PER IL VERO RISCATTO DEL SUD SI DEVONO
UTILIZZARE TUTTE LE RISORSE DEL PNRR

di ANTONIETTA MARIA STRATIPer il riscatto del Sud bisogna attuare integralmente gli investimenti del Pnrr e fare molto di più sull’occupazione giovanile e femminile, realizzare infrastrutture sociali e materiali che assicurino a tutti pieno godimento dei diritti di cittadinanza». È la via indicata dal segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, nel corso dell’assemblea organizzativa della Cisl Calabria svoltasi nei giorni scorsi a Pizzo.

Una vera e propria Guida al cambiamento, dove identità, partecipazione e innovazione sono le parole chiavi e l’emblema della lotta e dell’impegno che la Cisl – non solo nazionale, ma anche regionale – sta portando avanti da mesi, perché, ad oggi, la partecipazione, in ogni settore, è fondamentale per la vera crescita del Paese e del Mezzogiorno.

E proprio per quanto riguarda il Sud il cislino ha ribadito la necessità non più rinviabile di «rafforzare la fiscalità di sviluppo, realizzare impianti energetici come i rigassificatori di Gioia Tauro e Porto Empedocle, investire su rinnovabili e nuove tecnologie, infrastrutture che facciano della Calabria e del Sud un hub energetico e industriale».

Lo stesso Sbarra ha sottolineato la necessità di dare vita a un modello di sviluppo più equilibrato, competitivo, partecipativo. E da qui l’appello al Governo, affinché venga siglato un «patto con sindacati ed imprese che porti al riscatto delle fasce medie e popolari, ad una nuova politica dei redditi, ad una manovra redistributiva che difenda e rilanci salari e pensioni dissanguati dal caro  vita».

«L’appello alla corresponsabilità, al dialogo sociale del nostro Segretario Generale Luigi Sbarra è un appello al bene comune, a “rilegare”, ad unire», ha detto Tonino Russo, segretario generale di Cisl Calabria.

«Dentro c’è il senso profondo dell’essere Cisl, la motivazione di tante scelte del passato, del presente e del futuro prossimo di un Sindacato libero», ha continuato Russo, sottolineando come «qui  troviamo anche il senso del nostro impegno ed il percorso da compiere per un’organizzazione capace di essere all’altezza delle nuove sfide. Un’organizzazione che di fronte alle grandi transizioni green e digitale, alle trasformazioni del mercato del lavoro, della società, non arretra, ma accetta la sfida del cambiamento».

«Un’organizzazione capace, come recita il titolo della nostra Assemblea Organizzativa, di guidare il cambiamento – ha aggiunto – mettendo al centro del proprio essere, la dimensione organizzativa, identità, partecipazione, innovazione. Tre parole chiave nel nostro futuro».

«Le radici ancorate nella terra dei nostri padri, lo sguardo dritto e aperto sul futuro. Un sindacato riformista, innovativo, che fa della partecipazione il suo tratto distintivo. La Cisl a tutti livelli  – ha ricordato – è impegnata nella campagna di raccolta firme per la legge di iniziativa popolare “La partecipazione al Lavoro”, nei territori e sui luoghi di lavoro, tante iniziative realizzate in questi mesi». 

«Per la Cisl la grande riforma della partecipazione – ha proseguito – è un tassello fondamentale per ripartire dal Patto sociale. Le sfide della ripresa, della resilienza e del futuro, le cogliamo e le vinciamo solo insieme. Al nostro Paese non servono divisioni, contrapposizioni, fazioni, ma un grande Patto sociale, una nuova stagione di dialogo sociale, concertazione, partecipazione. Serve costruire relazioni, conquistare tavoli, anche quando è forte la tentazione di buttare la palla in tribuna, di fronte ai mali atavici di una regione che continua ad arrancare, senza riuscire a risalire la china». 

«Cito solo alcuni dati dei nostri divari persistenti – ha detto ancora – il tasso di occupazione al 43,5%, a fronte della media italiana del 60%; i dati sui Lea vedono la Calabria in gravissimo affanno, maglia nera per l’area distrettuale e della prevenzione, terz’ultima per l’area ospedaliera (dati Gimbe)».

Ma non sono solo i dati Gimbe a fotografare una Calabria in affanno: in un articolo de Il Sole 24 Ore, a firma di Gianni Trovati, la Calabria è tra le sette regioni “bocciate” per i Lea – livelli essenziali di assistenza, qualità dei servizi raggiunta dagli ospedali e attività di prevenzione, sono appena sufficienti.

«Lavoro e sviluppo, sanità e sociale restano le due grandi priorità – ha ribadito Russo –, insieme al superamento dei divari generazionali, di genere e digitali che sono i grandi obiettivi del Pnrr. Siamo preoccupati, da questo punto di vista, per il percorso di attuazione del Pnrr, viste le difficoltà degli enti locali calabresi. Restiamo in attesa di capire con certezza le modalità di finanziamento delle risorse assegnate alla Calabria dal Pnrr, circa un miliardo, oggetto della rimodulazione legata al Piano Repower Eu, che cerca di aiutare il Paese a superare i tanti problemi energetici».

«Il nostro compito è di lavorare insieme alle Istituzioni, ognuno per la propria parte», ha detto ancora.

Nel corso del suo intervento di apertura, Russo si è soffermato anche sulla necessità di un’attenzione rinnovata ai giovani: «La Cisl calabrese – ha detto tra l’altro – riprenderà l’esperienza dei campi scuola, sulla quale proprio Gigi Sbarra da Segretario regionale ha puntato. Una palestra di vita e un luogo nel quale hanno mosso i primi passi tanti attuali dirigenti».

«In questa delicata fase, in cui le parole “crescita” e “sviluppo” possono e devono avere concretezza – ha concluso il Segretario della Cisl regionale –, tutti i soggetti sociali sono chiamati a dialogare, per sostenere persone e famiglie, per seminare speranza, per costruire un futuro diverso». (ams)

Agostinelli (Autorità Portuale): Corap restituisca disponibilità risorse Pnrr ad aree ex Enel

L’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno meridionale e Ionio, guidata dal presidente Andrea Agostinelli, ha invitato il Corap – Consorzio regionale per lo sviluppo elle Attività produttive a trasferire i 10 mln del Pnrr alle aree ex Enel.

Queste aree, infatti, sono destinatarie dei fondi per realizzare opere infrastrutturali di viabilità.

Si tratta di un’area che, da anni, vede l’Ente in giudizio contro il Corap che, in seguito alla recente sentenza della Corte d’Appello, è stato riconosciuto proprietario, ma niente altro è se non il mero intestatario. Si basa su questa considerazione la posizione che l’Ente, guidato dal presidente Andrea Agostinelli, ha assunto nei confronti del Corap in base al parere, richiesto all’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Reggio Calabria, obbligatorio in caso di transazioni tra Pubbliche Amministrazioni.

Per definire un iter celere che non facesse perdere il finanziamento europeo e quindi che ne permettesse il completamento dei lavori, tante sono state le interlocuzioni con il Corap e con la Regione Calabria. A tale proposito, l’Autorità di Sistema portuale in un prospettato accordo transattivo aveva indicato la possibilità di riacquisire la disponibilità delle aree ex Enel intestate al Corap attraverso la corresponsione di un’indennità, al fine di eseguire nei tempi le opere, come indicato nel Decreto Interministeriale n. 492 del 3/12/2021, nel rispetto delle scadenze imposte per i finanziamenti del Pnrr.

Tali opere sono, altresì, funzionali all’implementazione di un ampliamento dell’intrapresa economica del terminalista Automar S.p.a., con il quale l’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno meridionale e Ionio ha sottoscritto uno specifico Accordo di Programma lo scorso 24 febbraio, riguardante proprio l’utilizzo delle aree adeguatamente infrastrutturate, non sottacendo analogo interesse da parte della MedCenter Terminal Container.

Interpellata l’Avvocatura Distrettuale dello Stato ha reso parere negativo, in ordine al prospettato accordo transattivo con il Corap, in quanto l’originaria destinazione dell’area in questione è stata modificata, da «destinazione industrie a destinazione infrastrutture in seguito alla mancata realizzazione del V centro siderurgico e dalla conseguente assegnazione di alcune aree prima rientranti nel progetto per il V centro siderurgico al porto”. Decisioni stabilite dalla variante al Piano regolatore territoriale consortile (P.R.T.C.) approvata con D.P.R. n. 968/1985 e della Delibera CASMEZ n. 9081/1986 riprese dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria, con la sentenza n. 111/2023 del 6/2/2023.

Nel quadro delineato, quindi, deve ritenersi comunque dato acquisito in giudizio la modifica del rapporto concessorio riveniente dalla Delibera CASMEZ del 17.6.1986 che riguardò sia lo stralcio e la ridestinazione funzionale di aree inizialmente espropriate nell’ambito del progetto industriale FT82 (V Centro siderurgico), sia il quadro economico, poiché il finanziamento in favore del Consorzio veniva ridotto per la somma corrispondente allo stralcio, pari a Lire 3.515.917.227, con la conseguenza che l’onere relativo alle aree espropriate nell’ambito del progetto industriale FT82 e trasmigrate nel progetto PS22/966/1 (Progetto porto di Gioia Tauro) rimaneva a totale carico dello Stato (cfr. artt. 4 e 5 della Delibera del 17.6.1986).

Ne consegue che le aree in questione sono state già acquisite con fondi a totale carico dello Stato, quindi, sono cioè state già pagate dallo Stato e null’altro è dovuto.

In sostanza, anche alla luce delle statuizioni della Corte d’Appello, non vi sono elementi per sostenere che il Corap sia più che un intestatario meramente formale. Di conseguenza il Consorzio dovrà trasferire allo Stato la proprietà delle aree, nonché dovrà trasferire la reimmissione dell’Autorità di Sistema portuale nella disponibilità delle aree stesse, già destinate ad infrastrutture portuali.

In conclusione, l’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno meridionale e Ionio, con richiesta formale, ha invitato il Consorzio regionale per lo sviluppo delle Attività produttive a trasferire nella propria disponibilità le aree ex Enel entro 30 giorni, altrimenti si vedrà costretto ad adire le vie legali sia per la riacquisizione delle aree, sia per il risarcimento dei danni consistenti nell’eventuale perdita del finanziamento Pnrr, dell’eventuale maggior costo che questo Ente dovrà sostenere per l’infrastrutturazione portuale, sia ancora per la perdita delle occasioni di sviluppo del porto di Gioia Tauro. (rrc)

ALLARME SU PNRR, LA CALABRIA RISCHIA
DI PERDERE I FONDI: MANCANO I TECNICI

di ETTORE JORIOIl Pnrr arranca ovunque. In Calabria, è persino difficile individuarne traccia. Nella sanità il quasi nulla, con conseguente rovinosa realtà. Negli enti locali va peggio.
Se ne vedranno delle belle sul piano realizzativo.
L’affanno si trasformerà in apnea, sino ad arrivare alla morte per soffocamento di una occasione stupenda ma sprecata. Con tantissime risorse europee mandate in fumo. Andrà peggio nel Paese nella fase di controllo sulle realizzazioni secondo la regola degli stati di avanzamento, sarà meno tollerante di quanto sta avvenendo riguardo alle modifiche programmatiche in itinere.

Nella Calabria dei Comuni vuoti di personale e di competenze tecniche, il Pnrr passerà come le rondini. Da primavera ad autunno senza che nessuno le consideri.
Il Recovery Fund è stato generato come strumento seguendo le logiche di oltremanica, ove la scadenza è tale sempre e comunque.
Ove l’opera finanziata deve essere usufruibile.
Non venduta sul piano del marketing illusorio o peggio ancora fatta passare come piena piuttosto che dannosamente vuota.

Fin quando in tempo, occorre correre ai ripari, prima concettuali che operativi. Il distacco tra vis politica governativa e quella realizzativa di Regioni ed enti locali è notevole. Gli enti territoriali sono ben lontani dalle logiche degli adempimenti puntuali.

Così come il Governo è ben lungi dal considerare la conformazione del Paese e la distribuzione della Nazione.

Ha come idea la Città, prioritariamente quelle metropolitane.
Viaggia tenendo in conto la loro immagine aerofotogrammetrica, i loro servizi diffusi, le loro economie, le loro infrastrutture, le loro banche e tutto quanto fa realtà urbana di buon livello europeo. Simbolo per eccellenza Milano.
Questo è il grande limite italiano che ha come conseguenza gli errori vitali che si registrano nel Paese, quello vero.
Quello fatto di tantissimi comuni, molti dei quali in spoliazione demografica e da tempo denudati dei servizi che avevano: poste in primis, sportelli bancari, uffici pubblici. Presidi sanitari e di assistenza sociale neppure a parlarne.

La foto della distribuzione demografica presenta: 2025 comuni da 0/1000; 2427 da 1001/3000; 2250 da 3001/10mila.
Quanti dei più piccoli nella nostra regione? La maggioranza!

La domanda nasce spontanea, come nota esplicativa agli adempimenti per mettere a terra le opere del Pnrr.
Con quali supporti tecnici questi piccoli comuni dovrebbero rispondere all’appello, atteso che molti di loro sono oramai ridotti con quasi la metà del fabbisogno del personale e tantissimi sono in condizione di dissesto?

Una risposta pretesa, cui dovrebbe in primis proporsi l’Anci che francamente sta agendo anch’essa secondo la foto sbagliata della maggior parte dei comuni rappresentati. Pensa infatti di parlare in nome e per conto delle Città metropolitane e di quelle che non sono tali ma che costituiscono, secondo l’immaginario collettivo, i siti istituzionali destinatari delle opere del Pnrr.
Non è così e bisogna correggere il tiro.

Necessita ridare anche ad una siffatta importante organizzazione associativa del Paese un criterio diverso di rappresentatività, ma non di secondo, terzo o quarto piano.

Sono infatti circa 24 anni che a rappresentarla, fatta eccezione della presidenza ad interim di Osvaldo Napoli (sindaco di Valgioie), sono i primi cittadini di grandi e importanti città, aventi fotografie ben diverse dai piccoli centri dei quali si compone il Bel Paese.

Riconoscendo a quello attuale (Decaro) un impegno improbo in tal senso, forse sarebbe il caso che si tenesse in considerazione, in questo particolare momento, l’album fotografico di quella periferia che il sindaco di Bari conosce ampiamente, nei suoi pregi ma soprattutto nei suoi difetti strutturali.

Per non parlare di ciò che occorre in Calabria, ove la presidenza dell’Anci è stata mantenuta irresponsabilmente vuota per anni.

Necessita che la nuova presidente, proprio perché espressione di una periferia, amabile ma difficile, ponga sul tappeto della fruibilità delle risorse Pnrr un ineludibile impegno a rinforzare i ruoli operativi dei comuni, magari prendendoli in prestito dal sistema universitario e da quegli organismi che sbraitano statistiche senza dare nulla di concreto al Mezzogiorno. (ej)

Federacma Calabria scrive a Gallo per migliorare bando macchinari Pnrr

Federacma Calabria Federazione Confcommercio delle associazioni nazionali dei rivenditori di macchine agricole e da giardinaggio, ha rivolto all’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo e agli uffici regionali competenti una serie di spunti e suggerimenti al fine di migliorare l’efficacia della misura che conta una dotazione di 22 mln con cui gli agricoltori calabresi potranno sostituire i veicoli agricoli fuoristrada inquinanti con mezzi a zero emissioni e acquistare attrezzatura per l’agricoltura di precisione, con un limite di spesa pari a 70mila euro.

Entro il 2026, 15mila beneficiari dovranno ricevere il contributo come indicato dall’Unione europea.

«Dopo aver avviato le interlocuzioni con l’Unità di Missione Pnrr del Ministero dell’Agricoltura, dove sono state accolte numerose nostre richieste – ha dichiarato Andrea Borio, presidente Federacma – chiediamo ora ascolto alle Regioni che gestiranno questa misura».

«Tra le nostre proposte – ha illustrato – l’utilizzazione del modello operativo già sperimentato con i finanziamenti veicolati tramite il Piano di Sviluppo Rurale dove l’agricoltore può massimizzare la liquidità, a fronte di un prestito bancario, vedendosi sottrarre momentaneamente appena il 20% delle proprie risorse come acconto per prenotare i macchinari».

«Una impostazione che preveda i dealer svolgere un ruolo di anticipatori del finanziamento – ha proseguito – bloccherebbe di fatto la misura. Riteniamo opportuno, inoltre, prevedere tempi di consegna ragionevoli, stante lo scenario internazionale che complica il lavoro delle case produttrici, l’installazione di antifurti di ultima generazione, con rilevamento GPS e collegamento all’Interpol per scongiurare di sostenere con fondi italiani l’agricoltura di Stati esteri nonché eliminare chiaramente la possibilità di acquistare, come accaduto in passato, autovetture fuoristrada 4×4 elettriche o a biometano che nulla c’entrano col mondo produttivo».

Non mancano, infine, i suggerimenti sulla corretta procedura per la sostituzione dei vetusti veicoli inquinanti.

«Contrariamente ad esperienze del passato – ha detto ancora Borio – dovrebbe avvenire solo per mezzi marcianti e funzionanti e, possibilmente, con immatricolazione ante 1996 così da togliere dalle strade e dai campi trattori privi dei dispositivi di sicurezza più basilari come cintura e roll-bar. Basti pensare che ogni anno a causa di rovesciamenti di trattori si registrano almeno 120 decessi. Raggiungeremmo in tal modo – conclude il presidente di Federacma – un doppio risultato a beneficio dell’ambiente e dei lavoratori». (rcz)

L’OPINIONE / Maria Elena Senese: Si riparte con le scuole insicure di sempre, nonostante le tante risorse del Pnrr

di MARIA ELENA SENESE – Sono diverse le problematiche riguardanti le condizioni strutturali degli istituti scolastici con problemi che vanno dalla staticità, alla sicurezza antisismica fino all’efficientamento energetico.

Una situazione  estremamente preoccupante, nonostante la mole di risorse stanziate con il Pnrr, ben12,4 miliardi a cui si sommano 914,4 milioni provenienti da altre fonti di finanziamento.

La maggior parte dei 40.293 edifici scolastici italiani è fatiscente ma soprattutto insicura. Il 57,9% delle strutture è addirittura priva del certificato di agibilità e il 54,92%, del certificato di prevenzione incendi. Il 41,4% dei plessi scolastici è privo di collaudo statico.

Tra le regioni con la percentuale più elevata di edifici non in regola la Calabria è in pole position con il 18,75%, superata solo dalla Sardegna (22,81%). Sono sei le misure del Pnrr destinate alle scuole, con investimenti complessivi per 13,4 miliardi: 12,4 dal Pnrr e 914,4 milioni da altri fondi.

Le Regioni con più progetti approvati sono la Lombardia (5.173 progetti per 1,6 miliardi); la Campania (4.773, 1,6 miliardi); la Sicilia (3.786, un miliardo); il Lazio (3.493, 962,6 milioni); la Puglia (3.143, 992,8 milioni); l’Emilia-Romagna (2.784, un miliardo) e il Veneto (2.845, 998,9 milioni).

Sono 216 le nuove scuole finanziate con le risorse del Pnrr, rispetto alle 195 inizialmente previste, grazie ad un aumento dei fondi che ha portato lo stanziamento da 800 milioni a un miliardo di euro. Al Mezzogiorno andrà il 42,4% dei fondi.

Davanti a queste ingenti risorse il quadro attuale è però decisamente allarmante: la spesa effettiva delle risorse complessivamente stanziate, ad oggi è ferma al 22,19% a fronte di una spesa prevista che doveva raggiungere il 55,46% entro fine settembre

È evidente che, in una situazione del genere, il timore che le risorse possano essere revocate è estremamente alto.

Il Ministero dell’Istruzione e del merito ha di recente pubblicato l’elenco di 399 interventi di edilizia scolastica indicati dalle Regioni a seguito dello stanziamento di risorse aggiuntive avvenuto con decreto del Ministro del 7 dicembre 2022 e finanziati con circa 936 milioni di risorse proprio nell’ambito del Pnrr, che Comuni e Province potranno immediatamente attuare. Il 40% dei finanziamenti, ricordiamolo, è stato destinato al Mezzogiorno.

Gli interventi sono dedicati alla messa in sicurezza degli istituti, riqualificazione, adeguamento sismico e antincendio ed eliminazione delle barriere architettoniche.

Dando un’occhiata al sito dedicato del ministero dell’Istruzione e del merito, infatti, emerge come gli interventi per l’adeguamento antisismico e il risparmio energetico degli istituti sono in totale 21 per una spesa di 43 milioni di euro. A fare la parte del leone è la provincia di Cosenza con 15 progetti finanziati. Il Catanzarese si ferma a quota 4, per Crotone non ci sono finanziamenti previsti, mentre a Reggio Calabria e Vibo Valentia sono solo due i progetti ammessi a finanziamento.

Il rispetto delle scadenze europee avrebbe consentito, in moltissimi casi, una ripresa dell’anno scolastico in condizioni migliori. Oggi, pero, è importante procedere con la massima sollecitudine per recuperare, nei limiti del possibile, il tempo perduto fino ad oggi.

Il degrado dei quartieri e i fenomeni di devianza giovanile si contrastano anche, se non soprattutto, partendo da questi interventi. La scuola in Calabria deve essere una delle priorità assolute perché è la chiave di volta della costruzione della società del futuro. La sicurezza, la riqualificazione e l’efficienza energetica degli edifici scolastici costituiscono necessità improrogabili che non possono continuare a tradursi in promesse non mantenute. (mes)

[Maria Elena Senese è segretaria generale di Fenealuil Calabria]

Pnrr, il presidente Occhiuto: Eventuali spostamenti di risorse da fare all’interno dello stesso territorio

«Eventuali spostamenti di risorse (del Pnrr ndr) devono avvenire all’interno dello stesso territorio». È quanto ha detto il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, in un colloquio con La Stampa.

«Per capirci, se si tolgono finanziamenti a un Comune calabrese, devono essere dati a un altro Comune con migliore capacità di spesa o alla Regione», ha detto Occhiuto.

Sulla revisione del Pnnr, i presidenti delle Regioni hanno protestato per non essere stati coinvolti, ma «in realtà abbiamo evidenziato che le Regioni non sono mai state coinvolte, nemmeno dai governi precedenti, e questo ha senza dubbio generato progetti difficilmente cantierabili», ha dichiarato il presidente

«Bastava contare – ha aggiunto – quante ‘talpe’ per scavare gallerie abbiamo a disposizione in Italia. In Calabria abbiamo Comuni senza il capo dell’ufficio tecnico, che non hanno la possibilità di fare interventi nei tempi previsti».

Quindi, ha fatto bene il ministro Fitto a togliere 16 miliardi per progetti già avviati?, è stato chiesto al governatore, che ha detto come «intanto, va dato atto a Fitto di aver informato le regioni sugli obiettivi del suo piano di rimodulazione. Poi auspico che quelle risorse vengano effettivamente messe di nuovo a disposizione in altra forma».

Il Governatore, poi, è tornato a parlare di sanità, ricordando come «mettendo a posto i conti» della sanità calabrese, «qui ho trovato un avanzo di 200 milioni: soldi non spesi, servizi non erogati ai cittadini».

Quanto ai miliardi necessari per la sanità, «aspettiamo la legge di bilancio per verificare se la lezione del Covid è servita o meno. Ma, oltre ai soldi, servono le riforme. Per noi in Calabria, ad esempio, il reclutamento dei medici è molto difficile: vorrei poter offrire incentivi economici e di carriera ai professionisti disposti a venire a lavorare nei nostri ospedali, esattamente come già si può fare con i magistrati assegnati alle nostre procure».

Sul tema dell’immigrazione, secondo Occhiuto «In Italia manca un modello di accoglienza dei migranti, non siamo stati in grado di crearlo: è un fallimento degli esecutivi che si sono succeduti, in modo particolare delle anime belle della sinistra che hanno governato ininterrottamente negli ultimi anni».

«Centomila arrivi – ha spiegato – non possono rappresentare un problema per un Paese con 60 milioni di abitanti, anzi bisognerebbe vederli come un’opportunità. Qui da noi abbiamo tante famiglie sotto la soglia di povertà, diamo loro la possibilità di ospitare e assistere un minore non accompagnato, ovviamente con un contributo economico da parte dello Stato. Sarebbe un sistema più funzionale».

In passato «si è dovuti intervenire perché in molte regioni si era sviluppata un’industria del profitto, che lucrava sull’accoglienza dei migranti. Altra cosa è costruire un vero modello di accoglienza diffusa e di integrazione, all’insegna della sussidiarietà, per dare la possibilità a giovani e disoccupati di trasformare il problema in un’opportunità».

Come si è cercato di fare in Calabria dopo la tragedia di Cutro, attraverso «un accordo con l’associazione dei costruttori per la formazione professionale dei migranti, da impiegare nei cantieri edili, in modo da integrarli grazie al lavoro».

«Noi in Calabria abbiamo sempre accolto tutti in silenzio, con grande solidarietà – ha ricordato – ma rispetto le difficoltà degli altri governatori, che devono affrontare realtà diverse, specie nelle aree metropolitane, dove la mancanza di un modello di integrazione ha generato dei ghetti, o ad esempio, nelle stazioni divenute spesso un luogo fertile per la microcriminalità».

«Se si chiede giustamente all’Europa di assumersi le sue responsabilità, poi è necessario che ciascuno, a tutti i livelli, faccia lo stesso esercizio di responsabilità», ha concluso. (rrm)

 

Centrale Enel, Tavernise e Baldino (M5S): Persi 14,7 mln di fondi Pnrr

Il consigliere regionale Davide Tavernise e la deputata Vittoria Baldino del M5S, hanno denunciato come «grazie alla nuova dirigenza dell’Enel, la città di Corigliano Rossano perde un’occasione incredibile di sviluppo sostenibile e di rilancio del territorio con la creazione di una hydrogen valley».

«Il caso della Centrale di Sant’Irene, ossia l’annunciata rinuncia al finanziamento di 14,7 milioni di euro per la riconversione della centrale per la produzione di idrogeno attraverso fondi gestiti dalla Regione Calabria (Missione 2 Componente 2 – Investimento 3.1 del Piano Nazionale Di Ripresa e Resilienza (PNRR) “Produzione di idrogeno in aree industriali dismesse”) – hanno spiegato – è emblematico di una politica economica ed energetica che non prende in considerazione la transizione ecologica e le enormi ricadute positive che un’idea di tale portata innovativa può generare in termini di sviluppo, lavoro e futuro in un’area vasta come quella della Sibaritide».
«Come nella tela di Penelope – hanno aggiunto –  la nuova dirigenza Enel ha così distrutto quello che attraverso il Pnrr si stava costruendo ovvero una riconversione economica e sociale nel segno della sostenibilità di un sito industriale dismesso».
«Siamo convinti – hanno proseguito – che investendo sulle rinnovabili si sarebbe creato un indotto straordinario a Corigliano Rossano. L’idrogeno “verde”, derivato quindi da fonti di energia sostenibile, è visto come il cardine della transizione verso un’economia a emissioni zero. Il mercato della produzione di idrogeno sarà sicuramente in forte aumento nei prossimi anni. L’Ue prevede che l’idrogeno contribuirà per circa il 15% al mix energetico del blocco entro il 2050. Mobilità sostenibile, decarbonizzazione dei processi industriali, ottimizzazione della produzione di energia rinnovabili, le applicazioni dell’idrogeno sono tante, anche nella nostra regione come ad esempio il suo uso sui sei treni ad idrogeno destinati ai nuovi collegamenti ferroviari tra Cosenza e Catanzaro».
«Con questa scelta – hanno concluso – Enel concretizza una visione antistorica del progresso. Speriamo che tutte le forze politiche facciano quadrato intorno alla bontà di questo progetto e riescano a convincere la dirigenza Enel a fare un passo indietro e a scommettere nuovamente e fortemente nelle potenzialità di siti strategici per il Paese, come quello di Sant’Irene». (rcs)

 

Rimodulazione Pnrr, Lo Schiavo: la politica calabrese si mobiliti contro il saccheggio di Salvini

Il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo si è rivolto a tutta la politica calabrese, affinché si mobiliti contro «la rimodulazione dei fondi del Pnrr operata dal ministero delle Infrastrutture, guidato dal vicepremier Matteo Salvini, con la quale si sottraggono ben 2,5 miliardi di euro destinati alle regioni del Mezzogiorno per garantire la copertura di opere pubbliche concentrate in Piemonte, Lombardia e Veneto».

«Siamo di fronte ad un nuovo, volgare, gioco delle tre carte con il quale il ministro leghista-nordista mai pentito, con una mano sventola la carta illusoria della mega opera del Ponte sullo Stretto – ha detto Lo Schiavo –  e con l’altra sottrae con destrezza fior di risorse alle infrastrutture del Sud Italia, per destinarle al completamento di altre opere casualmente concentrate oltre la Linea Gotica. Un autentico saccheggio ai danni del Sud quello che emerge dall’informativa dello stesso Salvini che dirotta i fondi sull’alta velocità Verona-Padova, sul secondo lotto di Vicenza, sul terzo valico dei Giovi e sul nodo di Genova. Una maxi-rimodulazione ovviamente a danno di opere previste al Sud e in Calabria, dove, in particolare, erano in programma interventi sulle linee ferroviarie Lamezia Terme-Catanzaro e Sibari-Melito Porto Salvo».

«Un colpo di mano inaccettabile, in linea con gli intendimenti leghisti celati dal disegno dell’Autonomia differenziata, e rispetto al quale, questa volta, mi auguro non vi siano complicità da parte del Governo regionale – ha concluso –. Auspico, al contrario, che si levi forte la voce di condanna da parte di tutto il Consiglio regionale e anche dalla Giunta, a stigmatizzare questo atteggiamento predatorio che rischia solo di far sprofondare ancor di più una regione che, più di altre, ha fame di infrastrutture moderne ed efficienti». (rrc)

Pnrr, Osvaldo Napoli: «Il Governo penalizza e mortifica la Calabria»

di PINO NANO – «Un miliardo di lire tolto alla Calabria regione governata da Forza italia è uno schiaffo a Forza Italia e al suo staff, oltre che al sud».

A difendere questa volta le ragioni della Calabria è Osvaldo Napoli, uomo di punta di Azione di Calenda e per lunghissimi anni protagonista di lungo corso della politica italiana.

Osvaldo Napoli è un uomo che le cose che pensa non le manda a dire. «Il governo taglia alla Calabria quasi un miliardo di euro perdendo il 46 percento delle risorse prendiamo atto che Giorgia Meloni e il ministro Musumeci e Fitto riempiono a parole il territorio meridionale salvo poi nella prima occasione penalizzare il territorio calabrese ,sono sicuro che il presidente Roberto Occhiuto profondo difensore del proprio territorio dimostrerà differenziazione politica da questo atto. Ci aspettiamo un pronto ripensamento da parte del governo e non vi sono dubbi che i nostri rappresentanti regionali e comunali di azione sapranno nelle sedi opportune denunciare questa iniqua penalizzazione».

Il leader di Azione conosce bene la regione e i suoi dirigenti: «Conosciamo già la replica del governo: nessun progetto sarà definanziato, i fondi tagliati dal Pnrr saranno compensati con le risorse del Fondo di coesione sociale. Questa è la promessa, la realtà dice tutt’altro per la Calabria: la regione guidata dal presidente forzista Roberto Occhiuto si vista punita con il taglio di 1 miliardo dei fondi del Pnrr. Questo significa che se il Mezzogiorno è la Cenerentola del Pnrr, la Calabria ha subito un trattamento ben peggiore visto che 1 miliardo rappresenta ben il 46% delle risorse».

Poi aggiunge: «Sono convinto che il presidente Roberto Occhiuto farà sentire la sua voce e difenderà il territorio che amministra senza farsi condizionare dalle ragioni dell’alleanza di destra. Gli interessi della Calabria sono certamente superiori alla coesione dell’alleanza di destra. Gli amministratori locali di Azione non resteranno a guardare questo autentico

Cugliari (Cna): Bene inserimento nel Pnrr del progetto di autoproduzione energetica

Il presidente di Cna Calabria, Giovanni Cugliari, ha evidenziato come l’ingresso nel Pnrr del progetto della Confederazione nazionale Artigianato volto a favorire l’autoproduzione di energia con pannelli fotovoltaici sui tetti dei capannoni sia «una grande vittoria».

«D’ora in poi per ogni impiantista sui tetti sapremo che è anche merito nostro, avendo portato avanti una battaglia che oltre ad a favorire la svolta green del Paese, mette in moto l’occupazione», ha detto Cugliari, sottolineando come «l’introduzione di questo strumento avrà un impatto positivo sulla crescita del tessuto imprenditoriale in Calabria, una riduzione dei costi energetici e porterà un nuovo impulso alle imprese del settore edilizio e impiantistico che potrebbe contribuire ad un aumento dell’occupazione, con nuove opportunità di lavoro per artigiani e professionisti del settore, favorendo la libertà energetica rispetto ai modelli tradizionali. Sono sviluppi molto promettenti per la Calabria!».

I sostegni, sotto forma di credito d’imposta, permetteranno a oltre 200.000 micro e piccole Imprese italiane di installare gli impianti fotovoltaici, produrre energia da fonti rinnovabili, abbattere fino al 60% i costi dell’energia, contribuire alla transizione energetica del Paese. L’utilizzo dei tetti dei capannoni contribuirà in modo significativo anche alla riduzione del consumo di suolo nella produzione di energia.

«È importante – ha concluso Cugliari – riconoscere gli sforzi e l’impegno di Cna nel promuovere l’autoproduzione energetica e lavorare per un futuro più sostenibile e prospero per la Calabria». (rcz)