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VIBO – Patti Territoriali per la ripresa post Covid, la dura reazione di Caffo e Solano

È dura e decisa la reazione congiunta del presidente della Camera di Commercio di Vibo Valentia, Sebastiano Caffo e del presidente della Provincia, Salvatore Solano di fronte all’idea lanciata, a mezzo stampa, dalla Vibo Sviluppo S.p.A. di destinare alle imprese vibonesi 15 milioni di euro dei fondi relativi ai Patti Territoriali per la ripresa post emergenza Covid-19, perché trattasi di proposta assolutamente impraticabile e puramente illusoria sia dal punto di vista sostanziale che procedurale.

«Non siamo disposti – si legge in una nota congiunta – a farci prendere in giro, né a consentire che vengano prese in giro le imprese del territorio con proposte irrealizzabili che sono l’evidente tentativo di strumentalizzare difficoltà e bisogni del sistema produttivo locale al solo scopo di mantenere ruoli e posizioni oltre ogni limite di tollerabilità».

Caffo e Solano ricordano che «la Vibo Sviluppo è tecnicamente impossibilitata ad andare avanti per mancanza di risorse e che proprio parte di quei fondi che ora si propone di destinare alle imprese, sono stati revocati dal Ministero dello Sviluppo economico non più propenso a farne proseguire la gestione alla società; che, a seguito di apposita riunione del partenariato, soggetto legittimato a gestire il Patto Territoriale è attualmente la Provincia di Vibo Valentia; che  la Vibo Sviluppo è in una fase di totale inerzia amministrativa considerato che sia il Presidente Barbuto che il Consiglio d’Amministrazione e il Collegio Sindacale della Vibo Sviluppo hanno reiteratamente disatteso le ripetute richieste, avanzate da un anno a questa parte, dai soci di maggioranza di convocazione di assemblea straordinaria per la messa in liquidazione della società, tanto che, scaduto anche il termine di cui all’ultima richiesta di maggio u.s., nella perseveranza di un silenzio inspiegabile oltre che grave del presidente Barbuto e degli organismi societari preposti, è stato dato mandato ad un legale per la richiesta al Tribunale di convocazione d’ufficio».

«Non si poteva fare altrimenti – hanno sottolineato i presidenti Caffo e Solano – considerato che la Vibo Sviluppo ha provocato ai due enti, CCIAA e Provincia, un danno da perdita di capitale di oltre 60.000 euro ciascuno».

«Data questa situazione – ha sostenuto il presidente Caffo – non accetto assolutamente, anzi trovo subdolo, che la Vibo Sviluppo attraverso il suo presidente in un momento di crisi economica del territorio aggravata dagli effetti della pandemia, faccia leva proprio sullo stato di bisogno degli imprenditori come estremo tentativo di salvare prerogative e posizioni legate alla gestione della società. Prima di fare proposte e di parlare di Protocolli di legalità, si pensi a rispettare la legge e la volontà dei soci, consentendo il regolare funzionamento degli organismi societari e il legittimo svolgimento dell’assemblea».

«Siamo convinti che di fronte a questo –ha precisato Caffo – non ci saranno margini di credibilità per chi attenta, in modo così esecrabile, al coraggio e alla fiducia di imprenditori che oggi lottano per ripartire, e lo vogliono fare anche su piccole certezze, non certo su grandi illusioni! Noi tuteleremo con determinazione le nostre imprese e se altri politici o atri enti chiamati in causa dalla Vibo Sviluppo, a partire dalla Regione fino a tutti gli altri Enti coinvolti, pensano di poter condividere la “geniale idea”, la Camera di Commercio di Vibo Valentia si dichiara fin da ora disponibile a cedere le sue quote, recuperando quanto a suo tempo investito nella Vibo Sviluppo, non condividendo metodi e strategie che sembrano proprio lontani da buone e corrette pratiche amministrative».

Per il presidente Solano, poi «la vicenda che vede coinvolta Vibo Sviluppo sta superando i limiti della decenza morale ed istituzionale. Cosa ancor più assurda è la sfacciataggine con cui si continua ad operare come se nulla fosse stato. La cosa che più dispiace è che a patire i danni di questo irresponsabile comportamento è il territorio Vibonese che si vede privato della possibilità di realizzare opere già ammesse a finanziamento con decreto del Mise. Pur di salvaguardare questi finanziamenti, per lo più destinati alla Città capoluogo, la Provincia aveva accettato di subentrare come soggetto responsabile alla ormai Vibo Sviluppo, alla quale non rimaneva altro che adempiere alla liquidazione della società. Ed invece, oggi opera regolarmente al punto di arrogarsi il diritto di prospettare soluzioni da fantascienza o da fantapolitica».

Critico anche il Presidente di Confindustria Vibo Valentia, Rocco Colacchio: «in considerazione della complessa vicenda giudiziaria, peraltro ancora irrisolta, relativa alla sua stessa sopravvivenza, sarebbe una scelta irresponsabile affidare la gestione di importanti risorse alla società Vibo Sviluppo. Come imprenditori non possiamo sostenere una proposta miope, che non garantisce appieno un percorso chiaro e protetto di impegno e spesa effettiva degli aiuti al sistema delle imprese!». (rvv)