REGGIO – La proposta di Mimmo Fedele: intitolare una piazza al senatore Barbaro

Intitolare una piazza per «onorare la sua memoria» al senatore Michele Barbaro: è questa la richiesta che l’ex sindacalista ed esponente storico della Destra reggina, Mimmo Fedelefa all’Amministrazione comunale di Reggio.

Fedele, infatti, ha suggerito al sindaco di non solo riportare la statua dell’avvocato Biagio Camagna dov’era stata posizionata a Piazza Castello, ma di intitolare la nuova piazza, che si trova di fronte alla casa natale, al senatore Barbaro.

«Sono passati 55 anni – ha spiegato Mimmo Fedele – e nessun sindaco, nessun presidente della Commissione toponomastica ha sentito il dovere di intitolare al senatore Michele Barbaro che, il 3 febbraio 1965 moriva, al suo scranno di consigliere comunale, mentre difendeva gli interessi della città. Perché non si vuole onorare la figura e la memoria di un uomo che amava il popolo di Reggio fino alla commozione».

«Avvocato, dottore in Scienze Economiche e Commerciali, in Scienze Statistiche ed Attuariali – ha proseguito Fedele – fu docente Universitario nell’Ateneo messinese, dove tenne regolarmente lezioni senza interrompere l’attività politica che, fin dal 1924, salvo la breve parentesi del Dopoguerra, aveva svolto in Parlamento. Cattolico fervente e praticante, amò il prossimo e, chiunque a lui si rivolgeva, riceveva oltre l’aiuto invocato, un incoraggiamento».

Barbaro, inoltre, fu uno dei fondatori, in Calabria, dell’Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi di Guerra e presidente della sezione reggina.

Per Fedele, dunque, «non è possibile, in una proposizione definire Michele Barbaro, tanto poliedrica fu la sua attività, tanto prepotente lo slancio della sua passione inesauribile».

«Se – ha incalzato Fedele – gli attuali Amministratori non sanno chi è stato, vadano a informarsi e gli rendano onore. Onorare il senatore Barbaro è onorare la storia della città, di cui fu interprete autorevole e appassionato delle esigenze, della gioia, dei dolori, delle speranze di un popolo e di una città». (rrc)