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Ospedale di Locri

Rubens Curia: sanità in Calabria e autonomia differenziata

di RUBENS CURIA – In merito al DCA 87/2022 firmato dal Commissario ad acta Occhiuto che consente alla Regione Calabria di usufruire delle prestazioni professionali di 497 medici cubani per due anni, potrei scrivere “ tanto tuonò che piovve”, infatti mi scrive un collega non più giovane, che non è in organico al Pronto Soccorso, il 17 agosto quando lo informo del DCA: “ Speriamo , perché sono in ospedale dalle 8.00 e ho già coperto il 14 e 15 agosto  due turni al Pronto Soccorso, resto perché credo in quello che faccio”.

 In un articolo del marzo del 2021 il dottore Domenico Minniti, Presidente regionale AAROI/EMAC,  lancia un allarme, inascoltato: “ In Calabria abbiamo 260 Anestesisti , ne avremmo bisogno di almeno 310 se vogliamo garantire anche gli Ospedali di montagna” e la Calabria è una regione a carattere prevalentemente montuosa ( Treccani)! Purtroppo è dal 2004, con il famigerato vincolo di spesa del personale che opera nella sanità pubblica dell’1,4% voluto dal Ministero dell’Economia e subito dal Ministero della Salute, che la sanità pubblica è sotto attacco. Altro indizio di voler affossare il S.S.N. è il finanziamento del Fondo Sanitario Nazionale pari in era prepandemica all’8,7% contro l’11,7% della Germania o il 12% della Svizzera, ciò ha comportato che tra il 2009 e il 2018 la spesa sanitaria pro-capite è diminuita dai 1.893 euro ai 1.746 euro; oggi, purtroppo, grazie alla pandemia, il F.S.N. è passato dai 112 miliardi del 2018 ai 122 miliardi di euro del 2021 valorizzando la sanità di prossimità e d’iniziativa e la telemedicina che è ben esplicitata nel PNRR.

Questa visione economicistica della sanità applicata dal MEF in Calabria dal 2010 è stata devastante, comportando  la chiusura di 18 ospedali generali senza la contestuale riconversione in “ Case della Salute”, la forte riduzione della spesa del personale che non ha compensato il turn over con una perdita di oltre 4.000 unità in 12 anni che solamente per 1/4 è al di sotto dei 50 anni, il mancato rinnovo delle attrezzature medicali, nonostante la Regione avesse a disposizione 86 milioni di euro per acquistarle, il mancato utilizzo del miliardo e duecento milioni per costruire Presidi Ospedalieri, Case della Salute e Poliambulatori all’avanguardia, tutto ciò ha collassato il Sistema Sanità che ha due vittime illustri: i calabresi e gli operatori sanitari, entrambi costretti ad emigrare chi per farsi curare, circa 55.000 all’anno, chi per lavorare, chi per continuare ad operare in trincea in Calabria( vedi turni massacranti , continue aggressioni, morti per infarto e dimissioni) ! Dal 1986 la Calabria ha più che raddoppiato l’indice di fuga dei suoi residenti per farsi curare fuori Regione arrivando anche a 308 milioni  di euro di mobilità passiva!

Quelle poche assunzioni autorizzate dal Tavolo Adduce coordinato dai Ministeri dell’Economia e della Salute a leggere il verbale del 1° agosto 2019 stupisce ed indigna :” Si rileva che dai dati emerge una grave situazione relativa alla mancata gestione del turn over del personale da parte delle Aziende sanitarie, in special modo nell’ASP di Reggio Calabria”! Queste affermazioni sono un tentativo di precostituirsi un alibi  da parte dei Ministeri o lassismo e incompetenza della burocrazia aziendale come nel caso dei finanziamenti non spesi per l’edilizia sanitaria? Queste sono risposte che i calabresi si attendono dal Commissario Occhiuto.

Se non comprendiamo, infatti, l’eziologia della malattia del nostro Servizio Sanitario Regionale andremo avanti  fronteggiando i sintomi e non curando il paziente! La presenza in Calabria dei medici cubani è una potente aspirina, aldilà degli insoliti benefit inseriti nel contratto, né può essere un cavallo di Troia per le altre Regioni per scardinare il S.S.N., però mi domando perché  non si protestava in Italia ed in Calabria quando si autorizzavano pseudo cooperative di sanitari a lavorare negli ospedali? 

Quando Il 22 maggio 2020 121 Sindaci, 100 Associazioni e oltre 5.000 calabresi inviarono un documento al  Ministro della Salute, al Commissario ad acta ed al Presidente della Giunta Regionale con cui chiedevano, tra l’altro: A) la piena attuazione del Decreto legge 14/2020 nella parte attinente la “ Rideterminazione dei Piani del fabbisogno del personale delle Aziende Sanitarie, B) l’aumento delle ore degli specialisti ambulatoriali interni fino al completamento a 38 ore che, ricordo, possono operare sia nel Territorio che negli Ospedali, C) il potenziamento delle “ prestazioni sanitarie e sociosanitarie a domicilio”: Niente si mosse! Nessuna risposta ci venne data come se non pagassimo, in quanto calabresi, 100 milioni in più all’anno perché commissariati. Inoltre nessuna risposta venne data alla lettera del dicembre 2020 inviata alla Regione in cui Emergency manifestava la sua disponibilità a lavorare in Calabria!

Il 20 luglio scorso ci siamo confrontati, come Comunità Competente, a Lamezia con il subcommissario Esposito alla presenza di 22 Associazioni e consci dell’ immediata difficoltà ad assumere il personale medico abbiamo sollecitato da subito ad attivare o rafforzare nuovi modelli organizzativi sul territorio con i Medici di Medicina Generale, i Pediatri di libera scelta, gli specialisti ambulatoriali interni, gli infermieri di comunità con ambulatori h 12 e h 24; assumere infermieri professionali, psicologi, assistenti sociali, ostetriche, personale amministrativo e tecnico di cui c’è necessità ed abbondanza attivando, come previsto prima, le procedure di mobilità; fare un unico concorso regionale per figura professionale demandando la gestione all’ Azienda Zero o ad una Azienda Sanitaria individuata dalla Regione; avviare un grande processo di partecipazione, ognuno con il proprio ruolo, delle Istituzioni, dei Sindacati, degli Ordini e  delle Associazioni dei cittadini organizzati il cui modello abbiamo discusso con la struttura Commissariale perché solo la trasparenza e le competenze potranno abbattere i molti grovigli di interessi che si muovono nelle sanità calabrese. Utilizziamo subito questo tempo perché la sanità calabrese ha già perduto molti treni e finanziamenti.

 In questa mia riflessione c’è un convitato di pietra che è “ L’Autonomia differenziata” che, qualora fosse attuata nella sanità, produrrebbe una sanità calabrese di serie c e saremmo una colonia delle Regioni economicamente più forti. (rbc)