Osservatorio regionale contro le discriminazioni sui luoghi di lavoro, Cgil, Cisl e Uil non partecipano

«Cgil, Cisl e Uil non saranno presenti questa mattina alla riunione dell’Osservatorio regionale contro le discriminazioni sui luoghi di lavoro, convocata presso il consiglio regionale della Calabria dal presidente Filippo Mancuso», dichiarano in una nota unitaria i segretari generali regionali delle tre organizzazioni Angelo Sposato, Tonino Russo e Santo Biondo.

«Ovviamente – proseguono i tre sindacalisti – la nostra assenza non significa affatto una sottovalutazione dell’importanza dell’organismo creato con la legge regionale n. 412 del 30/11/2022. Intendiamo invece, proprio per valorizzarne l’importante funzione, sottolineare alcuni punti. Innanzitutto, non riteniamo abbia senso una convocazione con all’ordine del giorno la “presentazione delle linee guide, della finalità e degli obiettivi dell’Osservatorio”, laddove le organizzazioni che rappresentano i lavoratori non hanno avuto la possibilità di partecipare all’elaborazione di queste linee, finalità e obiettivi».

«Inoltre, la presidenza dell’Osservatorio è assegnata non dai componenti dall’organismo stesso – hanno detto – come vorrebbe la logica della partecipazione democratica, ma dal presidente del consiglio regionale con proprio decreto: un organismo importante, che prevede una larga presenza di enti e organizzazioni competenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro, sa certamente decidere da sé chi deve svolgere le funzioni di presidente. Con queste premesse, l’Osservatorio parte male».

«Chiediamo perciò al consiglio regionale – concludono i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Calabria – di intervenire per correggere queste sgrammaticature istituzionali, se si vuole che l’organismo sia davvero uno strumento efficace per “il miglioramento della vita lavorativa, nonché della sicurezza e della salute sul lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori”, che operi effettivamente “nel rispetto del principio di sussidiarietà e secondo il metodo della concertazione con le parti sociali e della collaborazione con gli enti locali e con gli enti istituzionali competenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro”, come è scritto nell’art. 1 della legge istitutiva». (rcz)

Svolto attivo unitario di Cgi, Cisl e Uil: Porre forestazione al centro delle politiche regionali

«Porre il settore forestale calabrese al centro delle politiche regionali, con questioni e tematiche urgenti e prioritarie». È quanto è emerso dall’Attivo Unitario sul settore forestale delle Federazioni territoriali Fai Cisl, Flai Cgil e Uil Uil della provincia di Reggio Calabria, svoltosi a Siderno.

La presidenza è stata affidata al Segretario Generale Uila Uil Reggio Calabria, Antonio Merlino, mentre la relazione introduttiva al Segretario Generale Fai Cisl Reggio Calabria Antonino Zema e le conclusioni alla Segretaria Generale Flai Cgil Calabria, Caterina Vaiti.

Presenti dirigenti sindacali, delegati del settore forestale e lavoratori del comparto.

L’attivo unitario territoriale è stato preceduto in queste settimane da assemblee presso le sedi sindacali e nei cantieri forestali con lavoratori e delegati, ed è parte di un generale percorso di mobilitazione regionale indetto dalla Federazioni sindacali calabresi di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, che prevede nella giornata di oggi anche gli attivi unitari nell’area di Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia e in quella di Cosenza.

Durante gli attivi unitari è stata discussa la piattaforma sindacale regionale contente proposte e rivendicazioni sul settore forestale calabrese.

«Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil della Calabria – prosegue la nota sindacale – con questa mobilitazione intendono avviare una nuova stagione a favore del sistema ambientale-forestale regionale. Si ritiene essenziale, per il complessivo rilancio della forestazione calabrese, aprire il confronto regionale per un vero e proprio Piano Straordinario di Prevenzione, di Manutenzione del Territorio e di Difesa dell’equilibrio idrogeologico, attraverso una programmazione di lungo periodo di rimboschimenti e gestione dei ripopolamenti, al fine di garantire maggiore sicurezza, prevenire frane, alluvioni e incendi, rafforzare il Servizio Antincendio Boschivo (AIB) e valorizzare le infrastrutture».

«Altro tema fondamentale – viene evidenziato – è il ricambio generazionale. L’attuale forza lavoro non può garantire le attività di prevenzione e cura in una regione interessata dal dissesto idrogeologico e con centinaia di migliaia di ettari di bosco. Chiediamo, pertanto, il superamento della legge le legge nazionale n. 442 del 1984 e l’assunzione di nuova e qualificata manodopera forestale. Occorrono però ulteriori risorse e investimenti, che devono essere strutturali e adeguati, non i tagli effettuati dai vari Governi nazionali che hanno messo in ginocchio il settore».

«È, inoltre, urgente – continua la nota – avviare un percorso di confronto regionale al fine di superare l’anomalia del mancato recepimento del Contratto integrativo regionale del 2019, e, inoltre, completare la riqualificazione dell’attuale forza lavoro forestale. Infine, nella piattaforma – dichiarano le Organizzazioni sindacali – è stata inserita la necessità di valorizzare quello che riteniamo un settore strategico, considerata la fragilità morfologica della nostra regione, per come dimostrato dalle tante tragedie dovute al dissesto idrogeologico, ovvero la sorveglianza idraulica, per cui chiediamo di avviare un confronto regionale per affrontare definitivamente i vari problemi di natura normativa e contrattuale che interessano questi lavoratori».

Le Federazioni regionali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uil Uila Calabria il prossimo 12 maggio saranno presso la Cittadella Regionale per una forte mobilitazione, con il sostegno delle Confederazioni regionali di Cisl, Cgil e Uil e la partecipazione dei Segretari nazionali: il Segretario Generale Fai Cisl Onofrio Rota, il Segretario Generale Flai Cgil Giovanni Minnini e il Segretario nazionale Uila Uil Gabriele De Gasperis(rrc)

Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil Calabria: Positivo incontro in Regione, ma si deve proseguire con mobilitazione

«Positivo incontro con la Regione, ma necessario proseguire campagna di mobilitazione». È quanto hanno riferito i segretari generali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil Calabria a seguito dell’incontro in Cittadella regionale in merito alle problematiche che interessano il settore forestale calabrese.

Presenti il Presidente della Regione Roberto Occhiuto, l’assessore alla Forestazione Gianluca Gallo, l’assessore all’Ambiente Marcello Minenna, i Dirigenti dei Dipartimenti regionali competenti, i rappresentanti degli Enti Gestori regionali (Calabria Verde, Urbi Calabria, Parco regionale delle Serre), i Segretari Generali delle Confederazioni sindacali regionali Angelo Sposato (Cgil), Tonino Russo (Cisl), Santo Biondo (Uil) e i Segretari Generali delle Federazioni regionali di categoria Caterina Vaiti (Flai Cgil), Michele Sapia (Fai Cisl) e Pasquale Barbalaco (Uila Uil).

«Giudichiamo positivo questa prima convocazione dopo l’avvio della mobilitazione regionale – hanno dichiaratto Vaiti, Sapia e Barbalaco – abbiamo registrato aperture, ribadito proposte sindacali e discusso aspetti di criticità su questioni che riguardano il settore forestale calabrese ma resta ancora molto da fare». 

«Consideriamo, difatti – hanno aggiunto – necessario proseguire la fase di mobilitazione dell’intero comparto regionale, una campagna atta a sostenere i temi della forestazione, a favore delle maestranze e del territorio regionale.  In questi giorni sono in corso assemblee, significativi momenti di confronto con i lavoratori e delegati sindacali. La mobilitazione rappresenta un’occasione per rimettere al centro della discussione politica e sociale il settore della forestazione. Abbiamo predisposto un’apposita piattaforma con punti prioritari e urgenti, come, solo per citarne alcuni, il piano straordinario per l’avvio del ricambio generazionale, la necessità di sostenere il comparto con maggiori risorse finanziarie e investimenti, il contratto integrativo regionale e il settore della sorveglianza idraulica – affermano i rappresentanti sindacali».

«Proseguiremo, pertanto – hanno concluso – nella campagna di mobilitazione con il piano di assemblee sui cantieri forestali, mentre il 5 maggio si svolgeranno i tre attivi unitari, rispettivamente nel Nord, Centro e Sud della Calabria, fase che culminerà il 12 maggio con un momento di mobilitazione regionale, in cui saranno presenti, oltre alle Confederazioni regionali Cgil, Cisl, Uil, anche i Segretari nazionali, il Segretario Generale Flai Cgil Giovanni Minnini, il Segretario Generale Fai Cisl Onofrio Rota e il Segretario nazionale Uila Uil Gabriele De Gasperis». (rcz)

 

Cgil, Cisl e Uil Calabria: Conoscere tempistiche per integrazione socio-sanitaria

I segretari generali di  Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil, rispettivamente Claudia CarlinoCosimo PiscioneriFrancesco De Biase, hanno chiesto di conoscere «i tempi di conclusione del Tavolo Tecnico per l’Integrazione Socio Sanitaria al netto dell’esigenza di pervenire prima possibile a provvedimenti che rendano attuativa l’integrazione socio-sanitaria».

Una richiesta avanzata in merito al decreto del commissario ad acta Occhiuto n.74 del 3.3.2023, che ha finalmente istituito il Tavolo tecnico sul tema e che avrà il compito di approfondire e attuare le relative politiche regionali.

I sindacati dei pensionati si rivolgono alla coordinatrice del Tavolo, la vicepresidente Giusy Princi, perché si faccia presto. Dal canto loro, le sigle spiegano che vigileranno sull’andamento dei lavori riservandosi di esprimere il loro giudizio sui risultati e sulla loro pratica attuazione.

«Attiveremo le opportune relazioni sindacali – hanno detto i sindacati – affinché ci sia permesso di esercitare il diritto a dire la nostra su un provvedimento che consideriamo strategico per lo sviluppo di un modello di assistenza sanitaria e sociale che integra i due aspetti e realizza la presa in carico completa del paziente».

«Il tema dell’integrazione socio-sanitaria, prevista da decenni in tutte le pianificazioni di tipo sanitario e sociale e purtroppo mai praticata, è da anni al centro delle nostre rivendicazioni  – hanno aggiunto – perché la riteniamo indispensabile per consentire soprattutto alle persone anziane, di usufruire di alcuni loro diritti fondamentali».

Gli stessi anziani dai quali proviene una domanda che si caratterizza per la sua fragilità bisogna mettere a terra strategie utili ad integrare, a coordinare programmi, per favorire un percorso di inclusione sociale, per riscrivere strategie e destinare le necessarie risorse, a rispondere ai bisogni di una società che invecchia.

L’invecchiamento della popolazione fa prevedere l’aumento della domanda di assistenza a lungo termine al quale occorre dare una risposta.

«Nell’incontro del 13 febbraio scorso – hanno concluso – abbiamo rivendicato e sollecitato che fosse proprio l’assessore al Welfare ad assumere ogni opportuna iniziativa presso il Commissario ad acta e il Dipartimento Tutela della Salute affinché si procedesse speditamente in tal senso , alla luce anche delle più recenti pianificazioni nazionali che mettono al centro l’integrazione socio-sanitaria. È per noi fondamentale incrementare il servizio pubblico socio- sanitario per dare ai tanti anziani che spesso soli, devono  provvedere a questo bisogno». (rcz)

Occhiuto incontra i sindacati: focus su sviluppo, sanità e riforme

Sviluppo economico, ambiente, e riforme, nel corso dell’incontro tra il presidente Roberto Occhiuto e i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Calabria, rispettivamente Angelo Sposato, Tonino Russo e Santo Biondo.

«La Vertenza Calabria è ancora estremamente attuale – ha evidenziato Occhiuto – e anche con il nuovo governo nazionale vogliamo avere un’interlocuzione chiara e costruttiva in merito a ciò che la nostra Regione si aspetta da Roma».

«Giudico positiva la riunione ordierna – ha proseguito – durante la quale abbiamo illustrato a Sposato, a Russo e a Biondo le priorità dei prossimi mesi, con i sindacati regionali che hanno avuto modo di avanzare preziosi consigli e proposte intelligenti».

«Nella seconda parte dell’incontro – al quale ha partecipato anche Giuseppe Profiti – abbiamo trattato soprattutto il tema della sanità», ha illustrato il presidente della Regione.

«Dopo la conclusione dell’iter legislativo e dopo il via libera alle linee guida, infatti, Azienda Zero – il grande ente unico regionale che coordinerà il lavoro e le azioni delle Asp e delle Ao, e dunque l’intera sanità calabrese – è pronta a partire», ha annunciato il Governatore.

«Avere la possibilità di accentrare tante competenze e di mettere ordine nella governance delle Aziende sanitarie e ospedaliere sarà importantissimo – ha evidenziato – per riuscire a raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati».

«Anche in questo caso il dialogo e il confronto con i sindacati saranno fondamentali per il successo di questa nuova avventura», ha concluso. (rcz)

Cgil, Cisl e Uil Calabria: Sottoscrivere Protocollo su Legalità e Sicurezze

I segretari generali di CgilCisl e Uil Calabria, rispettivamente Angelo SposatoTonino RussoSanto Biondo, hanno chiesto la sottoscrizione «di un Protocollo sulla legalità e sicurezza con le Prefetture, Istituzioni e parti sociali, nella convinzione che questi rappresentano un argine importante al rischio di prestarsi al gioco perverso della ‘ndrangheta».

Inoltre, rivolgendosi al presidente della Regione, Roberto Occhiuto e ai sindaci calabresi, «pretendiamo di avviare e rendere concretamente operativa la cabina di regia che è stata deputata alla verifica delle corrette prassi in merito alla gestione del Pnrr».

Richieste che arrivano a seguito dell’inaugurazione l’inaugurazione del Centro operativo della Direzione investigativa antimafia in un bene confiscato a Catanzaro, che per i sindacalisti «è una notizia importante che ha una doppia valenza».

«Perché eleva ad un rango superiore – hanno spiegato i sindacalisti – una Sezione da sempre in primo piano nella lotta alla ‘ndrangheta e, quindi, presuppone un potenziamento in uomini e mezzi e, poi, perché restituisce alla comunità e, soprattutto, destina al contrasto della criminalità organizzata più potente ed aggressiva su scala mondiale un bene che rappresentava, sul territorio catanzarese, lo strapotere economico delle cosche».

«La presenza di un Ministro della Repubblica, ancora – hanno proseguito – ha reso più rilevante questo evento e, allo stesso tempo, ha posto un tratto di evidenziatore sull’opera pregevole messa in atto dalla Procura di Catanzaro e dal Procuratore Nicola Gratteri al quale va tutto il nostro sostegno, che sono pochi mesi addietro aveva inaugurato la sua nuova sede, e della sua guida nell’azione di repressione del fenomeno mafioso».

«Le parole del Ministro Piantedosi – hanno detto ancora – che senza giri di parole si è esposto sulle intenzioni del Governo di potenziare – in termini di uomini e mezzi – il Centro operativo della Dia di Catanzaro si muovono proprio nel solco di quanto indicato proprio dal Procuratore Gratteri, non più tardi di quindici giorni addietro durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario del distretto catanzarese. L’elevazione di rango della Sezione della Direzione investigativa antimafia di Catanzaro si registra in un momento importante per il territorio calabrese, la cui pubblica amministrazione è impegnata nella corretta progettazione dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza».

«Quella che stiamo vivendo – hanno evidenziato – è una fase storica per la Calabria è, quindi, è determinante sostenere il percorso di legalità avviato grazie all’impegno di magistrati e forze dell’ordine chiamati spesso a fare i conti con carenze insopportabili. Adesso, però, è il momento che ognuno di noi faccia la sua parte per quanto di propria competenza». (rcz)

Bombardieri (Uil): Non possiamo continuare a lasciare indietro il Mezzogiorno

Il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha dichiarato che «non si può continuare a lasciare indietro il Mezzogiorno. La sanità, l’istruzione e il lavoro devono essere garantiti su tutto il territorio».

«Non è tollerabile – ha aggiunto – che sia la geografia a determinare il futuro dei nostri figli e delle nostre figlie. Tutti devono avere le stesse opportunità! Questa è una chiara responsabilità della politica che, invece, continua a far finta di non vedere. Proprio come avviene per il ponte sullo Stretto. Noi saremmo anche d’accordo ma diteci: senza ferrovie e strade a questo ponte come ci si arriva?».

«Servono investimenti per nuove infrastrutture come per ospedali, scuole e servizi – ha concluso –. Anche chi vive al Sud ha diritto a una vita dignitosa!». (rrm)

LA MANOVRA SI È DIMENTICATA DEL SUD
NO DELLA CALABRIA A LEGGE DI BILANCIO

di ANTONIETTA MARIA STRATI – Quella presentata dal Governo è una manovra che «trascura strumenti importanti per le Pmi» e, soprattutto, dimentica il Sud. Un fatto che è stato più e più volte denunciato dalle Associazioni di categoria, tanto da aver portato Cgil e Uil Calabria in piazza contro «una manovra che manovra contro il Sud».

Una manovra «che discrimina le donne, i giovani e dimentica il Sud. Solo con il confronto si possono superare le diseguaglianze e colmare i ritardi di un territorio che è stato sempre illuso e abbandonato. Per questo scendere in piazza è un diritto, è un dovere per bloccare la manovra anticostituzionale di un manovratore secessionista», ha detto il segretario di Uil Calabria, Santo Biondo, dal palco di Piazza Prefettura a Catanzaro.

«Questa manovra di bilancio è contro il Sud. E quelli del Sud, dovrebbero saperlo bene», ha detto Angelo Sposato, segretario generale di Cgil Calabria,  sottolineando che «la Calabria e il Sud  hanno più ragioni per scioperare, perché questa manovra, di fatto, cancella il Sud e alcune misure importanti rispetto ai temi del lavoro».

I problemi sono tanti, troppi, e questa manovra ne aggiunge altri: «Reintrodurre i voucher significa precarizzare il lavoro in una regione come la nostra che purtroppo ha tanto lavoro nero, precariato e sfruttamento. Nella legge non si fa una lotta all’evasione e si premiano gli evasori. Non c’è nulla sull’alta velocità e ci sono solo interventi timidi sulla Statale 106. Si tolgono risorse alla salute e all’istruzione», ha spiegato Biondo.

E, allora, che fare? «Sostegno agli investimenti», ha suggerito Giovanni Cugliari, presidente Cna Calabria, appellandosi ai parlamentari calabresi.  La preoccupazione è una: che «il divario con il Nord del Paese aumenterà» e che «il Mezzogiorno e la Calabria, in particolare, non aggancerà più la crescita».

Un allarme che si aggancia a quello lanciato dalla Svimez che, nel suo rapporto annuale, ha denunciato come nel 2023 il Sud sarà in recessione a -0,4%. La Calabria arriverà a -0,9%.

«Va data continuità agli incentivi per investimenti e innovazione – ha detto Cugliardi – proprio in ragione delle difficoltà contingenti, non può essere questo il momento di allentare gli strumenti a sostegno delle imprese. Il cosiddetto pacchetto Impresa 4.0 ha dimostrato di essere in grado di supportare processi di investimento e percorsi di crescita delle imprese, e le modifiche apportate al Piano con l’ultima legge di bilancio hanno delineato correttamente una proiezione temporale conferito linearità e coerenza agli interventi, in linea con le esigenze di programmazione delle imprese, ma mancano dal 1° gennaio 2023 il cosiddetto superammortamento “generalista” e il credito d’imposta Formazione 4.0, mentre è stata prevista una progressiva diminuzione delle aliquote per tutte le altre misure, che rappresenterebbe un freno significativo per le imprese che hanno esigenze di riqualificazione innovativa».

«Serve, a nostro avviso, un potenziamento delle aliquote agevolative – ha proseguito – e uno sforzo ulteriore per sostenere le misure più trasversali, quali l’ex superammortamento, così come occorre garantire continuità ad un’altra misura più trasversale, come la Nuova Sabatini, funzionale ad un coinvolgimento a più ampio spettro del nostro sistema produttivo».

«Ravvisiamo, inoltre – ha detto – l’opportunità di rifinanziare la misura Voucher per consulenza in innovazione, un intervento che, in coerenza con il Piano nazionale “Impresa 4.0”, sostiene i processi di trasformazione tecnologica e digitale delle PMI e delle reti di impresa di tutto il territorio nazionale attraverso l’introduzione in azienda di figure manageriali in grado di implementare le tecnologie abilitanti previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0, nonché di ammodernare gli assetti gestionali e organizzativi dell’impresa, compreso l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali».

«In merito all’intensità delle misure stesse – ha spiegato Cugliari – vorremmo venisse perseguita la differenziazione tra micro, piccola e media impresa, volta a potenziare maggiormente l’aiuto alle imprese di più piccole dimensioni, per le quali più forte deve essere lo stimolo ad intraprendere progetti di sviluppo, se si intende favorirne la crescita. Segnaliamo altresì l’esigenza di una riforma degli incentivi alle imprese, il sistema delle agevolazioni, dai contributi a fondo perduto ai bonus di diversa natura, è un labirinto: difficile conoscere cosa si nasconde, qual è la strada da seguire, come si arriva all’uscita».

«Le innumerevoli possibilità per le aziende si traducono in un volume di agevolazioni ancora troppo basso – ha continuato – barriere comunicative e difficoltà di gestione sono due dei principali ostacoli su cui sarà necessario intervenire».

Accesso al credito

«Le dinamiche del credito negli ultimi 2 anni e mezzo – ha spiegato Cugliari – sono state influenzate dalle misure straordinarie messe in campo per attenuare gli effetti della pandemia e da ultimo per mitigare gli effetti della guerra. Negli ultimi mesi si sta riproponendo però la stessa dinamica già evidente prima della pandemia, ovvero maggiore difficoltà di accesso al credito per le imprese di minori dimensioni, che sappiamo peraltro essere l’ossatura del nostro tessuto economico».

«Questo aspetto va monitorato, al pari del costante innalzamento dei tassi di interesse – ha detto – al fine di evitare difficoltà ulteriori per soggetti già fortemente provati da questo triennio difficilissimo. È oltremodo difficile fare previsioni anche solo a medio termine, ma è evidente la necessità di sostenere nell’immediato le esigenze dei soggetti più colpiti dall’aumento dei costi energetici attraverso contributi diretti ed utilizzare al meglio gli spazi consentiti dalla recente proroga del Quadro degli Aiuti di Stato (Temporary Framework)».

«Sarebbe opportuno individuare qualche criterio selettivo – ha detto – per evitare di appostare in modo non efficiente le risorse disponibili, e riproporre il tema di una positiva integrazione tra gli strumenti di garanzia pubblica e privata, rinvigorendo così un’esperienza peculiare in Europa e nel mondo, quella dei Confidi».

«Confidi che hanno peraltro avviato un percorso positivo – ha ricordato Cugliari – impegnandosi direttamente, nell’erogazione di piccolo credito a micro e piccole imprese. Un’esperienza che andrebbe valorizzata e sostenuta, e che potrebbe affiancare l’attività svolta dalle banche, analogamente all’esperienza maturata in passato dalle piccole banche territoriali. Al contempo, permane la necessità di mitigare le rigidità della regolamentazione bancaria, che, partendo dal presupposto di salvaguardare pur legittimamente i patrimoni delle banche, finiscono col rendere ancora più selettivo l’accesso al credito per le imprese, specie per quelle di minori dimensioni».

Mezzogiorno

«Non vi sono riferimenti ad interventi a sostegno dello sviluppo del Mezzogiorno – ha spiegato – a partire dalla mancata conferma del credito d’imposta per gli investimenti. Potrebbe indurre a non ritenere prioritaria una azione di sostegno efficace a questa area del Paese. In generale, i dati sul mercato del lavoro, Pil pro-capite e consumi, registrano il progressivo peggioramento del divario Nord – Sud, la cui conseguenza naturale è l’incremento dell’emigrazione, in particolare dei giovani».

«Il rilancio del Sud – ha concluso Cugliari – deve essere vissuto come una priorità per l’intero Paese, non possiamo assistere inermi a questo processo di costante e preoccupante divaricazione tra nord e sud del Paese, una distanza che va recuperata, per il bene del Paese nel suo complesso, il mediterraneo diventa strategico nella nuova geopolitica mondiale quindi bisogna creare le condizioni di una piena integrazione con il resto d’Europa». (ams) 

 

Cgil, Cisl e Uil: Vogliamo far diventare quella della Calabria una vertenza nazionale

«Vogliamo far diventare questa vertenza nazionale ecco perché nei prossimi giorni questo Tavolo verrà riaggiornato a Roma con i segretari nazionali». È quanto ha dichiarato il segretario generale di Cgil Calabria, Angelo Sposato, nel corso dell’incontro dei sindacati con i parlamentari calabresi.

Un incontro a cui, tuttavia, hanno risposto solo il senatore del Pd, Nicola Irto e la sottosegretaria all’Interno, Wanda Ferro. Degli altri parlamentari nemmeno l’ombra. Un’assenza che è stata stigmatizzata da Sposato: «Mi sarei aspettato una maggiore sensibilità».

Il segretario ha poi espresso parere negativo sulla manovra finanziaria, a partire dal cuneo fiscale, fino alla questione reddito di cittadinanza «che rischia nel Sud di avere un effetto dirompente» e,ricordando i cinque punti della Vertenza (Statale 106, Zes di Gioia Tauro, Alta Velocità, Sanità e Lavoro), ha auspicato, rivolgendosi al Sottosegretario, che il governo Meloni sia nelle condizioni di supportarli.

Santo Biondo, segretario generale di Uil Calabria, ha ricordato che «abbiamo ribadito le nostre ragioni sulla Vertenza Calabria anche al Presidente della giunta regionale, Roberto Occhiuto. L’obiettivo condiviso è quello di fare della Vertenza Calabria una Vertenza nazionale».

Sulla Statale 106 il Segretario generale della Uil Calabria, Santo Biondo, ha ribadito ai parlamentari che hanno partecipato all’incontro di Lamezia Terme, la posizione del sindacato.
«Occorre, da parte del Governo, un Piano operativo di intervento su tutta la Strada statale 106. I primi tre miliardi stanziati nella bozza della Legge di bilancio possono essere considerati un primo punto di partenza, ma non bastano per ottenere quello che vogliamo: l’intera realizzazione di questa importante opera infrastrutturale sino a Reggio Calabria. In questa fase, ancora, è determinante approfondire il testo della norma sugli aspetti procedurali e attuativi del finanziamento».
«A questa azione, poi, il Governo deve agire su Anas – ha spiegato Biondo – per sostenere tutte quelle attività che sono necessarie per il completamento della Strada statale 106. E’ necessario, infine, chiedere al Governo di stilare un crono programma dettagliato degli interventi, con tempi di esecuzione e tratti stradali interessati dallo stanziamento governativo. Occorre, infine, la predisposizione da parte dell’esecutivo Meloni di una legge speciale che disponga, negli anni, un finanziamento fisso per la Statale 106, fino al totale completamento dell’opera».
Anche l’Alta velocità preoccupa Biondo: «lo abbiamo ribadito al Senatore Nicola Irto e al Sottosegretario Wanda Ferro, che hanno risposto prontamente al nostro invito, durante l’incontro che abbiamo avuto a Lamezia Terme».
«Le notizie che ci giungono da Roma non ci confortano – ha proseguito – il rischio concreto è quello di perdere il finanziamento previsto attraverso il Fondo complementare che, davanti ai ritardi che si stanno accumulando sulla progettazione e la cantierizzazione dell’opera, questo importante stanziamento possa essere destinato alla copertura di emergenze contingenti. Riteniamo sia fondamentale esercitare una forte pressione parlamentare, anche attraverso la predisposizione di una interrogazione, direttamente sul ministero delle Infrastrutture sulla realizzazione di quella che è un’opera strategica per aprire la Calabria ai corridoi europei di spostamento delle merci e delle persone».
Tonino Russo, segretario generale di Cisl Calabria, ha ribadito l’urgenza di «intervenire unitamente a sostegno del superamento delle tante vertenze e problematiche della nostra regione, dal superamento del precariato, per ridare dignità al lavoro, alla devastata sanità, alle infrastrutture, al dissesto idrogeologico. Servono riforme e risorse indispensabili per la crescita e lo sviluppo della Calabria, occorre una strategia nazionale più efficace per la valorizzazione delle aree interne, partendo dal ripristino dei finanziamenti storici per la forestazione». (rcz)

Cgil, Cisl e Uil incontrano Princi e Gallo per il superamento del precariato storico calabrese

Superare il precariato storico calabrese. È stato questo l’obiettivo dell’incontro svoltosi nei giorni scorsi tra la vicepresidente della Regione, Giusi Princi, l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo, e le delegazioni sindacali di CGIL e Nidil-Cgil, CISL e Felsa-Cisl, UIL e Uiltemp-Uil,  rappresentate al tavolo da Gigi Veraldi, Ivan Ferraro, Enzo Musolino e Luca Muzzopappa.

Sono circa un migliaio di lavoratori che ancora operano a sussidio in molti enti  calabresi, facenti parte delle leggi regionali 15, 31 e 40, con una grande presenza soprattutto  nelle zone montane, dalla Sila al Parco del Pollino, ed in minor numero in altri enti pubblici e  privati. 

L’incontro richiesto dalle Organizzazioni sindacali voleva affrontare le difficoltà se non  l’impossibilità per molti enti ospitanti di poter procedere alle contrattualizzazioni atteso che  la normativa vigente pongono limiti giuridici e finanziari all’assunzione del personale. 

Il problema economico era stato affrontato dalle OO.SS. già nel primo incontro con il presidente Roberto Occhiuto e l’assessore Princi nel dicembre del 2021 portando alla definizione di  una legge approvata dal Consiglio Regionale che finalmente storicizza le risorse, consentendo  agli enti di poter fare affidamento sul un contributo finanziario di circa 11.157 euro per ogni  lavoratore fino al pensionamento. 

Acquisito questo risultato, gli stessi sindacati avevano incontrato gli amministratori dei  vari enti per capire quali spazi effettivi ci fossero nelle dotazioni organiche, ben sapendo che i  numeri sono un obbiettivo ostacolo. 

I tre sindacati, da tempo, avevano immaginato la possibilità che un ente sub-regionale  quale Calabria Verde, a parità di mansioni ma con maggiori capacità assunzionali, potesse  dunque assorbire questi lavoratori, con l’ulteriore vantaggio di mantenere, attraverso il  meccanismo della previdenza di settore, quasi inalterati i livelli retributivi odierni. 

Da qui l’importanza dell’incontro con i due Assessorati interessati del Lavoro e  dell’Agricoltura, ed aver avuto sia dalla  vicepresidente Princi che dall’Assessore Gallo una valutazione positiva della proposta e l’indirizzo politico ai rispettivi dipartimenti di  approfondire a stretto giro la fattibilità tecnica. 

Azienda Calabria Verde ha già previsto, per i prossimi anni, un rafforzamento del  proprio organico e, accanto a quello già previsto, si potrebbe prevedere una modalità stralcio  per l’assorbimento dei lavoratori precari già formati che su base volontaria aderirebbero e  con risorse storicizzate che non peserebbero sulle economie di bilancio presenti e future  dell’Azienda e non sarebbe ostativo del futuro reclutamento preventivato dal fabbisogno  aziendale per fare fronte e migliorare le proprie attività. 

Nel frattempo, con la contrattualizzazione dei detti precari si avvierebbe un percorso che da subito consentirebbe di assolvere gli importanti compiti di Calabria Verde in termini di  salvaguardia, cura del territorio e contro il dissesto idrogeologico. 

Il superamento del precariato, nelle intenzioni dei due Assessori e delle  rappresentanze sindacali di Cgil, Cisl e Uil, qualificherebbe l’azione concertativa nel ridare  dignità a circa 1000 calabresi che da tempo chiedono stabilità e serenità lavorativa, economica  e sociale. (rcz)