DIMENSIONAMENTO SCOLASTICO, REGIONE
NON SI DIMENTICHI DELLE AREE INTERNE

di GUIDO LEONE – Nei giorni scorsi la vicepresidente della giunta regionale con delega all’istruzione ha scritto ai presidenti delle Province e alla Città metropolitana di Reggio Calabria perché provvedano ad approvare, entro il 30 settembre 2023, il Piano di dimensionamento della rete scolastica e l’offerta formativa 2024/25, previa costituzione di appositi tavoli tecnici per ogni realtà provinciale con le rappresentanze di tutte le componenti interessate.

Ora in una fase di accresciuta complessità dei compiti attribuiti alle scuole, a partire dall’attuazione delle riforme previste dal Pnrr, la scelta di accorpare gli istituti aumentando il numero complessivo degli alunni per plesso non è certo la soluzione più indicata per dare centralità alla scuola, migliorare la qualità dei processi formativi e combattere la dispersione, obiettivi che il ministro Valditara proclama di voler conseguire.

Negli ultimi anni la provincia di Reggio Calabria, come il resto della regione, ha scontato la miopia con cui si è agito, la logica spesso campanilistica o semplicemente politica delle scelte in questi ultimi anni effettuate. I piani di dimensionamento della rete scolastica spesso sono stati frutto non di un percorso condiviso tra tutti i soggetti interessati – dirigenti, scuole, docenti, famiglie, istituzioni – né trasparente e, di conseguenza, equi nelle scelte, laddove invece gli stessi piani dovevano e devono essere il risultato di una attività conoscitiva e valutativa dei bisogni dell’utenza che va garantita nel suo pieno diritto all’istruzione e al successo formativo con uguali opportunità per tutti gli allievi.

La nuova politica scolastica, invece, sembra ritenere che le scuole dei piccoli centri aspromontani e preaspromontani siano dei rami secchi da tagliare, che contraddice peraltro le tanto insistite politiche della famiglia. Fino ai dodici anni il diritto alla scuola nel luogo dove si abita dovrebbe essere un diritto inalienabile. Fra l’altro la politica europea che tende a ripopolare le zone di montagna e i paesini dell’entroterra cozza contro questa preoccupazione tutta economica di chiudere ciò che a occhi miopi risulta non produttivo. Sto parlando della provincia reggina montana dove sono state chiuse o ridimensionate anno dopo anno le scuole con l’argomento che a servirsene sono in pochi. Questa ossessione del risparmio che si esercita sui più deboli, sui più piccoli, a me pare insensata.

Ho già avuto modo di ribadire in più circostanze che, in particolare, in questa provincia una buona metà della popolazione scolastica superiore non gode della piena offerta formativa che la scuola propone perché tagliata fuori dalla indisponibilità del trasporto pubblico negli orari pomeridiani e serali che impedisce agli allievi provenienti dall’entroterra di rientrare nei loro paesi.

Sicché le attività complementari che la scuola svolge, compresa l’attività di recupero e le altre iniziative mirate a rafforzare la frequenza scolastica e quindi ad impedire la dispersione scolastica, non possono essere fruite.

Per non parlare, poi, delle strutture e delle infrastrutture scolastiche, dei laboratori, delle equipe medico-psico-pedagogiche (ci attendiamo molto in tal senso dai comuni e dalle aziende sanitarie locali), che, se adeguate e presenti consentirebbero alla stessa scuola di essere veramente un centro di comunità educante permanente aperta a tutte le fasce sociali con programmi di iniziative flessibili con una ben chiara doppia valenza: prevenzione, socializzazione e integrazione con la formazione scolastica.

Fa bene, a questo punto, la vicepresidente Princi a porre l’attenzione sulla salvaguardia delle aree interne della regione per il contrasto della dispersione e dell’insuccesso scolastico anche se credo che i margini di manovra sono più che ristretti dai parametri ministeriali.

Certo, ci saremmo attesi che la Regione Calabria si fosse unita alle altre regioni meridionali nel ricorrere alla Corte Costituzionale avverso l’ultima legge di bilancio nella parte relativa al dimensionamento scolastico a partire dall’anno scolastico 2024 /2025.

Atteso, peraltro, che la stessa Regione Calabria dal provvedimento risulta essere dopo la Basilicata la più penalizzata in termini di riduzione percentuale delle autonomie scolastiche con il 23,3%.

Mi auguro che i prossimi tavoli tecnici nei prossimi giorni attivati per il nuovo piano dimensionamento operino con una visione innovativa prevedendo plessi polivalenti in grado di seguire il processo formativo dalle scuole dell’infanzia alla media di primo grado. Innovazione significa ripensare la scuola non più come singolo edificio ma come il nodo di una rete di formazione che si estende non solo alla singola comunità, ma ad aree intercomunali.

È indispensabile un progetto integrato d’area del territorio per realizzare azioni comuni tra le diverse istituzioni sulla base di una regia organica rivolta a sostenere l’innovazione nei processi formativi e nelle strategie d’accoglienza agli studenti.

Quanto detto significa che il sistema educativo deve essere costruito a livello culturale – educativo, ma anche a livello politico e organizzativo.

A livello politico l’ente locale deve ancor più rappresentare il promotore del raccordo tra le risorse educative presenti nel territorio rivestendo il ruolo di promotore nella costruzione del sistema educativo integrato.

Bisogna passare dal Pof della singola scuola alla elaborazione di un Pof territoriale come proposta educativa di un territorio e nello spirito di una istituzione scolastica intesa come comunità educativa permanente.

Certo il banco di prova sarà costituito dalla capacità di integrare tra Comuni viciniori strutture e servizi, secondo le prospettive delle intese e degli accordi di programma nei settori strategici del sistema formativo (infanzia, post-obbligo- istruzione professionale, orientamento, handicap, centri di risorse, ecc.) con l’esigenza di un preciso quadro di riferimento e di riscontri sul piano dei risultati.

Mi rendo conto che il panorama che si intravede all’orizzonte dal punto di vista economico imporrà dei sacrifici e delle scelte, ma proprio per questo occorre prepararsi a fronteggiare tali ristrettezze lavorando insieme enti locali e amministrazione scolastica nella individuazione delle scelte.

Si pone, tuttavia, il problema di una nuova governance, che valorizzi il ruolo intelligente delle periferie, di forme orizzontali di responsabile autogoverno, non singole scuole, velleitariamente autarchiche e in competizione isolata, ma un sistema di scuole autonome che interagiscono tra di loro e con la comunità di riferimento, capaci di costruire un vero e proprio “patto educativo territoriale” che coinvolga in genere i Comuni (singoli o associati) e le scuole (associate in rete) su scala cittadina e/o su base comprensoriale.

Sono convinto che la linea culturale vincente è quella che tende ad un rapporto nuovo scuola-territorio, all’uso didattico del territorio.

Si tratta di piegare a dimensione etica e pedagogica l’economico, il politico, il sociale, l’amministrativo, il culturale con consapevolezze e responsabilità diverse. (gl)

(Il professor Guido Leone è stato dirigente tecnico Usr Calabria)

Dimensionamento scolastico, Princi incontra sindacati e istituzioni

La vicepresidente della Regione, Giusi Princi, ha incontrato i sindacati del comparto Scuola, i presidenti delle Province e Città Metropolitana di Reggio Calabria per discutere delle linee guida per il dimensionamento scolastico.

«La Regione Calabria sta procedendo speditamente a gettare le basi per il Piano di dimensionamento della rete scolastica e programmazione dell’offerta formativa per il prossimo triennio», ha detto Princi a margine della riunione, a cui hanno partecipato anche il direttore dell’USR, Antonella Iunti, insieme al suo vicario dirigente ATP di Reggo Calabria,  Antonino Cama, ed il dirigente del settore Istruzione, Anna Perani.

«Abbiamo predisposto – ha spiegato Giusi Princi – indirizzi a salvaguardia delle aree interne e di quelle realtà laddove maggiore è il tasso di dispersione e di abbandono scolastico o con situazioni di svantaggio socio-economico, in cui registriamo bassi livelli apprenditivi negli studenti. D’altronde, attraverso lo strumento dell’Osservatorio per il Diritto allo Studio, fortemente voluto dal Dipartimento Istruzione guidato dal direttore Maria Francesca Gatto, ciascun Comune nell’elaborare la propria offerta formativa e definire la propria rete scolastica potrà avere in tempo reale una lettura georeferenziata del territorio, e quindi avere contezza degli indicatori di vivibilità dell’area considerata: tasso di dispersione scolastica, svantaggio socio economico del contesto, povertà educativa, rete dei trasporti da cui si evinca come ogni realtà sia servita dai mezzi pubblici».

«Con Sindacati e Istituzioni abbiamo condiviso quanto importante sia garantire maggiori opportunità dove più evidenti sono le deprivazioni culturali. Sulla base del numero di autonomie (281) assegnate dal Ministero alla Regione Calabria – ha proseguito – è stata effettuata una distribuzione su base provinciale rapportata alla popolazione scolastica, alla densità abitativa di ciascun territorio ed agli sviluppi demografici previsti nel prossimo triennio».

I criteri inseriti nel documento ed a cui si dovranno attenere gli Enti nella proposta regionale di riorganizzazione della rete scolastica sono i seguenti: nelle aree ad alta densità, in particolare nei comuni capoluogo e nei comuni superiori a 15mila abitanti, si può tendere a costituire / mantenere istituti scolastici con un numero di almeno mille alunni; nelle aree scarsamente popolate, nelle aree interne e nelle aree periferiche, che si caratterizzano per condizioni di particolare isolamento, si può tendere a costituire / mantenere istituti scolastici con un numero di almeno 600 studenti.

«Pertanto, ferme restando l’osservanza del numero di autonomie assegnate a ciascuna realtà provinciale e il rispetto da parte delle amministrazioni del contingente organico dei dirigenti scolastici e dei DSGA loro assegnato – ha precisato Giusi Princi – Province e Città metropolitana potranno applicare un criterio compensativo per cui sarà possibile mantenere o costituire autonomie con un numero differente di alunni rispetto ai parametri numerici sopraindicati: superiori o inferiori a 600 per tutelare territori particolarmente fragili dal punto di vista socio-economico, isolati e inaccessibili; realtà scolastiche superiori alle 1000 unità, invece, nelle aree altamente popolate».

«Dopo l’avallo delle componenti che oggi abbiamo coinvolto – ha detto ancora Princi –  prossimo step sarà portare il documento in Giunta regionale per poi completare l’iter di approvazione nella opportuna sede di Commissione del Consiglio regionale. Intanto è ampia la soddisfazione di tutti per essere riusciti a trovare la quadra sul dimensionamento regionale in tempi celeri, per avere rivendicato, attraverso le linee guida, la necessità di salvaguardare le realtà scolastiche di quelle aree periferiche e interne che insistono in territori, socialmente, culturalmente ed economicamente depresse».

«Una Regione che cambia passo, quella Calabria – ha concluso – voluta dal Presidente e da tutta la giunta Occhiuto, che rende centrale il diritto allo studio e gli interessi del mondo scuola garantendo a tutti gli studenti, di tutte le aree geografiche della regione, le medesime opportunità formative e le stesse sollecitazioni culturali». (rcz)

Scuola e Sanità, al via le assunzioni per equipe scolastiche a sostegno delle Dsa

Sono partite le assunzioni per le equipe scolastiche a sostegno degli studenti con Dsa. È quanto ha annunciato la vicepresidente della Regione, Giusi Princi, sottolineando come «attraverso un approccio multifunzionale agli studenti con disturbo dsa (dislessia, disgrafia, discalculia) sarà garantito un percorso diagnostico e di presa in carico rapido con percorsi di accesso facilitati ai servizi».

«In ogni distretto sanitario delle singole Asp Provinciali (Catanzaro, Cosenza, Crotone, Reggio Calabria, Vibo Valentia) saranno, infatti – ha spiegato – attivate una o più equipe dedicate, formate da psicologo, logopedista e neuropsichiatra infantile che, su richiesta dei singoli istituti (previo consenso informato delle famiglie), interverranno nelle scuole e attraverso screening mirati diagnosticheranno il disturbo. In caso di conferma diagnostica si provvederà al rilascio della relativa certificazione garantendo, ove richiesto dalle scuole, il necessario supporto da parte delle equipe anche per la predisposizione del Piano didattico personalizzato (art.5 legge 170/2010) nel quale sono contemplate le strategie didattiche di sostegno agli studenti interessati».

«L’intento del progetto – ha proseguito – è anche quello di promuovere una collaborazione metodica tra scuola, famiglia e sistema socio-sanitario, al fine di scongiurare la dispersione scolastica (cioè l’abbandono precoce degli studi), promuovere il successo formativo e l’inclusione degli studenti, attenuando e compensando il disturbo e quindi favorendo il corretto raggiungimento degli obiettivi di apprendimento previsti».

«Con il presidente della Regione Roberto Occhiuto – ha ricordato Princi – avevamo garantito tempi rapidi in fase di presentazione a gennaio 2023, ed oggi partecipiamo con gioia la consequenzialità delle azioni attuative legate al progetto: Interventi per l’individuazione precoce e la presa in carico degli alunni con disturbi specifici di apprendimento (dsa) degli istituti scolastici della Regione Calabria, approvato con decreto del commissario ad Acta n. 37/23. Dopo il trasferimento delle dovute risorse alle Aziende sanitarie provinciali con apposito Ddg, sono in corso presso tutte le Aziende calabresi operazioni per reclutare 74 nuove professionalità di cui 15 neuropsichiatri infantili, 28 psicologi, 28 logopedisti, 3 assistenti sociali».

«Con nota n. 222975 del dipartimento tutela della salute, a firma del dirigente del settore programmazione dell’offerta ospedaliera e sistema delle emergenze- urgenze, Maria Bernardi, tutti i commissari del Sistema sanitario regionale – ha aggiunto – sono stati, infatti, invitati ad attivare tutte le necessarie procedure concorsuali per l’assunzione dei profili professionali richiesti, rispettando la tempistica del progetto che prevede l’inizio delle attività entro settembre prossimo».

Si stima che in Calabria su una popolazione scolastica (6-18 anni) complessiva di oltre 228 mila alunni, siano 11.500 gli alunni portatori di un disturbo specifico dell’apprendimento e, di questi, soltanto 3.600 sono in possesso di una certificazione specifica. Disturbo che, se non individuato e adeguatamente compensato, può determinare rilevanti conseguenze funzionali, come il raggiungimento di un livello scolastico inferiore e un elevato disagio psicologico, incoraggiando caos e abbandono scolastico.

«Fortemente sostenuto dal presidente Occhiuto – ha sottolineato la vicepresidente – questo è un traguardo importantissimo per la nostra regione perché, finalmente, le famiglie per la diagnosi e per la certificazione degli studenti con disturbo specifico di apprendimento potranno contare sul servizio pubblico sanitario, anziché ricorrere, come avvenuto in passato, al servizio privato. Vorrei sottolineare il prezioso lavoro che sta ponendo in essere il dipartimento salute della Regione Calabria, nello specifico la dirigente Maria Bernardi, d’intesa con i commissari delle Asp e con tutto il rispettivo personale».

«È una sanità – ha rimarcato infine la vicepresidente Princi – che, finalmente, grazie al presidente e commissario ad acta Roberto Occhiuto, sta cambiando volto. Dopo il risultato storico legato alla recente chiusura dei bilanci del 2022 da parte delle Asp, è un percorso tutto in salita proiettato a garantire, sempre di più da qui ai prossimi anni, quei servizi essenziali per troppo e per lungo tempo negati ai cittadini al punto da costringere i calabresi o a ricorrere al privato, come nel caso degli studenti con disturbi specifici di apprendimento, con forti discriminazioni per le famiglie meno abbienti), o ad andare fuori incentivando la migrazione sanitaria». (rcz)

Princi incontra il ministro Valditara: Liceo Biomedico potrebbe diventare vero indirizzo di studio

«Con il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, abbiamo oggi ragionato sulla possibile nascita del liceo biomedico». È quanto ha annunciato la vicepresidente della Regione, Giusi Princi, a margine del proficuo incontro avuto col ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.

«Il progetto di biomedicina – ha spiegato Princi –, ideato e sperimentato in Calabria, presso il liceo scientifico da Vinci di Reggio Calabria, grazie alla positiva collaborazione con l’Ordine provinciale dei medici, potrebbe diventare presto un vero e proprio indirizzo di studio. È stato dapprima sperimentato per 6 anni presso il liceo reggino e, successivamente, riconosciuto quale buona pratica, altri 7 anni a livello nazionale a seguito di un accordo tra il ministero dell’Istruzione e la Federazione nazionale dei medici».

«Attualmente – ha aggiunto – la curvatura sperimentale coinvolge quasi 300 licei italiani, tutti gli Ordini provinciali dei medici d’Italia e oltre 40mila studenti. I risultati della sperimentazione hanno dimostrato l’efficacia del percorso nell’orientare gli studenti, facendo loro capire se hanno l’attitudine, o meno, per la carriera medico- sanitaria, e nel fornire loro le competenze necessarie per affrontare i test di accesso a medicina. La struttura didattica del percorso prevede, infatti, che le lezioni dei docenti siano intervallate da lezioni dei medici e da esperienze pratiche presso strutture sanitarie».

«L’incontro con il con il ministro Valditara – ha proseguito la vicepresidente –, a cui hanno partecipato anche Pasquale Veneziano, presidente dell’Ordine dei medici di Reggio Calabria, e Roberto Monaco, segretario della Federazione nazionale dei medici e dei chirurghi, è stato molto proficuo. Il Ministro si è complimentato per il felice intuito della proposta partita dalla Calabria e si è impegnato a verificare con il suo capo dipartimento i presupposti tecnico finanziari legati ad un nuovo indirizzo di studi che potrebbe dare alle scuole la possibilità di garantire agli studenti un’offerta formativa coerente con la grande richiesta di medici che c’è nel nostro Paese. La Calabria dell’istruzione riesce anche in un settore come quello sanitario nel quale il presidente Occhiuto è fortemente impegnato per rimediare a 12 anni di commissariamento e per garantire ai calabresi il diritto alle cure».

«È motivo di orgoglio – ha rimarcato Princi – che un modello didattico partito dalla Calabria, abbia fatto scuola al resto d’Italia, e potrebbe tracciare un’impronta indelebile nei regolamenti scolastici in tema di formazione sanitaria nelle scuole secondarie di secondo grado. Con il ministro si è discusso inoltre della possibilità di implementare il programma Agenda Sud, presentato proprio in Calabria, attraverso la disponibilità della Regione di finanziare un campione di 60 scuole in progetti di recupero, d’intesa con USR e sistema universitario».

«Per finire, ci si è confrontati su un tema a cui il ministro tiene molto, che è quello di attivare – ha concluso – con l’Ufficio scolastico regionale, un apposito tavolo che veda anche il coinvolgimento degli istituti tecnici, professionali, degli ITS e delle università. L’obiettivo è di costruire percorsi formativi coerenti con le nuove figure professionali, richieste anche nell’ambito della realizzazione del ponte sullo Stretto». (rcz)

Il Pd incontra i movimenti studenteschi per riformare il diritto allo studio

«Riorganizzare il diritto allo studio, dialogare con i territori, proseguire il radicamento già avviato e costruire insieme a tutti i cittadini l’alternativa a una destra che non dà risposte ai cittadini e ai territori».

Gli obiettivi del Pd sono condensati in queste parole, pronunciate da Alfredo D’Attorre, responsabile Università della segreteria nazionale, e da Nicola Irto, segretario dei dem calabresi, nel corso di un incontro con rappresentanti di associazioni e movimenti studenteschi tenutosi a Lamezia Terme, nella sede del partito cittadino, al fine di stilare una proposta organica sul diritto allo studio, anche per evitare che al riguardo vengano ancora penalizzate le regioni meridionali e le fasce meno abbienti.

D’Attorre, che ha salutato la «sede piena di giovani e rappresentanti delle associazioni studentesche», ha chiarito che «il Pd torna a mettere il sistema dell’istruzione pubblica e dell’università pubblica al centro del proprio progetto, a parlare di un sistema universitario nazionale e pubblico per avviare una grande battaglia in modo che siano rivisti i meccanismi di distribuzione delle risorse che penalizzano il Sud, le aree interne e la Calabria, e perché il ministero assicuri che nessuno resti indietro».

«Contrastiamo – ha aggiunto D’Attorre – lo sciagurato progetto dell’autonomia differenziata. Se andasse avanti, esso distruggerebbe alla radice l’idea di un sistema nazionale con diritti e regole che garantiscono tutti. Il nuovo Pd che stiamo costruendo con Elly Schlein riparte invece dalla centralità della scuola pubblica, dell’istruzione pubblica, della sanità pubblica e della dignità del lavoro».

«Come Pd, abbiamo deciso di aprire una discussione vera con gli studenti, con i dottorandi e con le associazioni – ha sottolineato Irto – per lanciare dalla Calabria delle proposte sul sistema universitario e sulla formazione. Puntiamo su una riorganizzazione del diritto allo studio calabrese. Nel merito è necessario un nuovo impegno economico da parte della Regione, al di là degli slogan, e serve un forte sostegno alla ricerca, posto che l’università non è un “laurificio”. Se vogliamo che i giovani laureati poi restino in Calabria, devono esserci percorsi lavorativi e di impresa, anche fondati sulla capacità di ricerca scientifica che dia appetibilità alle nuove generazioni». «Il congresso è finito, noi stiamo lavorando – ha puntualizzato il segretario regionale dem Irto – per il Pd nazionale e stiamo lavorando in Calabria. Oggi c’è il nostro responsabile nazionale per l’Università, avremo nei prossimi giorni il responsabile dell’Economia e faremo iniziative sulla sanità e sull’autonomia differenziata. Insomma, lavoriamo sodo per ricostruire il Pd e per la Calabria del futuro». (rcz)

Domani il ministro Valditara in Calabria per presentare “Agenda Sud”

Domani il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, sarà in Calabria per presentare il progetto Agenda Sud, dedicato a tutte le realtà del Mezzogiorno.

Lo ha reso noto la vicepresidente della Regione, Giusi Princi, sottolineando come l’Agenda Sud ha come «obiettivo la riduzione del gap formativo con il resto d’Italia».

L’appuntamento è alle 12 nella Sala Verde della Cittadella Regionale. La presentazione del progetto, a cura del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, sarà preceduta dai saluti del Presidente Roberto Occhiuto e dall’introduzione dei dati sulla Calabria a cura del Vicepresidente Giusi Princi. A moderare sarà la giornalista di Mediaset-TGcom24, Erica Cunsolo.

Proprio giorno 9, implementando le azioni promosse dal Ministero tramite Agenda Sud, saranno illustrate le azioni messe in atto dalla Regione per contrastare gli abbandoni scolastici nei prossimi anni. Nella circostanza, verrà inoltre presentato l’Osservatorio regionale per il Diritto allo Studio di cui si è dotata la Calabria, quale strumento utile a geolocalizzare in tempo reale le aree a maggiore rischio di dispersione scolastica e preziosa fonte per pianificare le adeguate misure d’intervento.

«Stiamo stanziando importanti risorse per fronteggiare la povertà educativa e la dispersione scolastica. Ringrazio il Ministro per aver voluto che sia proprio la Calabria terra di lancio nazionale del progetto. La nostra Regione – ha concluso Princi – lavorando d’intesa con l’Usr e con tutte le istituzioni scolastiche, è pronta a cogliere la sfida delle opportunità formative che devono appartenere agli studenti calabresi al pari di quelli delle altre regioni italiane. (rcz)

Istruzione, Regione approva linee guida per diagnosi e gestione disturbi specifici dell’apprendimento

La Giunta regionale ha approvato “Linee guida per la diagnosi e la gestione dei disturbi specifici dell’apprendimento”, che ha l’obiettivo di «uniformare le procedure diagnostiche e di presa in carico degli allievi con disturbi specifici dell’apprendimento – ha spiegato la vicepresidente Giusi Princi – nell’ambito della Regione Calabria, indicando ruoli e compiti di tutti i soggetti coinvolti nella filiera di supporto agli studenti (scuola, famiglia, servizi sanitari, enti, associazioni, università) fornendo, ai docenti, utili strumenti didattici di osservazione per l’identificazione precoce dei disturbi negli studenti».

Grazie a questo strumento, la Regione fornirà alle scuole indicazioni per supportare al meglio e per individuare quegli studenti con difficoltà di lettura, scrittura e calcolo, riferibili ad un sospetto disturbo specifico di apprendimento (dsa).

Lo ha reso noto la vicepresidente con una nota indirizzata a tutte le Istituzioni scolastiche e al mondo accademico regionale ai quali ha condiviso l’importante documento, per la stesura del quale, si legge, è stato costituito apposito gruppo di lavoro che ha coinvolto i dipartimenti regionali Istruzione, Formazione e Pari opportunità e Tutela della Salute e Servizi Socio-Sanitari, l’Ufficio scolastico regionale, le Università calabresi, l’Ordine degli psicologi e le Associazioni di categoria.

«Per gli studenti – ha spiegato ancora – che presentano caratteristiche più probabilmente compatibili con i dsa, le istituzioni scolastiche dovranno avviare attività di potenziamento didattico per almeno 6 mesi e quindi, laddove le difficoltà apprenditive persistano, occorrerà coinvolgere le famiglie per attivare l’iter di accertamento diagnostico anche attraverso le equipe multidisciplinari riconosciute alle istituzioni scolastiche nell’ambito del progetto sperimentale che sarà attivato dalla Regione Calabria da settembre. All’interno delle linee guida è chiarito, inoltre, afferma la vice presidente, che ogni istituto dovrà individuare un referente dsa dotato di formazione specifica e competenze organizzative, gestionali, relazionali».

«Il forte riconoscimento e la formalizzazione della figura del referente dsa in tutte le istituzioni scolastiche – ha sottolineato Princi – si intende finalizzato ad aggirare e superare alcuni punti di debolezza che, si legge nella nota, attualmente caratterizzano la situazione della Calabria in materia di disturbo specifico dell’apprendimento, come la bassa percentuale di casi diagnosticati rispetto alla prevalenza epidemiologica stimata e l’attuale mancanza di raccordo tra le figure presenti nel territorio, promuovendo il lavoro di rete e la condivisione di buone prassi».

«Le Linee guida regionali, sono estese anche al sistema universitario – ha proseguito – molti studenti con dsa arrivano alle ultime classi della scuola secondaria di II grado e alle soglie dell’Università senza avere ancora ricevuto una diagnosi si legge nella nota. Nell’ottica di garantire a tutti la possibilità di proseguire con successo gli studi universitari, anche le Università, sono tenute ad adottare adeguate misure tecnologiche, metodologiche e valutative atte a favorire, anche per gli studenti con difficoltà di lettura, scrittura e calcolo dsa, il raggiungimento degli obiettivi formativi prefissati per ogni singolo corso di studio».

«In particolare – ha concluso la vice presidente Princi –, gli Atenei debbono prevedere servizi specifici per i disturbi specifici dell’approfondimento, di nuova attivazione o nell’ambito di quelli già preesistenti di tutorato e/o disabilità, che pongano in essere tutte le azioni necessarie a garantire l’accoglienza, il tutorato, la mediazione con l’organizzazione didattica e il monitoraggio dell’efficacia delle prassi adottate». (rcz)

Istruzione, al via formazione sui rischi per cause naturali e antropiche del territorio

Domani, al Liceo Scientifico “Alessandra Volta” di Reggio Calabria, prendono il via i corsi di formazione sui rischi per cause naturali e antropiche del territorio calabrese per i referenti di educazione civica delle scuole.

Questi corsi sono promossi dall’Assessorato all’Istruzione, dai Dipartimenti Istruzione e Protezione Civile della Regione Calabria, d’intesa con l’Ufficio Scolastico Regionale.

«Siamo tutti consapevoli quanto la nostra Terra sia caratterizzata da un alto rischio sismico ed idrogeologico. Pertanto – ha spiegato Giusi Princi, vicepresidente con delega al ramo – la formazione è volta proprio ad accompagnare gli studenti, attraverso i docenti, nel conoscere ed approfondire le attività del Servizio Nazionale della Protezione Civile, i rischi presenti sul territorio italiano ed in particolare i rischi naturali ed antropici che incombono sulla Regione Calabria».

«La conoscenza dei rischi del proprio territorio – ha continuato – consente di ridurre la vulnerabilità e di conseguenza l’impatto sulla nostra vita. Con l’intento di fornire ai docenti gli strumenti per formare adeguatamente i propri studenti con la Protezione Civile regionale sono stati organizzati dei corsi di formazione per i docenti referenti, tenuti dal prof. Agostino Miozzo, già Direttore generale del Dipartimento di Protezione civile nazionale nonché membro del Comitato tecnico scientifico per l’emergenza covid2019, e da Domenico Costarella, attuale Direttore generale del Dipartimento regionale».

«Ad ogni corso, organizzato per ambito provinciale – ha detto ancora – potranno partecipare massimo 40 persone. Il percorso formativo, della durata di 4 ore, sarà pratico laboratoriale e contestualizzato nei territori di riferimento in base alle relative emergenze. A tutti i partecipanti sarà rilasciato l’attestato di partecipazione e sarà distribuito materiale informativo da condividere con i propri collegi dei docenti che nell’occasione ringrazia per la preziosa disponibilità Antonella Iunti, Direttore dell’Usr, Antonino Domenico Cama, vicario Usr e Coordinatore dell’Ambito provinciale di Reggio, e tutti i Dirigenti scolastici regionali titolari delle sedi in cui si svolgeranno i corsi». (rcz)

Dalla Regione oltre 6 mln per costruire equipe dedicate alle Scuole

La Regione ha stanziato oltre 6 milioni per realizzare il progetto pilota “Interventi per l’individuazione precoce e la presa in carico degli alunni con disturbi specifici di apprendimento (DSA) negli istituti scolastici della Regione Calabria”. Il progetto prenderà il via a settembre, in coincidenza con l’avvio del nuovo anno scolastico-

Lo ha reso noto la vicepresidente della Regione, Giusi Princi, in  una nota indirizzata a tutti gli istituti scolastici della Calabria. Compiaciuta, Princi fa presente che da parte delle ASP è in atto un imponente piano di assunzioni di personale sanitario, che permetterà di rispondere in modo adeguato ai bisogni formativi degli alunni con Dsa.

«A seguito del fabbisogno calcolato da ciascun distretto sulla base dei propri organici – ha spiegato Princi – sono in corso le operazioni per individuare, su scala regionale, 74 nuove professionalità a tempo determinato, di cui: 15 neuropsichiatri infantili, 28 psicologi, 28 logopedisti, 3 assistenti sociali. Per i profili di psicologi, di logopedisti e di assistenti sociali, si sta operando con lo scorrimento di graduatorie aperte presso le Asp e specificatamente: AO Pugliese e ASP CS per la categoria degli psicologi, Asp Cs per la categoria dei logopedisti, Asp di Vv per la categoria degli assistenti sociali. In merito alle unità di neuropsichiatra infantile, essendo state esaurite le graduatorie, si sta procedendo a reclutarle tramite nuovo avviso pubblico gestito dall’Asp di Cz».

I disturbi specifici di apprendimento scolastico (dislessia, disgrafia, discalculia) sono molto frequenti. L’incidenza dei disturbi nel suo complesso è stimata intorno al 5% del totale degli alunni, con un’elevata variabilità regionale.

«Attraverso un approccio multi professionale – si legge nella nota a firma del Vicepresidente – agli studenti con DSA sarà garantito un percorso diagnostico e di presa in carico rapido con percorsi di accesso facilitati ai servizi. In ogni distretto Sanitario delle singole ASP Provinciali (Catanzaro, Cosenza, Crotone, Reggio Calabria, Vibo Valentia), infatti, saranno attivate una o più equipe dedicate, formate da psicologo, logopedista e neuropsichiatra infantile che, su richiesta dei singoli istituti (previo consenso informato delle famiglie), interverranno nelle scuole (a scelta delle famiglie in orario pomeridiano anche presso la struttura pubblica)».

«In caso di conferma diagnostica si provvederà al rilascio della relativa certificazione garantendo, ove richiesto – ha continuato – il necessario supporto alla scuola anche per la predisposizione del Piano Didattico Personalizzato (art.5 legge 170/2010). Parallelamente, d’intesa con l’Usr-Calabria, saranno organizzati incontri formativi/informativi destinati al personale docente interessato».

«Fortemente sostenuto dal Presidente Occhiuto, questo è un traguardo importantissimo per la nostra Regione – ha detto ancora Giusi Princi – perché finalmente le famiglie per la diagnosi e per la certificazione degli studenti con DSA potranno contare sul servizio pubblico sanitario, anziché ricorrere al servizio privato. Una collaborazione metodica tra Scuola, Famiglia e Sistema socio-sanitario che permetterà di identificare precocemente il disturbo, al fine di scongiurare la dispersione scolastica (cioè l’abbandono precoce degli studi), promuovere il successo formativo e l’inclusione degli studenti, attenuando il disturbo e quindi favorendo il corretto raggiungimento degli obiettivi di apprendimento previsti».

«Vorrei sottolineare il prezioso lavoro che sta ponendo in essere il Dipartimento Salute della Regione Calabria – ha concluso – d’intesa con i Commissari delle ASP e tutto il rispettivo personale». (rcz)

Turismo, grandi adesioni intra e fuori regione per l’avviso sui viaggio d’istruzione

La vicepresidente della Regione, Giusi Princi, ha reso noto che «il bando sul turismo montano ha registrato grande interesse con tantissime adesioni provenienti non solo dalla Calabria, ma anche dalle limitrofe Sicilia, Basilicata, Campania e Puglia, alle quali, per la prima volta, è stato aperto l’Avviso».

Si tratta di un Avviso pubblico promosso dal Dipartimento Turismo, d’intesa con il settore Istruzione, avente ad oggetto “Viaggi di Istruzione per la promozione del Turismo Scolastico Montano”.

Gli istituti scolastici che hanno ottenuto il contributo per la realizzazione di un viaggio d’istruzione all’interno di uno dei Comuni montani della Calabria sono infatti complessivamente oltre 100, con richieste provenienti da varie province delle regioni coinvolte, tra cui Potenza, Messina, Lecce, Caltanissetta, Matera, Salerno, Caserta. Per la Calabria, gli istituti destinatari del finanziamento sono: 34 dalle Province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia; 26 per la Provincia di Cosenza; 24 per quella di Reggio Calabria.

Dalla Sila all’Aspromonte, diverse le richieste degli istituti intra e fuori Regione equamente distribuite per i territori montani calabresi, i cui comuni sono stati dettagliatamente riportati nell’Avviso. Il bando è stato particolarmente significativo, in quanto permetterà alle scuole di utilizzare il contributo regionale, quale importante occasione per facilitare lo scambio culturale tra giovani di realtà locali diverse, rendendoli messaggeri di valori culturali, storici e ambientali differenti.

«Il viaggio alla scoperta delle aree di montagna della Calabria sarà un’opportunità di aggregazione e condivisione delle grandi bellezze che anche in chiave montana sa offrire la nostra Terra – ha aggiunto Princi – ma diventerà ancora più strategico perché, l’averlo rivolto anche agli istituti scolastici delle regioni limitrofe, su impulso del Presidente Roberto Occhiuto, permetterà ad un flusso importante di utenti, come gli studenti, di conoscere ed apprezzare i nostri territori, incentivando anche un turismo destagionalizzato, occasione tra l’altro di forte impulso per il settore economico di tutta la Calabria».

«Tutte le operazioni amministrative sono state ottemperate con grande celerità, ogni richiesta di chiarimento o supporto proveniente dalle istituzioni scolastiche interessate è stata prontamente accompagnata e soddisfatta. Pertanto – ha concluso Giusi Princi – intendo rivolgere un sentito ringraziamento al Direttore generale del Dipartimento Turismo, Antonella Cauteruccio, ed a tutto il personale del Dipartimento che con grande spirito di servizio ha permesso il raggiungimento dell’obiettivo». (rcz)