L’Associazione Italiana Parchi Culturali Cosenza, il Soroptimist Cosenza e il Polo Tecnico Scientifico “Brutium” Cosenza hanno tenuto un incontro/dibattito, il 5 marzo 2022, nell’aula magna “A. Di Iuri”, nel plesso “Pezzullo” del polo scolastico “Brutium”, sul libro Le donne nella storia della Calabria, curato da Nella Matta, Tania Frisone e Marilù Sprovieri, edito da Jonia Editrice per AIParC.
Argomento del dibattito le donne di Calabria che hanno lottato per l’emancipazione e l’affermazione dei diritti. Le donne di cui si è parlato sono state: Giuseppina Amarelli, Rita Pisano, Bice Le Pera Campolongo, Maria Elia De Seta Pignatelli, Caterina Vaccaro.
Un dibattito ricco di momenti e spazi di confronto, approfondimento culturale e riflessione sul tema dei diritti e sul percorso compiuto dalle donne negli ultimi anni, non solo a livello locale e nazionale ma allargando l’orizzonte anche sul fronte internazionale, con un occhio particolare rivolto, dolorosamente, al conflitto tra Russia e Ucraina che sta scuotendo l’Europa.
Si è affermato da più parti che occorre andare oltre e impegnarci, tutti, sulle tematiche legate ai diritti della donna non solo in concomitanza dell’8 Marzo ma ogni giorno. Stiamo lentamente e faticosamente uscendo dal periodo di crisi scatenata dai due anni di pandemia in cui le donne hanno pagato un prezzo enorme, sia sul piano lavorativo che su quello personale, con un aumento notevole dei casi di violenza domestica che si è registrata proprio in questo periodo, anche nel nostro territorio.
Sia l’AIParC che il Soroptimist e il Polo scolastico Brutium ormai da anni sono impegnati e si battono su questo fronte, avvertendo fortemente l’esigenza di promuovere costantemente cultura, conoscenza e informazione sui terreni dei diritti e della parità di genere.
Un cammino che deve nutrirsi necessariamente di arte, storia e letteratura, nel quadro di un percorso che intende anche sottolineare, tra le altre cose, il ruolo fondamentale che le donne da sempre svolgono in Calabria non solo a livello sociale ma anche per l’economia del territorio.
Dal dibattito, al quale hanno preso parte anche gli alunni, è emersa la proposta di sensibilizzare, attraverso lettere, le amministrazioni dei Comuni dove sono nate o hanno operato le donne alle quali la manifestazione è stata dedicata, affinché collochino una panchina gialla in uno spazio comunale, o semplicemente colorino di giallo una già esistente e la intitolino alla figura femminile di rilievo per quel territorio, esempio di vita per tutta la comunità. Le lettere sono state già inviate ai vari sindaci.
La panchina è un luogo di sosta e di riflessione, un’utopia realizzata. Luogo simbolo di relazioni e scambi di pensieri. Il giallo è il colore dei diritti umani. La panchina gialla vuole essere un monito contro tutte le violenze di genere e non solo, a favore di una cultura di parità a tutela dei Diritti dei più indifesi, dei profughi da paesi in guerra e di tutti quelli che vengono privati dei diritti umani fondamentali: il diritto alla vita e alla libertà. Ci si chiede che differenza possa fare una panchina a memoria di una persona. Rimarrebbe una panchina colorata con una targa appesa, se non fossimo noi a riempirla di significato, a dare un senso a questo simbolo. Lo sbaglio più grande è quello di pensare che il cambiamento non possa avvenire dal più piccolo gesto.
È con i piccoli gesti che si può iniziare a formare le coscienze, specialmente dei giovani.
Allora, questa panchina dovrà essere il pretesto per diffondere la cultura dei diritti delle donne. Ma anche di quanti, singoli e popoli, hanno lottato e lottano per la libertà, e la democrazia. Una panchina con il nome di una donna di Calabria, che ha operato per l’affermazione dei diritti, in questo particolare e drammatico momento storico, di una guerra atroce e disumana, può infondere coraggio e speranza a tutte le donne oggetto di discriminazione e violenza, ma soprattutto alle profughe Ucraine affinché, possano farcela a riprendere in mano la loro vita e il loro destino. Anna Maria Ventura)