I giovani agricoltori calabresi lanciano la petizione contro i pannelli mangia suolo

I giovani imprenditori calabresi hanno lanciato una petizione contro i pannelli solari mangia suolo per combattere il rischio idrogeologico di fronte ai cambiamenti climatici, e spingere, invece, il fotovoltaico pulito ed ecosostenibile sui tetti di stalle, cascine, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e strutture agricole.

Obiettivo della petizione, chiedere « alle istituzioni di investire nelle fonti alternative di energia senza dimenticare il ruolo fondamentale dell’agricoltura e la bellezza unica dei nostri territori, che andrebbero compromessi senza una programmazione territoriale degli impianti fotovoltaici a terra».

«Una mobilitazione – ha dichiarato Enrico Parisi, leader dei giovani di Coldiretti Calabria – a tutela del suolo agricolo chiedendo alle istituzioni di investire nelle fonti alternative di energia senza dimenticare il ruolo fondamentale dell’agricoltura e la bellezza unica dei nostri territori, che andrebbero compromessi senza una programmazione territoriale degli impianti fotovoltaici a terra»

«Preoccupati per l’emergenza climatica, i giovani agricoltori – ha spiegato Parisi – vogliono cogliere ogni opportunità offerta dalle tecnologie innovative, avendo come obiettivo la piena attuazione dell’accordo di Parigi sul clima e l’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile».

«Il consumo di suolo agricolo destinato al fotovoltaico a terra – ha dichiarato Coldiretti Giovani Impresa – minaccia il futuro delle nuove generazioni di agricoltori».

«Come giovani agricoltori, sosteniamo e promuoviamo ogni giorno l’innovazione tecnologica sostenibile, ma destinando i suoli agricoli al fotovoltaico non ci saranno più terreni da coltivare ed accelereremo la perdita di biodiversità unica della nostra Regione» ha spiegato ancora Parisi, nel sottolineare che «il suolo vocato all’agricoltura appartiene agli agricoltori e la di multifunzionalità energetica va sviluppata come attività integrata alla coltivazione e all’allevamento, sino a un massimo del 5% della superficie dell’azienda, da realizzare direttamente dagli agricoltori e in aree marginali».

«Possediamo – ha evidenziato – terreni non destinati all’agricoltura che potrebbero essere messi a valore con il fotovoltaico, ci domandiamo perché utilizzare terreni fertili che già producono valore economico, sociale ed ambientale togliendo traiettorie di futuro alle nuove generazioni di agricoltori».

«La pandemia da Coronavirus – ha commentato Coldiretti – ha rivoluzionato le priorità dei mercati e dei consumatori con le produzioni agricole, dalle quali dipendono le forniture alimentari, diventate più preziose e richieste del petrolio, con l’emergenza che ha ribaltato la geografia del valore della terra che è divenuta una ‘riserva naturale’ strategica da tutelare e proteggere».

«Coinvolgeremo altre associazioni che hanno a cuore il tema – ha concluso Parisi – per adesso i cittadini possono recarsi per la firma negli uffici della Coldiretti, nei mercati e negli agriturismi di Campagna Amica». (rrm)

In copertina, Enrico Parisi