ABBANDONO SCOLASTICO, CALABRIA PRIMA
UN GIOVANE SU 5 LASCIA PRIMA DEL TEMPO

La situazione della Calabria, dal punto di vista dell’abbandono scolastico e della povertà educativa, è tra le peggiori in Italia: Nella regione, quasi 1 giovane su 5 (19%) abbandona la scuola prima del tempo, e il 35,1% dei giovani non studia, non lavora e non investe nella formazione professionale. È quanto è emerso da uno studio condotto da Save the Children nel 2020, che fotografa una situazione che, purtroppo, in Calabria c’è da anni, e a cui, ancora, non è stata trovata una soluzione.

«Non sono solo i dati di partenza diversi tra la Calabria e le altre regioni su diversi fattori – ha spiegato il vicepresidente del Consiglio regionale e consigliere dem, Nicola Irto – ma c’è anche lo stato di salute di partenza delle amministrazioni locali che sono profondamente differenti. In Calabria hanno condizioni drammatiche che ne impediscono l’attività quotidiana, come lo sviluppo di politiche sociali e scolastiche efficaci. Serve dunque un rafforzamento della Pubblica Amministrazione calabrese anche per far fronte all’isolamento sociale di alcune grosse fette di popolazione».

Di queste problematiche, quindi abbandono scolastico, ma anche  criticità della rete della formazione, difficoltà logistiche nei trasporti scolastici che rendono complessa la vita delle famiglie e degli studenti, è stato al centro di un webinar dal titolo Povertà educativa, ospitato sui canali social del consigliere regionale Nicola Irto e che ha visto la partecipazione di Domenico Capomolla, referente regionale dell’Associazione Culturale Pediatri, e i contributi di Eliana Ciappina, Assessore alle Politiche sociali del Comune di Palmi, di Carmen Moliterno, vicesindaco del Comune di Gioia Tauro; di Vito Pirruccio, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo “Siderno-Agnana” e Pino Boero,  già docente ordinario di Letteratura per l’Infanzia dell’Università di Genova.

Particolare attenzione è stata riservata, negli interventi, all’esigenza della riorganizzazione della rete scolastica territoriale. A segnare difficoltà quotidiane per l’80% dell’utenza scolastica, infatti, è la distribuzione degli istituti a cui si associa un’endemica mancanza di un sistema di trasporti pubblici che sia strutturato e realmente rispondente alle esigenze della popolazione.

«L’incontro odierno – ha detto Irto nel suo intervento conclusivo – è stato un momento significativo, perché ci ha permesso di confrontarci e approfondire l’analisi su temi certamente noti ma che devono essere affrontati con un approccio aperto. Che senso ha decidere burocraticamente l’organizzazione della rete e dell’offerta scolastica regionale, se poi non si conoscono le reali esigenze del territorio, dei docenti, delle famiglie, degli studenti, delle associazioni il cui lavoro è fondamentale per la messa in atto di politiche sociali determinanti per il contesto calabrese?».

«C’è un argomento sul quale saremo chiamati a intervenire presto, e che oggi non siamo ancora in grado di inquadrare pienamente: quanto peserà sul futuro degli studenti più piccoli l’anno della pandemia in cui si sono persi contatti, relazioni, confronti e occasioni di crescita collettiva? Prima della Covid-19, i dati Istat ci dicevano che in Calabria, solo il 25% dei bambini sopra i 6 anni di età leggeva almeno un libro all’anno, oltre a quelli inquadrati nel percorso scolastico. Dopo la pandemia, temo che questo dato già drammatico sarà peggiorato: dobbiamo intervenire al più presto e concertando le attività tra diversi soggetti che possono fare qualcosa di concreto».

«Nessuno da solo può farcela – ha aggiunto il consigliere regionale – sembrerà una banalità, ma è la realtà: per mettere in campo un’azione aggressiva verso la povertà educativa, bisogna avere la capacità di fare qualcosa di concreto, partendo proprio dalla Legge Regionale per la promozione della lettura nella fascia tra 0 e 6 anni (di cui Irto è stato promotore e primo firmatario in Consiglio regionale, ndr) che già abbiamo approvato: non basta che sia una stella al merito della Regione, ma deve trovare concreta applicazione».

Di povertà educative aveva già parlato ampiamente su Calabria.Live il sociologo Francesco Rao, sottolineando come «il nostro sistema scolastico ancora oggi è invaso da molte sacche di esclusione, soprattutto nelle scuole delle aree interne che definirei come uno tra i pochissimi presidi dello Stato e simbolo della legalità. L’emergenza sanitaria e la protratta chiusura delle scuole hanno fatto sparire dal radar molti studenti a rischio seppur vi sia stato un costante impegno svolto da insegnanti e dirigenti scolastici e dalle associazioni impegnate ad affiancare le scuole e i loro alunni per garantire quel supporto al conseguimento degli obiettivi che caratterizzano le Comunità educanti».

«La dispersione scolastica, implicita ed esplicita, oggi più che mai – ha proseguito Rao – sembra essere inarrestabile anche perché alla crescente affermazione del learning loss, ossia la perdita dell’apprendimento, registratosi nel periodo estivo e consistente nella perdita di competenze e conoscenze accademiche rilevabili alla conclusione delle vacanze estive nei paesi che hanno pause lunghe durante l’anno scolastico si aggiunge quest’ennesima fase di sospensione delle attività didattiche che potrebbe trasformarsi in un altro lockdown nazionale».

Tuttavia, per poter vincere la battaglia contro la povertà educativa, ci si deve concentrare su altri temi, come ad esempio la questione della digital divide, che «colpisce molti studenti, soprattutto nel Mezzogiorno d’Italia»:  «il 12,3% degli studenti Italiani tra 6 e 17 anni, a marzo dell’anno scorso, non possedeva un computer o un tablet presso la propria abitazione (850 mila in termini assoluti), la quota raggiunge quasi il 20% nel Mezzogiorno. Il 57% degli studenti che possiede un computer lo deve condividere con altri componenti della famiglia e solo il 6,1% vive in famiglie dove è disponibile almeno un computer per ogni componente. Tra le famiglie con minori (0-17 anni) circa 1 su 7 non ha un computer o un tablet a casa (il 14,3%), con differenze geografiche nette: al Sud sono il 21,4%, mentre sono l’8,1% nel Nord-Ovest.  Quindi, anche se quasi tutte le famiglie con figli hanno accesso ad internet, magari attraverso il cellulare di un genitore, risulta molto difficile seguire le lezioni online e svolgere bene i compiti a distanza. Diventa invece difficilissimo, per i segmenti sociali più fragili, stampare e scansionare le schede da inviare ai docenti quale attività di restituzione per gli studi compiuti».

«Un’altra criticità riscontrata in passato, divenuta più evidente nella prima fase della pandemia – ha spiegato ancora Rao – afferisce alle competenze in ambito informatico tanto dei discenti quanto dei familiari. L’Istat stima che tra gli adolescenti (14-17enni), impegnati in questa fase con la didattica a distanza in varie forme e livelli di complessità, solo il 30,2% presenta alte competenze digitali, mentre il 3% non ha alcuna competenza digitale e la rimanente parte presentano competenze digitali basse o di base. È particolarmente interessante notare come le ragazze, mediamente con rendimenti scolastici più elevati ed esposte a minor rischio di fallimento formativo rispetto ai ragazzi, presentano complessivamente livelli più elevati per le competenze digitali. In questo caso, il 32% dichiara alte competenze digitali contro il 28,7% dei coetanei maschi».

Il mancato adeguamento tecnologico e la lenta risposta delle Istituzioni,  in buona parte ha amplificato le numerose difficoltà strutturali: nelle aree interne della Calabria, ancora oggi la qualità della rete internet è identificabile più come un ostacolo che un valido alleato. A ciò si aggiunge la qualità della dotazione informatica da parte di moltissime famiglie.  (rrm)

 

 

 

Nicola Irto: Sì alle primarie in Calabria

Il candidato del Partito Democratico alla presidenza della Regione, Nicola Irto, ha detto «sì alle primarie in Calabria».

«Sì a un grande momento di partecipazione e di democrazia, che darà al PD e a tutte le forze riformiste, che si oppongono alle destre, la spinta decisiva per dare ai calabresi un governo di cambiamento» ha aggiunto Irto, che ha accolto favorevolmente la proposta lanciata questa mattina in un’intervista, al Corriere della Sera, dalla sottosegretaria per il Sud, Dalila Nesci.

«Sono da sempre a favore delle primarie e della partecipazione democratica dei cittadini alle scelte politiche – ha spiegato –. Per questo auspico che tutti i possibili candidati dell’area che non vuole lasciare la Calabria a un governo di destra prendano parte alle primarie».

Irto ha sottolineato la necessità di «condividere con tutte le forze riformiste e progressiste, che vogliono dare speranza vera alla Calabria, un percorso e soprattutto un metodo: primarie all’insegna della trasparenza, della legalità e della correttezza, per dare pari opportunità di confronto e voce a tutti i movimenti e ai rappresentanti del civismo che vogliono impegnarsi per la nostra regione».

A qualcuno che critica questa impostazione, Irto ha replicato: «Chi non vuole le primarie ha paura. Paura di misurarsi democraticamente. Paura di confrontarsi con gli altri. Alla Calabria serve invece chi ha il coraggio di mettersi in discussione. Occorre un ragionamento serio sul futuro, e proprio le primarie sono l’occasione giusta per una sintesi non solo sui nomi ma soprattutto sui contenuti».
«Le primarie – ha concluso – non durano un giorno, cominciano molto prima, per dare al nostro elettorato l’opportunità di scegliere tra idee, programmi e progetti diversi ma non alternativi. Anche per questo, sono necessarie e preziose per la nostra democrazia». (rrm)

 

Torna la “pace” tra De Magistris e Tansi. Forse, ma l’intesa rischia di scricchiolare

di SANTO STRATI – Per mettere a tacere le tante voci che parlavano di imminente rottura dell’intesa, il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, candidato governatore della Calabria con una lista civica di sinistra, e Carlo Tansi, alla guida di Tesoro della Calabria una lista che vuole conquistare spazio vitale alla Cittadella di Germaneto, hanno diffuso una foto e un comunicato relativo a un incontro di “pacificazione”. Per la verità, entrambi hanno smentito screzi e dissapori, ribadendo la volontà di un comune percorso che conferma «la profonda convergenza, di programma e di intenti che rendono la nostra coalizione l’unica vera alternativa per il cambiamento in Calabria. Stiamo costruendo – si legge nella nota – una bella storia con le donne e gli uomini di questa meravigliosa Terra, che vogliono stare dalla parte giusta».

Si tratta di capire cosa succederà in casa dem, dove l’attuale unico candidato – Nicola Irto – continua a non trovare il sostegno univoco di cui ha bisogno per fronteggiare la coalizione avversaria che ha scelto Roberto Occhiuto con un consenso prevedibilmente alto e ottime chances di vittoria. Di sicuro, se i dem (magari con l’appoggio dei cinquestelle) e Movimento arancione di De Magistris corrono separati, la vittoria della destra sarà a tavolino: nessuna delle due coalizioni di sinistra mostra di essere in grado di raccogliere il consenso necessario per sbaragliare il centro-destra. L’alternativa è che uno dei due faccia un passo indietro, cosa che appare, allo stato, pressoché impossibile: Irto raccoglie il “vecchio” e il nuovo e ritirare la sua candidatura significherebbe attestare l’incapacità di ripresa del partito democratico in una regione commissariata da anni; De Magistris, dal canto suo, ha lanciato una sfida che continua a mietere consensi a corrente alternata, giocando soprattutto sull’entusiasmo di protagonisti che conoscono bene il territorio (per esempio, il sindaco di Cinquefrondi Michele Conia), però i numeri non gli danno alcuna speranza di successo pieno, correndo in solitaria.

A questo punto, appena cominceranno a circolare in via riservata i primi sondaggi regionali, quasi certamente sarà De Magistris a fare una valutazione odiosa ma necessaria: è meglio conquistare una o più poltrone in Consiglio regionale, finendo a ingrossare una minoranza litigiosa e senza futuro, oppure scegliere la via maestra della politica, ossia il compromesso. Anche a rischio di vanificare le tante belle dichiarazioni di autonomia e indipendenza.

In altri termini si porrà il problema se divorziare da Tansi e accettare una posizione blindata (vicepresidente?) garantita da dem e cinquestelle (in caso di vittoria, ovviamente) o rischiare il tutto per tutto per conquistare (a fatica) un seggio che, nel caso di DeMa, rappresenterà un allettante “posto di lavoro” per un disoccupato di lusso. Certo, non va trascurata l’assoluta chiusura di buona parte dei dem calabresi nei confronti dell’ex magistrato e futuro ex sindaco di Napoli.

La competenza e l’esperienza di due mandati nell’amministrazione di una città difficile come Napoli non può essere gettata alle ortiche in nome della coerenza a tutti i costi. Soprattutto se si pensa che Carlo Tansi è il convitato di pietra di questa competizione elettorale e non manca, quotidianamente, di mettere a disagio l’intesa con De Magistris, con uscite populiste e anticasta che, contrariamente a quello che pensa, non infiammano gli animi e anzi alimentano il fuoco (pericoloso) dell’antipolitica. Insistere sul Put (partito unico della torta) rischia di allontanare gli elettori non di convincerli ad andare al voto. Ma questo, a quanto sembra, nessuno glielo dice. (s)

Recovery: la Regione ha presentato 120 schede progettuali per 9,5 miliardi

Su richiesta dei consiglieri di minoranza, il presidente ff della Giunta Nino Spirlì, si è presentato in Consiglio regionale per presentare i piani di Germaneto per il Recovery Plan. Una discussione – ha detto il vicepresidente del Consiglio Nicola Irto (Pd) «quanto mai tardiva. Non dico inutile, perché ho troppo rispetto di questa istituzione che ho avuto l’onore di presiedere, ma certamente tardiva».

«Tra pochi giorni il Pnrr sarà trasmesso a Bruxelles – ha aggiunto Irto – ma il Consiglio regionale della Calabria si riunisce per discuterne soltanto oggi, dopo che il documento, approvato il 12 gennaio scorso dal Consiglio dei ministri, è ormai stato trasmesso alle Camere per le loro valutazioni. Resta la possibilità di intervenire sui piani aggiuntivi dei ministeri ed è su questo fronte che mi impegnerò a sostenere le battaglie a favore della nostra regione tramite la rappresentanza governativa del Partito democratico. Il dibattito odierno, dunque, serva almeno a questo pur a valle di scelte strategiche già compiute». Una posizione condivisa dalla minoranza, che ha comunque ascoltato le dichiarazioni del presidente pro-tempore.

Spirlì (come riferiamo in altro articolo) prima di affrontare i temi economici ha difeso strenuamente il suo operato contro la pandemia. «Il Covid 19 – ha detto – ha acuito e amplificato le criticità che affliggono la nostra regione, mettendo a nudo lacune strutturali, non solo del sistema sanitario ma anche di quello economico: divari territoriali, divari sociali, debolezze del sistema produttivo.

«La sospensione di gran parte delle attività lavorative e dell’offerta di beni e servizi, ha infatti gravemente colpito anche settori non in declino, che erano in una fase di espansione significativa, come la filiera dell’economia della cultura e del turismo. Così come hanno subito rilevanti perdite settori come i trasporti e il commercio. Nuove criticità si associano dunque a problematiche ormai strutturali».

Le analisi della Svimez sono state citate con grande attenzione: «ci restituiscono uno scenario, in gran parte noto, e comunque preoccupante: il rischio di default è maggiore per le medie e grandi imprese del Mezzogiorno. I dati territoriali sul blocco delle attività economiche delineano un quadro assai più problematico dell’ultima crisi economica degli anni 2000. La maggiore fragilità e precarietà del mercato del lavoro meridionale rende più difficile assicurare una tutela a tutti i lavoratori, precari, temporanei, intermittenti o in nero, con impatti rilevanti sulla tenuta sociale dell’area».

LE IMPRESE

«Il blocco improvviso e inatteso ha colto impreparate sia le molte imprese meridionali che non hanno ancora completato il percorso di rientro dallo stato di difficoltà causato dall’ultima crisi, sia quelle più efficienti che non solo hanno resistito, ma hanno consolidato percorsi di crescita importanti. Già queste preliminari analisi – ha sottolineato il presidente – ci offrono un chiaro ordine di idee sul costo economico della sospensione delle attività economiche, di qui lo sforzo attuale di imprimere una svolta alla gestione della crisi».

«Basti considerare l’impatto sulla propensione al consumo delle famiglie e dunque sulle attività commerciali, sulla mobilità e dunque sui trasporti, o i costi sociali ed economici derivanti dal fermo delle attività turistiche, dello spettacolo e della cultura, e via via sull’intera filiera economica e produttiva, con incidenze diverse ma comunque rilevanti. Nonostante le incertezze – ha rimarcato Spirlì –, abbiamo avviato le attività volte a dar seguito non solo a misure emergenziali per lenire le condizioni di difficoltà congiunturali ma a pensare in termini di prospettiva. A porre in essere strategie che guardino alla fase in cui sarà possibile un graduale ritorno alla normalità».

PIÙ DI 700 MILIARDI

Entrando nel merito del Pnrr, Spirlì è sceso a illustrare la situazione nei dettagli:  «Come ben saprete – ha affermato –, nel luglio 2020 il Consiglio europeo ha approvato un fondo di recupero di 750 miliardi di euro con il marchio Next Generation Eu, allo scopo di sostenere gli Stati membri colpiti dalla pandemia Covid-19. Il dispositivo per la ripresa e la resilienza (Pnrr) è il fulcro di Next Generation Eu e metterà a disposizione 672,5 miliardi di euro di prestiti e sovvenzioni per sostenere le riforme e gli investimenti effettuati dagli Stati membri. L’obiettivo è attenuare l’impatto economico e sociale della pandemia di Coronavirus e rendere le economie e le società dei paesi europei più sostenibili, resilienti e preparate alle sfide e alle opportunità della transizione ecologica e di quella digitale. Gli Stati membri stanno preparando i loro piani di ripresa e resilienza, che daranno diritto a ricevere fondi nell’ambito dello strumento per la ripresa e la resilienza».

IL CONTRIBUTO DELLA REGIONE

«Il contributo della Regione – ha aggiunto Spirlì – è il documento, contenente 120 schede progettuali, che abbiamo consegnato il 15 ottobre 2020 al presidente del Consiglio dei ministri e ai ministri agli Affari europei e agli Affari regionali e riproposto, nei giorni scorsi, con ulteriori implementazioni. La proposta è il frutto di un confronto interno alle strutture regionali. Le schede progettuali pervenute al Dipartimento Programmazione nazionale e comunitaria sono il frutto di concordia di intenti tra i responsabili dei dipartimenti e gli assessori di riferimento. È bene precisare che Il processo di mappatura dei progetti tiene conto del fatto che al momento non vi è alcuna indicazione relativa ad eventuali risorse da ripartire tra Regioni».

IL PIANO

«Le tempistiche devono considerare che la scadenza dei traguardi e obiettivi del Piano è fissata al 31 agosto 2026. È importante sottolineare che, se gli stessi traguardi e obiettivi non sono raggiunti entro questa scadenza, non saranno erogati i relativi pagamenti. Il Piano – ha rilevato Spirlì – è articolato in sei missioni, che rappresentano le aree “tematiche” strutturali di intervento. Tali missioni sono a loro volte suddivise in insiemi di progetti omogenei e funzionali a realizzare gli obiettivi economico-sociali definiti nella strategia del Governo: Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo; Rivoluzione verde e transizione ecologica; Infrastrutture per la mobilità; Istruzione, formazione, ricerca e cultura; Equità sociale, di genere e territoriale; Salute».

LE MISSIONI

«Su tali basi – ha sottolineato il presidente della Giunta – è stato redatto un elenco di schede progettuali articolate per missioni, precisando che, in tale fase, si è inteso presentare tutti i progetti attualmente disponibili con un grado di cantierabilità che ci permetterebbe di rispettare le scadenze del piano».

Ecco le sei aree in cui si articola Next Generation Ue che si muoverà in altrettante missioni:

1: Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo, su cui abbiamo avanzato proposte per 612 milioni di Euro. Le proposte presentate riguardano principalmente: la digitalizzazione della pa, il rafforzamento dei sistemi di rilevazione della Protezione civile e una serie di iniziative per migliorare la competitività del sistema produttivo.

2: Rivoluzione verde e transizione ecologica con proposte che ammontano a 3 miliardi e 740 milioni di euro. Le proposte presentate riguardano principalmente: l’ammodernamento delle reti idriche e adduzioni, l’efficientamento energetico, la mitigazione del rischio idrogeologico, Investimenti per il miglioramento del sistema di gestione dei rifiuti, opere di difesa costiera e Interventi di riefficientamento dei sistemi depurativo-fognari.

3: Infrastrutture per la mobilità con proposte che ammontano a 2 miliardi e 780 milioni di euro. Le proposte presentate riguardano principalmente: Progettazione e realizzazione dei nodi di interscambio modale a servizio dei passeggeri, connessione infrastrutturale e digitale con i principali porti, mobilità sostenibile all’interno di ambiti urbani e aree protette, messa in sicurezza di strade ponti e viadotti sulla viabilità secondaria, riqualificazione dei comprensori sciistici.

4: Istruzione, formazione, ricerca e cultura con proposte per un ammontare di 115 milioni di euro. Le proposte presentate riguardano principalmente: borse di studio per gli studenti calabresi, sostegno a dottorati di ricerca e agli istituti tecnici superiori, sostegno ai progetti di ricerca.

5: Equità sociale, di genere e territoriale, con proposte che ammontano a 468 milioni di euro. Le proposte presentate riguardano principalmente: progetti per la realizzazione di modelli di economia sostenibile attraverso la realizzazione di Aree produttive ecologicamente attrezzate, progetti per lo sviluppo della sicurezza e finalizzati allo a nuove attività imprenditoriali all’interno delle aree industriali, sostegno all’export calabrese e supporto attrazione investimenti esteri, progetti di realizzazione di impiantistica sportiva.

6: Salute, con proposte per un importo di circa un miliardo e 750 milioni di euro. Le proposte presentate riguardano principalmente: progetti di adeguamento sismico e antincendio, acquisto apparecchiature, telemedicina, informatizzazione dei reparti e ulteriori investimenti tecnologici. È importante sottolineare che i progetti riguardanti le infrastrutture ospedaliere sono finanziati dai programmi comunitari e da fondi nazionale e hanno tempi di realizzazione incompatibili con le scadenze del piano.

PIÙ DI 9 MILIARDI

«La ricognizione dell’inventario progettuale a oggi acquisito è pari a 9 miliardi e 465 milioni di euro e consente di presentarci ai tavoli di confronto con una importante base di proposte. Sui progetti di rilevanza nazionale presentati dal Governo – ha messo in evidenza Spirlì – auspichiamo una maggiore attenzione alla riduzione del gap infrastrutturale e in tale direzione abbiamo interlocuzione costruttiva con il governo affinché confermi tra le priorità strategiche del paese: l’Alta velocità del tratto Sa-Rc, il Porto di Gioia Tauro e la statale 106».

«È del tutto evidente – ha proseguito – che, sulla base delle risorse che verranno effettivamente assegnate alla Calabria, cui dovrebbe affluire una quota di spesa ordinaria pari almeno al peso percentuale della popolazione, si procederà poi a una definitiva selezione delle priorità di intervento e quindi all’indicazione delle iniziative progettuali considerate assolutamente prioritarie e strategiche per la ripresa. Siamo dunque all’inizio di un iter complesso ma che potrà rappresentare una chiave di sviluppo fondamentale per il futuro della nostra terra».

CONFRONTO PERMANENTE

Il presidente Spirlì ha concluso l’informativa sollecitando tutti «a un impegno straordinario, a un’assunzione di responsabilità di portata assai rilevante. A breve, la Cabina di regia del Governo, nella quale le Regioni hanno chiesto di poter essere presenti, darà avvio alla individuazione dei singoli interventi da finanziare. Le scelte che verranno assunte nei prossimi mesi avranno, pertanto, rilevanti conseguenze sulle nuove generazioni. Di questa nuova e inedita condizione devono farsi carico tutte le forze politiche e sociali, pur nella distinzione dei ruoli. Per tali motivi, auspico l’avvio di un confronto permanente di approfondimento con gli assessorati competenti sulle misure da adottare e sulle relative schede progettuali al fine di definire le priorità e le modalità di attuazione».

«Per parte nostra – ha concluso – abbiamo fin qui voluto evidenziare la direzione di marcia che intendiamo imprimere e ci attendiamo una risposta non pregiudiziale, un confronto nel merito, che anteponga agli interessi di parte l’interesse della comunità regionale». (rp)

 

 

I Giovani Calabresi in Movimento presentano a Irto il documento programmatico

Istruzione, fondi Next Generation, sostenibilità ambientale, turismo, imprenditoria giovanile, disabilità, agevolazioni fiscali sono i punti salienti del documento programmatico che i Giovani Calabresi in Movimento hanno presentato al candidato del Partito Democratico alle regionali, Nicola Irto, a sostegno della sua candidatura.

Dopo la prima assemblea regionale, tenutasi lo scorso 8 aprile, nella quale erano stati sviscerati i temi che il gruppo dei 500 ha sottoposto all’attenzione dell’ex presidente del Consiglio Regionale, adesso sono passati ai fatti, sottoscrivendo un testo nel quale sono stati messi nero su bianco i contenuti imprescindibili per il rilancio del territorio. 

«Crediamo fortemente – si legge in una nota – nella cittadinanza attiva, e nell’impegno civico e siamo convinti che il ritorno alle urne possa rappresentare un’occasione unica di rinnovamento, tanto generazionale quanto di visione politica, nonché di slancio programmatico per la Calabria».

«Riteniamo – hanno aggiunto – che in questa complessa ed articolata campagna elettorale, decisiva per la costruzione di un futuro migliore per le nuove generazioni di calabresi, nessun giovane possa rimanere inerte. Vogliamo agire in prima persona, mettendoci la faccia con le nostre idee, affinché si avvii un reale percorso di cambiamento di questa regione. Vogliamo una Calabria entro i cui confini i suoi giovani possano affermarsi, una regione che punti sulla cultura e sul sapere e che, sfruttando la sinergia tra istituzione politica e atenei, costruisca una fitta rete di connessione tra università e territorio». 

Formazione e lavoro alcune delle parole chiave, sia per i percorsi scolastici sia per quelli universitari. 

Ma attenzione, con uno sguardo alle figure professionalizzanti che possano spendere le proprie competenze nel terzo settore, soprattutto il turismo. 

E, poi, ancora avvertita l’esigenza di una Calabria che guardi con fiducia a un futuro ecosostenibile con lo sfruttamento dell’innovazione delle filiere agricole e forestali.  

Occhi puntati anche alla pubblica amministrazione, nella quale sembrano aprirsi scenari occupazionali per esperti nel settore economico, giuridico e digitale.  

I giovani calabresi in “movimento” non dimenticano neanche le infrastrutture, per le quali l’invito a un potenziamento è improcrastinabile: intervento necessario sia per ridurre i tempi di percorrenza dentro la regione, sia per migliorare, anche a costi sostenibili, gli arrivi e le partenze negli scali aeroportuali. 

«Ci siamo messi in gioco – hanno concluso – mossi da un grande senso d’appartenenza, per far sì che non si verifichi un ulteriore esodo e per ricominciare, in una terra che può e deve ancora fare tanto».  (rrm)

VOTO IN CALABRIA DOPO IL 15 SETTEMBRE
PD NEL PALLONE CON DIMISSIONI DI ZINGA

di SANTO STRATI – L’annuncio (avvelenato) delle dimissioni del segretario dem Nicola Zingaretti ha anticipato di poco la decisione del Consiglio dei Ministri di annullare le elezioni regionali calabresi fissate all’11 aprile, rinviandole a una finestra temporale tra il 15 settembre e 15 ottobre. Le due cose sono evidentemente staccate l’una dall’altra, ma si intuisce che l’allungamento dei tempi per il voto regionale, con le dimissioni di Zinga, offrono l’opportunità al centrosinistra di schiarirsi le idee, che, fino a ieri mattina continuavano ad essere molto controverse e confuse. Lo slittamento, apparentemente, favorisce – ma non è stato imposto per questo, è chiaro – l’antagonista molto debole di un centrodestra che, secondo i numeri, avrebbe la vittoria in pugno. i dem avranno una bella gatta da pelare (Bonaccini sta preparando la valigia per Roma) per ricomporre i pezzi di un’unità ormai da tempo smarrita e, forse, potrebbero tentare di trovare una convergenza che in Calabria serve più del pane, e senza la quale non c’è storia per la riconquista della Cittadella di Germaneto.

Il rinvio (che avevamo da molto tempo previsto su queste colonne) è obbligato dalla situazione pandemica di cui si sta perdendo il controllo: per le grandi città chiamate al voto (Roma, Milano, Napoli) è un’insperata boccata d’ossigeno visto che allo stato attuale c’erano troppe idee confuse sulle candidature, ad esclusione del sindaco Beppe Sala di Milano pronto a bissare senza difficoltà il mandato, con la piazza romana in preda al panico giallo-rosso (purtroppo non si tratta di tifosi romanisti) e Napoli su cui ci sono molte mire da ogni parte politica. Ma per la Calabria questo rinvio è una disgrazia: dalla scomparsa della povera presidente Jole la Regione è in un limbo dove trionfa il “vorrei ma non posso” che contrasta brutalmente con i precedenti governi del “potrei ma non voglio”: Consiglio e Giunta sono chiamati al minimo sindacale, esclusivamente per l’ordinaria amministrazione. Dovevano andare tutti a casa a dicembre, invece se ne riparla a settembre (se tutto andrà bene) e qualche perplessità sulla cosiddetta “ordinaria amministrazione” qualcuno, per la verità, se l’è fatta venire. Il punto principale è uno solo: cosa può fare una Regione rappresentata in facente funzioni di fronte alle scadenze del Recovery Plan, di fronte alla programmazione infrastrutturale (?), di fronte a un Nord sempre più rapace nei confronti del Mezzogiorno? Poco, pochissimo, niente.

Il centrodestra,che stava ricostruendo (agevolmente) la coalizione puntando su Roberto Occhiuto, si trova spiazzato. L’onda emotiva dell’eredità della compianta Santelli è già finita ai primi giorni dell’anno, quindi l’effetto psicologico della continuità era già venuto meno: serviva un personaggio su cui coagulare le forze e la scelta di Forza Italia di indicare l’attuale capogruppo (anche lui ff) della Camera è risultata indovinata. Ma da qui a settembre cosa succederà con un governo multicolore, tendenzialmente pronto alla rissa, con troppe anime strategicamente separate e politicamente zucchero e miele, almeno all’apparenza? Il ruolo di Salvini e di Giorgetti prenderà una marcata differenziazione nell’orizzonte amministrativo d’autunno o stringerà di più i vincoli di lealtà con l’opponente Giorgia forte dei suoi Fratelli?

Infuriato Luigi De Magistris, affiancato da un ancor più furente Carlo Tansi («Il differimento del voto a dopo l’estate – aveva detto l’altro ieri l’ex capo della Protezione Civile calabrese – sarebbe una lesione della democrazia»), perché la sua prodigiosa avanzata in Calabria troverà una brusca frenata.  Fino a ieri mattina, quando ancora si pensava ragionevolmente al 9 giugno come data probabile per il voto, la confusione grillini-dem in regione giocava a suo favore e si poteva persino immaginare un passo indietro del centrosinistra (che avrebbe potuto ritirare la candidatura di Irto) per un patto “scellerato”, unica soluzione per fermare il centrodestra. Fino a ieri mattina metà dei grillini  mostrava, senza nasconderlo, una crescente simpatia per l’avventura civica degli arancioni, rifiutando di sostenere il vicepresidente Nicola Irto. Oggi, lo scenario cambia, anzi viene stravolto completamente. E se da un lato si profila una “rinascita” dei pentastellati grazie a Conte-Mandrake, dall’altro le dimissioni (annunciate, non ancora confermate) di Zingaretti fanno mutare totalmente il quadro a sinistra. Poco prima dell’annuncio delle dimissioni («Mi vergogno che nel Pd, partito di cui sono segretario, da 20 giorni si parli solo di poltrone e primarie, quando in Italia sta esplodendo la terza ondata del Covid, c’è il problema del lavoro, degli investimenti e la necessità di ricostruire una speranza soprattutto per le nuove generazioni») Zinga aveva provato a far entrare in giunta i grillini con il placet dei dem (ma non degli stessi pentastellati), lasciando però autonomia per le elezioni amministrative. L’assemblea dem prevista per il 13 marzo – confermata, anche alla luce dell’annuncio di Zinga – dovrà affrontare e risolvere una crisi che ha radici lontane e che non promette niente di buono. Meno che meno in Calabria, dove – com’è noto – non si fa da anni il sempre richiesto congresso, il partito è commissariato e la sua anima divisiva trova ogni giorno motivi di ulteriori disagi di convivenza.

Diciamo la verità, con tutto il rispetto per la ministra Lamorgese che ha scelto la via della cautela con il rinvio, il Governo, almeno per la Calabria poteva tentare di fissare il voto regionale a giugno, salvo a un eventuale, se inevitabile, rinvio: la situazione pandemica in regione non è preoccupante rispetto alla situazione del Paese, e si sarebbe dovuto tenere presente che i calabresi sono senza governo dal 16 ottobre, con tutto il rispetto per il massimo impegno che il vicepresidente (non eletto dal popolo) Nino Spirlì sta profondendo dal primo giorno del suo mandato di presidente  facente funzioni. La regione e la Regione sono ferme, non ci possiamo permettere di stare ancora a guardare le rapine del Nord e l’indifferenza della classe politica (inclusa buona parte di quella calabrese).

Ha detto Nicola Irto: «Prendo atto del rinvio delle elezioni regionali al prossimo autunno. Le decisioni del governo, dettate dall’emergenza Covid, vanno rispettate. Ma questa non è una buona notizia per la Calabria che ha bisogno di votare al più presto per restituire ai cittadini una giunta regionale legittimata democraticamente». Secondo il vicepresidente del Consiglio regionale « i cittadini calabresi hanno bisogno di punti di riferimento veri in un momento decisivo per il futuro, nel quale bisognerà vigilare sull’operato di chi sta mal governando la regione e occorrerà soprattutto elaborare, come già stiamo facendo, proposte concrete sui temi della sanità, del Recovery plan, delle aspettative degli enti locali, della crisi delle imprese, delle difficoltà delle famiglie e dei giovani, delle persone fragili, per quel ‘diritto al futuro’ che la nostra Calabria non può più attendere oltre. La pandemia, la crisi economica e sociale che vivono anche i calabresi, richiedono scelte politiche forti e condivise con i territori e le comunità, gli enti, le organizzazioni».

Forti perplessità ha espresso De Magistris su un provvedimento che «arriva a comizi già indetti e a raccolte di firme in atto, con Carlo Tansi che le aveva raccolte per la seconda volta e noi le stavamo raccogliendo». Il sindaco di Napoli, candidato presidente, ha detto di condividere il rinvio, ma – ha detto – «non comprendo e non comprendiamo sinceramente perché non rinviarle ad esempio nella seconda metà di giugno, quando anche l’esperienza dell’anno scorso dimostra che la pandemia subisce un crollo».  Secondo De Magistris «adesso ci saranno le restrizioni che allenteranno il contagio, il piano vaccinale che si presume a giugno sia entrato nel vivo. E poi un decreto legge consente in sessanta giorni, prima della conversione, di verificare l’andamento pandemico. Quindi è molto grave il rinvio in autunno perché si lascia una regione strategica del nostro Mezzogiorno e del nostro Paese senza presidente eletto dal popolo, guidata da un vicepresidente nominato che non ha la legittimazione popolare per governare. Per sei mesi accadrà questo e, quindi, grande vigilanza democratica, e noi la faremo, perché non si utilizzino questi mesi – ha dichiarato de Magistris – per fare cose che un vicepresidente non eletto non è nelle condizioni di poter fare. Sarà tempo che si perde per il Recovery Found, per affrontare il dramma sanitaria, la pandemia sociale ed economica, il lavoro».

Lamentarsi non serve, ma non è vero che non c’è via d’uscita. Si tratta di un decreto che andrà convertito in legge entro il 4 giugno, previa discussione in aula. Una postilla per la Calabria – sempre che l’approvazione sia rapida – potrebbe prevedere una deroga per far votare i calabresi entro metà giugno. Facile a dirsi, ma bisognerà capire a chi conviene anticipare i tempi e a chi risulterà utile ritardare la chiamata alle urne. Facendo i conti, la decisione spetta al gruppo più consistente della Camera, quello dell’ex governo Conte. Ma sia ai dem che ai grillini farà più comodo votare in autunno. Auguri, povera Calabria! (s)

Elezioni, Irto: Serve ricambio generazionale nella Pubblica amministrazione

Il candidato del Partito Democratico alle Regionali, Nicola Irto, ha dichiarato che «per rendere attrattiva la Calabria, per renderla una ‘meta di ritorno’ e per far sì che nessuno sia costretto a lasciarla, bisogna lavorare sull’incremento della qualità della vita intervenendo su infrastrutture fisiche e digitali, trasparenza della Pa, ottimizzazione della rete sanitaria e degli strumenti di welfare, politiche attive del lavoro e dell’inclusione sociale, incentivazione dell’autoimprenditorialità giovanile».

«Linee guida, queste – ha aggiunto – che non si devono tradurre nella vuota retorica del ‘bisogna puntare sui giovani’, ma attraverso le quali si devono creare le condizioni di base perché i giovani, che non sono un’entità astratta e indifferente, trovino più conveniente rimanere che andare via. Nelle Pubbliche Amministrazioni, per esempio, i blocchi delle assunzioni causati dalle procedure di dissesto finanziario che coinvolgono centinaia di Enti calabresi hanno impedito il ricambio generazionale e l’evoluzione delle competenze negli uffici e hanno fortemente limitato la capacità degli stessi di erogare servizi in maniera efficiente. Perché ciò si realizzi ci sono tutti gli strumenti a disposizione: tra React Eu, fondi e piani di aiuto nazionali e fondi propri, il problema non sono solo le risorse, quanto le idee e soprattutto la capacità di mettere ordine e programmare in tempi rapidi».

«Ci è richiesto, dunque – ha concluso – di dare vita ad un’evoluzione del sistema-Calabria che non è più rinviabile e che richiede energie nuove. Mi piacerebbe che il dibattito della campagna elettorale vertesse attorno alle soluzioni concrete a tali questioni, e non a generici slogan di cui i calabresi sono ormai stufi». (rrc)

Arpal, agenzia regionale per il lavoro: secondo Nicola Irto il Consiglio non può votarla

La sigla Arpal equivale ad Agenzia regionale per le politiche attive e i centri per l’impiego: la proposta di legge istitutiva è già in commissione, con relatore il consigliere regionale Filippo Pietropaolo, e dovrà metetre ordine a una normativa ferma al 2001. Il vicepresidente del Consiglio Nicola Irto si è però schierato ocntro l’inizaitiva legislativa:  «È sbagliato e inopportuno – ha detto – che un Consiglio regionale sostanzialmente già sciolto da mesi e non legittimato a compiere atti che eccedono l’ordinaria amministrazione possa discutere della riforma delle competenze che riguardano il mercato del lavoro, con l’istituzione dell’Arpal Calabria. Sono fermamente contrario ad affrontare in fretta e senza una piena legittimazione una questione talmente delicata che coinvolge centinaia di dipendenti del settore. Manca pochissimo alle elezioni regionali che spero si celebrino al più presto. Nessuno pensi di compiere blitz in aula, come spesso ha fatto il disastroso e presuntuoso centrodestra che guiderà ancora per poco la Regione. Una simile riforma, che incide sulla vita di centinaia di lavoratori oggi in forza alla Regione, deve passare attraverso un percorso politicamente e amministrativamente ben ponderato e – conclude Irto – impone il pieno coinvolgimento dei sindacati». (rrc)

Regionali: 100 sindaci calabresi appoggiano la candidatura di Nicola Irto

Sono 100 i sindaci della Calabria che, in un documento, hanno espresso il loro sostegno alla candidatura alla presidenza della Regione Calabria di Nicola Irto.

«Siamo certi – si legge nel documento – che Nicola Irto rappresenti il cambiamento necessario per la nostra regione, verso un futuro che premi la competenza e il merito, che argini la fuga dei cervelli, che metta a valore il capitale umano e che restituisca ai giovani la possibilità di scegliere di non emigrare».

«Siamo rimasti – continua il documento – l’ultimo baluardo di vicinanza delle istituzioni, alcune delle quali sempre più distanti e autoreferenziali. La politica degli spot, degli annunci e della teatralità a volte scomposta ha finito per aggravare la situazione. Serve il contributo di tutti per far uscire la Calabria da una crisi senza fine. Serve una rivoluzione di mentalità e d’approccio. La Calabria ha di fronte a sé un’opportunità enorme, forse l’ultima: il Recovery Plan. In questa partita delicatissima che deciderà le sorti dell’Italia e dell’Europa dell’avvenire, la nostra regione non ha oggi rappresentanti politici capaci di affrontare una sfida così complessa e, in questo contesto, la scelta del prossimo presidente della Regione sarà cruciale».

I sindaci si dicono «convinti che bisognerà intraprendere un percorso nuovo, autenticamente di riforma, contraddistinto da una forte impronta legata all’orgoglio meridionalista. Serve dare spazio, immediatamente, a una nuova classe dirigente. Calabrese, capace, responsabile. In un progetto plurale e aperto a tutte le forze che compongono il campo progressista, per opporsi alla pericolosità dei sovranismi e all’impostura di certi populismi».

«Un progetto – hanno rilevato – che riteniamo debba ruotare attorno alla autorevole figura di Nicola Irto, consigliere regionale più votato alle ultime elezioni regionali, profondo conoscitore dei territori, nonché, nella passata legislatura, presidente del Consiglio regionale che con il suo contegno istituzionale rigoroso ha dato lustro alla Calabria».

«Partendo da quell’esperienza – hanno concluso – dall’alto profilo culturale e fondata su una nuova visione del Mezzogiorno, siamo certi che Nicola Irto rappresenti il cambiamento necessario per la nostra regione». (rrm)

Regionali, Irto: Ridaremo dignità e speranza alla Calabria

Il candidato del centrodestra alle regionali, Nicola Irto, in una intervista a Radio Radicale ha dichiarato che «ridaremo dignità e speranza a una regione che ha bisogno di recuperare credibilità in Italia e in Europa».

«Il nostro progetto politico – ha detto ancora – guarda alle nuove generazioni. I problemi sono tanti e vanno affrontati con chiarezza, a partire dalla sanità. Ma la Calabria  ha enormi possibilità che vanno raccontate, condivise e rilanciate nell’ambito di un nuovo Mezzogiorno che non deve presentarsi, come si suol dire, ‘col cappello in mano’ ma deve essere consapevole delle proprie potenzialità».

«Dobbiamo discutere nel merito dei problemi – ha aggiunto Irto – senza limitarci a vuoti slogan. Vorrei che la campagna elettorale si svolgesse con un approfondimento sui programmi, e io sono pronto a confrontarmi. Le risorse che arriveranno dall’Europa saranno la partita decisiva per il futuro: dobbiamo ripensare il nostro rapporto con l’Europa».

«Immagino una Calabria – ha proseguito Irto – che riesca a investire sulle proprie risorse e i propri punti di forza. Occorre, anche attraverso le risorse del Recovery fund, mettere in campo, con concretezza, una politica economica volta a creare nuove imprese e start-up. Abbiamo tantissimi giovani che vogliono rimboccarsi le maniche. La Regione Calabria, ad oggi, nel pieno di una pandemia, non è riuscita a oggi né a dare ristori né prospettiva di innovazione e ricambio generazionale alle imprese, a cominciare da quelle dell’agrifood».

«Un altro dramma – ha concluso – è quello degli enti locali e della Regione che hanno piante organiche sguarnite. Servirà un piano di assunzioni nella Pa, soprattutto di giovani professionisti e di nativi digitali. I Comuni devono essere in condizione di essere competitivi, l’ente Regione è il motore dell’economia di ogni territori». (rrc)