabria. Per questo Confartigianato Imprese Calabria intende «sollecita un impegno concreto a rimuovere gli ostacoli che bloccano gli imprenditori e a creare le condizioni per la ripresa economica».

«Una delle priorità che il nuovo Governo dovrà affrontare sarà quella del caro energia, che noi avevamo denunciato già lo scorso ottobre – affermano i vertici di Confartigianato – Nel corso del mese di agosto si sono acuite le tensioni sui mercati energetici, generando un impatto straordinario sui prezzi di gas ed elettricità che amplifica incertezze e rischi per le imprese e per l’economia italiana».

«Le piccole e medie imprese rappresentano in tessuto produttivo del Paese, sono il cuore dei territori e delle comunità. Nelle postazioni che ci sono state assegnate dall’elettorato in Parlamento, fino ad oggi, abbiamo sempre lavorato per difendere queste realtà che hanno molto da insegnare sulla valorizzazione del Made in Italy. Anche la Calabria ha saputo difendere la propria produzione facendo crescere il proprio brand – ha affermato Wanda Ferro –. Adesso è il momento di fare un passo in avanti: decidere quali sono le priorità per questo Paese, e per Fratelli d’Italia c’è sicuramente il sostegno alle piccole e medie imprese, che passa prima di tutto attraverso investimenti, sgravi e progettualità».

Ferro ha assunto l’impegno di intavolare un confronto costante di idee e proposte per far crescere il settore dell’artigianato, per poi soffermarsi su alcuni aspetti condivisi del documento nazionale sottoposto da Confartigianato Imprese. «Il sistema degli incentivi per l’edilizia va rivisto e uniformato ma adesso dobbiamo tutelare quanti hanno iniziato i lavori grazie al superbonus – ha detto ancora –. Così come parlando dei rincari dovuti all’incremento del prezzo dell’energia, l’unica possibile soluzione efficace per tagliare la speculazione è il tetto al prezzo del gas. L’altra misura efficace anche a livello nazionale, come ha sostenuto anche la nostra presidente Giorgia Meloni è disaccoppiamento tra il prezzo del gas e quello delle fonti di energia elettrica: servirebbero 3-4 miliardi di euro da qui a marzo come copertura. Per trovarli, si possono usare i fondi della nuova programmazione europea, visto che siamo di fronte a un’emergenza».

La deputata e coordinatrice regionale di Fratelli d’Italia Ferro condivide anche la necessità di puntare alla semplificazione burocratica, alla riduzione della pressione fiscale anche agevolando gli imprenditori che assumono, su una strategia industriale che valorizzi il marchio Italia, potenziando la certificazione dei prodotti made in Italy e la formazione di eccellenza per realizzarli. Formazione che passa anche dal rilancio dell’apprendistato professionalizzante.

Insomma, conclude Ferro «costruiamo insieme il futuro del paese, poi ognuno sceglie con chi costruirlo. Pensiamo alle energie rinnovabili ma anche al nucleare di terza generazione, dobbiamo mettere un mondo in un momento di emergenza. Da qualche parte dobbiamo partire: noi giochiamo la partita accanto famiglie, imprese, anziani». (rcz)

Da 50 personalità cattoliche spunti per un discernimento politico

Sono «solo spunti per un discernimento politico in vista di un appuntamento politico-elettorale che non possiamo disertare e che non ci è concesso di affrontare con leggerezza», quelli suggeriti da 50 personalità cattoliche.

«Alla vigilia delle imminenti elezioni si è riaperta una vecchia disputa intorno al peso/rilevanza dei cattolici nella politica italiana – si legge –. Non ci è dato qui di tematizzare la questione. Ci limitiamo a marcare le distanze da due opposti approcci: quello di chi coltiva una sterile nostalgia per un tempo rappresentato (assai approssimativamente) come segnato dalla “egemonia cattolica” e comunque da una sostanziale unità politica dei cattolici, oggi non più riproponibile; o quello di chi, all’opposto, teorizza la pratica insignificanza di una ispirazione cristiana nell’azione politica».

«Ci riconosciamo semmai nel cenno riservato alla questione da parte del cardinale Parolin – si legge – secondo il quale la politica vanta una sua autonomia che va onorata e dunque i cattolici, come singoli o come gruppi, possono e devono liberamente e laicamente aggregarsi su base politica (non confessionale) senza tuttavia rinunciare – così Parolin – a una loro originale istanza profetica. La quale, sia chiaro, può generare orientamenti politici e militanze diverse. A ben vedere non tutti compatibili con una pregnante ispirazione cristiana. Quanto segue, dunque, non vanta pretese di esclusività, ma riflette solo il punto di vista dei soggetti sottoscrittori».

«Può darsi – continua la nota – che si esageri quando si stabilisce un paragone tra la portata della contesa elettorale imminente e quella del 1948. Taluni paventano minacce alla nostra democrazia. Di sicuro un serio problema per la salute della democrazia è rappresentato dalle dimensioni dell’astensionismo a contrastare il quale certo non contribuisce lo spettacolo avvilente offerto dai partiti nel compilare le liste dei “nominati”. All’insegna dei “paracadutati” e dell’affannosa corsa ai posti garantiti. Partiti ridotti a oligarchie autoreferenziali, ricettacolo di un ceto politico proteso a perpetuare se stesso».

«Dunque, non è priva di fondamento la preoccupazione per le sorti del nostro paese – viene evidenziato –. Almeno sotto tre profili: talune pulsioni illiberali, la collocazione geopolitica dell’Italia, la prospettazione di ricette demagogiche che condurrebbero il paese al default. L’opposto della sobria raccomandazione del Papa circa le elezioni italiane condensata in una parola: responsabilità! Giusto perciò iscrivere il giudizio politico nel quadro di tali motivate preoccupazioni. Senza però trascurare priorità programmatiche che ci permettiamo di segnalare».

«In primo luogo, i tre grandi scenari – si legge ancora – tra loro strettamente intrecciati, della pace, della giustizia sociale e della salvaguardia della biosfera, che rivestono una priorità assoluta sul piano globale, continentale e locale, ma per nulla centrali nei programmi elettorali. Difetta una visione del futuro; difettano, insieme, la speranza e la responsabilità. La questione sociale in senso lato, secondo tutti gli analisti, già nei prossimi mesi, assumerà dimensioni drammatiche: povertà, precarietà, disoccupazione, redditi più bassi per i lavoratori, disuguaglianze».

«A fronte di questo scenario – dicono le 50 personalità – vanno stigmatizzate tutte le offerte politiche che da un lato disegnano politiche fiscali insostenibili e inique, per altro in contrasto con il principio costituzionale della progressività, oltre a sanatorie e condoni che minano senso civico e di giustizia; dall’altro che vorrebbero abolire (e non semmai rimodulare) lo strumento di contrasto alla povertà del reddito di cittadinanza. In sostanza un depotenziamento del welfare in una congiuntura che semmai prescriverebbe al contrario una sua estensione».

«La questione ambientale e del contrasto al cambiamento climatico – si legge –. Dai più solo retoricamente evocata, nonostante la sua portata epocale e urgente attestata sia dalla comunità scientifica sia dalla comune esperienza di eventi estremi sempre più frequenti e sconvolgenti. Bisogna evitare che l’emergenza energetica attuale blocchi ancora una volta la transizione verde necessaria. Trattasi di una sfida cui sono particolarmente sensibili i giovani di ogni latitudine e da inscrivere, a tutti gli effetti, nell’orizzonte della giustizia tra le generazioni. Il nesso tra questione sociale e questione ambientale è la tesi cardine del magistero di Francesco, sotto il titolo di “ecologia integrale”, svolto nella Laudato si’ e nella Fratelli tutti».

«La guerra, quasi scomparsa nel confronto elettorale – continua la nota –. L’inequivoco giudizio sulla responsabilità di essa e sul diritto alla legittima difesa non ci esonera dalla ricerca incessante e tenace di vie negoziali e dal dovere di non avallare una concezione del conflitto che punti irrealisticamente all’annientamento dell’avversario (come nelle guerre totali novecentesche) o addirittura a una escalation bellica. Le alleanze politico-militari, nel nostro caso la Nato, non ci devono impedire di fare valere il nostro punto di vista (trattandosi appunto di alleanze). Nel quadro di un’Occidente di cui riconosciamo i valori, ma che non possiamo intendere come un blocco contrapposto al resto dell’umanità in sviluppo, il nostro ruolo è costruire un autonomo protagonismo dell’Europa i cui interessi e i cui valori non sempre né necessariamente coincidono con quelli degli Usa».

«Abbiamo bisogno – viene evidenziato – di più Europa, e di un’Europa più solidale, che renda stabile l’intuizione di NextGenEu.
La prospettiva epocale di civiltà, per la quale dobbiamo cercare un più forte impegno di razionalità collettive politiche, deve assumere come orizzonte il rilancio della cooperazione multilaterale internazionale nel quadro dell’Onu, la riforma dei processi di globalizzazione, il superamento della guerra, il disarmo e la smilitarizzazione, la comprensione internazionale, il contrasto alla produzione e al commercio delle armi. Tale orizzonte decisivo, che lega insieme pace, giustizia sociale e salvaguardia dell’ambiente, richiama ulteriori questioni di fondo».

«L’immigrazione. Trattasi di questione epocale, non di un’emergenza, che dunque esige visione di lungo periodo e cooperazione internazionale. Da gestire con realismo e senso di responsabilità, ma senza infondati allarmismi. Mirando a una immigrazione regolare grazie a flussi programmati e alla salvaguardia del diritto d’asilo, così come prescrive la Costituzione, collaborando con le ONG impegnate nei salvataggi delle vite umane in mare. Va stigmatizzata l’azione di chi cavalca il problema in chiave elettoralistica facendo leva su paura e pregiudizi. Sono per converso da apprezzare quanti si impegnano in politiche di integrazione articolate sul territorio. Gli economisti sono concordi nel sostenere che, specie a causa del trend demografico, una immigrazione ben gestita rappresenta una indispensabile risorsa per la nostra economia e per il nostro Welfare. A cominciare dal sistema previdenziale e dalla sua sostenibilità nel lungo periodo», si legge.

«L’investimento su volontariato e terzo settore. Mai come oggi si richiede di preservare il carattere universalistico del nostro Welfare. Il che prescrive un assetto dei grandi servizi volti a soddisfare fondamentali bisogni-diritti – esemplarmente la sanità, l’istruzione, l’assistenza – imperniato su un ben inteso primato del pubblico.
Un primato che tuttavia non si deve tradurre in un monopolio statale nella gestione dei servizi. I complementari principi di solidarietà e sussidiarietà prescrivono una cordiale collaborazione tra pubblico e privato-sociale. Solo così è possibile scongiurare la burocratizzazione della rete dei servizi e dare corpo a un welfare comunitario integrato da pratiche mutualistiche di reciproco aiuto».

La famiglia – si legge –. Essa abbisogna di un complesso organico di politiche mirate a mettere in condizione i giovani di farsi una famiglia. Misure che attengono alla formazione, al lavoro, alla casa, al sostegno alla maternità, agli asili nido, alla difficile conciliazione tra famiglia e lavoro che scontano soprattutto le donne. Notoriamente la bassa partecipazione femminile al mercato del lavoro, con cospicui riflessi negativi sulla crescita, è una delle non invidiabili peculiarità italiane».

«La legalità e la lotta alle mafie che affliggono ormai l’intero territorio nazionale – si legge –. L’impressione è che, al netto dei rituali, si sia sensibilmente abbassata la soglia della vigilanza da parte di politica e istituzioni. Sia nella concreta azione di contrasto ad esse, sia nella attiva promozione di una cultura della legalità a tutti i livelli. Solo due esempi: candidature borderline e la sfacciata proposta di sanatorie e condoni, un colpo mortale al dovere morale e civile della fedeltà fiscale».

«Infine, si richiede di vigilare sui capisaldi della nostra democrazia costituzionale –  continua la nota –. Sarebbe contraddittorio, nel mentre si rivendica la differenza tra i nostri regimi liberali e le autocrazie, cedere alla spinta alla verticalizzazione del potere, al depotenziamento degli istituti di garanzia, alla terzietà del supremo organo arbitrale rappresentato dalla presidenza della Repubblica. L’istituzione che, più di ogni altra, ha preservato una fiducia presso l’opinione pubblica. Così pure sarebbe un errore assecondare disegni di riforma ordinamentale che, sotto la voce “autonomia differenziata”, concorrano a dilatare il divario economico-sociale tra nord e sud del paese. Un vulnus inferto al principio dell’uguaglianza dei diritti in capo ai cittadini ovunque essi risiedano nel territorio nazionale in coerenza con il dettato dell’art. 3 della Costituzione».

«Trattasi solo di alcune priorità – viene evidenziato –. Altre se ne dovrebbero aggiungere. Priorità tutte da inscrivere nell’orizzonte programmatico-valoriale da assumere quale fondamento e obiettivo di un’azione politica adeguata alle sfide del XXI secolo: l’europeismo e la scelta prioritaria per il sostegno e lo sviluppo della cultura, dell’istruzione, della scuola (dalla scuola dell’infanzia all’istruzione superiore, universitaria e post-universitaria). In questa duplice priorità – Europa e cultura – sta il cuore della nostra stessa identità, del nostro umanesimo, secondo un principio di fraternità, aperto a tutti e a tutte». (rrm)

VIBO – L’incontro tra i candidati e i dirigenti di Noi Moderati

Domani pomeriggio, alle 17.30, all’Hotel 501 di Vibo Valentia, è in programma l’incontro tra i candidati del Proporzionale di Camera e Senato oltre a quadri e dirigenti regionali dei partiti che la compongono.

Previsti gli interventi di Nino Foti, capolista alla Camera dei Deputati, Francesco Bevilacqua, capolista al Senato della Repubblica e i saluti dei rappresentanti regionali dei partiti dello schieramento centrista.

Con Foti in lizza ci sono anche Serena AngheloneEnnio Falvo e Giovanna Buccafusca mentre dietro” a Bevilacqua si collocano Adelina NesciOreste Gualtieri e Caterina Garzaniti.

In videoconferenza, tra l’altro, ci saranno anche i saluti di Giovanni Toti, presidente di “Italia al Centro”, e Maurizio Lupi, presidente di “Noi con l’Italia”.

Conclusioni affidate a Gaetano Quagliariello, coordinatore nazionale di “Italia al Centro”. (rvv)

LA LETTERA / L’associazione Calabrolombarda: L’astensionismo in Calabria una piaga

Riceviamo e pubblichiamo

Caro Direttore, come sempre attento osservatore, Lei ha messo il dito nel fenomeno dell’astensionismo elettorale in Calabria falsato dai residenti elettori che sono fuori Regione per lavoro o studio. Solo in Lombardia sono 270.000.

È una piaga che la politica non intende sanare, forse perché questo sistema fa comodo alla lobby dei candidati paracadutati e territoriali. Ricordo quando la politica era più seria noi domiciliati fuori Regione eravamo contenti di poter usufruire del biglietto del treno ridotto per venire a votare ritenendolo un dovere morale e anche una occasione di ritrovare gli affetti familiare sia pure per qualche giorno.

Ora i giovani sono disamorati in mancanza di un adeguato stimolo ad affrontare un viaggio dal Nord Italia per poi ritrovarsi a dover votare un candidato padano o toscano in Calabria. Senza considerare che la legge prevede che per ottenere la riduzione ferroviaria si deve usufruire dei treni intercity che impiegano 14 ore di tragitto.

Più volte in passato, tramite la Consulta Emigrazione della Calabria, abbiamo sollevato il problema per poter votare anche alle elezioni regionali in Calabria. Si è alzato il muro della lobby politica che non ritiene degna di valutazione la proposta. E che la politica calabrese non gradisce il ritorno di chi è fuori è dimostrato dalla ingloriosa fine della Consulta Emigrazione: non ancora rinnovata in violazione della legge 8 e privata di qualsiasi risorsa finanziaria per la sua continuità.

Ricordo che c’è un nutrito drappello di calabresi all’estero candidati col voto degli italiani all’estero con le diverse formazioni politiche. Speriamo nella loro elezione per avere una seria rappresentanza in Parlamento che forse sarà più rappresentativa per la Calabria piuttosto che i parlamentari calabresi indigeni e paracadutati che della Calabria ne fanno solo uso per gli interessi personali, familiari e amicali.

La triste storia della Fondazione Calabresi nel Mondo caduta nell’oblio insegna. (Salvatore Tolomeo)

[Salvatore Tolomeo è presidente dell’Associazione Calabrolombarda di Milano]

Elezioni, Maurizio Lupi (Noi con l’Italia) questo weekend in Calabria

Domani arriva Maurizio Lupi, leader di Noi con l’Italia  trascorrerà in Calabria l’intero fine-settimana, impegnato in una serie d’incontri e d’appuntamenti pubblici insieme ai candidati di Noi moderati alle Politiche del 25 settembre.

Alle 16.30 di domani, sabato 17 settembre, primo appuntamento dunque all’ È Hotel con un incontro fra candidati di Noi moderati ed elettori; a fare gli onori di casa il capolista alla Camera Nino Foti.

All’ordine del giorno argomenti cruciali per lo sviluppo del Mezzogiorno e della Calabria: infrastrutture, aiuti alle imprese strette nella morsa del caro energia, politiche per il lavoro.

Alle 18,30 dello stesso giorno, il leader dei moderati del centrodestra terrà una conferenza stampa al T Hotel di Lamezia Terme insieme ai candidati di Camera e Senato.

La “due giorni” calabrese di Maurizio Lupi avrà termine nel Cosentino, con un incontro pubblico a San Lucido, nella cornice del Chiostro comunale, alle 11 del giorno successivo, domenica 18 settembre. (rrm)

Domenica e lunedì il presidente nazionale di Azione Richetti in Calabria

Domenica 18 e lunedì 19 settembre, arriva in Calabria il presidente nazionale di AzioneMatteo Richetti, per sostenere i candidati e incontrare i simpatizzanti ed elettori in vista del voto di domenica 25 settembre.

Matteo Richetti, fondatore di Azione assieme al leader Carlo Calenda, domenica 18 settembre sarà prima a Crotone per un incontro informale con imprenditori del luogo e poi aCorigliano-Rossano alle 16.30 per un incontro pubblico al Movida Beach (Viale della Libertà, 568) infine nella giornata di Lunedì sarà a Taurianova per due incontri, città a cui legato per l’amicizia con Fabio Scionti, segretario regionale di Azione e capolista in Calabria al Senato,.

In particolare, alle ore 8.30 il sen. Richetti farà colazione con i pasticceri ed i panificatori calabresi e di Taurianova (Pasticceria Scionti, Via Roma ore 8.30) la cui tradizione di pasticceri è rinomata in tutta la Calabria, e raccoglierà le loro preoccupazioni dovute al caro energia.

I pasticceri ed i panificatori consegneranno a Matteo Richetti un documento con precise richieste per superare questo difficile momento. Sempre a Taurianova, alle ore 10.00, presso Villa Zerbi (Via Roma, 185), il Sen. Matteo Richetti terrà un incontro con amministratori e imprenditori reggini alla presenza dei candidati e di tutto il gruppo regionale di Azione. (rrm)

ELEZIONI / Pasquale Nestico, Circ. Estero: Il cardiologo di Isca candidato al Senato col PD

di MARIA CRISTINA GULLÌ –

S

ono tre i calabresi candidati nella Circoscrizione Estero. Due sono deputati uscenti (Nicola Care per il Partito democratico ed Eugenio Sangregorio per l’USEI), l’altro è una quasi matricola della politica, il cardiologo Pasquale Nestico, originario di Isca sullo Ionio (CZ), che si candida al Senato nella circoscrizione Nord e Centro America.

La storia del prof. Nestico ricorda quella di molti calabresi nel mondo che si sono affermati e si sono fatti apprezzare, partendo praticamente da zero. Pur mostrando grande attitudine allo studio, da piccolo aiutava il padre muratore e capomastro nel lavoro, ma l’obiettivo era diplomarsi e possibilmente puntare all’università. Si diploma a pieni voti all’Istituto Tecnico Industriale “Ercolino Scalfari” di Catanzaro, poi il viaggio con la famiglia verso le Americhe, dove avrebbe portato a compimento il suo sogno:  diventare un professionista affermato. Prima una laurea in ingegneria elettrotecnica, e poco tempo dopo quella in medicina. Oggi il prof. Nestico è un cardiologo di fama mondiale. Vive a Philadeldia, in Pennsylvania e ha deciso di candidrsi al Senato per il Partito Democratico nella circoscrizione estera del Nord e Centro America.

– Dopo un’esperienza al Comites e come presidente dell’Assemblea del PD negli Stati Uniti, si propone per il Senato come rappresentante della Circoscrizione estero. Quali sono i suoi obiettivi della sua candidatura?

«Metto a disposizione la mia esperienza nel Partito di Enrico Letta come garanzia per i milioni di italiani che vivono all’estero. Il mio programma, basato su 11 punti, vede gli emigrati e i discendenti al centro di un progetto che sicuramente potrà essere attuato al fine di creare benessere. È mio desiderio istituire, a mie spese, in alcune città degli sportelli elettorali come punto di riferimento per i nostri cittadini e devolvere all’associazionismo del Terzo Settore lo stipendio da Parlamentare per aiutare i giovani, i poveri e i bisognosi. Una delle richieste che piovono da più parte degli italiani nel mondo è quella del riacquisto della cittadinanza italiana: su questo ho già pronto un disegno di legge che presenterò subito se gli elettori italiani del Nord e Centr’America mi sceglieranno. Inoltre punto anche sui consolati onorari per adeguare e migliorare i servizi a favore degli italiani che vivono all’estero. In particolare, credo sia necessaria un’agevolazione sulle tasse comunali e sugli investimenti in Italia compreso l’acquisto di una casa: un desiderio  che molti emigrati vogliono realizzare più di quanto si possa immaginare. Nel mio programma elettorale è previsto, inoltre, l’aumento dei fondi stanziati per gli Enti Promotori, i programmi culturali e l’insegnamento della lingua italiana nelle scuole elementari, medie e superiori, nonché per giornali, radio e programmi televisivi che promuovono la lingua e cultura italiana nel mondo».

– Quant’è forte la domanda di “italianità” da parte di chi vive lontano? 

«L’Italia presenta alcune lacune per gli scambi culturali ed economici con altri stati e per questo, come candidato del Partito Democratico intendo promuovere delle azioni mirate, facendo tesoro dell’esperienza passata nei COmites. COnoscono molto bene la realtà degli italiani nel mondo e, soprattutto, della comunità calabrese in America. Tra gli altri obiettivi obiettivi ritengo necessaria anche la riforma del sistema elettorale italiano, COMITES e CGIE e il supporto alla piena realizzazione della parità di genere uomo-donna nel lavoro, nella famiglia e nella qualità della vita».

– Qual è stato il percorso che l’ha portata al successo negli Stati Uniti?

«Sono nato a Isca sullo Ionio e sono emigrato con la famiglia subito dopo il diploma. Il mio primo lavoro nel nuovo mondo è stato in una fabbrica di abbigliamento a 45 dollari a settimana. Lo studio, però era un mio punto fermo (già all’asilo conoscevo la tavola pitagorica) e nel 1969 venni accettato alla Villanova University di Philadelphia dove mi sono laureato in appena 3 anni in ingegneria elettrotecnica. Trovai subito subito lavoro inerente alla mia laurea, ma volevo di più e così, un giorno,  dando retta a un amico, decisi di tentare l’impresa di accedere alla facoltà di Medicina. Per essere accettato ha dovuto fare il volontario in ospedali e università. Il 24 dicembre del 1975 il Dean della Temple University mi comunicò che ero stato accettato alla facoltà di Medicina, ai corsi che sarebbero iniziati 9 mesi dopo. In quei mesi di attesa, mi sposai il 28 agosto del 1976, con la compagnia della vita Anna, anche lei emigrata in America da Isca sullo Ionio. E da lì ho incrociato una lunga e impegnativa strada tra lavoro, studio e la famiglia che cresceva, (nel 1977 nacque il primo figlio Aurelio, al quale seguirono Concetta e Saverio). Gli studi in Medicina era difficili, ma sono risultato tra i primi 20 laureati che conseguirono la lode. Ma non mi sono fermato: ho fatto la specializzazione prima in Medicina Interna e successivamente in Cardiologia alla Hahnemann University, dove poi ho cominciato a lavorare come cardiologo».

– Quanto è legato al suo paese d’origine?

«Non l’ho mai dimenticato, tanto che ci torno spesso, soprattutto per la festa di San Marziale, alla quale sono particolarmente legato. Ho sistemato la vecchia casa paterna e ogni volta che ci rimetto piede è un ritorno al passato, ai ricordi della mia giovinezza. Ricordo che a Carnevale si ammazzava il maiale e tutte le feste comandate si vivevano in semplicità, ma con tanto amore e fraternità. Il lavoro di capomastro di mio padre ci dava la possibilità di vivere senza grandi difficoltà».

– La sua esperienza da giovane muratore, in aiuto a suo padre, l’ha sicuramente aiutato a superare molti ostacoli nella vita. È così?

«Mio padre aveva promesso in dote a mia sorella Elvira una casa e dunque iniziammo a costruirla. Il primo fidanzamento non andò a buon fine. Quesll’esperienza mi è servita a capire quanto conta il lavoro nella vita di un uomo o di una donna: per questo negli Stati Uniti ho fondato una serie di associazioni di comunità italiane che vanno a supportare e sostenere le classi meno abbienti. Mi sono diplomato nel 1962, studiavo e suonavo anche nella banda del paese, ma nel 1966 decisi di raggiungere mio padre negli Stati Uniti. E da lì è iniziata la mia storia. L’esperienza politica mi attrae per la possibilità di occuparmi dei miei connazionali all’estero. Credo di dover e poter dare il mio contributo al Paese».  (mcg)

Sabato a Reggio arriva Enrico Letta insieme a Bersani e Speranza

Sabato 17 settembre, a Reggio, alle 17.30, a Piazza Duomo, è in programma l’incontro promosso dal Partito Democratico calabrese a cui parteciperà Enrico Letta insieme a Pier Luigi BersaniRoberto Speranza.

Al centro dell’incontro, le proposte del PD per il Mezzogiorno, la lotta al caro energia, i programmi sul lavoro ed il salario minimo, il sostegno all’occupazione giovanile, il tema della parità salariale, della sanità, della transizione ecologica, l’attività di rilancio infrastrutturale della Calabria attraverso i fondi del Pnrr.

Saranno presenti, insieme al Segretario regionale del Partito Democratico Nicola Irto, capolista nel collegio plurinominale al Senato, i candidati alle elezioni politiche del Pd Mimmo Battaglia, Nico Stumpo e Francesco Pitaro, oltre ai Dirigenti del Partito Democratico provinciale e cittadino di Reggio Calabria. (rrc)