A Cosenza celebrati i festeggiamenti del S.S. Crocifisso della Riforma

di FRANCESCO GAGLIARDISi sono svolti a Cosenza, il 3 maggio, i solenni festeggiamenti del S.S. Crocifisso della Riforma. Il Santuario, volgarmente detto della Riforma perché dal XVIII secolo fu convento dei Frati Riformati, è un edificio religioso molto importante. Nel Santuario c’è un Crocifisso ligneo molto importante e veneratissimo.

La Statua del S.S. Crocifisso è considerata dai Cosentini miracolosa sin dall’antichità. Ha salvato la città e la sua popolazione dai terribili bombardamenti della seconda guerra mondiale. La Chiesa venne rasa al suolo insieme al Convento durante il bombardamento del 3 settembre 1943. Il Simulacro del S.S. Crocifisso, però, non subì danni. Rimase indenne ala fuoco e alle fiamme. La Chiesa venne ricostruita e riaperta al culto il 25 novembre del 1953. I festeggiamenti hanno inizio il 23 aprile di ogni anno con l’esposizione del S.S. Crocifisso e della Madonna Addolorata. Segue l’offerta dell’olio che serve ad alimentare la lampada, la recita del Santo Rosario, Santa Messa.

Il 1 Maggio il S.S.Crocifisso si porta in processione nel piazzale dell’ospedale civile Annunziata con celebrazione della Santa Messa. Il 3 maggio alle 10 Santa Messa solenne presieduta dall’Arcivescovo di Cosenza-Bisignano con la partecipazione del Sindaco della Città che offre i fiori in segno di devozione dell’intera città al S.S.Crocifisso. Alle 17,30 Santa Messa e alle 18,30 processione per le vie della città. Le campane delle chiese suonano a festa. La processione è preceduta dai Tamburelli ( i Tubarini della Sila) e della Banda Musicale di Mendicino.

La processione, causa pandemia, non c’è stata nel 2020 e nel 2021. Ora, però, le cose stanno migliorando anche in Italia, e la festa si è svolta regolarmente. Viviamo, però, momenti bui e tristi a causa della sanguinosa guerra in Ucraina. Nel suo intervento il Sindaco di Cosenza Franz Caruso ha così concluso: «Affido Cosenza alla protezione del Crocifisso della Riforma e chiedo la pace a nome di tutti i cosentini». (fg)