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Nino Spirlì

Spirlì in Consiglio difende il suo operato contro il Covid. L’opposizione: un comizio

Prima di presentare il piano della Regione per il Recovery Fund (potevano svegliarsi prima, no?), messo peraltro all’ultimo minuto nell’ordine del giorno, il presidente ff della Regione Nino Spirlì ha difeso con veemenza il suo operato, attaccando la minoranza, accusata di cercare pretesti per fare campagna elettorale.

«Siamo qui – ha detto Spirlì – anche per prenderci gli sputi in faccia da chi pensa di far partire una campagna elettorale orrenda, oggi è il tempo sbagliato per cominciare a fare incetta di voti, oggi ci si deve sporcare le mani di lavoro. Noi non siamo chiusi nel Palazzo. Oggi è il tempo in cui Paola ha 4 terapie intensive in più, è il tempo dei 100 posti letto di Villa Bianca a Catanzaro dopo decenni di abbandono e di inerzia. Nei decenni passati – ha proseguito il presidente rivolgendosi all’opposizione – sono stati chiusi ospedali e oggi voi sapienti venite a chiedere a me perché sono chiusi: non è a noi che dovete chiederlo. In cinque mesi non si possono aprire ospedali chiusi da decenni. Dov’eravate quando con il vostro silenzio è stato bloccato il turn over e perché ora lo chiedete a noi? Non fate finta di fare quelli che cadono dal pero, perché il pero siete voi. Non date lezioni a chi sta lavorando. Se pensavate che questo presidente di passaggio non fosse capace perché veniva dallo spettacolo vi siete sbagliati, perché nel mondo dell’arte e della cultura la capacità è pane quotidiano. Mai una Giunta regionale ha dato 175 milioni alla sanità come abbiamo fatto noi: sono fondi europei che erano destinati ad altri progetti ma tutti gli assessori si sono adoperati per raccoglierli per la sanità senza punire le altre attività. Nel quinquennio precedente – ha quindi concluso Spirlì – quanti 175 milioni di euro avete dato alla sanità?».

In apertura del discorso, Spirlì ha fatto una difesa d’ufficio di tutta la Giunta: «Mai e poi mai io e la Giunta abbiamo mai pensato di dover abbandonare i calabresi a un solo secondo di dubbio istituzionale. Ogni volta che il governo ha nominato un commissario – ha detto – abbiamo ritenuto necessario che, a prescindere dalla giustezza di quella nomina, la Calabria si stringesse attorno a quella figura, pur rifiutata, perché il bene primario è l’interesse dei calabresi, e quello che stiamo facendo. per questo ci siamo messi a fianco, senza ingoiare nessuna carica istituzionale, a lavorare come servitori dello Stato magari prendendo ancora schiaffi che continuiamo a non meritare e che meriterebbe chi, i corsari e i pirati, hanno affossato la nostra sanità calabrese ingrassandosi. Abbiamo detto al commissario: siamo al tuo fianco. E abbiamo ottenuto risultati».

Spirlì non ha evitato spunti polemici: «Nessuno di noi taglia nastri ma ottiene risultati, con una forte interlocuzione con i ministeri che ci ascoltano. E non ci siamo vergognati di chiamare l’Esercito che ci ha dato massima attenzione con un ospedale militare a Cosenza. Dopo due settimane con un solo ricoverato – ha spiegato – le istituzioni preposte hanno proposto di trasformarlo in centro vaccinale e qui sono stati vaccinati migliaia di calabresi: lì è e lì resta. Al generale Figliuolo abbiamo chiesto e ottenuto vaccinatori, e poi abbiamo aperto un nuovo centro, a Taurianova, perché il fabbricato ha due piano terra con doppia possibilità di vaccinazione e sostegno ai disabili. Abbiamo chiesto al generale Figliuolo di venirci incontro su un’altra debolezza, la vaccinazione dei soggetti fragili nelle aree interne, e abbiamo ottenuto un’unità mobile».

Poi si è passati a parlare (vedi altro articolo) di Recovery Fund, non prima di raccogliere la critica di Mimmo Bevacqua, capogruppo PD: ««Ci aspettavamo un’informativa e non un comizio, è vergognoso questo atteggiamento. E quando si sono chiusi gli ospedali c’era il centrodestra al governo». (rp)