Dal libro “Non chiamateli eroi” di Gratteri e Nicaso una serie tv

di PINO NANOPer il mondo del cinema si parla già di una “serie TV” di forte impatto mediatico e di grande successo di pubblico, un nuovo format televisivo che ricostruisce e racconta i protagonisti dell’ultimo libro del procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri e dello scrittore calabro canadese Antonio Nicaso Non chiamateli Eroi.

«Saranno tutte storie forti – anticipa Giulia Zanfino, che di questo progetto è la regista e la sceneggiatrice principale – ma alcune lo saranno di più. Tra queste quella del piccolo Cocò Campilongo di soli tre anni, che nel 2014 ha avuto larga risonanza mondiale, tanto coinvolgere Papa Francesco che, sceso in Calabria proprio nella spianata di Sibari, alla presenza di circa 250 mila persone scomunicò i mafiosi. E proprio per la produzione di questo episodio, il Comune di Cassano, ha sottoscritto una lettera di partenariato con la Mediano Film per la realizzazione del progetto in linea con la cultura della legalità ad ogni livello e che mira a conservare la memoria di tutte le vittime innocenti di mafia. 

«La nuova serie televisiva – spiega Giulia Zanfino – racconterà le storie di Giuseppe Letizia pastore dodicenne che nella Corleone del ’48 la mafia, per mano di un giovane Luciano Liggio, decise di uccidere perché aveva assistito all’omicidio del sindacalista Placido Rizzotto. Ma racconterà anche la storia di Gelsomina Vono che tornando a casa, dopo una giornata tra Scampia e Secondigliano a fare volontariato con i bambini delle famiglie difficili, venne rapita da tre giovani balordi, appartenenti a famiglie di malavita napoletane, che la seviziarono per tre giorni per poi ucciderla. E sempre a Napoli qualche mese prima Annalisa Durante aveva perso la vita. Era nei vicoli di Forcella, era uscita di casa per raggiungere un’amica e tutto accade in fretta. Un motorino le passa accanto veloce. Gli spari squarciano il silenzio di un quartiere semi deserto. La ragazza non fa in tempo a girarsi. Un proiettile destinato all’inseguitore la colpisce in pieno. La mafia uccide anche così. Per sbaglio». 

Ma la nuova serie TV scritta a quattro mani da Giulia Zanfino e Antonio Nicaso ricostruisce anche i tentacoli delle mafie che arrivano fino al salotto buono della sfavillante Milano anni Settanta, «dove Giorgio Ambrosoli chiuso nel suo studio, lavora fino a notte fonda per cercare di trovare i duecento miliardi che mancano nelle casse della banca di Michele Sindona. È una calda sera di luglio e l’avvocato sta raggiungendo una trattoria. Cinque amici lo aspettano per cena. Parcheggia e scende dalla macchina. “Il signor Ambrosoli?”. Una voce dall’accento straniero attira la sua attenzione. L’avvocato si gira. “Mi scusi signor Ambrosoli”. I tre colpi di arma da fuoco vibrano nell’aria» 

Così come vibrano i colpi sparati a don Pino Puglisi il 13 settembre 1993 nelle vie di Palermo, il giorno del suo compleanno. “Questa è una rapina!”, urla Gaspare Spatuzza, lì insieme a tre complici, mentre strappa il portafoglio al parroco degli ultimi.  Don Pino Puglisi capisce subito e sorride, guardando dritto negli occhi il suo assassino. “Me l’aspettavo”, dice. “Invece Lea Garofalo non se lo aspettava. Non dal padre di sua figlia, che aveva denunciato anni prima. Quando quella sera del novembre 2009 sta attraversando la strada che corre lungo il cimitero monumentale – non immagina quale sarà la sua sorte. E quando la mattina dopo una lunga colonna di fumo nero taglia in due il cielo grigio di quel gennaio 2014, nessuno immagina che tra i resti carbonizzati ci sia anche quello di Cocò Campolongo, tre anni, tutta la vita davanti. Morto perché usato come scudo umano contro una barbarie più grande di lui. 

Ma c’è dell’altro ancora in questa nuova avventura di Emanuele Bertucci produttore di Mediano Film, come per esempio la storia terribile di Giuseppe Di Matteo, 15 anni, colpevole di essere figlio di un pentito. Quella mattina del novembre 1994 voleva andare a cavallo, ma è stato prelevato da 5 uomini travestiti da forze dell’ordine. E ancora, gli sberleffi alla mafia di Peppino Impastato, le battaglie del mugnaio calabrese Rocco Gatto che diceva alla sua gente: “Loro sono pochi, noi siamo tanti. Possiamo batterli!”. E infine Libero Grassi, che non si è mai piegato alle richieste di estorsione. Le loro storie di umanità e coraggio mostrano come condurre una vita onesta, in alcuni territori, sia un gesto forte quanto un atto eroico. (pn)

In copertina, la regista Giulia Zanfino

 

CASSANO ALLO IONIO (CS) – Via libera dal Comune per realizzare il progetto “Non chiamateli eroi”

È stata approvata, dalla Giunta di Comune di Cassano allo Ionio, la lettera di partenariato tra il Comune e Mediano Srl per realizzare il progetto di una serie tv dal titolo Non chiamateli eroi, che ingloberà anche la tragica storia del piccolo Cocò.

Il Progetto Non chiamateli eroi, è tratto dal libro di Nicola Gratteri e Antonio Nicastro, Edito da Mondadori. La Società “Mediano SRL” all’interno della serie Tv, scritta da Giulia Zanfino e Antonio Nicaso, con la consulenza di Nicola Gratteri, realizzerà, è riportato nel deliberato, una puntata sulla vicenda del piccolo Cocò Campilongo, ambientando le ricostruzioni del tragico fatto di cronaca, in parte sulla fascia ionica ove si sono svolti i fatti, con l’intento anche di valorizzare le bellezze naturali e monumentali del Comune di Cassano All’Ionio.

L’opera cinematografica in questione, secondo la giunta Papasso, ha un grande valore nel campo della cultura dell’antimafia, quale monito acchè episodi cruenti come quelli che verranno narrati non debbano più verificarsi, nonché, affinché possa sorgere nella comunità locale una coscienza civile contro il malaffare e i poteri mafiosi. Il Comune di Cassano, dal canto suo, da sempre promuove la cultura della legalità ad ogni livello e mira a conservare la memoria di tutte le vittime innocenti di mafia. Per concretizzare il progetto, la società “Mediano SRL” e il Comune di Cassano All’Ionio si impegnano formalmente a favorire un partenariato stabile di cooperazione.

Il Comune di Cassano, fornirà, in particolare, il proprio supporto organizzativo e finanziario per contribuire in modo efficiente ed efficace, a favorire un migliore perfezionamento progettuale per la realizzazione dell’episodio sulla vicenda del piccolo Cocò Campolongo, il bimbo di tre anni barbaramente ucciso a colpi di pistola insieme a suo nonno Giuseppe Iannicelli, e alla compagna marocchina Ibtissam Touss, e dati alle fiamme. L’esecrabile evento di cronaca nera, che ha visto protagonista la criminalità organizzata ha avuto larga risonanza in Italia e anche all’estero, da provocare la venuta di Papa Francesco in Calabria, nella Città di Cassano All’Ionio per pronunciare nella spianata di Sibari, alla presenza di circa 250 mila persone, la scomunica nei confronti dei mafiosi. I “mafiosi sono scomunicati”.

La ‘ndrangheta, affermò, va combattuta, perché adora i soldi e non il bene comune”. Il fatto di cronaca, sarà inserito nella programmazione della serie Tv “Non chiamateli eroi”, che verrà prodotta da “Mediano SRL”. La giunta, ha demandato al sindaco, in qualità di legale rappresentante dell’Ente, l’impegno di sottoscrivere la “Lettera di Partenariato”, con la Società “Mediano srl” per la realizzazione del Progetto ““Non chiamateli eroi”, finalizzato alla partecipazione al bando della Calabria Film Commission. Il deliberato, dichiarato immediatamente eseguibile, è stato trasmesso, per quanto di competenza, all’ufficio cultura dell’ente. (rcs)