CATANZARO – Fondazione Città Solidale Onlus ha celebrato la Giornata del Migrante e del Rifugiato

All’Ipsia Ferraris di Catanzaro, la Fondazione Città Solidale Onlus ha celebrato la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato.

L’evento, organizzato dalla Fondazione e dall’Ufficio Diocesano di Catanzaro-Squillace della Migrantes, è cominciato con un minuto di silenzio, chiesto nelle diverse lingue, per la giovane Masha Amini.

Una sala gremita e multiculturale, un mix di emozioni e di vite che hanno preso forma in maniera silenziosa e attenta durante gli interventi delle Istituzioni civili ed ecclesiastiche presenti in sala. Ad accogliere e salutare gli ospiti, la prof.ssa Elisabetta Zaccone, dirigente dell’Istituto, che ha inteso sottolineare come sia necessario parlare ai giovani di una cultura della diversità e di come la scuola abbia il compito di formare l’uomo di domani e di investire in percorsi che abbiano come obiettivo il riconoscimento e la tutela dei diritti umani. Un plauso per l’iniziativa e per l’invito è quello che ha voluto lasciare il sindaco della Città di Catanzaro, prof. Nicola Fiorita, che pur ancora ai primi mesi di mandato, ha voluto indicare come la sua giunta abbia riconfermato collaborazioni come quella esistente con Città Solidale per la gestione di un Sai e di come sia fondamentale una politica sociale che punti alla persona.

Ha poi raccontato agli studenti i giorni meravigliosamente difficili di uno dei più grandi sbarchi avvenuto sulle nostre coste e ha voluto riprendere anche alcune parole citate da Monsignor Maniago, durante l’omelia in occasione della festività di San Vitaliano: “ognuno, nella propria città, deve sentirsi a casa e nella propria città ognuno deve trovare il “suo” posto per vivere, studiare, amare, lavorare e avere relazioni sociali”.

È con questo augurio, citando Sua Eccellenza, che il sindaco ha salutato i tanti giovani studenti e/o ospiti delle comunità di Città Solidale presenti in sala. Un saluto anche quello del dott. Mormile, Presidente della Provincia di Catanzaro, che ha auspicato un’operatività maggiore dell’ente che rappresenta per dare risposte più concrete e operare in sinergia con le Istituzioni scolastiche, ma anche con realtà come Fondazione Città Solidale, un pilastro ormai del sociale per la nostra città.

È stato padre Piero Puglisi a raccontare cosa fa, da anni, la Fondazione Città Solidale per gli ultimi ed in particolare per i migranti.  Ha spiegato come questa realtà, ormai prossima al 25° anniversario, sia un braccio operativo della diocesi, e quindi egli stesso uno strumento nelle mani di Dio. Ha raccontato di come all’interno delle strutture viene preservata la diversità, il diverso culto, e di come, con il tempo, ogni barriera si abbatte, perché a prevalere è la relazione, quella che lo fa sentire amico, fratello, padre. Padre Piero ha invitato tutti i giovani presenti ad aiutare questa umanità a diventare più umana e costruire un futuro in cui possano regnare valori come l’inclusione, la giustizia,  la fraternità e la pace.

La dott.ssa Franca Falduto, delegata dalla dott.ssa Iunti per l’Ufficio Scolastico Regionale, ha sottolineato come la Calabria, dopo la Sicilia, è una terra ricca di cultura e come le scuole possono fare tanto per valorizzare questa multiculturalità. Ha inoltre sottolineato come le burocrazie si snelliscono per andare incontro all’accoglienza, quando si iscrive uno studente straniero e di come rispetto ad altre realtà dove si specifica la diversità, per la scuola tutti gli studenti sono uguali e sono una risorsa. 

Protagonisti della mattinata però sono stati i ragazzi e le loro testimonianze. Un giovane studente del Ferraris, ospite tra l’altro di una comunità di Città Solidale, ha raccontato del suo viaggio e di come vuole imparare un mestiere per poter aiutare la sua famiglia. Un altro studente, magistralmente guidato dalla prof.ssa Amato del Ferraris,  ha fatto emozionare i presenti non solo per il suo racconto, ma anche per la lettura di una lettera “Mi dispiace mamma”, una epistola che, in maniera immaginaria, un migrante morto scrive a sua madre ma che ha rappresentato uno spaccato molto reale e forte, tanto da motivare tanti giovani presenti a raccontare il loro viaggio e le loro aspettative.

C’è chi vorrebbe tornare a far visita alla mamma malata, chi vorrebbe rientrare nel proprio paese dopo aver raggiunto una posizione economica. Tante storie anche raccontate attraverso l’arte. Dopo un breve video di introduzione è la stata la prof.ssa Giordano dell’Accademia delle Belle Arti a spiegare un percorso laboratoriale svolto all’interno delle strutture di Città Solidale in preparazione a questa Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Un percorso che è partito dall’arte del riciclo per far raccontare ai ragazzi la loro storia individuale che diventa comunitaria in un puzzle creativo. Tanti i richiami autobiografici: il mare, la casa, la barca… spaccati di vita realizzati tutti con cartone, giornali e tempere, un’opera bellissima che i ragazzi di Città Solidale hanno voluto regalare all’Ipsia Ferarris e alla Dirigente Zaccone per la giornata e per l’accoglienza.

A fare sintesi e chiudere l’incontro sua Eccellenza Monsignor Maniago che ha voluto fortemente assistere agli interventi dei giovani migranti, parlando loro con tono e stile paterno e con un linguaggio chiaro e profondo di Pastore e di Maestro di vita. L’Arcivescovo ha raccontato loro, accennando alla preghiera conclusiva di Papa Francesco, di come proprio l’attuale Capo della Chiesa abbia un vissuto di migrazione; ha parlato alla sala piena di giovani vite di questo Dio che è amore, perché, pur nella diversità di culto, tutti abbiamo un Dio e nel suo nome occorre costruire quei ponti tra le persone, tra le culture.

Ha parlato di vita e di costruzione, della bellezza di costruire qualcosa e di come la distruzione (come nel caso della guerra), seppure non ci riguarda personalmente, non è piacevole per nessuno. Il Vescovo ha poi invitato i presenti a leggere con lui le parole di Papa Francesco, perché sono parole rivolte a Dio ma ci indicano qual è la nostra vera aspirazione per essere un’umanità portatrice di vita e di futuro. 

Una mattinata, dunque, ricca di emozioni, in cui a dare la lezione più grande sono stati i giovani studenti dell’Ipsia Ferraris della prof.ssa Zaccone e gli ospiti delle strutture guidate da Padre Piero Puglisi. Un connubio che vede pubblico, privato sociale e scuola in sintonia per costruire strade, ponti in favore della dignità della persona e della Vita! (rcz)