La Mediterranea di Reggio Calabria tra le migliori Università italiane

L’Università Mediterranea di Reggio Calabria è tra le migliori università italiane, risultando prima nell’area delle Scienze Chimiche. È quanto è emerso dalla Valutazione della qualità della ricerca dell’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca.

A completamento del Rapporto Finale, sono stati inoltre pubblicati i ‘Rapporti di Istituzione’ delle 134 Istituzioni, tra cui Università ed Enti pubblici di ricerca,  che hanno partecipato alla valutazione.

Quello conseguito dalla Mediterranea è un risultato di estrema importanza che premia la qualità della ricerca dei professori e ricercatori dell’Ateneo che operano in questa area disciplinare e che afferiscono, rispettivamente, al Dipartimento di Agraria, con il Settore Scientifico Disciplinare (SSD) della Chimica degli Alimenti ed al Diceam con quello dei Fondamenti Chimici delle Tecnologie.

La Prof.ssa Mariateresa Russo, Delegata alla Ricerca del Dipartimento di Agraria e coordinatrice del team di ricerca, tutto al femminile, della Chimica degli alimenti, con pubblicazioni valutate tutte in Classe A, ha chiarito che l’importante risultato «è stato ottenuto a valle di un processo di valutazione della qualità dei prodotti della ricerca che, ai sensi del Bando VQR 2015-2019, ha visto classificare le pubblicazioni nelle categorie: ‘Eccellenti ed estremamente rilevanti’ (Classe A) ed ‘Eccellenti’ (Classe B), rispettivamente per aver raggiunto i “massimi livelli di eccellenza” e “livelli eccellenti”, in termini di “originalità, conoscenza e capacità di utilizzo della letteratura, rigore metodologico e chiarezza espositiva, impatto nella comunità scientifica».

«Il risultato – ha detto – ci rende orgogliose anche alla luce di quanto emerso dai rapporti VQR in merito al perdurare, nell’Università italiana, di un evidente gender gap soprattutto tra i professori».

In generale, dall’esame dei dati della VQR 2015-2019 emerge l’importante balzo in avanti compiuto dalla Mediterranea nel suo complesso rispetto alle precedenti tornate valutative, ad ulteriore testimonianza delle tante eccellenze presenti nell’Ateneo di Reggio Calabria.

I risultati confermano, tra gli altri, il trend di crescita del Dipartimento di Agraria negli indicatori quantitativi e qualitativi che misurano la qualità dei prodotti rispetto alla qualità media di quelli presentati dalle altre istituzioni di ricerca nazionali e che tiene conto del peso delle diverse aree scientifiche nelle singole Università, misurato attraverso l’indicatore R (valori vicini e progressivamente superiori ad 1 indicano performance migliori e crescenti).

Il Dipartimento di Agraria, che partiva da un valore medio di R pari a 0,75, ottenuto nella vecchia VQR (2011-2014), ha conseguito nell’attuale (VQR 2015-2019) un considerevole miglioramento, raggiungendo lo 0,97. In alcune aree, il valore di R ha superato 1, ad indicare l’alta qualità della produzione scientifica. In tale ambito il Prof. Leonardo Schena, referente della VQR del Dipartimento di Agraria, evidenzia come sia emersa in particolare la posizione dell’Area 07/C (IngegneriaAgraria,Forestale e deiBiosistemi) con una valore pari a 1.06 che conferisce un sesto posto rispetto alle stesse aree valutate a livello nazionale e l’Area 07/D (PatologiaVegetaleedEntomologia)  con un valore pari a 1.01 che vale un quinto posto a livello nazionale.

Il Direttore del Dipartimento, prof. Giovanni Agosteo, ha espresso soddisfazione per «la netta crescita, nella sua globalità, del Dipartimento di Agraria, capace di coniugare le tradizionali sfide che coinvolgono i sistemi produttivi agro-alimentari e forestali con quelle legate alla salvaguardia delle risorse naturali, alla protezione degli ecosistemi e degli ambienti naturali, alla riduzione delle emissioni di gas serra e alla lotta ai mutamenti climatici, con uno sguardo privilegiato al recupero e tutela della biodiversità e dei servizi ecosistemici, nonché alla sostenibilità delle filiere alimentari ed il contenimento degli sprechi».

A conferma del ruolo di primo piano del Dipartimento di Agraria nel contesto della ricerca italiana – la prof.ssa Russo ricorda la partecipazione, in ambito PNRR, ai partenariati del Centro Nazionale Agritechper lo sviluppo delle nuove tecnologie in agricoltura, e dell’Ecosistema dell’Innovazione di Calabria e Basilicata Tech4You (Technologies for climate change adaptation and quality of life improvement), nel quale il Dipartimento di Agraria è coordinatore  dello spoke 3 – Smart Technologies for Sustainable Agri-Food Chain and Forestry, dedicato alla transizione digitale e sostenibilità dei sistemi agricoli, forestali e del food, con l’obiettivo di dare vita alla Digital H-Farm-To-Fork, una avanzata piattaforma di ricerca e dimostrativa che supporterà il trasferimento tecnologico, la formazione degli studenti e delle giovani generazioni di ricercatori, nonché la creazione di spin-off e start-up.

«I risultati VQR 2015-2019, sono il frutto di uno sforzo collettivo di tutte le componenti della Mediterranea e della qualificazione dei team dei laboratori di ricerca che lavorando in sinergia tra loro ed in rete con il sistema universitario italiano ed internazionale hanno consentito all’Ateno di raggiungere questi importanti traguardi», ha concluso il Prof. Feliciantonio Costabile, Rettore FF dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. (rrc)

Alla Mediterranea il convegno nazionale di Geotecnica

All’Università Mediterranea di Reggio Calabria, prende il via domani il 27esimo Convegno Nazionale di Geotecnica, organizzato dall’Associazione Geotecnica Nazionale.

l convegno tratterà il tema La geotecnica per lo sviluppo sostenibile del territorio e per la tutela dell’ambiente di estrema attualità sia in ambito internazionale sia nel nostro Paese, dove l’esigenza di adottare tecnologie costruttive, processi produttivi e stili di vita compatibili con l’ambiente è diventata ormai imprescindibile.

Il Convegno si articolerà in tre giornate ognuna delle quali dedicata ad uno specifico argomento: Produzione di energia da fonti rinnovabili; Difesa del territorio e valorizzazione della risorsa suolo; Interventi sostenibili per la tutela dell’ambiente.

A partecipare, professori e ricercatori delle Università Italiane e straniere, dottori di ricerca, liberi professionisti, dipendenti di enti pubblici e di imprese che operano nel settore dell’ingegneria geotecnica.

Il programma del convegno prevede 5 Relazioni Generali, 14 Relazioni di Panel, 2 tavole rotonde e sessioni Parallele dedicate alla presentazione dei lavori pubblicati sugli atti del convegno.

Il tema dello sviluppo sostenibile rappresenta ormai una priorità sociale connessa ad aspetti sia ambientali sia economici. Per affrontare tale tema sono necessarie competenze non solo tecniche, ma anche economiche e sociali. Infatti in una società evoluta lo sviluppo, che in ambito ingegneristico si estrinseca attraverso la realizzazione di nuove opere, deve avvenire in modo tale da soddisfare i bisogni attuali senza tuttavia compromettere la possibilità di sviluppo delle generazioni future.

In questa accezione, il concetto di sostenibilità è quindi collegato alla compatibilità tra lo sviluppo del territorio e della società e la salvaguardia dell’ambiente. Nasce pertanto l’esigenza di adottare tecnologie costruttive, processi produttivi e stili di vita compatibili con l’ambiente. In tale ambito, l’Ingegneria Geotecnica riveste un ruolo rilevante essendo depositaria di un patrimonio di conoscenze teoriche e pratiche volte a garantire questi fondamentali obiettivi. (rrc)

 

Alla Mediterranea l’H2020 A-WEAR 2022 Summer Workshop

È in corso, all’Universaità Mediterranea di Reggio Calabria, l’H2020 A-WEAR 2022 Summer Workshop, organizzato dai docenti di Laboratorio di Advanced Research into Telecommunication Systems (ARTS) con il supporto del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, delle Infrastrutture e dell’Energia Sostenibile (DIIES) dell’Università Mediterranea.

L’evento è stato organizzato nell’ambito del progetto Horizon2020 Marie Sklodowska-Curie Innovative Training Network (ITN)/European Joint Doctorate (EJD), denominato A-WEAR (A-WEAR A network for dynamic wearable applications with privacy constraints), e vedrà coinvolti docenti e Dottorandi provenienti dalle diverse Università europee partner, Tampere University of Technology, Università Jaume I e i Politecnici di Bucarest e di Brno, oltre che rappresentanti delle Aziende che hanno ospitato i Dottorandi, tra le quali spicca la Ericsson Finlandia.

Scopo del progetto è quello di costituire nuovi programmi di dottorato europei con rilascio di doppio titolo o titolo congiunto per formare una nuova generazione di giovani ricercatori capaci di rispondere alle sfide di ricerca ed innovazione che emergeranno nei prossimi anni negli ambiti delle comunicazioni wireless e dei dispositivi indossabili intelligenti (es. smart watch, smart glass), che rappresentano un mercato in crescita esponenziale. Il Dottorato di ricerca in Ingegneria dell’Informazione, attivato presso il DIIES, è partner di questo prestigioso programma.

L’iniziativa sarà un’importante occasione di confronto ed approfondimento sulla tematica dei dispositivi indossabili di prossima generazione e loro utilizzo in diversi ambiti socio-economici (eHealth, Industria 4.0, sicurezza, tra gli altri) con un taglio non limitato esclusivamente ad aspetti di natura tecnologica, ma orientato anche a tematiche che spaziano dalla progettazione efficace di proposte ICT (Information & Communication Technology) in ambito Europeo, al trasferimento tecnologico di idee di ricerca verso il mercato, alle analisi delle vulnerabilità e dei fattori di sviluppo delle start-up innovative.

L’evento è di  interesse sia per gli studenti di dottorato che per l’intero tessuto socio-economico del territorio in cui la Mediterranea opera, a testimonianza del forte e costante impegno dei suoi docenti a perseguire gli obiettivi strategici di una moderna Università: didattica di eccellenza, internazionalizzazione della ricerca e contributo alla crescita del territorio tramite azioni di terza missione ad alto impatto sociale. (rrc)

REGGIO – All’Università Mediterranea arriva il talk #Noncifermanessuno di Luca Abete

Giovedì 31 marzo, all’Università Mediterranea di Reggio Calabri afa tappa #NoncifermaNessuno, il tour motivazionale universitario ideato da Luca Abete, l’inviato di Striscia La Notizia.

L’evento è in programma, in modalità virtuale, a partire dalle ore 10,00 e vedrà, come sempre, la partecipazione attiva degli studenti. In collegamento ci saranno anche il Rettore Santo Marcello Zimbone ed un ospite a sorpresa che interverrà per dialogare e stimolare le riflessioni degli studenti.

La vera novità dell’edizione 2022 del tour #NonCiFermaNessuno è il claim scelto da Luca Abete per sollecitare gli interventi: «Alla scoperta della Serendipità!».

«Dalla casualità può nascere una vera svolta di vita. La mia esperienza ne è una chiara testimonianza – evidenzia Abete –. Ed è proprio partendo dal mio racconto che puntiamo a diffondere non solo un vocabolo nuovo ma soprattutto il senso, la forza ed il valore di proattività che esso concentra. Il talk punterà ad accendere l’entusiasmo dei giovani attraverso storie vere e credibili».

#NonCiFermaNessuno è una campagna sociale nata nel 2014 con l’obiettivo di incoraggiare i giovani studenti italiani, affrontare gli ostacoli che la vita pone dinanzi a loro. L’approccio innovativo del format sta nel focus puntato non sulla ricerca del successo ad ogni costo, ma sull’analisi delle sconfitte, delle difficoltà e delle paure in grado di incrementare consapevolezze e coraggio.

L’iniziativa gode del patrocinio del Ministero per le Politiche Giovanili e della CRUI (Conferenza dei Rettori Universitari Italiani) e vanta, inoltre, la Medaglia del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Durante il tour motivazionale in collegamento con l’Università Mediterranea di Reggio Calabria saranno presentate una serie di opportunità riservate alla community da aziende ed organismi nazionali ed internazionali.

Nel corso della mattinata, infine, verrà consegnato il Premio #NonCiFermaNessuno ad una studentessa o uno studente under 30 dell’Ateneo reggino che, con la propria esperienza, rappresenta un esempio di coraggio e resilienza.

«Con i ragazzi dell’Università di Reggio Calabria c’è un rapporto speciale. Ci siamo visti in presenza prima della pandemia, ci ritroviamo a distanza di tre anni in una forma che ci ricorda quanto il mondo sia cambiato – conclude Luca Abete –. Ciò che resta immutato è il sogno che ciascuno culla e che, spero, anche attraverso questa campagna possa continuare ad essere la leva su cui costruire il proprio futuro». (rrc)

Expo Dubai, presentato il lavoro del Contamination Lab dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria

A Expo Dubai lo scorso 15 febbraio, è stato presentato il lavoro e i risultati raggiunti dal Contamination Lab dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, nato nel 2014 su impulso del Ministero dell’Istruzione, dell’Università della Ricerca e del Ministero dello Sviluppo Economico.

L’evento ha visto la partecipazione del Prorettore alla Ricerca dell’Università Mediterranea, Professore Claudio De Capua, del Knowledge Transfer Manager Luciano Zingali, dell’Innovation Promoter Domenico Rositano e del responsabile scientifico del Marine Energy Lab, Professore Fabio Filianoti.

Lorenzo Micheli, in apertura dei lavori, ha ricordato come uno degli obiettivi principali della missione italiana ad Expo 2020, sia proprio quello di promuovere Scuola, Formazione e Ricerca. Anche per questo, il Padiglione Italia è l’unico ad aver previsto una “Accademia di Formazione” progettata per ospitare eventi come quello di cui è stata protagonista l’Università Mediterranea di Reggio Calabria.

Claudio De Capua, supportato da Luciano Zingali e Domenico Rositano, ha illustrato alcuni dei risultati più importanti raggiunti dal Contamination Lab negli ultimi anni, quali, dal successo delle ultime edizioni della StartCup Calabria, al contributo per la creazione di nuovi spin-off e start up nella provincia reggina così come la partecipazione ad importanti fiere del settore tecnologico come il Viva Technology di Parigi ed il CES di Las Vegas (eventi tecnologici tra i più influenti al mondo).

Sono state, inoltre, approfondite le tematiche legate alla “terza missione” vale a dire l’impegno dell’università nel diffondere cultura, conoscenze e trasferire i risultati della ricerca al di fuori del contesto accademico, contribuendo alla crescita sociale e culturale del territorio.

Infine, Fabio Filianoti ha presentato alcune attività scientifiche universitarie affini alle tematiche di Expo 2020 dedicate alla sostenibilità, alla mobilità ed alle fonti di energia rinnovabile soffermandosi, in particolare, su quelle provenienti dal mare.

Una trasferta, quindi, che proietta verso nuovi scenari il Contamination Lab dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. (rrm)

 

Dalla Mediterranea un volume internazionale su Covid-19 e diritto dell’emergenza

È stato pubblicato il volume El Co­vid-19 y el Derecho de la Emergencia, diretto dal prof. Angelo Viglianisi Ferraro dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria.

L’opera, che raccog­lie in ben 700 pagine gli scritti di 62 autorevoli giuristi di 14 Paesi, europ­ei, asiatici e latin­oamericani (Italia, Germania, Francia, Portogallo, Spagna, Paesi Bassi, Russia, Brasile, Costa Rica, Repubblica Dominica­na, Ecuador, El Salv­ador, Messico e Perù­), è il frutto della Conferenza internaz­ionale “Covid-19 y derechos humanos”, sv­oltasi il 28 maggio 2020, su iniziativa del Mediterranea Int­ernational Centre for Human Rights Resea­rch – Università “Mediterranea” di Reggio Calabria (Italia), in collaborazione con il Department of Civil, Economic and Private International Law – Cracow Unive­rsity of Economics (Polonia), il Centro REDHT – Universidade Federal de Sergipe (Brasile), l’Aindes di Medellín (Colombi­a) e la Aid-IA, Asso­ciação Iberoamericana de Direito e Intel­igência Artificial (Brasile).

Il volume, che contiene la prefazione è del prof. Giovanni D’Amico e il contributo della prof.ssa Tiziana Rumi, sarà a bre­ve presentato in var­ie Università strani­ere. Alla sua pubblicazione, poi, seguirà la firma di un Progetto di ricerca interna­zionale, che coinvol­gerà gruppi di studi­osi di vari Atenei di tutti e 5 i Contin­enti e che sarà dire­tto dallo stesso Vig­lianisi Ferraro e dal prof. André Pereira (docente di diritto privato a Coimbra, la più antica e pre­stigiosa Università portoghese, e già be­neficiario di un co-­finanziamento dell’O­MS per un suo Proget­to di ricerca su “Re­sponsibility for Pub­lic Health in the Lu­sophone world: doing justice in and beyo­nd the Covid emergen­cy”. (rrc)

Il Decision Lab della Mediterranea presenta il workshop “Pandemic Dynamics Modeling”

All’Accademia Peloritana dei Pericolanti dell’Università di Messina, il Decision LabDipartimento di Giurisprudenza, Economia e Scienze Umane dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria e il suo Direttore Scientifico, Prof. Massimiliano Ferrara, ha presentato, insieme all’Accademia, il workshop Pandemic Dynamics modeling: a holistic approach.

La ricerca presentata, attraverso la realizzazione di tre modelli matematici ha individuato, sulla scorta di dati offerti dalla stessa OMS, 34 ceppi diversificati del Virus. Due focus su tutti hanno acceso i riflettori internazionali sul Progetto: il caso pakistano e quello iraniano per i quali i modelli hanno fornito un concreto aiuto alla gestione della crisi in quei contesti territoriali. I risultati scientifici hanno trovato collocazione editoriale in riviste ad alto impatto scientifico internazionale (Results in Physics, Communications in Nonlinear Science and Simulation, Advances in Difference Equations, Scientific Report – Nature, Nature Communications, ISA Transactions, Sustainable Cities and Society). 

Rifacendosi al classico modello SIR, l’obiettivo è l’elaborazione di un nuovo modello fuzzy di infezione e progressione della crescita partendo dal presupposto che tutti gli individui infetti vengono isolati dopo il periodo di incubazione in modo tale da non poter infettare altre persone. Combinando un modello di trasmissione fuzzy con dati sui casi di Covid-19 a Wuhan e casi internazionali originati a Wuhan, si stimerà come la trasmissione vari nel tempo tra luglio 2020 e gennaio 2021. Sulla base di queste stime, si calcolerà quindi la probabilità che casi insorti possano generare focolai in altre aree. Per stimare le prime dinamiche della trasmissione nel resto del mondo, si adatterà un modello dinamico di trasmissione fuzzy a più set di dati disponibili relativi a casi conclamati.

I set di dati a cui si riferiranno i ricercatori coinvolti, sono: numero giornaliero di nuovi casi esportati a livello internazionale (Italia, Turchia, Malesia e altri) e numero giornaliero di nuovi casi in Cina. Il modello descrive i molteplici percorsi di trasmissione nella dinamica dell’infezione e sottolinea il ruolo del serbatoio ambientale nella trasmissione e diffusione di questa malattia. Il modello fuzzy proposto impiega anche velocità di trasmissione non costanti che cambiano con lo stato epidemiologico e le condizioni ambientali.

Altro studio parte della ricerca, all’attenzione della comunità scientifica internazionale e pubblicato su Nature Scientific-Reports, è “Fuzzy rank-based fusion of CNN models using Gompertz function for screening COVID-19 CT-scans” che introduce una nuova rete isomorfa “a grafo”. Il nuovo modello “GraphCovidNet” (questo il nome del brevetto che gli Autori hanno presentato negli USA) valuta la radiografia del torace sulla base di quattro set di dati standard di cui si dispone, tra cui: set di dati SARS-COV-2 Ct-Scan, set di dati Covid-CT, combinazione di set di dati covid-radiografia del torace, immagini radiografiche del torace (Polmonite) dataset e CMSC-678-ML-Project dataset e, infine, in un confronto con queste basi di dati da cui si rileva il Covid19 e soprattutto le sue tre varianti principali. Il modello mostra un’incredibile precisione del 99% per tutti i set di dati e la sua capacità di previsione diventa precisa al 100% per il problema della classificazione binaria del rilevamento delle scansioni Covid-19. 

Gli ulteriori studi presentati da altri membri del gruppo di ricerca (dott. B. A. Pansera, dott.ssa T. Ciano, dott.ssa M. Gangemi, dott.ssa D. S. Merenda) durante il Workshop sono: “Investigation of fractal-fractional order model of COVID-19 in Pakistan under Atangana-Baleanu Caputo (ABC) derivative”, pubblicato sulla rivista Results in Physics; “Covid-19: Fake news Sentiment Analisys”, in corso di pubblicazione sulla rivista Computers and Electrical Engineering; “Multi-attribute decision making based on interval-valued trapezoidal neutrosophic number and its application in the diagnosis of viral flu”, in corso di pubblicazione su International Journal of Fuzzy Systems; “On Treating a fractional order mathematical model of Covid-19 and its variants via Haar wawelets method”, in corso di pubblicazione sulla rivista Electronic Research Archive dell’AIMS Press. (rrc)

Gli studenti di Scienze Forestali dell’UniMediterranea alla II edizione delle Olimpiadi di Selvicoltura

Gli studenti di Scienze Forestali dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, parteciperanno alla seconda edizione delle Olimpiadi di Selvicoltura, dedicato ai corsi di laurea in Scienze Forestali degli Atenei italiani, in programma il 14 e 15 ottobre al Parco nazionale delle Foreste Casentinesi e organizzata dalla Compagnia delle Foreste, nell’ambito del progetto Life GoProFor e tratterà la gestione forestale orientata alla conservazione della biodiversità.

I Prof. Fabio Lombardi e Pasquale Marziliano, docenti di selvicoltura del Dipartimento di Agraria di Reggio Calabria, promotori dell’iniziativa, accompagneranno gli studenti del Dipartimento, che faranno parte di un gruppo di oltre cento partecipanti, provenienti dalle Università di Reggio Calabria, Bari, Ancona, Campobasso, Napoli, Nuoro, Milano, Firenze, Viterbo e Torino.

Gli studenti formeranno squadre olimpiche miste, affrontandosi nei “boschi di gara” in numerose tematiche selvicolturali. In particolare, le prove saranno incentrate sull’applicazione della diagnosi dell’Indice di Biodiversità Potenziale (IBP), sul riconoscimento e quantificazione dei microhabitats, sul taglio di preparazione, a basso impatto sui microhabitats, con applicazione dell’IBP e da una prova inerente la classificazione del legname in piedi.

Le olimpiadi rappresentano una indiscutibile occasione di formazione per gli studenti, che andranno a confrontarsi con docenti di rilievo internazionale su tematiche riguardanti la promozione della biodiversità naturale ed il rilancio delle aree interne attraverso la valorizzazione e l’uso multifunzionale delle risorse forestali. (rrc)

REGGIO – Imboschiamoci 2021, martedì 28 l’incontro “Non si finisce mai di ricercare”

Martedì 28 settembre, a Reggio, alle 11, si svolgerà il seminario online Non si finisce mai di ricercare: Esperienze dal mondo della ricerca, organizzato dal Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio in collaborazione con la Biblioteca di Agraria.

L’evento, che è il terzo incontro del ciclo Siamo nel ramo, organizzato nell’ambito di Imboschiamoci per studiare 2021, vedrà le relazioni di Manuela Plutino, ricercatrice del Crea Foreste e Legno, Consiglio per la ricerca in agricoltura e Francesco Solano, post-doctoral researcher, Dipartimento di Scienze agrarie e forestali, Università della Tuscia, Viterbo), entrambi sono laureati in Scienze Forestali e Ambientali presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria.

Nel corso del seminario, i due offriranno il racconto del percorso formativo e delle motivazioni che li hanno portati a lavorare nel campo della ricerca scientifica, mostrando il legame tra il loro lavoro attuale, il loro ruolo istituzionale, e gli studi precedentemente svolti: la formazione universitaria, il dottorato, con la progressiva precisazione di una personale vocazione professionale.

L’incontro darà anche modo di delineare quali siano oggi i nuovi orizzonti della ricerca scientifica in campo forestale e ambientale, mettendo in evidenza i temi intorno a cui si sviluppa il lavoro dei principali centri di ricerca del settore e le principali iniziative innovative intraprese. (rrc)=

Verso la pianificazione di sistema per lo sviluppo della Valle Joniche dei Peloritani

Sono stati presentati i primi risultati e le indicazioni di sintesi prodromici alla elaborazione di Piani e Programmi Strategici per la valorizzazione dei Borghi e del territorio delle Valli, che vede impegnati l’Università Mediterranea di Reggio Calabria e l’Unione dei Comuni delle Valle Joniche dei Peloritani, nel corso dell’iniziativa dal titolo Verso la pianificazione di sistema per lo sviluppo delle Valli Joniche dei Peloritani.

I lavori si sono aperti con i saluti istituzionali del sindaco del Comune di Forza D’Agrò, Bruno Miliadò, e del Presidente dell’Unione dei Comuni delle Valli Joniche dei Peloritani, nonché sindaco di Antillo, Davide Paratore, che hanno evidenziato l’importanza dell’evento nella prospettiva di uno sviluppo socio-economico e culturale che valorizzi l’alto potenziale turistico del territorio delle Valli Joniche dei Peloritani.

È seguito, quindi, il saluto del Rettore dell’Università Mediterranea, Santo Marcello Zimbone, che ha ripercorso la genesi della collaborazione tra l’Ateneo e i Comuni delle Valli. L’evento – ha spiegato il Rettore – ha preso le iniziali mosse dal Protocollo d’Intesa stipulato nel dicembre 2020 tra i 18 Comuni delle Valli d’Agrò, del Dinarini, del Savoca, del Nisi e l’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria, ed è l’occasione per presentare i primi risultati e le indicazioni di sintesi prodromici alla elaborazione di Piani e Programmi Strategici per la valorizzazione dei Borghi e del territorio delle Valli. Il Rettore Zimbone ha, infine, posto l’accento sulla necessità di dare continuità alle attività sin qui svolte per massimizzare le positive ricadute delle attività in essere.

Sono seguite le relazioni affidate ai professori Tommaso Manfredi, Giovanni Enrico Agosteo, Alberto De Capua, Giuseppe Araniti, Carmelina Bevilacqua e Francesco Calabro. I docenti, appartenenti a diverse aree scientifiche dell’Ateneo, hanno evidenziato come l’intera area, grazie al suo consistente e diffuso patrimonio materiale e immateriale, possa creare un‘offerta turistica locale integrata e di sistema, in grado di coniugare ambiente, cultura, agricoltura, natura e innovazione tecnologica, quali componenti della filiera di un territorio, quale è quello delle Valli, estremamente ricco di risorse, ma non compiutamente valorizzato.

Nel corso degli interventi, inoltre, sono stati illustrati i diversi strumenti finanziari comunitari e nazionali, tra cui il Pnrr e il Piano Nazionale “Borghi”, e come questi possano essere orientati allo sviluppo dell’insieme dei Borghi, anche nell’ottica del sostegno all’occupazione giovanile.

I molteplici spunti emersi durante i lavori hanno animato il dibattito, coordinato dal Rettore dell’Università Mediterranea, a cui hanno partecipato i sindaci del Comune di Pagliara, Sebastiano Gugliotta, del Comune di Roccafiorita, Concetto Orlando, di Sant’Alessio Siculo, Nunzio Giovanni Foti, di Savoca, Massimo Stracuzzi, e i direttori dei Dipartimenti dell’Università Mediterranea Giovanni Enrico Agosteo (Agraria), Tommaso Isernia (Ingegneria dell’informazione, delle infrastrutture e dell’energia sostenibile), Giovanni Leonardi (Ingegneria Civile, Energia, Ambiente e Materiali), Tommaso Manfredi (Patrimonio, Architettura e Urbanistica) e Adolfo Santini (Architettura e Territorio).

Gli interventi hanno evidenziato come sia importante conferire una chiave identitaria all’intera Area in cui ricadono le Valli Joniche dei Peloritani, che sintetizzi i valori del territorio da trasmettere e comunicare opportunamente attraverso i sempre più attuali canali web, anche nella prospettiva di individuare una denominazione che la renda univocamente riconoscibile.

Le conclusioni affidate al Rettore dell’Università Mediterranea hanno rimarcato i benefici che l’intera area può conseguire attraverso un’azione di sistema da attuare, soprattutto, sui temi della transizione ecologica e digitale, intorno a cui sono state già definite le linee di una prospettiva di medio-lungo periodo per correggere lo svantaggio socioeconomico e, al contempo, sorreggere le prospettive di sviluppo e di crescita, anche occupazionale, del Mezzogiorno d’Italia. Hanno anche delineato le modalità con cui proseguire la collaborazione e il coinvolgimento dei molteplici attori del territorio, compreso il mondo della scuola, nonché le ulteriori azioni da porre in essere nel breve, ispirate alla necessità di efficacia e tempestività, guardando principalmente ai giovani e al loro futuro. (rrc)