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Terme Luigiane

Una mediazione della Regione sulle Terme Luigiane che si è chiusa con un nulla di fatto

di FRANCO BARTUCCI – Un nulla di fatto si è registrato ieri nell’incontro, convocato alla cittadella regionale dall’assessore alle attività produttive, Fausto Orsomarso, con i due sindaci di Acquappesa e Guardia Piemontese, nonché con la dirigenza della Sateca, per superare lo stato di crisi creatosi a seguito del prelievo forzoso unilaterale dei beni immobiliari all’interno del compendio termale e salvare la stagione termale dell’anno in corso. Una vicenda che per l’azione forzosa condotta in modo illegittimo da parte dei due sindaci ha prodotto delle denunce presso la Procura della Repubblica di Paola.

La dirigenza della Sateca, pur avendo espresso all’assessore Orsomarso la propria disponibilità al prosieguo delle attività, in attesa del nuovo sub concessionario che dovrebbe scaturire dall’esito del bando che i due Comuni dovranno porre in essere, nel rispetto dell’accordo raggiunto l’8 febbraio 2019 presso la Prefettura di Cosenza, ha trovato l’immediato disaccordo da parte dei due sindaci, che hanno ribadito la data del 15 dicembre 2021 come ultima occasione di chiusura dei rapporti, lasciandosi liberi ad assumere decisioni di eventuale prosecuzione solo allo stato delle cose che si presenteranno in quel momento.

Tale disponibilità al prosieguo delle attività è stata anche affiancata all’ipotesi, avanzata dall’azienda, di riconsiderare la misura dell’erogazione dell’acqua termale stabilita dai regolamenti comunali recentemente approvati. Tale misura, stabilita per l’attuale gestore in percentuale pari al 12% della portata complessiva, è ritenuta dalla Sateca assolutamente insufficiente a garantire l’approvvigionamento per lo stabilimento Thermae Novae ed il Parco Termale. Questa percentuale dovrebbe essere rivista per consentire a Sateca di essere autonoma e di eliminare ogni conflitto rispetto a tutte le altre iniziative comunali.

Neanche questa possibilità è stata ritenuta dai Comuni meritevole di un approfondimento da parte dei tecnici e/o di autorevoli enti terzi come l’Università della Calabria, che avrebbero potuto – senza sospetti di parzialità – individuare il giusto compromesso tra le necessità di una azienda fornitrice di un servizio pubblico e le Pubbliche Amministrazioni concessionarie della risorsa naturale da valorizzare ed il cui sfruttamento deve essere posto a base di gara pubblica. Tutto ciò, nello spirito di salvaguardare, come previsto dalla normativa, le attività esistenti pur volendo valorizzare le terme e dare spazio a nuove iniziative.

«Assumere l’onere di una stagione termale in pieno periodo pandemico – ha dichiarato la dirigenza della Sateca in un loro comunicato – senza avere la  prospettiva di una possibile continuità, non è praticabile per nessuno che abbia la testa sulle spalle e non voglia precipitare in uno stato di dissesto. A ciò si aggiungono le già gravi difficoltà affrontate dalle aziende del settore lo scorso anno a causa del covid, con una riduzione per Sateca del 75% delle cure erogate. Inoltre, l’azienda si vedrebbe costretta a ripristinare in altri luoghi tutti i beni strumentali (accettazione, studi medici, amministrazione, direzione sanitaria etc.) di cui i Comuni si sono forzatamente impossessati e che sono necessari per l’attività».

«In conclusione – continua il comunicato – alla- rispettosa e ragionevole – volontà di prosieguo delle attività manifestata da parte di Sateca spa, i sindaci Tripicchio e Rocchetti hanno opposto una posizione non trattabile: gestione affidata solo fino al 15.12.2021, poi si valuteranno le condizioni per un’eventuale prosecuzione. Che garanzie avrebbe l’azienda, vista l’abitudine di disconoscere gli accordi presi mostrata dai sindaci non riconoscendo la validità del protocollo firmato in Prefettura nel 2019 e ratificata dai rispettivi consigli comunali?».

«La Sateca – continua ancora il comunicato – ha esplorato ogni possibile formulazione che ne potesse consentire la sopravvivenza. Come è noto per assicurare bilanci in ordine, rispetto delle leggi e garanzie per i diritti dei lavoratori, occorrono atti formali spendibili per garantire investimenti e regolari pagamenti di fornitori e di stipendi. Gli atti che i Sindaci di Acquappesa e di Guardia Piemontese hanno ritenuto non modificabili neanche minimamente nel confronto e con le proposte avanzate da Sateca, purtroppo non consentono di ipotizzare un futuro per le Terme Luigiane e il tentativo a cui stiamo assistendo in queste ultime ore, da parte dei sindaci, di screditare l’azienda sostenendo che durante l’incontro non si sia preoccupata della sorte dei lavoratori è manifestamente falso e infondato».

«La Sateca – conclude il comunicato – da questo punto di vista non accetta lezioni da nessuno, e ha fatto del rispetto dei contratti e delle regole la propria bandiera; in 80 anni  ha creato sul tirreno cosentino una “oasi della legalità” e questo rappresenta un valore che i sindaci dovrebbero essere i primi a volere e dovere salvaguardare».  (rcs)