L’OPINIONE / Rubens Curia: Attuiamo il Pnrr per garantire una democrazia delle cure

di RUBENS CURIA – Il Pnrr ha reso, finalmente, attuale un nuovo lessico sanitario con termini quali: “Territorio, Prossimità, Reti, Medicina Proattiva, Continuità, Digitalizzazione, Casa come primo luogo di cura”. La valorizzazione della medicina territoriale garantisce la “democrazia delle Cure” implementando l’eguaglianza nell’accesso alla prevenzione e alle terapie che è obiettivo primario del Pnrr il cui strumento principale sono le Case della Comunità (C.d.C.), le Cot e gli Ospedali di Comunità (O.d,C.).

L’ultimo monitoraggio del Pnrr del 15 luglio da parte del ministero della Salute e della Regione Calabria e le notizie in merito ad un corposo ridimensionamento, da parte del Governo nazionale, dei fondi del Pnrr che interesserebbero le Case della Comunità e gli Ospedali di Comunità non possono lasciarsi tranquilli perché ciò potrebbe comportare, a breve, la riduzione delle 61 C.d.C. e dei 20 O.d.C. programmati per la Calabria. La verifica del 15 di luglio ci dice che “permangono criticità significative per 41 C.d.C.e per 11 O.d.C.” molti dei quali previsti, giustamente, nei Comuni delle Aree Interne che in Calabria sono 326 su 404.

La mancata o rinviata costruzione degli O.d.C. e delle C.d.C., che sono il luogo dove operano le équipes multiprofessionali composte dai mmg/Pediatri di libera scelta/ Infermieri di comunità e Specialisti ambulatoriali interni e del raccordo operativo (Transitional Care) tra Ospedale e Territorio e dell’integrazione sociosanitaria tra Azienda Sanitaria ed Ente Locale, sarebbe un fatto grave perché isolerebbe ulteriormente queste Aree, alcune delle quali subiscono già un grave ritardo nell’utilizzazione, da parte della nostra Regione, dei fondi della Strategia Nazionale Aree Interne (Snai) finanziati da molti anni!

Ci permettiamo di invitare il presidente Occhiuto a: A) sollecitare gli uffici tecnici preposti delle Aziende Sanitarie Provinciali a lavorare, senza interruzione, per superare le criticità evidenziate nel rapporto Regis del 15 luglio, specialmente per le Strutture delle Aree Interne; B) non tagliare nel nuovo programma le C.d.C.e gli O.d.C. utilizzando i fondi non spesi dell’articolo 20 della legge 67/88; C) attuare un cambio di passo nell’ utilizzazione dei finanziamenti Snai che interessano l’Area Grecanica, il Versante Ionico Serre, la Sila- Pre Sila Crotonese e Cosentina ed il Reventino Savuto. Attuiamo pienamente in Calabria la 833/78 che ha trasformato la tutela della salute da diritto dei lavoratori a diritto dei cittadinI. (rc)

[Rubens Curia è portavoce di Comunità Competente]

L’OPINIONE / Rubens Curia: il diritto alla salute nelle aree interne

di RUBENS CURIA – La riforma del Servizio Sanitario Nazionale prefigurata dalla legge 833/ 1978 cambiò completamente il principio della tutela della salute perchè previde che fossero tutelati i cittadini e non più i lavoratori come fino allora era stabilito aumentando notevolmente la platea degli assistiti.

La 833/78 e le successive norme avevano previsto che l’organizzazione della sanità fosse un sistema complesso interdipendente a rete dove s’intrecciavano la Medicina Territoriale, l’Emergenza/Urgenza, la Prevenzione e la Medicina Ospedaliera in un perfetto mosaico.
In Calabria, nei decenni passati, si creò una forte offerta ospedaliera che  garantiva una anomala medicina di prossimità che non è riuscita, nel tempo, a dare risposte ai mutamenti dei bisogni di salute creati dal benessere che ha prodotto un incremento dell’aspettativa di vita,  famiglie mononucleari ed la cronicità che pesa per il 70% sul Fondo Sanitario Regionale. Il mantenimento ad oltranza di questo sistema nella nostra regione con costi insostenibili dovuti a nuovi farmaci, a nuove tecnologie diagnostiche ha sacrificato colpevolmente le nuove sensibilità culturali garantite da leggi che davano risposte importanti ai  movimenti femminili ( 194/78), ad una nuova visione della prevenzione e cura della salute mentale ( 180/78), alla medicina d’iniziativa ( legge 189/12 che riportava al centro del villaggio il medico di medicina generale, il pediatra di libera scelta, lo specialista ambulatoriale interno, l’infermiere di famiglia) creando un servizio sanitario statico, con alcune ridotte di autoreferenzialità, inadempiente ai LEA.
Con il ” Piano di rientro dal debito” del dicembre 2009 imposto alla Calabria e la successiva chiusura di 18 presidi ospedalieri,  senza la contestuale trasformazione in Strutture Sanitarie Territoriali Intermedie come le Case della salute, il S.S.R. è rotolato verso il precipizio travolgendo cittadini ed operatori sanitari producendo la desertificazione della sanità territoriale e una forte carenza del personale sanitario    dovuta, anche,  ad una insensata politica del blocco delle assunzioni negli Ospedali, nei Dipartimenti di prevenzione e nell’ Emergenza/Urgenza resi più gravi dalla politica nazionale del numero chiuso nelle scuole di specializzazione di medicina.
In questo contesto le popolazioni delle “Aree Interne” della Calabria dall’Area Grecanica al Pollino, che stanno pagando il prezzo più alto per la mancata attuazione dei LEA, si sono organizzate, in alcuni Comuni, in Associazioni che  non solo con giuste proteste, ma con concrete proposte hanno chiesto il diritto alla tutela della salute a cui bisogna dare risposte. Gli strumenti normativi ci sono sviluppando i progetti finanziati dalla SNAI e dagli Obiettivi di Piano come i “Percorsi Diagnostici Terapeutici per i pazienti con multicronicità”  le “Tecnologie sanitarie come strumento d’integrazione Ospedale-Territorio”, “L’assistenza in modalità remota”, le “Equipe multidisciplinari mobili” ed altro.
In questi anni l’Associazione ” Donne e Diritti ” di San Giovanni in Fiore si è distinta per le molte iniziative per il  diritto alla salute chiedendo l’attivazione dello screening della mammella in loco e degli screening della cervice dell’utero e del colon-retto, la valorizzazione del Consultorio Familiare, l’istituzione della AFT h 12 con i mmg ed il pieno funzionamento dell’Ospedale di zona disagiata che sta soffrendo per una grave carenza di personale sanitario che momentaneamente potrebbe essere risolta con la presenza di medici cubani come ha richiesto nei giorni scorsi sui mass media la presidente dell’Associazione Stefania Fratto.
Come Comunità Competente facciamo un appello al Presidente Occhiuto perché, insieme ai management aziendale ed alle Istituzioni, si attivino quelle ” Reti Formali ed Informali” che possono “avvolgere” il paziente e la sua famiglia dando le opportune risposte ai bisogni di salute delle popolazioni delle Aree Interne. (rcu)

Rubens Curia: i consultori femminili sono allo stremo

Il 22 Aprile è stata la giornata nazionale per ” la tutela della salute della donna”. «Purtroppo – dice Rubens Curia, portavoce di Comunità Competente – nel  Distretto Sanitario della Tirrenica dell’ASP di Reggio Calabria c’è poco da festeggiare. Infatti negli ultimi anni, tra il silenzio di molti, sono stati inattivati, per pensionamento o trasferimento del personale i Consultori Familiari di Cittanova, Oppido e Polistena creando il deserto nell’attuazione del Progetto Obiettivo Materno Infantile ( POMI ) e nell’attuazione della Medicina di genere. Ricordo che Comunità Competente aveva inviato  ai precedenti 5 Commissari delle Aziende Sanitarie, prima che elaborassero gli Atti Aziendali previsti dalla legge del 2019 una pec che richiamava la norma regionale ( almeno un Consultorio Familiare ogni 20.000 abitanti ed altro).

Tenuto conto della dimostrata disponibilità della dottoressa Di Furia chiediamo che siano assunte le seguenti figure professionali: 1) psicologi; 2) assistenti sociali; 3) ostetriche di cui c’è offerta in Calabria. Per quanto attiene alle altre professionalità si potrebbe sopperire tramite le ore di specialistica ambulatoriale interna.

A tal proposito chiediamo un sostegno alla Conferenza dei Sindaci del Distretto Sanitario Tirrenico. Solo così potremo fare una prevenzione attiva».

Le Comunità della Locride pretendono una necessaria svolta nella sanità

di ARISTIDE BAVAIl recente intervento del mondo associativo locale sulle problematiche sanitarie della Locride trova particolare attenzione da parte del portavoce regionale di “Comunità Competente” Rubens Curia.

In una sua nota Curia scrive che «in queste ultime settimane, dopo l’intervento del Presidente Occhiuto in merito ai finanziamenti Inail stornati, per la provincia di Reggio Calabria dal presidio Ospedaliero di Locri( 33 milioni di euro e dal presidio Ospedaliero di Melito P.S. 40 milioni di euro) a favore del Gom vi sono stati importanti interventi della società civile organizzata in Comitati. Infatti Francesco Costantino per Comunità Competente, il Comitato per la Casa della Salute di Siderno con Francesco Martino e Sasà Albanese e l’Associazione DifendiAmo l’Ospedale della Locride con Bruna Filippone, hanno dimostrato, ancora una volta, che esiste una società civile attenta e competente con una stampa libera che rappresenta tutte le posizioni. Il Decreto Legislativo 33/2013 e altri Decreti che abbiamo illustrato nel libro Per una sanità partecipata obbliga le Regioni a “promuovere la Partecipazione degli interessati e favorire forme diffuse di controllo” rappresenta, d’altra parte, una svolta epocale tra Amministratori burocrazia e cittadinanza, e riconosce il pieno titolo agli “interessati” (sic!) ad intervenire, come da tempo avviene in Calabria con interventi qualificati che chiedono chiarezza e non le vecchie pacche sulla spalla che nella comunicazione non verbale significava: “lasciaci lavorare”; così di pacca in pacca – dice Rubens Curia – siamo arrivati a non spendere oltre un miliardo di euro per l’Edilizia Sanitaria».

Poi l’affondo «Il tempo delle deleghe in bianco – afferma Curia – è finito non comprendere che in Calabria è cresciuta una cittadinanza attiva attenta e preparata a difesa del bene comune qual è la tutela della salute come il Comitato Casa della Salute di Siderno che attende risposte in merito all’incremento dei costi, l’Associazione DifendiAmo l’Ospedale, ma potrei citare la Prosalus che si batte per il Nuovo Ospedale della Piana e tante altre sarebbe un grave errore. Mi auguro che il Presidente Occhiuto, persona disponibile al confronto, faccia spiegare dai suoi uffici come 19 milioni di euro, erogati in 6 annualità, possano sostituire i 33 milioni assegnati dall’Inail per la messa a norma del Presidio di Locri ad esclusione della Greca che è interessata dai famosi 14 milioni e 400 mila euro assegnati alla Calabria con delibera Cipe del 1998 e, finalmente, messi in moto ad agosto».

«Sperando – precisa – che Invitalia sia tempestiva nell’espletamento della gara. Pertanto la Partecipazione dei cittadini non può essere percepito come una fastidiosa zanzara, ma è un valore aggiunto in una sanità calabrese – conclude Curia – che spesso erge muri di gomma invisibili per tutelare alcuni interessi che hanno prodotto questi disastri”. In effetti la situazione sanitaria esistente nella Locride e’ decisamente precaria, indipendentemente da quelle che sono state le considerazioni fatte nei giorni scorsi – da una parte e dall’altra – sui presunti dirottamenti o meno dei fondi. Gli stessi ritardi che si accompagnano alla realizzazione della Casa della salute di Siderno sono il segno tangibile della scarsa volonta’ di risolvere un problema ormai atavico di assoluto interesse per il territorio. I cittadini sono sempre piu’ sfiduciati e continuano ad essere protagonisti e vittime dei cosiddetti “viaggi della speranza”.

Lo stesso presidente Roberto Occhiuto si sta sforzando di dare un nuovo assetto sanitario alla Regione, ma proprio l’inefficienza che si sta registrando sulle problematiche della Locride diventano un segno tangibile di quanto difficile sia istaurare il nuovo corso che tutti si aspettano. Il grido di dolore  che parte dalla Locride non continui, dunque, a passare inosservato». (ab)   

 

DIpendenze patologiche e salute mentali: un convegno a Reggio

Si è tenuto a Palazzo Alvaro a Reggio Calabria il 20 ottobre scorso il “convegno-tavolo di lavoro” su “Dipendenze patologiche e salute mentale” organizzato dal Casm (Coordinamento associazioni salute mentale) e da Altea (associazione di lotta alle dipendenze patologiche) nell’ambito del programma che si sta svolgendo su tutto il territorio regionale in occasione della giornata mondiale della salute mentale. 

I lavori si sono svolti con la partecipazione della Commisaria dell’Asp di Reggio Calabria dottoressa Lucia Di Furia e il direttore del Dipartimento di salute mentale di Reggio Calabria dottor Michele Zoccali. 

Dopo i saluti istituzionali del dott. Ferreri delegato del Sindaco f.f. Brunetti, del dottor Mantegna Consigliere della Città metropolitana e di Rosaria Brancati presidente del Casm, sono intervenuti tra gli altri la Presidente di Altea, Mimma Mollica, Luciano Squillaci in rappresentanza del Terzo settore, Isa Mantelli responsabile dei Ceis, Patrizia Gambardella operatrice di Comunità terapeutiche.

Mollica ha inizialmente rappresentato le difficoltà che le famiglie a Reggio Calabria vivono la drammatica esperienza della dipendenza patologica unita a problemi di ordine psichiatrico (la cosiddetta doppia diagnosi) ed ha evidenziato la mancanza di strutture, servizi e personale idonei a farvi fronte, stato questo che troppo spesso lascia i pazienti e i loro familiari tragicamente isolati e senza soluzioni adeguate. Mollica, che ha chiesto la convocazione della Consulta del Dipartimento di salute mentale per discutere e risolvere questi ed altri problemi, ha anche parlato della mancanza di seri programmi di prevenzione e delle novità rivoluzionarie apportate della legge Basaglia che nei nostri contesti di cura vengono assai spesso ignorate nella lettera e nello spirito che l’ha dettata! 

Il dottore Zoccali ha fatto emergere le difficoltà in cui versano ad oggi il Csm, il Dipartimento e il reparto ospedaliero di psichiatria, difficoltà che comportano le condizioni esposte dalla presidente di Altea e che non sempre consentono di fornire all’utenza le risposte attese, pur essendo il Dipartimento aperto ad accogliere le istanze dei pazienti e dei loro familiari.

Luciano Squillace ha poi messo in evidenza che ancora oggi si registra nell’Asp di Reggio Calabria una copertura finanziaria per solo il 40% dei posti letto nelle strutture per le dipendenze, mentre non esistono moduli specifici per le doppie diagnosi. Squillace ha ribadito che è giunto il momento di procedere con un investimento serio che garantisca una seria integrazione sociosanitaria ed una stretta collaborazione con gli enti del terzo settore e le associazioni.

Isa Mantelli ha evidenziato la pericolosità della poliassunzione e del ritardo nel rinvio alle comunità terapeutiche soprattutto nei confronti dei più giovani per i quali esistono reali e concrete possibilità di un recupero totale. 

Patrizia Gambardella ha parlato del ruolo che Altea sta svolgendo sul territorio e ha rimarcato l’importanza del lavorare in rete per affrontare nei tempi e nei modi adatti le patologie descritte. 

A conclusione di un nutrito dibattito per i molti esponenti del mondo associazionistico, del terzo settore e del volontariato reggino intervenuti, un ex utente del SeRD di Reggio Calabria ha lamentato soprattutto la scarsa umanità da parte degli operatori che si rivolgono ai giovani utenti che, per quanto manifestino problematiche complesse, palesano evidenti fragilità.

La dottoressa Di Furia ha preso la parola alla fine degli interventi fornendo risposte precise e concrete: ha dato la disponibilità ad incontrarsi con il mondo delle associazioni e del volontariato, impegnandosi ad attivare quanto prima la Consulta del Dipartimento di salute mentale, ritenendo indispensabile l’intervento dell’Asp anche in ordine alla carenza di personale a cui si sta già lavorando.

Ha concluso Rubens Curia, portavoce di Comunità competente di cui fanno parte sia il Casm, sia Altea. Curia ha riportato a sintesi i lavori svoltisi, mettendo in evidenza le cinque proposte emerse e rivolte alla Commissaria Di Furia: 

1) l’istituzione della Consulta del Dipartimento di Salute Mentale prevista dal DPGR del 2013 e composta dai rappresentanti delle associazioni del volontariato, dei tre distretti sanitari, degli enti locali e degli operatori sanitari del dipartimento;

2) l’attivazione dei 15 posti letto per la comorbilità psichiatrica come previsto dal DCA 65 del 2021;

3) l’assunzione di nuovo personale nei Csm e nei SerD;

4) il potenziamento del ruolo della neuropsichiatria infantile territoriale;

5) l’incremento di una forte collaborazione con la scuola pubblica soprattutto in ordine alla prevenzione. (rrc(

L’OPINIONE / Rubens Curia: Partecipazione come strumento per riforma organizzativa della sanità

di RUBENS CURIA – La bellissima e festosa iniziativa a Catanzaro Lido della Prima Passeggiata in Rosa per valorizzare la Breast Unit dell’A.O Pugliese Ciaccio di Catanzaro, il cui Direttore è il dottore Abbonante. Il sit in della settimana scorsa delle donne di San Giovanni in Fiore, grazie all’Associazione Donne e Diritti, perché il Presidio Ospedaliero di San Giovanni in Fiore avesse un mammografo e fosse dotato di sufficiente personale, la manifestazione molto partecipata di ieri presso la piazza San Rocco di Scilla del Comitato per la Casa della Salute perché, finalmente, si avesse una risposta definitiva sulla costruenda Casa della salute dopo la relazione tecnica negativa in merito al parere antisismico, la mobilitazione continua del Comitato per la Casa della salute di Siderno perché il Progetto definitivo sia consegnato all’Asp e della tenace Associazione Prosalus a favore del Nuovo Grande Ospedale della Piana e di tanti altri “focolai di partecipazione” ci dicono, da tempo, che i calabresi vogliono partecipare al rinnovamento della sanità calabrese alfine di abbattere le diseguaglianze di accesso alle cure di cui la nostra Regione è purtroppo malata da molto tempo.

Questa è la Calabria positiva, la Calabria del fare, lontana da stereotipi di rassegnazione, vicina ai fragili che vogliono che le Cure Domiciliari siano diffuse sul territorio regionale, alle persone che chiedono Consultori familiari funzionanti ogni 20.000 abitanti( assumiamo subito gli psicologi, gli assistenti sociali e le ostetriche perché ci sono), alle famiglie che chiedono Centri Diurni, ai medici di Medicina Generale ed ai Sindaci che chiedono che si attivino le Aft h12, agli ospedalieri in trincea che attendono dal 2017 che si acquistino con gli 86 milioni di euro disponibili le apparecchiature medicali.

Questa è la Calabria che chiede risposte alla Regione e ai management aziendali in un confronto positivo e continuo, soprattutto così si contrasta il malaffare e la ‘ndrangheta. (rc)

Rubens Curia: sanità in Calabria e autonomia differenziata

di RUBENS CURIA – In merito al DCA 87/2022 firmato dal Commissario ad acta Occhiuto che consente alla Regione Calabria di usufruire delle prestazioni professionali di 497 medici cubani per due anni, potrei scrivere “ tanto tuonò che piovve”, infatti mi scrive un collega non più giovane, che non è in organico al Pronto Soccorso, il 17 agosto quando lo informo del DCA: “ Speriamo , perché sono in ospedale dalle 8.00 e ho già coperto il 14 e 15 agosto  due turni al Pronto Soccorso, resto perché credo in quello che faccio”.

 In un articolo del marzo del 2021 il dottore Domenico Minniti, Presidente regionale AAROI/EMAC,  lancia un allarme, inascoltato: “ In Calabria abbiamo 260 Anestesisti , ne avremmo bisogno di almeno 310 se vogliamo garantire anche gli Ospedali di montagna” e la Calabria è una regione a carattere prevalentemente montuosa ( Treccani)! Purtroppo è dal 2004, con il famigerato vincolo di spesa del personale che opera nella sanità pubblica dell’1,4% voluto dal Ministero dell’Economia e subito dal Ministero della Salute, che la sanità pubblica è sotto attacco. Altro indizio di voler affossare il S.S.N. è il finanziamento del Fondo Sanitario Nazionale pari in era prepandemica all’8,7% contro l’11,7% della Germania o il 12% della Svizzera, ciò ha comportato che tra il 2009 e il 2018 la spesa sanitaria pro-capite è diminuita dai 1.893 euro ai 1.746 euro; oggi, purtroppo, grazie alla pandemia, il F.S.N. è passato dai 112 miliardi del 2018 ai 122 miliardi di euro del 2021 valorizzando la sanità di prossimità e d’iniziativa e la telemedicina che è ben esplicitata nel PNRR.

Questa visione economicistica della sanità applicata dal MEF in Calabria dal 2010 è stata devastante, comportando  la chiusura di 18 ospedali generali senza la contestuale riconversione in “ Case della Salute”, la forte riduzione della spesa del personale che non ha compensato il turn over con una perdita di oltre 4.000 unità in 12 anni che solamente per 1/4 è al di sotto dei 50 anni, il mancato rinnovo delle attrezzature medicali, nonostante la Regione avesse a disposizione 86 milioni di euro per acquistarle, il mancato utilizzo del miliardo e duecento milioni per costruire Presidi Ospedalieri, Case della Salute e Poliambulatori all’avanguardia, tutto ciò ha collassato il Sistema Sanità che ha due vittime illustri: i calabresi e gli operatori sanitari, entrambi costretti ad emigrare chi per farsi curare, circa 55.000 all’anno, chi per lavorare, chi per continuare ad operare in trincea in Calabria( vedi turni massacranti , continue aggressioni, morti per infarto e dimissioni) ! Dal 1986 la Calabria ha più che raddoppiato l’indice di fuga dei suoi residenti per farsi curare fuori Regione arrivando anche a 308 milioni  di euro di mobilità passiva!

Quelle poche assunzioni autorizzate dal Tavolo Adduce coordinato dai Ministeri dell’Economia e della Salute a leggere il verbale del 1° agosto 2019 stupisce ed indigna :” Si rileva che dai dati emerge una grave situazione relativa alla mancata gestione del turn over del personale da parte delle Aziende sanitarie, in special modo nell’ASP di Reggio Calabria”! Queste affermazioni sono un tentativo di precostituirsi un alibi  da parte dei Ministeri o lassismo e incompetenza della burocrazia aziendale come nel caso dei finanziamenti non spesi per l’edilizia sanitaria? Queste sono risposte che i calabresi si attendono dal Commissario Occhiuto.

Se non comprendiamo, infatti, l’eziologia della malattia del nostro Servizio Sanitario Regionale andremo avanti  fronteggiando i sintomi e non curando il paziente! La presenza in Calabria dei medici cubani è una potente aspirina, aldilà degli insoliti benefit inseriti nel contratto, né può essere un cavallo di Troia per le altre Regioni per scardinare il S.S.N., però mi domando perché  non si protestava in Italia ed in Calabria quando si autorizzavano pseudo cooperative di sanitari a lavorare negli ospedali? 

Quando Il 22 maggio 2020 121 Sindaci, 100 Associazioni e oltre 5.000 calabresi inviarono un documento al  Ministro della Salute, al Commissario ad acta ed al Presidente della Giunta Regionale con cui chiedevano, tra l’altro: A) la piena attuazione del Decreto legge 14/2020 nella parte attinente la “ Rideterminazione dei Piani del fabbisogno del personale delle Aziende Sanitarie, B) l’aumento delle ore degli specialisti ambulatoriali interni fino al completamento a 38 ore che, ricordo, possono operare sia nel Territorio che negli Ospedali, C) il potenziamento delle “ prestazioni sanitarie e sociosanitarie a domicilio”: Niente si mosse! Nessuna risposta ci venne data come se non pagassimo, in quanto calabresi, 100 milioni in più all’anno perché commissariati. Inoltre nessuna risposta venne data alla lettera del dicembre 2020 inviata alla Regione in cui Emergency manifestava la sua disponibilità a lavorare in Calabria!

Il 20 luglio scorso ci siamo confrontati, come Comunità Competente, a Lamezia con il subcommissario Esposito alla presenza di 22 Associazioni e consci dell’ immediata difficoltà ad assumere il personale medico abbiamo sollecitato da subito ad attivare o rafforzare nuovi modelli organizzativi sul territorio con i Medici di Medicina Generale, i Pediatri di libera scelta, gli specialisti ambulatoriali interni, gli infermieri di comunità con ambulatori h 12 e h 24; assumere infermieri professionali, psicologi, assistenti sociali, ostetriche, personale amministrativo e tecnico di cui c’è necessità ed abbondanza attivando, come previsto prima, le procedure di mobilità; fare un unico concorso regionale per figura professionale demandando la gestione all’ Azienda Zero o ad una Azienda Sanitaria individuata dalla Regione; avviare un grande processo di partecipazione, ognuno con il proprio ruolo, delle Istituzioni, dei Sindacati, degli Ordini e  delle Associazioni dei cittadini organizzati il cui modello abbiamo discusso con la struttura Commissariale perché solo la trasparenza e le competenze potranno abbattere i molti grovigli di interessi che si muovono nelle sanità calabrese. Utilizziamo subito questo tempo perché la sanità calabrese ha già perduto molti treni e finanziamenti.

 In questa mia riflessione c’è un convitato di pietra che è “ L’Autonomia differenziata” che, qualora fosse attuata nella sanità, produrrebbe una sanità calabrese di serie c e saremmo una colonia delle Regioni economicamente più forti. (rbc)

Sanità, Curia: Alla Calabria 7 mln per acquistare dispositivi diagnostici

«Per la Calabria sono stati stanziati 7.627.552,24 milioni di euro per acquistare dispositivi diagnostici di primo livello come gli ecografi o gli elettrocardiografi e altre attrezzature che potranno ridurre le Liste d’attesa o potenziare gli studi medici sviluppando o potenziando la “Rete di Telemedicina». Lo ha reso noto Rubens Curia, portavoce di Comunità Competente.

Curia, infatti, ha spiegato che «finalmente, dopo due anni di ritardi da parte delle Regioni, il 29 luglio scorso il Ministro della Salute ha firmato il Decreto che assegna alle Regioni 235.834.000 milioni di euro per far fronte al fabbisogno di apparecchiature Sanitarie finalizzate a garantire l’espletamento delle prestazioni dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di libera scelta presso i propri studi, le Case di Comunità già attive, le AFT e le UCCP; questo processo virtuoso migliorerà la presa in carico dei pazienti fragili».

«Inoltre – ha proseguito Curia – il D.M. raccomanda che queste attrezzature medicali debbano ridurre, tra l’altro, le diseguaglianze territoriali e favorire le “Aree Interne ” di cui la nostra Regione è ricca».

«In questi anni – ha spiegato – Comunità Competente si è battuta insieme ai Sindacati dei MMG perché fossero attive in tutta la Calabria le AFT h 12 e le UCCP h 24; con questo Decreto viene data più forza alla nostra visione per l’affermarsi di una sanità di prossimità e d’ ‘iniziativa».

«Adesso – ha concluso – la Regione intervenga perché le AFT e le UCCP siano attive in tutte le Aziende Sanitarie (vedi l’assenza su Reggio) e che, come prescrive il Decreto, entro 180 giorni la Calabria abbia fatto i compiti a casa. Purtroppo, in passato, siamo stati spesso inadempienti per questo ci appelliamo al Presidente Occhiuto». (rcz)

L’OPINIONE / Rubens Curia: La drammatica sofferenza dei presidi ospedalieri

di RUBENS CURIA – Assistiamo, in questi giorni, ad una drammatica sofferenza dei nostri Presidi Ospedalieri prodotta, tra l’altro, da una drammatica carenza di personale: Rianimazione e Pronto Soccorso dell’Ospedale di Polistena, Pediatria di Castrovillari, Pronto Soccorso dell’Annunziata, i più fragorosi, ma possiamo scrivere della forte carenza degli operatori sanitari nei Dipartimenti di salute mentale o nei Consultori Familiari o nelle Neuropsichiatrie Infantili Territoriali o nei Dipartimenti di Prevenzione e potrei continuare.

Eppure 5000 calabresi, rappresentanti delle Istituzioni (121 sindaci), oltre 100 Associazioni, tra cui Comunità Competente, avevano sottoscritto una “Lettera aperta” intitolata Le nostre proposte necessarie e realizzabili, inviata al Ministro Speranza, alla Presidente della Giunta Regionale e al Commissario ad Acta.

La lettera venne illustrata in una conferenza stampa tenuta a Lamezia il 22 maggio 2020, in quella occasione ricordammo che il Tavolo Adduce aveva redarguito la Regione perché in alcune Aziende Sanitarie non erano stati espletati i concorsi autorizzati!

Al punto 4 delle nostre proposte si chiedeva la “Rideterminazione dei Piani del fabbisogno del personale delle Aziende Sanitarie”, infatti scrivevamo che l’articolo 3 del Decreto Legge 14 del marzo 2020 prevede ” alla luce dei nuovi bisogni assistenziali che la Pandemia ha fatto emergere, una riscrittura dei”Piani del fabbisogno, terminavamo affermando «non cogliere questa opportunità che il Governo offre anche alla Calabria sarebbe imperdonabile» (sic!). Purtroppo il Commissario rimase immobile!

Tutto questo in una Regione dove 98.000 famiglie non possono garantirsi alcune cure mediche perché indigenti! Abbiamo in Calabria una aspettativa di vita in buona salute fino a 52 anni contro la provincia autonoma di Bolzano che raggiunge i 69 anni!

Siamo la Regione con il maggior numero di pazienti che si recano presso i Dipartimenti di salute mentale e che ha la più alta percentuale di residenti con due patologie croniche! Da molto tempo diciamo che è necessaria una visione dell’organizzazione della sanità che “riduca la frammentazione delle cure”, in special modo nei pazienti cronici, costruendo una “rete funzionale integrata tra Cure Domiciliari/ Strutture Sanitarie Territoriali Intermedie/Ospedali.

Non siamo stati ascoltati negli anni passati, quasi fossimo dei fastidiosi grilli parlanti, quando, tra l’altro, denunciavamo (Corriere della Calabria del 27 luglio 2021) che in Veneto il 26 luglio il Presidente Zaia riapriva il Punto nascita di Asiago dichiarando: «Che se avessimo seguito le direttive nazionali che prevedono la chiusura dei Punti nascita con meno di 500 parti/anno oggi non saremmo a questa inaugurazione» (Corriere della sera del 27 luglio 2021).

Ho apprezzato Zaia che ha anteposto il diritto a far nascere i bambini in montagna rispetto alle circolari ministeriali.
Adesso è necessario garantire il diritto alla tutela della salute dei calabresi scardinando quella visione economicista che il Ministero dell’Economia ha imposto alla Calabria, ma è fondamentale che la Regione, finalmente, si faccia approvare il “Programma Operativo” che ci consenta di utilizzare il Fondo di solidarietà e gli ulteriori finanziamenti per l’assunzione del personale.

Apriamo una nuova stagione dove sia favorito l’ascolto e il protagonismo delle Associazioni, dei Sindaci e dei Sindacati mettendo da parte quell’autoreferenzialità che ha fatto molto male alla sanità calabrese. (rc)

Sanità / Il presidente Occhiuto incontra Comunità Competente

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omunità Competente è una delle più attive associazioni a difesa della sanità regionale in Calabria e svolge da anni una forte opera di sensibilizzazione e di tutela della salute pubblica. Il suo portavoce è il dott. Rubens Curia, virologo e grande conoscitore dell’apparato amministrativo della sanità pubblica.

Venerdì scorso una delegazione di Comunità Competente è stata ricevuta in Cittadella a Germaneto dal Presidente Roberto Occhiuto.

Il governatore era affiancato dal Subcommissario Ernesto Esposito e dal Direttore Generale del Dipartimento Tutela della Salute Iole Fantozzi. La delegazione di Comunità Competente era composta da Rubens Curia, Rosaria Brancati, Francesco Costantino, Daniela Diano, Marina Galati, Francesco Mammì, Antonia Romano e Giovanni Schipani. 

Al governatore è stato presentato un propositivo documento su alcune problematiche inerenti i bisogni di salute dei calabresi,

La riunione, che si è protratta per oltre due ore, si è svolta in un clima costruttivo e di serrato confronto in cui si è condiviso il valore della partecipazione, dei vari attori sociali ed istituzionali, alla programmazione dell’organizzazione della sanità; a tal proposito il Presidente, dopo la predisposizione del Piano Operativo, si confronterà con le parti sociali per eventuali integrazioni, inoltre, prossimamente sarà istituito un “tavolo tecnico”, come richiesto, da Comunità Competente, per attivare il “budget di salute”, importante strumento per affrontare le problematiche delle fragilità nei suoi vari aspetti sia attinenti alla salute mentale che alle situazioni di svantaggio sociale. Si è condivisa la proposta di istituire nella nostra Regione una UOC Ospedaliera di Neuropsichiatria Infantile che dovrà integrarsi con le neuropsichiatrie infantili territoriali che dovranno essere potenziate con le necessarie assunzioni di personale. 

Per quanto attiene alla piena attuazione delle Aggregazioni funzionali Territoriali dei MMG h 12 e delle Unità Operative Complesse h 24, la problematica è in corso di definizione nel contratto decentrato dei MMG e dei Pediatri di libera scelta che disegnano un nuovo ruolo di questi professionisti. Si è affrontato, inoltre, l’annosa questione degli screening dei tumori femminili e del colon-retto che vedono la Calabria inadempiente ai LEA, su questo argomento è stato proposto di valorizzare il ruolo dei Consultori Familiari, di attuare il DCA 137/2020 che presenta opportuni finanziamenti e, da parte del Subcommissario, di utilizzare i camper, tenuto conto della orografia della Calabria.                                                                            

Particolare attenzione è stata posta all’organizzazione della salute mentale ed ai nuovi bisogni di salute in questo delicato campo su cui, nel mese di aprile, Comunità Competente e le molte Associazioni del settore organizzeranno una riflessione pubblica a cui hanno invitato il Presidente; infine, per quanto attiene alla riduzione delle “Liste d’attesa”, il Commissario ha firmato un DCA che affronta la drammatica situazione dei tempi di attesa. In merito ai gravi ritardi attinenti all’edilizia sanitaria, sottolineati da Comunità Competente, è stata avviata una  ricognizione da parte della struttura commissariale.                      Il Presidente, consapevole dei ritardi della nostra sanità accumulati negli anni precedenti, ha voluto dotare la sanità della “Azienda zero” che sarà avviata nel mese di marzo. 

L’incontro è terminato con la consapevolezza che sarà necessario attuare un notevole sforzo per consentire l’assunzione del personale di cui il nostro S.S.R. è fortemente carente, intanto eseguendo  i concorsi già autorizzati (circa 500 unità) su cui la struttura commissariale si è già attivata ed inoltre richiedendo ai Ministeri affiancanti ulteriori autorizzazioni con la consapevolezza che valorizzando la Medicina di prossimità i Presidi Ospedalieri potranno svolgere pienamente la loro funzione.