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VIBO – La tre giorni “La Calabria e il Mediterraneo nel Seicento”

Al via, a Vibo Valentia, al Sistema Bibliotecario Vibonese, la tre giorni dal titolo La Calabria e il Mediterraneo nel Seicento, organizzato dal Circolo di Studi Storici Le Calabrie in occasione del Ventennale della sua istituzione.

Gli argomenti del convegno saranno suddivisi, nel corso delle tre giornate di studio, nelle sezioni: storia politica e militare, storia sociale ed economica, storia religiosa, arti (musica, arti figurative, scienze, letteratura storiografica), territorio (archeologia, urbanistica, architettura).

Un programma nutrito che, dopo i saluti della presidente del Circolo di Studi Storici “Le Calabrie”, Marilisa Morrone, del sindaco di Vibo Valentia, Maria Limardo, del direttore del Sistema Bibliotecario Vibonese, Gilberto Floriani e del responsabile del Centro Promozione Attività Culturali e Formazione della Fondazione Carical, Mario Bozzo, vedrà la presenza di importanti relatori quali: Maurice Aymard, Giuseppe Caridi, Alexander De Bono, Jean Paul De Lucca, Francesca Martorano, Aurelio Musi, Luis Ribot Garcia, Keith Sciberras, Giulio Sodano, Alessio Bruno Bedini, Giulia Fresca, Pasquale Lopetrone, Vincenzo Naymo, Furio Pellicano, Domenico Romeo, Gianfrancesco Solferino, Maria Concetta Calabrese, Roberta Cruciata, Enzo D’Agostino, Marco Grassi, Giuseppe Mantella, Rosalia Francesca Margiotta, Ciro Romano e Carmela Maria Spadaro.

«Il convegno – ha dichiarato Marilisa Morrone, presidente del Circolo di Studi Storici Le Calabrie – si pone l’obiettivo di considerare, e in qualche caso di ripensare, il ruolo della Calabria nel Seicento nel contesto più ampio delle vicende storiche del Regno di Napoli e nell’ambito, ancora più allargato, di quelle del bacino del Mediterraneo, al centro del quale la regione si trova collocata».

«Da tempo – ha proseguito la presidente Morrone – si è messa in discussione la rigidità con la quale fino ad alcuni decenni or sono il Seicento era stato considerato in numerosi ambiti della ricerca storica. Lo si è fatto sul piano istituzionale, economico e in ambito sociale, con una profonda riconsiderazione dell’eziologia e della portata delle rivolte che hanno coinvolto anche il Regno di Napoli e la Calabria durante il Seicento».

«Il convegno – ha proseguito la presidente Morrone – non trascurerà neppure le vicende politiche e quelle religiose che hanno caratterizzato il Seicento in Calabria e il Regno di Napoli e che non poche ricadute hanno avuto sulla storia meridionale. L’indagine, tuttavia, non si esaurirà esclusivamente attraverso l’approfondimento degli ambiti fondamentali di carattere storico fin qui illustrati per l’area geografica, oggetto del convegno, ma incontrerà pure l’ausilio di altre discipline, il cui apporto consentirà di integrare il quadro complessivo: l’archeologia dell’età moderna, la storia dell’arte e la letteratura, in particolare, negli ultimi anni hanno fornito dati innovativi di estremo interesse di cui la storiografia dovrà necessariamente tenere conto nel verificare, ed eventualmente aggiornare, lo stato delle conoscenze e del dibattito».

Inoltre, nei giorni 23 e 24 novembre si potrà ammirare, nella sede del convegno, il Codice Carratelli, l’Atlante manoscritto acquarellato del progetto di fortificazione di Calabria Ultra (fine XVIsec.). Saranno esposti anche pannelli riproducenti immagini tratte dal Codice e raffiguranti alcuni centri abitati, tratti di costa, castelli e torri costiere. (rvv)