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Terme Luigiane

Tavernise (M5S): Regione intervenga per riaprire stabilimenti delle Terme Luigiane

Il consigliere regionale e capogruppo del Movimento 5 StelleDavide Tavernise, ha chiesto alla Regione di intervenire per riaprire gli stabilimenti delle Terme Luigiane, in quanto «vanno riattivate le prestazioni sanitarie specialistiche e ripristinati i livelli occupazionali esistenti fino alla stagione termale 2020».

«Le Terme Luigiane – ha spiegato – sono la più antica stazione di cura termale della Calabria, con le acque classificate ad un livello qualitativo altissimo dal Ministero della Salute. Prima della chiusura degli stabilimenti, impiegava centinaia di lavoratori erogando annualmente circa 500.000 prestazioni sanitarie per più di 20mila curanti, con 35mila presenze negli alberghi della zona nell’ultimo anno di regolare attività. Per un incredibile pasticcio amministrativo e dopo varie vicissitudini giudiziarie, complice, se non causa primaria, l’assoluta assenza di indirizzo e controllo da parte della Regione, le terme sono chiuse da fine 2020».

«A marzo del 2022 il presidente Occhiuto – continua Tavernise – ha annunciato che è allo studio una soluzione della controversia, ma questa ipotetica soluzione richiederà necessariamente lunghi tempi di concertazione e, al momento, l’ipotesi più probabile resta quella di vedere le Terme Luigiane chiuse per la terza estate consecutiva».

«Un danno rilevante sia in termini sanitari che economici. Le Terme Luigiane – ha proseguito – per le loro caratteristiche uniche sono state, infatti, utilizzate per cure mediche specialistiche relative a patologie reumatiche, respiratorie, ginecologiche, dermatologiche e otorinolaringoiatriche, erogate in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale. Il servizio termale è infatti costituito da prestazioni sanitarie ricomprese nei livelli essenziali di assistenza, pertanto l’interruzione del servizio ha anche notevoli implicazioni per la salute dei cittadini che non potendo ricevere le cure presso gli stabilimenti delle Terme Luigiane, sono costretti a rivolgersi ad altre strutture oppure a rinunciare alle cure».

«Questa prolungata chiusura – ha concluso – ha provocato la perdita del lavoro per centinaia di persone che negli anni scorsi erano direttamente impiegati negli stabilimenti termali e per l’indotto, con conseguenze negative economiche, sociali e soprattutto turistiche per tutta la Calabria ed in particolare per la zona del Tirreno cosentino. Per questo ho voluto sollecitare la Regione, che resta sempre la concessionaria delle acque termali calabresi, per un’iniziativa che è sempre più urgente affinché intervenga con soluzioni più celeri di quelle prospettate per non perdere anche la stagione estiva ormai alle porte e tutelare un patrimonio che deve essere protagonista dell’offerta sanitaria e turistica della nostra regione». (rrc)