REGGIO – A Venezia, il Laboratorio Landscape_inProgress della Mediterranea cura una mostra

Sono i prof. Ottavio AmaroMarina Tornatora del Laboratorio Landscape_inProgress del Dipartimento di Architettura e Territorio dArte dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria a curare la mostra Metamorphosis, il progetto dei Beni Confiscati alle Mafie.

La mostra, che rientra nell’ambito del programma Call mostre spazio Gino Spazio dell’Università IUAV di Venezia, sarà inaugurata oggi all’Università di Venezia e si potrà visitare fino al 31 gennaio.

L’esposizione costituisce una prima sintesi sugli esiti di oltre tre anni di attività didattica e di ricerca che ha visto coinvolti studenti, Enti e Associazioni volontaristiche della Calabria, e si divide in tre sezioni: Sezione introduttiva sui beni confiscati in Italia e focus sulla Città Metropolitana di Reggio Calabria; Sezione fotografica, a cura del fotografo Armando Perna, concepita come racconto dei beni oggetto di studio sotto i possibili aspetti figurativi e antropologici e la Sezione progettuale.

La Sezione progettuale, nello specifico, è composta da una sintesi di Sperimentazioni didattiche con gli studenti della Mediterranea-Dip. dArTe, concepite come riconfigurazione architettonica di una serie di edifici confiscati, collocati in aree periferiche; dal Progetto mestieri legali su un terreno confiscato lungo il fiume Mesima, nel comune di Rosarno (RC); Progetti e realizzazioni di architetture effimere all’interno della prima edizione dell’International Summer School JointLandscape#BENICONFISCATI svoltasi in collaborazione con l’Università Ain Shams del Cairo e il Consorzio MacramèImpronte a Sud – Welfare Lab interessa un edificio confiscato, concesso dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria al Consorzio Macramè.

«La quantità dei beni confiscati in Italia – hanno dichiarato i responsabili scientifici – costituisce un patrimonio edilizio i cui connotati funzionali ed estetici sono tutti da ripensare in un’azione di riappropriazione di spazi legali e urbani».

«Il Laboratorio di ricerca Landscape_inProgress, dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria – si legge in una nota – sta sviluppando da diversi anni uno specifico lavoro sul patrimonio esistente sottoposto ad azione giudiziaria di confisca per reati legati a pratiche criminali, in particolare nella città Metropolitana di Reggio Calabria. Tali beni – residenze, manufatti industriali e commerciali, terreni agricoli – sono il risultato d’investimenti di risorse finanziarie non trasparenti, abitati da attori che si muovono fuori dalla convivenza civile».

«Il senso più profondo – prosegue la nota – è quello di trasformare gli epicentri della corruzione e del brutto in punti di riferimento positivi per la collettività, in un nuovo rapporto tra etica ed estetica. I paesaggi di una parte del territorio calabrese sono spesso il racconto di violenza e di arroganza, l‘esempio plastico della distorsione mafiosa, ripensarli nella loro configurazione estetica e funzionale restituisce grande forza civile, culturale ed etica alle nuove generazioni e il senso stesso di riappropriazione dei luoghi».

«Ciò mette al centro il ruolo che l’Architettura, le Istituzioni e l’Università – conclude la nota – possono avere nel creare una nuova sensibilità e sviluppare azioni positive nei territori interessati da questi fenomeni».

In occasione del vernissage, è previsto un seminario di approfondimento con il gruppo di ricerca e la presenza di: Alberto Ferlenga (Rettore IUAV Venezia), Adolfo Santini (Direttore dipartimento dArTe) Gianfranco Neri (prof. Università Mediterranea di Reggio Calabria), Goiacchino Criaco (scrittore), Roberto Giarola (Delegato Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata), Giancarlo RafeleGiuseppe Carrozza, (Consorzio Macramè). (rrc)