I SERVIZI PER CIECHI PURIMINORATI, UNA
LEGGE CHE È L’ORGOGLIO DELLA CALABRIA

di PIERFRANCESCO GRECO  – «Costruire, anche sui territori, un presidio integrato di azioni, per dare respiro alla straordinarietà dell’Esistenza, quella capace di trarre dall’assistenza la forza di riempire i giorni di impegno, soddisfazione, realizzazione». Questo l’obiettivo delineato dalla dottoressa Annamaria Palummo, Consigliere Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, rispetto al Progetto per lo sviluppo di servizi a favore delle persone cieche pluriminorate, normato in Calabria dalla Legge regionale n. 17 del 31 maggio 2019, che ha costituito l’oggetto del Convegno svoltosi lo scorso 28 novembre nella Sala Oro della Cittadella Regionale di Germaneto, a Catanzaro.

«Un simposio che – ha spiegato la dottoressa Palummo, moderatrice dell’incontro – costituisce il consuntivo della terza annualità del progetto afferente alla succitata legge, la quale è la bussola che può portarci a cogliere il risultato poco fa prefigurato. Certo, quello che siamo già riusciti a ottenere grazie a questa norma, che è un’eccellenza, un primato della nostra Regione, ha del prodigioso; un prodigio determinato dalla sinergia tra Istituzione regionale e associazionismo, nello specifico Consiglio Regionale dell’Uici Calabria e Comitato Regionale Calabria della Iapb, i quali, attraverso i finanziamenti appositamente erogati dalla Regione e grazie al lavoro dei dirigenti, delle strutture associative e degli operatori, hanno garantito, anche quest’anno, con interventi mirati e modulati sulle specificità individuali, dignità a tante persone, a tante sensibilità, a tante aspirazioni: consulenze, assistenza alle famiglie, assistenza scolastica, stimolazione basale, trasporti, attività ludiche e ricreative e via dicendo sono riusciti di nuovo a scardinare la coltre di immobilismo e marginalizzazione che troppo a lungo ha negato a troppe sorelle e a troppi fratelli la fragranza della libertà».

«A tal riguardo – ha aggiunto – ritengo opportuno evidenziare come il prossimo step debba consistere nella riqualificazione del nostro gruppo di operatori e di quello degli istruttori per l’orientamento e la mobilità, facendo in modo che questa legge arrivi a estendere,  sempre di più, i propri effetti sui territori, così da rendere le nostre sezioni delle vere e proprie agenzie di promozione esistenziale, in grado di volare oltre ogni limite, di dare alla vita i colori della felicità».

«Felicità che – ha evidenziato la vicepresidente della Regione Calabria, Giusy Princi – dipende dalla capacità che tutti noi, Regione e Associazioni, sapremo continuare a dimostrare nel donare vicinanza a chi ha più bisogno, creando le condizioni congrue all’inclusione e all’integrazione, sociale, lavorativa e scolastica. Ecco, la formazione è il punto fondamentale, per i non vedenti, per i portatori di pluridisabilità e per coloro i quali devono loro garantire l’assistenza: in tale ambito la Regione è particolarmente presente, al fine di rendere la nostra terra accessibile a tutti, in tutte le sue opportunità e in tutta la sua bellezza».

Regione che ringraziamo, «unitamente  al suo Presidente, Roberto Occhiuto, per aver, anche quest’anno consentito di dare seguito a un progetto di cui andiamo orgogliosi – ha affermato il Presidente Regionale di Uici e Iapb Calabria, Pietro Testa -; in progetto per il quale occorre continuare a lavorare insieme, ognuno nel proprio campo d’azione, affinché possiamo, da qui a un anno, ritrovarci per il seminario della quarta annualità; un seminario da riempire, alla stregua di oggi, non solo di freddi numeri, ma, soprattutto, di calore umano e gioia, come quelle veicolate dalle testimonianze che ascolteremo e dai video che saranno proiettati; video realizzati dalle sedi territoriali dell’Uici, le quali provvederanno a esplicitare le proprie relazioni sull’annualità appena conclusa».

Testimonianze e video che si sono succedute nella soleggiata mattina catanzarese, colmando – per usare le parole del Presidente Testa – di calore umano e gioia la sala, affollata dalle nutrite delegazioni territoriali che hanno raggiunto la Cittadella Regionale, con assistiti, famiglie, operatori e dirigenti, i quali hanno seguito con interesse i lavori, il cui proscenio è stato poi occupato proprio dalle rappresentanti e dai rappresentanti delle cinque sedi territoriali Uici, ovvero Catanzaro –  col saluto della vicepresidente Lidia Travaglio, in sostituzione del Presidente territoriale Concetta Loprete, assente per motivi di lavoro, e la relazione di Luciana Loprete, dirigente regionale Uici, già presidente del Comitato regionale Iapb -, Crotone – col saluto del Presidente Francesco Scicchitano e la relazione di Stefania Scalise, segretaria della sede -, Cosenza – col saluto e la relazione del vicepresidente Roberto Crocco -, Reggio Calabria – col saluto e la relazione della Presidente Francesca Marino e il breve intervento del Presidente territoriale emerito Fortunato Pirrotta, presidente del Collegio nazionale dei Probiviri dell’Uici – e Vibo Valentia – col saluto e la relazione del Presidente Giuseppe Bartucca -. Testimonianze, video e relazioni che hanno palesato l’esito prodigioso di cui ha parlato la moderatrice Palummo: il prodigio di essere riusciti a liberare la meraviglia del quotidiano, massimizzando, a livello individuale, quelle che il Presidente Nazionale Uici e Iapb, Mario Barbuto, collegato da remoto, ha definito le “abilità residue”, attraverso cui percorrere con successo la strada verso una società aperta e libera da vincoli e barriere.

Una libertà di cui la Calabria è alfiere, grazie alla particolarità di questo progetto; «particolarità – ha spiegato l’avvocato Annunziato Denisi, consulente legale dell’Uici Calabria – consistente nel fatto che non solo l’elaborazione e la definizione ma anche la sua esecuzione ha come elementi di riferimento congiunto associazionismo e istituzione: Associazioni ed Ente Regionale che, insieme, sono partecipanti attivi e responsabili del progetto, in ogni sua fase».

«Un progetto che si dipana nell’attività quotidiana coordinata dai dirigenti – ha aggiunto – ed eseguita dalle nostre segreterie territoriali, da quella regionale e dagli uffici della Regione Calabria, oltre, che ovviamente, dagli operatori, i quali danno concretezza all’erogazione dei servizi. I risultati sono tangibili e la speranza è di riuscire a fare partire i progetti, come previsto inizialmente, dal settembre di ogni anno, per dare continuità e massima espressione alle potenzialità di questa legge, che, nata in Calabria, è un esempio di simbiosi vincente tra pubblico e privato».

Una simbiosi da promuovere e a cui guarda con interesse la platea dell’associazionismo calabrese, rappresentata, durante il seminario di oggi, da Maurizio Simone, Presidente regionale della Fand, Antonio Mirijello, Presidente Regionale Ens, e da Carmine Vizza, Presidente provinciale dell’Unms Cosenza, i quali, con le loro riflessioni, hanno arricchito di contenuti il meeting, curato da Patrizia TortorellaStefania Scalise, Daniela Taverna, Debora Chimento, Gianluigi Melina, Paolo Massaria e Davide Scalzo.

Meeting «che, come ogni anno • ha chiosato la dottoressa Palummo – è stato speciale: speciale perché abbiamo nuovamente dimostrato come le risorse pubbliche, coniugate con l’impegno quotidiano che la nostra Associazione profonde da oltre cento anni in direzione dell’inclusione sociale e dell’integrazione, della riabilitazione, del sostegno, del supporto, possono portare a ottenere risultati eccellenti. Risorse che, quando non vanno disperse, bensì investite in interventi mirati, possono, anche quando sono esigue, produrre un effetto moltiplicatore su quella che è la convergenza relativamente al piano integrato delle azioni«.

«Al riguardo, abbiamo ribadito al presidente Occhiuto la necessità di dare continuità a questi servizi di assistenza – ha proseguito – rilanciando il desiderio, che è poi una necessità, di non interrompere durante l’anno questa progettazione, che deve fluire quotidianamente; stiamo, in proposito, studiando insieme una soluzione che garantisca pure questo. Che altro dire? Forse solo una cosa: dai video proiettati e dalla viva voce abbiamo ascoltato testimonianze di ragazze e ragazzi, di madri che hanno reso l’idea della felicità, colta grazie a questo progetto a loro rivolto ed eseguito sui singoli territori…».

«Una felicità che, senza la Legge di cui abbiamo parlato oggi – ha detto ancora – non sarebbe stato possibile abbracciare; una felicità comunicata dalle testimonianze dei ragazzi, che ci ha aperto il cuore, rendendolo lieto: sì, siamo lieti che da questo duro lavoro di coordinamento tra enti, istituzioni e operatori esca fuori la felicità che abbiamo ascoltato, quella delle piccole cose, che poi tanto piccole non sono, ovvero la felicità dell’imparare a scrivere, dell’imparare a nuotare, dell’imparare a coordinare i movimenti. Cose che, invero, sembrano piccole a questo mondo veloce e distratto, e che, apparentemente non offrono soluzione al problema, alla complessità del problema connesso alla pluriminorazione; in realtà il mondo intero trova senso proprio in questo tipo di felicità, in quello di una mamma che dice: «quando vedo mio figlio che riesce a fare quel piccolo passo in più, verso la dignità e l’inclusione, tocco il cielo con un dito». Ecco, queste parole, di felicità e verità, ci ripagano di ogni sforzo, rinfrancano gli operatori e noi dirigenti, dandoci la carica per riproporre e rilanciare questa bellissima e importante iniziativa, sul cui slancio scorgiamo, ogni giorno, il mondo che vogliamo costruire». (fg)