Filmcams Cgil Calabria: Serve scrivere un “Testo Unico” sul turismo

Per la Segreteria regionale di Filcams Cgil Calabria «serve scrivere il Testo Unico sul turismo e bisogna ripartire proprio da inchieste come Malapianta affinché intrecci e commistioni, inquinamento dell’economia non debbano più ripetersi».

E proprio dall’inchiesta Malapianta, che descriveva un settore Turistico asservito e fortemente condizionato dalla ‘ndrangheta, che la Filcams Cgil ha fatto nascere la campagna Caffè Corretto.

«L’esito del processo d’appello con le condanne confermate ai clan – continua la nota – è sicuramente una notizia positiva che punisce chi ha commesso gravi reati ma che non restituirà a chi ha subito torti e vessazioni la dignità e il maltolto. Lavoratori e lavoratrici che sono stati sfruttati o che non hanno avuto possibilità di faticare perché quel posto toccava a qualcun altro, aziende tagliate fuori dal mercato per favorirne altre che non hanno potuto crescere ed offrire lavoro, tutto questo è quello che soffoca la Calabria e di cui la politica innanzitutto deve occuparsi perché alcune cose non succedano».
«La Magistratura ha fatto e continua a fare un lavoro prezioso per riscattare la Calabria – viene evidenziato – così come le forze dell’ordine che vanno sostenute e ringraziate ma l’obiettivo della Filcams Cgil e di “Caffè Corretto” rimane cambiare questo stato di cose, far prendere coscienza e costruire alleanze con chi vuole restare in Calabria e vivere dignitosamente attraverso il proprio onesto lavoro».
«Per questo non smettiamo di appellarci alla Politica, alle associazioni datoriali ed alle Istituzioni – viene ricordato – affinché si costruiscano assieme alleanze e strategie contro il malaffare e per il lavoro corretto. Come calabresi, come lavoratrici e lavoratori meritiamo di vivere dignitosamente e di crescere nella nostra Terra, di difenderne la bellezza e di tutelarla».
«La Filcams Cgil Calabria continua a battersi in prima linea contro la criminalità – conclude la nota – perché questo significa liberare il lavoro dal ricatto e dall’imposizione a regole non scritte che gente senza cittadinanza, come sono questi criminali, vuole e continua ad imporre». (rcz)

Lavia e Domanico (Cisl): Pensare a politica comune per turismo e trasporti

«Occorre pensare ad una politica comune per turismo e trasporti, per costruire vere opportunità di  sviluppo e di occupazione». È quanto hanno dichiarato Antonio Domanico, segretario della Fit Cisl Cosenza e Giuseppe Lavia, segretario generale Ust Cisl Cosenza, nel corso del focus Il ruolo del sistema dei trasporti nel turismo invernale, svoltosi a Camigliatello Silano.

L’evento, promosso dalla Fit Cisl Cosenza, si è proposto di di dare rilancio al binomio trasporti-turismo quali asset strategici per rilanciare  l’economia di questi luoghi. 

I lavori sono stati presieduti da Antonio Domanico, Segretario della Fit Cisl di Cosenza e arricchiti dal  contributo del Segretario Generale della Fit Cisl Giuseppe Larizza, dal dibattito e dalle conclusioni di  Giuseppe Lavia Segretario Generale della UST Cisl Cosentina. 

«Il rinnovamento dei servizi di mobilità – hanno spiegato – deve puntare alla connessione tra  differenti modalità di trasporto per consentire una migliore accessibilità (strade più scorrevoli e meno  percorsi alternativi) al fine di recuperare turisti dalle regioni limitrofe.  Dopo anni di limitata operatività dell’impianto sciistico di Lorica e nelle more della revisione di quello  di Camigliatello auspicabile per inizio stagione, il settore turistico montano punta a ritornare ai livelli  pre-pandemia accogliendo quanti più turisti dalla vicina Sicilia, Campania Puglia e Basilicata. Servono politiche comuni ed un coinvolgimento di tutti gli stakolder per puntare ad un nuovo modello  gestionale che integri le strutture e le società di esercizio offrendo vere potenzialità di sviluppo, sia sul  piano occupazionale che di crescita economica». 

«Con il “treno della Sila” è possibile offrire un turismo lento – hanno proseguito – per condurre le persone tra i paesaggi  dell’altopiano, ricchi di storia e cultura. In una società frenetica, in Sila si può ancora scegliere con quale modalità viaggiare per riassaporare il  gusto del tempo per osservare e apprezzare le bellezze del nostro territorio»

Il dibattito ha fatto emergere, a fronte di tante opportunità, diverse criticità, tra cui l’annosa e irrisolta  crisi di Amaco le cui difficoltà impediscono alla città Bruzia di avere un servizio efficiente,  compromettendo i diritti dei lavoratori. Pieno sostegno e vicinanza è stata espressa alla protesta dei due  lavoratori di Amaco ai quali non è stato rinnovato il contratto. 

«Serve ridare alla città un servizio adeguato ed ai lavoratori dignità – hanno ribadito –. Occorre convocare tutti gli attori e  il gestore della rete per uscire da questa impasse.  Bene, invece, i giudizi sulle società private di tpl della provincia, il Consorzio conferma solidità e rispetto  del Ccnl.  Le difficoltà a raggiungere queste aree di montagna e centri importanti, come San Giovanni in Fiore, sono legate viceversa alle necessità di manutenzione della SS107, che palesa anch’essa i suoi limiti di età. Gli interventi sui viadotti ammalorati dall’uso del sale in inverno comportano chiusure lunghe che  rendono difficile la mobilità». 

«Serve un cambio radicale, occorre ripensare una nuova viabilità nel contratto di programma tra Regione  Anas/Mit che includa anche quest’arteria», hanno detto, sottolineando come «anche il personale di esercizio si assottiglia sempre di più, occorre aggiornare il regolamento di esercizio  e servono necessariamente nuovi innesti di personale». 

«Serve, inoltre, maggiore nel settore trasporti – hanno detto ancora – la sicurezza non è un costo ma un investimento per ogni  azienda.  Chiederemo nei prossimi giorni un incontro al Governo regionale per meglio capire l’evoluzione del  settore degli impianti a fune di Lorica e Camigliatello, anche alla luce della scadenza prevista il prossimo  30 settembre della convenzione tra Regione Calabria, Ferrovie della Calabria e Lorica Sky, che rende  incerto il destino dei lavoratori di quest’ultima società»(rcs)

Tirelli: «Turismo delle radici, investire anche fuori dall’Italia»

«Quello del turismo delle radici è un progetto intelligente ed importante nelle sue finalità. Bisogna soltanto stare molto attenti ad evitare che non prosegua esattamente per come impostato o addirittura che possa implodere e quindi fallire. Le risorse economiche previste per il suo sviluppo non possono essere investite, infatti, solo ed esclusivamente sul territorio nazionale o in pochi eventi massivi localizzati in alcune grandi città o capitali all’estero. Andavano prima e vanno urgentemente e necessariamente coinvolte adesso le federazioni ed i circoli di italiani nel mondo».

È quanto dichiara Franco Tirelli, già presidente dei Comites dal 2015 al 2022, deputato italiano eletto nel 2022 nella circoscrizione del Sudamerica nelle liste del Movimento Associativo Italiani all’Estero (Maie), con 45 mila voti il più votato.

«Il messaggio che ci si sta sforzando di trasmettere dall’Italia – continua – potrà forse essere raccolto e tradotto da quanti magari in autonomia decideranno di organizzarsi e partire per l’Italia o di quanti avevano già deciso di viaggiare e recarsi nelle diverse regioni italiane per conoscere parenti e quindi ritornare alle proprie radici. Ma questo – scandisce – non potrà rappresentare, stando alle stesse intenzioni del progetto messo in campo, il successo di un’iniziativa che dovrebbe produrre effetti e risultati epocali per tutti quei territori dai quali sono emigrate diverse generazioni di italiani. Bisognava coinvolgere da subito, ad esempio, le federazioni ed i circoli di italiani in Argentina – spiega – a partire da quelli calabresi e piemontesi, che sono le più importanti in termini di numeri, storia, esperienza ed attività e che al momento, purtroppo, disconoscono del tutto il progetto del turismo delle radici. Eppure – aggiunge – la loro capacità di organizzarsi e guidare gruppi e di promuovere viaggi di ritorno nelle terre di origine dei propri avi era e resta considerevole».

«Allo stato – ironizza il parlamentare italiano eletto in Sud America – è come se fosse stato aperto un ristorante, con un menù pieno di proposte di qualità, ma senza alcuna comunicazione a tutti i potenziali target e clienti. Come si vuole riempire e portare successo a quell’attività?».

«È davvero interessante e strategico – aggiunge il deputato – il progetto dei Marcatori Identitari Distintivi (Mid) messo in campo dalla Regione Calabria. Pur mantenendosi infatti vivo lo spirito di comunità, nelle federazioni di italiani all’estero si assiste oggi ad un importante cambio generazionale. I giovani, nipoti e pronipoti di emigrati, non sono più i giovani di 50 anni fa ed oltre. Hanno e coltivano altri interessi, fanno altri tipi di lavoro, non coincidono insomma con i loro antenati. In questa cornice, la mappatura dei Mid della Calabria Straordinaria e la sua promozione soprattutto nelle comunità italiane e calabresi all’estero possono rappresentare quella chiave di lettura esperienziale della loro terra natia che mancava fino ad oggi; una narrazione diversa dal passato, oltre ogni cliché di qualsiasi tipo che può rivelarsi preziosissima per alimentare sano e ragionato orgoglio d’appartenenza ad un humus identitario e distintivo con effetti di marketing territoriale verso luoghi e destinazioni d’origine, da raggiungere in tutti i mesi dell’anno e soprattutto – conclude Tirelli lanciando un campanello su quello che egli ritiene un costante errore di valutazione nelle azioni di promozione turistica regionale all’estero – sulla base delle diverse stagioni e periodi di vacanza in emisferi diversi da quelli europei». (rcz)

Mercoledì 20 settembre il sit-in della Filcams Cgil “Mettiamo il turismo sottosopra”

Mercoledì 20 settembre, alle 11, davanti la Cittadella regionale si terrà il sit-in della Filcams Cgil Calabria per chiedere un confronto serio e di merito sul turismo e sui lavoratori del settore.

Il Segretario Generale della Filcams Cgil Calabria, Giuseppe Valentino, appena ricevuta l’autorizzazione a manifestare ha commentato: «Siamo in mobilitazione e non ci fermeremo fino a quando non otterremo i risultati auspicati, per questo il flash-mob organizzato sotto la Cittadella Regionale rientra a pieno titolo nel percorso di mobilitazione generale che porterà la Cgil e oltre cento associazioni in piazza a Roma il 7 ottobre».

«In Calabria, in maniera particolare – ha ribadito – occorre alzare l’attenzione della politica e delle Istituzioni, di chi decide come e dove si assegnano le risorse, sui problemi delle lavoratrici e dei lavoratori, sulla loro condizione di precarietà e povertà. Il Turismo può essere un settore strategico per rilanciare l’economia calabrese se si fanno scelte coerenti ed investimenti di lungo termine, anziché continuare a devastare il territorio o sprecare risorse in mirabolanti campagne di comunicazione che non hanno alcuna ricaduta economica e sociale per la nostra Terra. Il Presidente Occhiuto si assumerà la responsabilità di continuare ad ignorare la gente onesta e laboriosa di Calabria o potrà decidere, come auspichiamo, che è venuto il momento di invertire la rotta e mettersi al lavoro seriamente». (rcz)

La necessità di allungare la stagione turistica

di ARISTIDE BAVAIl turismo, quello vero, non può rimanere limitato a quindici/venti giorni all’anno. Purtroppo questo è quello che succede in molti centri della Calabria e in particolare nella Locride o Costa dei Gelsomini che dir si voglia. Un tempo, infatti era quest’ultimo il nome con cui si identificava la zona costiera della provincia di Reggio Calabria che si sviluppava in particolare da Brancaleone a Monasterace.   

La zona prendeva  il nome dalla tipica coltivazione della pianta di gelsomino diffusa in tutta la provincia reggina ma in particolar modo nel lembo di terra appena citato dove un tempo il profumato fiore veniva raccolto dalle donne (chiamate gelsominaie), venduto a peso ed esportato all’estero per preparare profumi. Quel tempo è finito e, adesso, la presenza del gelsomino si è particolarmente diradata e il nome più comune con il quale si identifica il territorio in questione è, appunto, Locride.  La bellezza di questo lembo di Calabria, d’altra parte, non era ancorata solo alla sua zona costiera che è sovrastata anche da colline di conformazione diverse con  la parte montuosa  ricoperta da boschi, e quando si scende verso la pianura la coltivazione prevalente è rappresentata da uliveti, vigneti e, più a sud dal tipico bergamotto. 

La forza trainante del territorio, soprattutto  dal punto di vista culturale e  turistico è rappresentato, non solo dal mare ma oggi anche e soprattutto  da siti di interesse archeologico e storico che risalgono all’epoca magnogreca e romana quali  gli scavi di Locri e di Monasterace, dalla villa Romana di Casignana e/o del Naniglio di Gioiosa Jonica e all’epoca bizantina con punti di forza la Cattedrale di Gerace e la Cattolica di Stilo o  il Monastero di Santa Barbara di Mammola.dove è presente il Parco Museo Musaba considerato dagli esperti uno dei più importati Musei di Arte Moderna a livello internazionale.

La Locride a parte di importanti centri balneari tra i quali spiccano Roccella, Siderno, Caulonia insigniti della bandiera blu  ma anche Marina di Gioiosa, Caulonia, Monasterace, Locri, S. Ilario, Bovalino, Ardore,  Bianco e Brancaleone che d’estate, sono anch’essi, molto frequentati si trova ad avere altre “ricchezze” che turisticamente potrebbero fare la sua fortuna. Una delle caratteristiche che accomuna la riviera con i centri interni, è infatti la presenza di interessanti borghi antichi che anno dopo anno stanno diventando la vera attrazione della Locride e che, ancora, non sono stati adeguatamente valorizzati e quindi conosciuti dal grande pubblico.

E, poi ci sono tante manifestazioni tradizionali che si accompagnano al periodo estivo e che costituiscono grande attrattiva per i forestieri, Tra le manifestazioni di maggiore richiamo possiamo ricordare il Festival Jazz di Roccella che  si svolge solitamente dopo ferragosto presso il caratteristico Anfiteatro che si trova ai piedi del Castello feudale. È considerato ormai  uno dei più antichi e rinomati festival internazionali, e non a caso richiama ogni anno migliaia di spettatori. Poi c’è il  Palio di Ribusa di Stilo, che si svolge anche in agosto e rappresenta la rievocazione storica della consegna della bandiera al Mastrogiurato della città da parte del delegato del Regno. Altra manifestazione di grande richiamo è il Tarantella Festival  che si svolge ogni anno, a fine agosto,  nell’antico borgo di Caulonia. Una manifestazione  animata da numerosi suonatori  che ballano e suonano la caratteristica Tarantella Calabrese, coinvolgendo il pubblico presente con numerosi artisti  nazionali ed internazioni.

Altra manifestazione di grande impatto pubblico è il Borgo Incantato  che si svolge a Gerace ed è considerato uno dei più grandi festival internazionale d’arte di strada del Meridione favorito anche dalla bellezza di Gerace inserita tra i borghi più belli d’ Italia. La manifestazione, nata agli albori de 2000 è animata dalla presenza di numerosi artisti che  alternano le loro esibizioni nelle piazze e per le vie del centro storico della città. La chiave di successo del Festival è legata all’utilizzo dell’arte di strada come mezzo per promuovere il patrimonio culturale del centro storico che ben si presta ad offrire ai suoi visitatori uno scenario suggestivo e magico.

L’evento oltre a promuovere la creatività e la bellezza del proprio patrimonio artistico, punta alla diffusione delle proprie tradizioni anche attraverso la cucina.  Infatti è possibile per tutta la durata dei tre giorni degustare i prodotti tipici del nostro territorio grazie alla presenza di punti di ristoro allestiti per l’occasione dai cittadini di Gerace. Manifestazioni, tutte queste, che seppure in gran parte si svolgono nel periodo estivo sono servite, e servono, a promuovere il territorio dell’intera Locride. resta la necessità, però, se si vuole realmente allungare la stagione sfruttare meglio le potenzialità esistenti e superare una eccessiva improvvisazione che penalizza fortemente la possibilità di uno sviluppo turistico concreto e duraturo. (ab)

Turismo, la Filcams Cgil Calabria critica nei confronti del lavoro del governatore Occhiuto

Giuseppe Valentino, segretario generale Filcams Cgil Calabria, attacca la Regione per quanto riguarda il turismo.

«Le notizie sulle brillanti operazioni che le task force ispettive stanno conducendo in giro per la Calabria rappresentano la conferma di quanto la Filcams Cgil sta affermando da anni, nell’indifferenza della politica, delle Istituzioni e delle imprese – dice – Se nemmeno in presenza di un bando regionale che incentiva le assunzioni nel lavoro stagionale e ordinario nel Turismo, risultato della contrattazione tra i sindacati e l’assessorato al Lavoro, si riesce ad invertire la tendenza rispetto ad illegalità e lavoro nero in questa Regione siamo davanti ad un baratro. Le responsabilità sono diffuse, a partire dalla mancanza di cultura del lavoro tra questi falsi imprenditori senza alcuna responsabilità sociale e civile, per finire all’apice della politica regionale, cioè il presidente Occhiuto che sul Turismo non intende aprire un confronto, più volte richiesto, sentendosi evidentemente soddisfatto di come si sfrutta il lavoro e si alimenta l’illegalità».

«Come Filcams Cgil – aggiunge Valentino – abbiamo pubblicamente denunciato le storture, che si consumano su spazi e concessioni pubbliche senza che vi sia un controllo preventivo sulla qualità del lavoro e il rispetto delle leggi. A nulla sono valse le morti di lavoratori, consumate sulle strade calabresi, come ogni stagione turistica estiva, nell’indifferenza generale. Quando un Paese, la tua Terra, ti offre solo sfruttamento e pene, sofferenza e violenza è tutto il tessuto democratico a soffrirne ed ad indebolirsi, imbarbarendo la convivenza tra cittadini che diventano esclusi per colpa di una società che tollera e non si indigna, non reagisce di fronte a queste barbarie».

«La Filcams Cgil Calabria – conclude – continua nella sua azione di denuncia e rappresentanza delle istanze e delle ragioni di chi lavora attraverso la campagna mettiamo il Turismo Sottosopra e continuerà a battere alle sorde porte del Presidente della Regione che sarà chiamato come è giusto alle sue responsabilità ed irresponsabilità nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici fragili della nostra regione». (rcz)

L’OPINIONE / Massimo Vasinton: Serve riflessione regionale su turismo esperienziale e di lusso

di MASSIMO VASINTONLa Calabria è una regione, anzi una destinazione turisticamente complessa, molto diversa al suo interno e territorio per territorio con differenti livelli di maturità e di investimenti, di consapevolezza e di prospettive, di visioni e di competitività, rispetto alla varietà di target che animano il mercato globale dei turismi.

All’interno di questa fotografia difficilmente contestabile, Tropea rappresenta ormai una destinazione riconosciuta che da una parte compete con analoghe località top nazionali ed internazionali e, allo stesso tempo e proprio per questo, contribuisce in modo sensibile a promuovere nel mondo l’immagine e l’offerta complessiva della regione, di tutti i territori, quelli pronti e quelli no. 

Per queste ragioni riteniamo che, lasciatosi forse trascinare dal contesto in qualche sua ultima intervista web, il Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, debba come minimo interrogarsi di più, con più approfondimento e apertura, su quelle che egli stesso ha definito strategie di marketing territoriale e di posizionamento della domanda e dell’offerta turistica calabrese.

Perché se le affermazioni del Presidente sull’esigenza di riuscire ad intercettare, sulla base dell’esistente, target di visitatori altrimenti diretti, ad esempio, in Albania, potrebbe anche valere per molti territori della Calabria ancora non pronti e competitivi su scala nazionale ed internazionale, sicuramente quell’analisi non può essere calzante con il livello qualitativo di ospitalità complessiva, dalla ricettività ai servizi pubblici, costruito e raggiunto con chiarezza di obiettivi in questi ultimi anni dalla comunità e dalla destinazione Tropea nel suo complesso.

 Perché nelle nostre società di mercato e quindi nel mercato turistico non sono certo le istituzioni pubbliche a dettare, suggerire o tantomeno imporre i prezzi di beni e servizi locali ma essi sono dettati direttamente dalla quantità e soprattutto dalla qualità reale e percepita della domanda di soggiorno e di servizi offerti, connessi all’esperienza ricercata e vissuta e che va ben oltre il semplice pernottamento o la semplice richiesta di piatti e gelati da consumare. 

Nonostante i numeri turistici ad oggi parziali e comunque non corrispondenti alle previsioni ed attese nazionali dei mesi scorsi, Tropea ha comunque registrato (ed anche questa dei dati registrati, misurati ed analizzati dovrebbe essere oggetto di maggiore riflessione regionale) numeri eccezionali, anche nei periodi considerati di punta e ciò perfino contrariamente alle nostre stesse aspettative ed obiettivi dichiarati di arginare l’overtourism, preferendo selezionare target di qualità, più esigenti e quindi più alto-spendenti; esattamente come fa la filiera turistica di località top come Capri, Alberobello o Taormina che pur distinguendosi come consolidate destinazioni del redditizio turismo di lusso (in costante aumento ovunque) contribuiscono parallelamente ad attrarre altri target di visitatori meno-spendenti negli altri territori della Campania, della Puglia e della Sicilia senza per questo indurre i rispettivi presidenti di quelle regioni a sottovalutare o addirittura a contestare strategie e riconoscibilità distintive di quelle singole località.

Serve, infine, una riflessione regionale anche sul segmento del turismo esperienziale e di lusso sia perché non può esserci una regione-destinazione per tutti ti gusti e per tutte le tasche, sia perché alcuni territori calabresi possono già vantare maturità, consapevolezza, investimenti privati e pubblici ed un tasso di competitività non secondo ad altre destinazioni in Italia ed in Europa, sia soprattutto perché ancora una volta i dati confermano che mentre le località top come Tropea fanno registrare numeri in sensibile aumento da gennaio a dicembre, altrove si registra decrescita e ovviamente nessuna destagionalizzazione. (mv)

[Massimo Vasinton è presidente di Asalt – Associazione Albergatori Tropea]

 

Sonia Ferrari e Tiziana Nicotera stilano il Primo rapporto sul turismo delle radici in Italia

di FRANCO BARTUCCI – È una forma di turismo sostenibile che ha un impatto estremamente positivo sul territorio e che potrebbe favorire il ripopolamento dei nostri borghi. Si tratta del turismo delle radici, studiato da anni da Sonia Ferrari, docente di marketing del turismo e di marketing territoriale all’Unical, e di Tiziana Nicotera, cultore della materia presso l’Unical e consulente di marketing del turismo. E attualmente è anche oggetto di un grande interesse sia del Ministero degli Esteri che di quello del Turismo. Le due studiose hanno realizzato, con il patrocinio del Ministero degli Esteri e grazie anche al contributo di altri ricercatori, il Primo rapporto sul turismo delle radici in Italia, considerato il principale riferimento per chi opera in questo ambito. Stanno svolgendo, inoltre, una serie di corsi di formazione online su questo tema per conto di Confcommercio, con grande successo.

Oggi la Ferrari e la Nicotera stanno studiando l’impatto di questa forma di turismo e dell’attaccamento ai luoghi delle proprie origini da parte di emigrati e turisti delle radici in termini di promozione dei prodotti agroalimentari italiani nel mondo. La ricerca è realizzata in collaborazione con il Crea, il principale ente di ricerca italiano dedicato alle filiere agroalimentari, nell’ambito del progetto Oleario, che ha l’obiettivo di unire competenza e comunicazione per generare un’accelerazione dei processi culturali che riguardano il settore olivicolo.

Lo studio, ormai al termine, mostra come i turisti delle radici (oriundi italiani e loro discendenti che tornano in vacanza nei luoghi delle origini) possano concorrere a migliorare l’immagine di alcuni marchi territoriali, oltre ad acquistare direttamente prodotti realizzati nel luogo di origine della loro famiglia e a promuoverli. Questi turisti diventano veri e propri ambasciatori all’estero del cosiddetto Made in Italy. Tutto ciò può favorire le esportazioni, stimolare la produzione locale, aumentare l’orgoglio della comunità, accrescere la sostenibilità e l’attrattiva locale. Inoltre, gli ‘italiani nel mondo’ possono limitare l’impatto negativo del fenomeno dell’Italian sounding, che diffonde finti prodotti italiani di scarsa qualità, dannosi per l’immagine della gastronomia italiana e per l’economia e le esportazioni del settore agro-alimentare italiano. Nell’ambito della ricerca è previsto un focus sul comparto olivicolo-oleario. (fb)

LA CALABRIA E IL PARADOSSO TURISMO
POCHE PRESENZE E SCARSA PROMOZIONE

di PIETRO MASSIMO BUSETTAQuel treno per Yuma era il titolo di un famoso film del 2007 remake del film omonimo del 1957. Me lo ricorda l’annuncio del treno per Pompei. «Il 16 luglio é partito  il treno Roma-Pompei, realizzato con le Ferrovie dello Stato: porterà i visitatori direttamente alla stazione ma anche agli scavi. All’interno si potrà vedere anche un video che introduce alla storia di Pompei e ai grandi scavi iniziati con i Borbone e si potrà acquistare il biglietto di accesso agli scavi». Ad annunciarlo, è stato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che si concentra giustamente sui siti culturali che possono essere attrattori di visitatori. 

Egli ha molto chiaro il collegamento tra conservazione e fruizione, ma anche che non si distribuiscono pasti gratis, e che quindi la fruizione deve avere un prezzo.

L’ingresso a pagamento del Pantheon a Roma evidenzia un progetto sano che prevede che anche i beni archeologici, architettonici ed in generale tutti i beni culturali, prevedano per la loro visita un biglietto d’ingresso, come avviene in tutti i Paesi del mondo, nei quali paghi per vedere opere da noi assolutamente gratuite. L’abbondanza dei beni culturali, delle chiese monumentali, degli scavi archeologici, dei beni ambientali presenti in tutto il Paese non ci può non far riflettere che la loro manutenzione e la possibilità di fruizione hanno un costo che ogni giorno le Istituzioni affrontano, che va rifuso da coloro che ne diventano gli utilizzatori. 

Tale approccio ricorda a tutti noi che il turismo non è solo un’attività che consente a tutti noi di mostrare quanto la realtà in cui viviamo sia bella ed attraente, cosa che facciamo normalmente compiacendocene alquanto, ma che deve diventare uno strumento, soprattutto al Sud, area nella quale è assolutamente sotto dimensionato, un driver dello sviluppo importante.

Senza inseguire gli utili idioti che affermano che il Sud potrebbe vivere di agricoltura e turismo, non vi è dubbio che una utilizzazione attenta e una gestione avvertita dell’industria turistica potrebbe rappresentare una parte della soluzione al processo di spopolamento che le aree meridionali stanno subendo. 

Non bisogna dimenticare però che il rapporto tra presenze e occupati, diretti ed indiretti, nel settore, quindi compreso l’indotto che riguarda tutto il terziario, si colloca tra il 3 ed il 7 × 1000, e varia a secondo della concentrazione delle presenze, per cui se esse sono disperse ci avviciniamo al 7 × 1000 se sono invece concentrate in grandi complessi con centinaia di camere ci si avvicina, come é logico, al dato più basso.

Poiché il Mezzogiorno ha 80 milioni di presenze, stimando un dato medio del 5 × 1000, si può valutare che il settore dia lavoro, tra occupati diretti ed indiretti, a circa 400.000 persone. Per chi volesse approfondire tale tema può scaricare un lavoro pubblicato sulla Rivista Economica del Mezzogiorno della Svimez, pubblicato da me recentemente.  

Quindi incide sull’occupazione e probabilmente anche sul valore aggiunto dell’area per il 7%. Il raddoppio delle presenze, cosa assolutamente complicata, porterebbe ad un aumento dell’occupazione interessante ma non certamente risolutiva rispetto alle esigenze enormi riguardanti una popolazione che, con 20 milioni di abitanti, dovrebbe avere una occupazione complessiva di oltre 9 milioni, rispetto ai 6 che oggi sono il numero di coloro che trovano un lavoro sia regolare che invece senza coperture assicurative e quindi sommerso. In tale quadro di riferimento il successo e i risultati che la branca sta conseguendo in quest’anno felice devono essere inquadrati.

La Calabria su 20 regioni italiane è al 15 posto per presenze turistiche nel 2022. Al primo posto il Veneto con 65,9 milioni, seguito dal Trentino Alto Adige e dalla Toscana. La Campania è la prima regione del Mezzogiorno e al settimo posto in Italia, con 17,8 milioni di presenze, seguita da Puglia, Sardegna Sicilia. La Calabria è al quinto posto con 7,3 milioni di presenze.

In Calabria nel 2019 ci sono state 9,5 milioni di presenze. Dopo il crollo di presenze nel 2020 per la pandemia (4,5 milioni), i forti incrementi del 2021 e 2022 non hanno ancora permesso di raggiungere i livelli del 2019, soprattutto per quanto riguarda le presenze straniere. 

Tra i primi 200 comuni italiani per presenze turistiche nel 2022 al primo posto Roma con 29,2 milioni, seguita da Venezia, Milano e Firenze, che ha 7,4 milioni di presenze (l’intera Calabria ne ha 7,3 milioni). Seguono Cavallino-Treporti (Venezia) e Rimini. 

Il primo comune del Mezzogiorno per presenze turistiche è Napoli, al sedicesimo posto in Italia, con 2,7 milioni, di cui 1,3 milioni stranieri, seguito da Sorrento al diciottesimo posto e Vieste (Foggia) al 25 posto tra i comuni italiani. 

Bene sono questi i dati con i quali bisogna confrontarsi quando si parla del boom turistico del 2023, che vede alcune realtà come quella di Napoli avere un’accelerazione interessante, che non deve far dimenticare come é stato detto precedentemente che tutta la Calabria ha meno presenze della sola Firenze. Eppure la costa calabrese tirrenica  da Scilla a Bagnara a Tropea, alla costa ionica  é un paradiso purtroppo riservato ai pochi appassionati che l’hanno scoperta. 

Senza parlare della Sicilia che con i suoi  15 milioni di presenze che, paragonate a quelle analoghe di Malta, dovrebbero provocare se non pianti tragici risate amare,  rimane una Isola ancora non attraversata da flussi importanti.

In tutto questo una confusione di dati che l’Istat raccoglie come se il settore fosse minore, senza porsi  il problema di una indagine campionaria per poter rilevare il sommerso, che lo caratterizza parecchio. 

Basteranno gli incrementi, anche notevoli, che la branca sta avendo in alcune realtà particolari come il napoletano piuttosto che nel Salento per far diventare il settore l’industria turistica che serve al Mezzogiorno? 

Senza alcuna pianificazione che consenta di raggiungere in tempi brevi quei numeri che servono attraendo investimenti dall’esterno dell’area in località particolarmente vocate, con ampi spazi, che consentano anche quei grandi numeri dei quali il Mezzogiorno ha bisogno ma che non ha ancora attratto? Forse sarebbe opportuno che il Ministero del turismo pensasse ad una pianificazione seria, sia normativa che operativa. Ma  in questo momento è chiedere troppo. (pmb)

[Corutesy Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia]

Dalla Cgil un piano strategico enogastronomico e culturale per un lavoro dignitoso

«Bisogna fare una battaglia contro la precarietà e mettere a regime un sistema che possa dare qualità di servizi e del lavoro mettendo insieme i vari turismi che abbiamo in Calabria, beni culturali, enogastronomia, turismo religioso e puntare su una Carta Turistica unica in Calabria. Anche la Regione deve avviare una discussione profonda sul rilancio del settore e sui diritti dei lavoratori». È quanto ha dichiarato Angelo Sposato, segretario generale di Cgil Calabria, nel corso dell’iniziativa del sindacato svoltasi al Castello di Squillace e organizzata con la collaborazione delle federazioni di categoria che si occupano di turismo e agroalimentare (Filcams e Flai Cgil).

Per Sposato, infatti, «il settore turistico è in crescita, ma occorre stimolarlo, sia dal punto di vista dell’offerta sia in termini di qualità dei servizi e del lavoro. Le potenzialità del settore non corrispondono, infatti, alla qualità del lavoro: contratti irregolari, sfruttamento, utilizzo di contratti impropri».

La segretaria generale Flai Cgil Calabria, Caterina Vaiti, mette l’accento sulla creazione di “percorsi di cibo”: «Il turismo enogastronomico deve essere strettamente legato al turismo culturale, unendo le bellezze paesaggistiche e turistiche a dei percorsi del cibo che partano dal nord al sud della Calabria. In questo è fondamentale la collaborazione tra comuni per far sì che la persona che, ad esempio, sceglie la meta balneare sia incentivato ad andare anche nell’hinterland con dei percorsi studiati e sinergici per poter apprezzare le specialità locali e il cibo del luogo».

«Importante – ha aggiunto Vaiti –  è che i due ministeri, quello del Turismo e quello dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste siano connessi e che a cascata lo siano anche gli assessorati regionali. In Calabria non abbiamo un assessorato al Turismo, perché la delega è rimasta al presidente della Regione, mentre riteniamo sarebbe opportuno che ci sia un assessorato ad hoc e che gli assessorati possono viaggiare insieme».

«Occupare la cultura, questa la provocazione che vogliamo lanciare stasera da Squillace da dentro un castello. Se abbiamo ancora meravigliosi castelli in Calabria – ha affermato il segretario generale Filcams Cgil Calabria Giuseppe Valentino – è perché c’erano le corti, i re e le regine che man mano abbiamo cacciato per vivere in democrazia».

«Oggi paradossalmente gli stessi castelli che i Comuni hanno acquisito in nome per conto del popolo ci vengono privati, non sono fruibili se non a pagamento, e così per altri luoghi meravigliosi e di interesse paesaggistico che siano parchi archeologici, attrattive turistiche e culturali.  Abbiamo bisogno di costruire una cultura alternativa che permetta alla Calabria di diventare una terra di libertà in tutti i sensi. L’iniziativa di ieri è stata una piccola tappa in un percorso nel quale l’obiettivo è quello di mettere il sistema turistico sottosopra. C’è bisogno – ha concluso – di ripensare ad un sistema turistico fruibile da tutti e che attivi dal basso le imprese, le associazioni, il territorio e naturalmente le lavoratrici ed i lavoratori i cui diritti devono essere garantiti nel rispetto dei CCNL di settore».

Al termine dell’evento, moderato dal giornalista Pietro Melia e a cui hanno preso parte anche Enzo Scalese, Segretario Generale Cgil Area Vasta,  Andrea Coinu, vice presidente Effat (European Federation of Food, Agriculture and Tourism Trade Unions), Francesco Perino, presidente EBTC (Ente Bilaterale Turismo della Calabria), Carolina Scicchitano, direttore amministrativo e finanziario Gal Serre Calabresi e Franco Caccia, assessore Turismo e Programmazione del Comune di Squillace, si è tenuto un aperitivo di solidarietà alle popolazione delle Marche e dell’Emilia Romagna. (rcz)