Al Porto di Gioia Tauro inaugurata la banchina rimorchiatori

Al Porto di Gioia Tauro è stata inaugurata, dopo 30 anni, la banchina al servizio dei rimorchiatori.

Considerata la posizione della banchina dedicata, posta al centro del canale portuale, ai quattro rimorchiatori in servizio a Gioia Tauro sarà garantita una maggiore celerità delle operazioni in sicurezza e, certamente, un più agevole coordinamento delle operazioni. 

A dare inizio alla cerimonia di inaugurazione, organizzata dalla società Con.Tug, concessionaria nello scalo portuale di Gioia Tauro della banchina destinata al servizio di rimorchio, la benedizione impartita dal delegato del Vescovo di Oppido – Mamertina – Palmi, don Giuseppe Varrà

Si è quindi passati al taglio del nastro per mano del comandante Raffaele Porzio, chief executive officer MSC, e del responsabile di Con.Tug a Gioia Tauro, Pio Pugliese

Quest’ultimo, nell’aprire la cerimonia, ha voluto ringraziare l’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno meridionale e Ionio che ha concesso la possibilità di creare un ormeggio dedicato ai rimorchiatori nello scalo portuale di Gioia Tauro e, quindi, all’Autorità Marittima che assicura 24 ore su 24 la sicurezza della navigazione in porto. 

Soddisfazione è stata manifestata del presidente Andrea Agostinelli che ha parlato di momento storico per il porto di Gioia Tauro che potenzia ulteriormente la sua infrastrutturazione: «La banchina di rimorchio – ha dichiarato – è un asset strategico per il porto di Gioia Tauro. Mancava da 25 anni e abbiamo trovato la sistemazione logistica ideale al centro del canale portuale». 

«I motivi di sicurezza che ci hanno spinto ad individuare questa scelta – ha aggiunto – saranno pienamente soddisfatti e così tutta la flotta dei rimorchiatori, aumentata recentemente per far fronte alle sempre maggiori dimensioni delle navi che scalano il nostro porto». 

«Sono molto soddisfatto e ringrazio la società concessionaria. Del resto, la presenza del comandante Raffaele Porzio da Ginevra, chief executive officer MSC – ha concluso – conferma il grande impegno della società terminalista nel porto di Gioia Tauro». (rrc) 

 

Direttiva Ets, prosegue lavoro delle istituzioni Ue per tutelare porto di Gioia Tauro

«L’incontro di oggi è da considerarsi assolutamente positivo e funzionale alla tutela della competitività e del futuro del Porto di Gioia Tauro». È quanto ha dichiarato la vicepresidente del Parlamento Europeo, Pina Picierno, a margine dell’incontro svoltosi a Bruxelles con il Vicepresidente Esecutivo per il Green Deal dell’Ue Maroš Šefčovič e il presidente dell’Autorità portuale di Gioia Tauro, Andrea Agostinelli, che ha messo al centro il caso del porto calabrese.

L’obiettivo è uno: proteggere i posti di lavoro e garantire i livelli di competitività del sistema portuale, affinché altri snodi, come Port Said (Egitto) e Tangeri (Marocco), non vadano a penalizzare i porti europei, in primis Gioia Tauro.

«La proposta della Commissione per l’atto di esecuzione – ha proseguito Picierno – che dovrà essere adottato entro il 31 dicembre, è già un buon passo avanti poiché prevede l’introduzione di norme anti evasione rispetto ai porti nord africani, e dunque a protezione di quelli europei. Persiste, tuttavia, la criticità legata ai traffici extra Ue che transitano per porti europei. Siamo al lavoro con la Commissione europea per definire risposte comuni, fornire dati aggiuntivi e abbiamo incontrato ampia disponibilità da parte del Vice Presidente Esecutivo Šefčovič».

«Per noi la proposta della Commissione rappresenta un primo passo soddisfacente per la soluzione della problematica – ha detto Agostinelli – che dovrà poi essere affrontata nel corso di successivi incontri con le Istituzioni europee e le associazioni di categoria. Abbiano presentato, anche, un documento, elaborato nel corso della riunione che si è svolta a Barcellona lo scorso 10 novembre con i porti spagnoli, che potrebbe rappresentare una futura soluzione nell’interesse di tutti i porti europei di transhipment».

«Da canto nostro ci siamo, altresì, impegnati – ha concluso – a fornire alla vicepresidente del Parlamento, Pina Picierno, e al vicepresidente esecutivo della Commissione europea, Maroš Šefcovic, la documentazione relativa alla movimentazione dei traffici da oggi a tutto il 2024». (rrm)

Antonio Parenti (Commissione Ue): In corso discussione per soluzione per porto di Gioia Tauro

«la Commissione è conscia delle specificità della situazione calabrese e la discussione su questa come altre simili situazioni in Europa è in corso e vedrà una soluzione con l’adozione dell’atto esecutivo indicato nel testo dell’intervista», ha dichiarato Antonio Parenti, capo della rappresentanza della Commissione Ue, rettificando su X (ex Twitter) quanto riportato dalla Gazzetta del Sud.

Sempre sul social, il rappresentante ha sottolineato: «è importante precisare che l’articolo non corrisponde al contenuto delle risposte fornite dal portavoce della Commissione europea» e che «le risposte dal portavoce si riferivano all’applicazione del sistema ETS all’industria dei trasporti marittimi in generale e non alla situazione specifica di Gioia Tauro».

Un plauso, per il chiarimento, è arrivato dalla vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno, sottolineando – sempre su X – come «tutte le istituzioni europee sono al lavoro per mettere al sicuro il presente e il futuro del porto di Gioia Tauro». (rrm)

L’OPINIONE / Giacomo Saccomanno: Alle parole di Picierno devono seguire fatti concreti

di GIACOMO SACCOMANNO – La vicenda dei porti italiani, che potrebbero essere messi in forte difficoltà nel caso in cui non dovesse essere revocata o modificata la direttiva ETS, sembra abbia trovato una possibile soluzione. Dopo le dichiarazioni totalmente negative del portavoce della Commissione Europea, secondo cui non ci sarà nessuna deroga per Gioia Tauro, la presa di posizione della Lega Calabria ecco le dichiarazioni della vice presidente del Parlamento Europeo, Pina Picerno (PD), secondo cui “la misura è specificatamente progettata per combattere l’evasione e proteggere i porti di trasbordo europei”.

Questa sarebbe la cosiddetta “regola delle 300 miglia” che prevede, infatti, la redazione di una lista di scali di trasbordo di Paesi extra-Ue che saranno soggetti a Ets, parificandoli ai porti europei, con inclusione anche di East Port Said in Egitto e Tanger Med in Marocco. Non sembra, però, che, tale ventilata ed incredibile soluzione, possa essere facilmente applicabile e, in qualche modo, soddisfare le esigenze vitali del porto di Gioia Tauro.

Tutti ci auguriamo che si possa trovare una soluzione sostenibile per superare una direttiva folle, voluta e sostenuta dalla sinistra europea ed italiana, ma ci chiediamo come possa l’Ue imporre a degli Stati non aderenti alla stessa di applicare una normativa emessa dalla medesima? Non sembra che ci sia una norma, un protocollo, un’intesa che consenta un procedimento del genere. Quindi, ancora una volta un annuncio che non sembra possa applicarsi e possa ripristinare un percorso virtuoso e produttivo per i porti italiani e, in particolare, quello di Gioia Tauro.

Forse sarebbe meglio eliminare annunci e polemiche ed attivarci tutti per trovare una soluzione possibile, sostenibile ed applicabile. L’esistenza del porto di Gioia Tauro è vitale per l’economia italiana e per gli oltre 4.000 lavoratori, che potrebbero perdere il posto di lavoro, con un disastro per il territorio e le comunità locali. Tutto il resto è soltanto un chiacchiericcio senza sostanza. (gs)

[Giacomo Saccomanno è commissario regionale della Lega]

Direttiva Ets, nessuna deroga dall’Ue per il Porto di Gioia Tauro

La Commissione Europea non prevede deroghe della direttiva Ets per il porto di Gioia Tauro. È quanto ha riferito un portavoce della Commissione alla Gazzetta del Sud, intervistata in merito agli effetti negativi della misura sulle emissioni inquinanti sul Porto di Gioia Tauro, la cui entrata in vigore sarebbe per gennaio 2024.

Tale direttiva, infatti, introduce tasse a chi usa combustibili fossili sulle navi nel Mediterraneo e quindi rischia di penalizzare il porto di Gioia Tauro a vantaggio dei porti extra Unione europea.

«Nell’ambito del Green Deal europeo – ha spiegato il portavoce della Commissione europea – abbiamo adottato diverse proposte legislative per rendere il settore del trasporto marittimo più pulito e sostenibile. Queste nuove misure, inclusa l’estensione del sistema di scambio di quote di emissioni dell’Unione Europea (Ets) al trasporto marittimo, sono necessarie poiché abbiamo bisogno che tutti i settori contribuiscano con la loro giusta quota al nostro sforzo di decarbonizzazione».

«L’industria marittima accoglie favorevolmente l’inclusione del settore nell’Eu Ets – ha spiegato ancora – poiché offre flessibilità nel rispettare gli obblighi di riduzione delle emissioni e perché dovrebbe stimolare gli investimenti per decarbonizzare il settore. L’Eu Ets non distingue tra navi Ue e navi non Ue. Nel gennaio 2024, sarà esteso per coprire le emissioni di Co2 di tutte le grandi navi (di stazza lorda pari o superiore a 5.000 tonnellate) che entrano nei porti dell’Ue, indipendentemente dalla bandiera che battono. Il sistema riguarderà il 50% delle emissioni derivanti da viaggi che iniziano o terminano al di fuori dell’Ue (consentendo al paese terzo di decidere un’azione adeguata per la quota rimanente di emissioni), il 100% delle emissioni che si verificano tra due porti dell’Ue e quando le navi si trovano all’interno dei porti dell’Ue».

Riferendosi al rischio per Gioia Tauro di perdere traffici di transhipment in favore di realtà del Nord Africa, il portavoce ha spiegato come «a seguito dei negoziati, è stata inclusa nell’Et s una misura anti-evasione specifica per affrontare il rischio di delocalizzazione delle attività di trasbordo dai porti di trasbordo di container dell’Ue ai porti limitrofi extra-Ue».

«La Commissione sta attualmente lavorando a un atto di esecuzione, previsto per la fine dell’anno – ha concluso – per determinare i porti limitrofi extra-Ue dove il rischio di evasione è più elevato. Oltre a questa misura, la Commissione ha l’obbligo di monitorare da vicino le tendenze del mercato e l’efficacia della misura antievasione già concordata. Se necessario, la Commissione reagirà rapidamente per proporre misure complementari».

Per Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento Europeo, «l’ipotesi di inserimento dei porti nord africani nella direttiva ETS segna un passo avanti in difesa dei porti europei».

«La Commissione europea in queste ore – ha spiegato – ha aperto un confronto sull’atto di esecuzione della Direttiva ETS sui porti di trasbordo vicini, una grande passo avanti per proteggere il porto di Gioia Tauro. La misura è specificamente progettata per combattere l’evasione portuale e proteggere i porti di trasbordo europei. La cosiddetta regola della 300 miglia prevede la redazione di una lista di porti di trasbordo di paesi extra-UE che saranno soggetti a ETS, parificandoli ai porti europei».

«L’atto già include East Port Said in Egitto e Tanger Med in Marocco. Continuiamo a lavorare con i sindacati, le autorità portuali e istituzioni al fine di risolvere appieno la questione – ha continuato –. Ho incontrato ieri i rappresentanti di Assarmatori a Bruxelles per ascoltare e affrontare insieme il problema, così come in precedenza ho incontrato a Gioia Tauro i sindacati, le parti sociali e il presidente dell’autorità portuale al fine di sciogliere i rimanenti nodi».

«È inaccettabile che vengano rilasciate interviste anonime su una questione così delicata – ha concluso – e occorre serietà e responsabilità per lavorare insieme a soluzioni reali volte a salvaguardare i lavoratori, garantire la competitività europea e lo sviluppo economico del Mezzogiorno». (rrm)

Saccomanno (Lega): «Le strane vicende dell’Adsp di Gioia Tauro devono far riflettere»

di GIACOMO FRANCESCO SACCOMANNO – Abbiamo più volte segnalato delle situazioni non condivisibili in relazione all’amministrazione dell’Autorità di sistema portuale di Gioia Tauro. Una gestione poco trasparente e che non ha raggiunto, certamente, i risultati sperati. Bisogna tener ben presente che l’aumento di transhipment è la conseguenza dell’impegno e della costante attività posta in essere dai terminalisti e di tutti gli attori portuali. Tanto è vero che il 2 gennaio 2023 si dovrà ricordare perché alle 8 del mattino sono state registrate, in contemporanea, ben diciassette navi attaccate lungo le sue banchine.

Ma, Gioia Tauro non può essere soltanto ed unicamente un sistema di trasporto merci concentrata nelle funzioni di trasbordo di container. Vi è un retro porto che potrebbe, veramente, dar decollare la Calabria ed il sud, ma non si hanno notizie di interventi o di una possibile pianificazione. Anzi, non sembra che l’A.p. abbia nemmeno approvato un dovuto piano regolatore. Ma, a parte tali considerazioni, certamente molto rilevanti, non può non commentarsi negativamente quello che è accaduto in questi ultimi mesi.

Dal ritardo nel segnalare il problema Ets, alla rimozione dell’incaricato all’anticorruzione, alla censura di questo atto da parte dell’Anac, alle dimissioni del segretario generale Prezioni, alla convocazione dell’organismo di partenariato delle Risorse del Mare in ritardo e senza consegnare la documentazione all’Uniport e a Unindustria, che ne hanno contestato la validità sia per la mancata concessione dei termini minimi per come previsti dalla legge e sia perché non è stata trasmessa la documentazione. Con l’evidente non partecipazione degli stessi.

È valida tale riunione? Anche su questo si dovranno eseguire i dovuti accertamenti e, comunque, indipendentemente dalle possibili e gravi violazioni di legge, bisogna prendere atto che vi sono una serie di irregolarità che potrebbero mettere a rischio la corretta attività dell’organismo. Sul punto, appare indispensabile una dovuta riflessione, specialmente da parte degli organi di controllo e da parte dell’Autorità Giudiziaria che dovranno, sicuramente, verificare se la gestione dell’Adsp rientri o meno nei canoni di correttezza amministrativa. La legalità non ha colori o mentori. O si professa seriamente con condotte adeguate o non esiste. (gfs)

(Giacomo Francesco Saccomanno è commissario regionale della Lega in Calabria)

Salvaguardare Porto di Gioia Tauro e Ambiente, gli obiettivi di Pd e Fiom Cgil

«La direttiva europea, sottovalutata dai Governi, rischia di provocare la paralisi dell’attività di transhipment del porto di Gioia Tauro e la conseguente perdita di posti di lavoro su larga scala, aumentando i danni per lavoratori e per tutto il tessuto sociale del territorio calabrese. Abbiamo bisogno di una strategia industriale europea per mantenere e creare occupazione, avviando realmente processi che tengano insieme lavoro e ambiente».

Il segretario generale Fiom Cgil Calabria Umberto Calabrone (nella foto), interviene così, a pochi giorni dal sit in a cui il sindacato ha preso parte, sulla norma sulle emissioni inquinanti mettendo in evidenza «la necessità e l’urgenza di investimenti pubblici e privati, strategie industriali, energetiche, fiscali condivise e di lungo periodo. L’ambiente non si salvaguarda con le tasse e le risorse devono servire per avviare una trasformazione dell’alimentazione degli impianti esistenti e sviluppare la produzione di navi di cui c’è bisogno in Europa e nel mondo per affrontare l’emergenza climatica».

«Attualmente – aggiunge Calabrone – la politica dell’Italia si è mostrata troppo debole, inadeguata se non del tutto assente su questi aspetti cruciali per garantire che il “Green deal” sia socialmente giusto: senza giustizia sociale, c’è il rischio di un fallimento consapevole. Quella che si prepara è una vera e propria rivoluzione e le grandi trasformazioni necessitano di scelte strategiche a livello locale, nazionale ed europeo. L’Italia è il Paese che paga più di altri la transizione, perché in questi anni non sono state messe in campo politiche industriali coerenti».

«La Calabria, per grave responsabilità del governo regionale, non ha tutt’ora un piano energetico coerente con una transizione giusta, socialmente e ambientalmente sostenibile, pur avendone tutte le potenzialità. Delle assenze e della superficialità della politica non possono essere i lavoratori a pagare le conseguenze. L’Unione europea e il governo nazionale e quello regionale mettano in campo azioni e risorse specifiche per il raggiungimento degli obiettivi ambientali, insieme alle necessarie garanzie sull’occupazione. Nel contempo – sottolinea il segretario generale – serve impegnare tutto il sistema imprenditoriale che opera nel porto di Gioia Tauro, così come su tutti gli altri scali nella regione, a investire su innovazione e riduzione dell’inquinamento, anche nell’ottica di creare nuova occupazione perché la transizione può e deve essere una opportunità».

Intanto così come preannunciato partecipando alla manifestazione a tutela del porto di Gioia Tauro tenutasi dello scorso 17 ottobre, il gruppo del Pd in consiglio regionale ha depositato una mozione da discutere nella seduta dell’Assemblea fissata per lunedì prossimo.

«Il nostro intento – dichiara in una nota il capogruppo Mimmo Bevacqua – è di contemperare la salvaguardia dell’ambiente, obiettivo che si propone la direttiva Ue, con la salvaguardia del tessuto socio-economico della nostra terra: lo riteniamo non solo possibile, ma doveroso. Pertanto occorre prestare la massima attenzione ai cambiamenti climatici e alla riduzione delle emissioni di gas serra, ma è indispensabile difendere e valorizzare l’operatività della principale struttura portuale calabrese».

«Le azioni propedeutiche alla tutela dell’ambiente e utili a mitigare gli effetti del riscaldamento globale non possono e non devono ignorare i tempi e i modi per evitare che la transizione energetica si tramuti in tragedia economica e sociale. In quest’ottica – prosegue Bevacqua – la nostra mozione intende sensibilizzare il Parlamento affinché, nel momento in cui, a breve, avvierà la discussione per recepire la Direttiva 2023/959, non penalizzi il porto di Gioia Tauro rispetto agli altri porti mediterranei specializzati in traffico in transhipment, con particolare riferimento a quelli di Port Said, Tangeri e nord africani in genere. Al porto di Gioia Tauro vanno garantite quelle pari condizioni di mercato indispensabili ad assicurarne la competitività, pertanto chiediamo al Parlamento di considerare la possibilità di utilizzare i fondi provenienti dalla tassazione prevista dal sistema Ets per finanziare la conversione di navi inquinanti e l’ammodernamento delle flotte e di predisporre un sistema premiale per quelle navi che effettuano più scali nei nostri porti nazionali».

«Ci auguriamo – conclude Bevacqua – che maggioranza e minoranza in consiglio regionale possano giungere alla votazione unanime di un’unica mozione congiunta: noi presentiamo le nostre proposte, chiare e circostanziate, restando naturalmente aperti alla più ampia e proficua discussione». (rrc)

Occhiuto vede Tajani e chiede aiuto per salvare il porto di Gioia Tauro

A margine dell’incontro tra i rappresentanti della Commissione Intermediterranea della Crpm e il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, tenutosi alla Farnesina, il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha avuto un lungo colloquio con Antonio Tajani in merito alla direttiva Ets dell’Ue sulle emissioni di Co2 delle grandi navi, che così come concepita rischierebbe di colpire i porti europei che si affacciano sul Mediterraneo, Gioia Tauro in testa, a favore di quelli del Nord Africa.

Il governatore Occhiuto ha rappresentato al ministro Tajani le sue preoccupazioni e ha chiesto al vice premier di sostenere la richiesta già promossa presso il consiglio europeo dal ministro Pichetto Fratin affinché possa esserci una deroga alla misura, in attesa che la nuova Commissione e il nuovo Parlamento Ue rivedano questo controverso provvedimento.

Inoltre il governatore della Regione Calabria ha coordinato, nella sua qualità di presidente, un incontro tra la Commissione Intermediterranea della Crpm e il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri.

Durante la riunione – svoltasi alla Farnesina a valle di una due giorni di meeting tra i rappresentanti della Cim, organizzata dalla Regione Lazio – sono stati trattati alcuni dei temi più caldi e importanti dell’attuale scenario internazionale.

«Siamo molto preoccupati per ciò che sta accadendo in questi giorni in Medio Oriente e angosciati per tutte le vittime civili», ha detto il presidente Roberto Occhiuto.

«Un conflitto così cruento alle porte del Mediterraneo crea instabilità in tutta l’area e forti tensioni tra i Paesi che vi si affacciano. Questa non è la sede per approfondire questa vicenda, ma siamo tutti ovviamente attenti agli sviluppi che questa crisi avrà nelle prossime settimane. Venendo ai temi di stretta competenza della Commissione Intermediterranea, oggi vogliamo nuovamente condividere con il ministro Antonio Tajani, che ringraziamo per la disponibilità ad incontrarci per la seconda volta nel giro di pochi mesi, la nostra proposta per l’istituzione e il riconoscimento di una macroregione del Mediterraneo. Siamo Regioni, europee e nordafricane, che condividono problemi e difficoltà, ma anche prospettive e opportunità. Clima, siccità, smart agricolture, lotta all’inquinamento, blu economy, commercio, traffico marittimo, traffico aeroportuale, trasformazione digitale: sono tutti temi che ci accomunano. La creazione di una macroregione, a partire dalle iniziative esistenti come Eusair, West Med e Eusalp ci permetterebbe di avere maggior peso come autorità regionali e locali presso la Commissione Ue e il Parlamento europeo, le istituzioni nelle quali prendono forma e si definiscono le decisioni che poi, una volta in vigore, hanno grande impatto sulla vita di ciascuno di noi e dei nostri territori. Tutti conoscete ad esempio i problemi inerenti la direttiva Ue sulle emissioni delle grandi navi, un provvedimento che rischia di essere deflagrante per i porti europei che si affacciano sul Mediterraneo, Gioia Tauro in testa.
Ecco, con una macroregione del Mediterraneo molto probabilmente, nei mesi scorsi, avremmo avuto modo di partecipare alla costruzione di questa norma, mettendo in evidenza le criticità per le Regioni del Sud», ha sottolineato il presidente Occhiuto.

Il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha salutato con calore i rappresentati delle Regioni della Commissione Intermediterranea, ospiti per questa due giorni di confronti presso la Farnesina, ha ascoltato con attenzione gli interventi ed ha tracciato un quadro delle possibili iniziative utili al riconoscimento di una macroregione del Mediterraneo e di una strategia mediterranea.

In linea con queste ipotesi il ministro Antonio Tajani invierà una lettera all’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, per promuovere la proposta di macroregione del Mediterraneo avanzata dalla Commissione Intermediterranea (Cim) della Conferenza delle Regioni Periferiche Marittime (Crpm). (rrm)

Porto di Gioia Tauro, la Lega calabrese sfida il Pd: «Solleciti Gentiloni»

«E’ emblematico che nelle stesse ore in cui a Roma il vicepremier Matteo Salvini zittiva per sempre la propaganda contro il Ponte sullo Stretto, al porto di Gioia Tauro il nostro europarlamentare Valentino Grant dava una lezione di coerenza a quei partiti che con una mano hanno votato a favore di scelte scellerate contro lo sviluppo della Calabria e con l’altra erano là, nella stessa piazza, per stracciarsi le vesti illudendosi di prendere in giro il popolo».

E’ quanto dichiara Roy Biasi, responsabile regionale Enti Locali della Lega, all’indomani della manifestazione di protesta contro la norma con cui Bruxelles tassa i vettori navali per le emissioni nocive prodotte.

«Si è trattato – prosegue il dirigente della Lega che è anche sindaco di Taurianova – di una grande mobilitazione che, al fianco delle istituzioni che l’hanno organizzata e delle forze sociali che l’hanno sostenuta, ci ha visto partecipare a testa alta e senza doppiezze assieme al nostro rappresentante a Strasburgo, inneggiando sì alla necessaria unità che ora occorre trovare per cancellare le scelte ideologiche che penalizzano il primo porto italiano per traffico di container, senza però tacere sull’ecofollia di cui ancora una volta le sinistre hanno dato prova».

Biasi ricorda inoltre che «il gruppo parlamentare Identità e Democrazia, a cui aderisce la Lega, non ha votato la direttiva che dal gennaio prossimo obbligherà le compagnie di navigazione ad aderire al sistema di tassazione per compensare gli effetti nocivi della produzione di Co2, coerentemente con la visione pragmatica che sul tema della transizione ecologica il segretario Matteo Salvini sta impostando pure nel suo ruolo di governo, ma ciò evidentemente non è bastato visto che ieri in piazza non hanno rinunciato a sfilare anche i rappresentanti regionali della sinistra a cui, a questo punto, ha fatto bene il governatore Roberto Occhiuto a ricordare che, dopo la svolta ottenuta dal governo Meloni nella riunione dei ministri europei dell’Ambiente, la speranza di ottenere una moratoria che salvi il porto di Gioia Tauro dalla crisi passa dalle scelte che farà il commissario Paolo Gentiloni, espressione della maggioranza che ha voluto questa tassazione nemica dell’economia europea».

Per Biasi «coerenza vorrebbe che il Pd, adesso, in nome della unità vera che la Calabria ha manifestato sul tema, si rivolgesse direttamente a lui essendo responsabile degli Affari economici dell’Ue, ribadendogli il ruolo straordinario che nello shipping europeo ha il porto calabrese e la crisi mortale che rischia nel caso in cui la tassazione rimanesse nell’attuale configurazione che favorisce i porti di scalo concorrenti sulla costa africana del Mediterraneo». (rrc)

Porto di Gioia Tauro, si schiera anche Cannizzaro: «Non si può chiudere questa fonte di ricchezza»

«La Calabria intera si è compattata attorno alla stessa causa: evitare che il Porto di Gioia Tauro subisca un duro colpo. Perché sarebbe un danno enorme per l’economia e la logistica non solo della provincia di Reggio o della Calabria, ma di tutto il Sud e, a mio avviso, dell’intero Paese in chiave Europea. Ed è stato bello vedere tutti dalla stessa parte: lavoratori, sindacati, politica, istituzioni, compatti, nonostante la diversità di colori e vedute, per difendere qualcosa di importante per la comunità calabrese».

Parole del Deputato reggino Francesco Cannizzaro, vicecapogruppo di Forza Italia alla Camera, presente alla manifestazione al Porto di Gioia Tauro.

«Il peso specifico di questa infrastruttura è chiaro ed evidente, ma assume un ulteriore valore se la si pensa proiettata in un prossimo futuro dove ci sarà il Ponte sullo Stretto e tutte le altre opere ad esso connesse. Lo abbiamo detto anche in tempi non sospetti, nella relazione sul Ponte presentata dal Gruppo di Forza Italia alla Camera e di cui mi pregio di essere stato relatore. Detto questo, adesso la battaglia è con l’Europa, non dobbiamo convincere il nostro Governo, che è perfettamente consapevole del valore attuale e del potenziale futuro di Gioia Tauro. Assieme al Presidente Roberto Occhiuto siamo costantemente in contatto con i nostri Ministri, in particolare con il Ministro all’Ambiente Pichetto Fratin, affinché intercedano per sensibilizzare l’Europa ad una deroga sulla direttiva che determinerebbe le enormi difficoltà per il nostro Porto (e non solo per esso ovviamente). Insieme con i sindaci, i consiglieri regionali, gli assessori, in qualità di istituzioni, come rappresentanti dello Stato e del nostro territorio, combatteremo in tutte le sedi opportune affinché si trovi una soluzione che tuteli Gioia e tutti quei porti meritevoli di un’attenzione particolare. Questo Porto deve diventare il fiore all’occhiello di una Calabria più industrializzata, più al centro del Mediterraneo, più proiettata al dialogo con il grande commercio europeo. Perché tutto questo non può che portare ricchezza e lavoro». (rrc)