DOMANI A TREBISACCE UN CONVEGNO SULLE IDEE DI CRESCITA E SVILUPPO DI UN TECNOCRATE VISIONARIO;
Nicola Barone

PROGETTO MEZZOGIORNO: DOPO 15 ANNI
LA VISIONE PROFETICA DELL’ ING. BARONE

di SANTO STRATI – Ci sono voluti 15 anni perché una serie di idee, propositive e geniali, dell’ing. calabrese Nicola Barone trovassero l’adeguata accoglienza. “Progetto Mezzogiorno”, di cui si parlerà domani a Trebisacce in un convegno promosso per rilanciare l’innovazione al Sud, è un programma di interventi e soluzioni ideato ben 15 anni fa nel libro che Barone pubblicò con Rubbettino: la proposta di un grande laboratorio di eccellenza per lo sviluppo del territorio. Lo scenario è quello dell’economia della conoscenza, ovvero l’utilizzo e l’approfondimento di sistemi innovativi legati alle tante potenzialità, inespresse, che il Mezzogiorno cova senza portarle a profitto.

È la storia di un Mezzogiorno, anzi di una Calabria che vede ancora oggi partire i propri giovani, cervelli pensanti e grandi capacità, che mettono al servizio di regioni o Paesi più intelligenti le proprie competenze. La Calabria, lo abbiamo scritto tante volte, ha il record mondiale di esportazione di cervelli, un male atavico che ha poco a che vedere con la tradizionale emigrazione di inizio Novecento. Allora partivano braccia, utili nel Nuovo Mondo per costruire il futuro. E si è visto cosa sono stati capaci di fare i nostri emigrati negli Stati Uniti, in Australia, in America Latina, dovunque sono state utilizzate (o meglio sfruttate) le risorse umane che lasciavano il paese natìo in cerca di fortuna, spesso facendosi raggiungere più tardi dalla famiglia. Molti di loro la fortuna l’hanno trovata, a costo di enormi sacrifici, di grandi disagi, di incolmabili dispiaceri: basta vedere quanti calabresi nel mondo sono diventati capitani d’impresa, manager di altissimo livello, imprenditori e industriali degni ogni ammirazione. La fuga dei cervelli è, invece, più subdola: i ragazzi è giusto che vadano a cercare specializzazioni post laurea nelle regioni ricche o all’estero: molti partono con l’idea (che diventa presto illusione) di poter tornare e dare il proprio contributo alla terra che gli ha dato i natali. È una matrigna, la Calabria, che non ama i propri figli giovani (per colpa dei “vecchi” che permettono si rubi il futuro alle nuove generazioni), eppure sforna geniacci in grado di sfondare nel mondo. Se restano in Calabria i nostri laureati, specializzati, capaci, competenti, non trovano opportunità d’impiego che permettano loro di formarsi ulteriormente e mettere a profitto le proprie competenze. No, la Calabria non è un paese per giovani e nessuno si rende conto che la mancata crescita del territorio è proprio causata da questa involontaria (ma inevitabile) fuga di cervelli.

L’ing. Nicola Barone è un visionario come pochi, anche lui trascurato e ignorato dalla Calabria che avrebbe potuto e dovuto far tesoro delle sue competenze. Quasi trent’anni fa fu l’artefice del progetto Telcal, con un piano telematico (un progetto sperimentale finanziato dal Miur) che anticipava di anni quello che sarebbe successo con l’esplosione delle rete e la diffusione di Internet. Un’ambiziosa e profetica idea che avrebbe fatto della Calabria la regione apripista della Rete, ma il consorzio si sciolse inopinatamente. L’ing. Barone ha proseguito con il suo intuito (le intuizioni sono fondamentali nel campo dell’innovazione tecnologica), oggi è presidente di Telecom San Marino, ma ha offerto a lungo la sua competenza a livello internazionale, divenendo uno dei maggiori esperti di strategie di telecomunicazione.  È nato a Cerchiara di Calabria ed è andato via presto per l’Università, portandosi dietro – come quasi tutti i calabresi andati via –  un amore straordinario e infinito per la propria terra. Lo stesso che lo rimette in gioco con questo convegno di Trebisacce dove si vogliono mettere a frutto le sue (profetiche e antesignane) intuizioni. Se ci pensate bene, il Territorial Knowledge Management (ovvero la conoscenza del territorio) che suggerisce e propone l’ing. Barone è la chiave di volta dell’economia locale, basata sull’utilizzo e l’impiego intelligente delle nuove tecnologie. Attenzione, rispetto a 15 anni fa quando Barone esponeva le sue teorie, ci sono condizioni molto diverse e ben più favorevoli: basti pensare al Pnrr  che punta alla net economy per la crescita e lo sviluppo del territorio. Ci sono i soldi e in Calabria ci sono le teste pensanti, un capitale umano straordinario che chiede solo di essere messo alla prova, che chiede di poter offrire capacità e competenza al servizio della propria terra. 

Cosenza con la sua Università è un faro mondiale nell’ambito dell’intelligenza artificiale (il rettore Nicola Leone è uno dei maggiori esperti mondiali) e sforna esperti tecnologici che il mondo ci invidia (e cerca, intelligentemente, di sottrarci). 

Le proposte dell’ing. Barone, contenute nel suo libro visionario (ma mica tanto) diventano l’asse portante di questo Progetto Mezzogiorno di cui la Regione dovrebbe farsi parte attiva. La tecnologia al servizio del territorio significa mettere insieme innovazione e soluzioni che derivano proprio dal territorio: Barone ha selezionato, nel suo libro, oltre 50 indicatori di competitività che risultano di un’attualità travolgente, se si pensa che sono stati individuati ben 15 anni fa. 

C’è il capitale intellettuale sociale territoriale – dice Barone – in grado di esprimere e mettere a profitto le tante potenzialità di sviluppo di tutta l’area calabrese. Ma non solo: la Calabria può divenire un modello di sistema replicabile in tutto il Mezzogiorno, ma non soltanto: anche le regioni centro-settentrionali che sono avanti anni, in fatto di competitività tecnologica, potrebbero fare riferimento a questo paradigma di crescita che si basa su investimenti che, dal territorio, si irradiano a livello nazionale e internazionale.

Calabria Silicon Valley è, del resto, un vecchio e ancor oggi validissimo, progetto dell’ex presidente della Regione Calabria Giuseppe Nisticò, farmacologo di fama internazionale, che individua nel territorio calabrese un centro strategico di innovazione, attraverso la valorizzazione delle culture del territorio e dei laureati specializzati che la Calabria riesce a produrre. 

C’è una sorta di eccezionalità genetica nei giovani calabresi che li porta a diventare, in breve tempo, protagonisti dell’innovazione tecnologica e della ricerca scientifica. Basti pensare all’Università Magna Graecia con le sue facoltà di Medicina e Farmacia da cui sono usciti (e continuano a uscire) fior di scienziati che il mondo intero fa a gara per portarseli a casa.

L’ing. Barone è uno di quei giovani, oggi “diversamente” giovane, ancora capace di dare un contributo notevolissimo alla crescita e lo sviluppo della Calabria. Potrebbe godersi la sua posizione di rendita, frutto di anni di successi e di lavoro appassionato, ma, per amore autentico della Calabria, è pronto a rimettersi in gioco e a guidare un team di competenze in grado di valorizzare risorse e territorio. Sapranno capirlo da Germaneto? Presidente Occhiuto, permetta un consiglio:  avvi il “ritorno a casa” delle migliori menti calabresi andate via, nel campo della scienza e dell’innovazione tecnologica. 

Ma la Calabria, è vittima della burocrazia: il prof. Roberto Crea, originario di Palmi, da San Francisco, dopo 40 anni di successi negli Usa, attende di poter prendere la guida del Dulbecco Institute che sta nascendo a Lamezia Terme alla Fondazione Terina. Ma la Regione da un anno cincischia sul rilascio dei locali: il centro di eccellenza avrebbe già potuto essere in funzione. Le lentezze burocratiche sono la causa prima del mancato sviluppo: occorre una visione di futuro. Come quella che ci ha offerto 15 anni fa l’ing. Nicola Barone, pronto a ridiscendere in campo per il Progetto Mezzogiorno.  Per il bene della Calabria e dei calabresi.  (s)


A TREBISACCE SI DISCUTE DI FUTURO-PRESENTE: IL PROGETTO MEZZOGIORNO

All’evento di domani (2 dicembre), in programma a partire dalle 16 all’Auditorium Comunale ex Fornace, interverrà il sindaco di Trebisacce, Alex Aurelio, con un saluto introduttivo, e vedrà la partecipazione, oltre che dell’ing. Nicola Barone autore del libro che dà il nome al convegno, di numerose personalità e istituzioni: Florindo Rubbettino, editore del libro Progetto Mezzogiorno; Don Francesco Preite, Presidente Nazionale Salesiani per il Sociale; Nicola Paldino, Presidente Credito Cooperativo Mediocrati; Vincenzo Cesarini, Presidente dell’ODCEC; Rosanna Mazzia, Presidente dell’Associazione Borghi Autentici D’Italia; Paolo Innamorati, Dottore Commercialista; Prof. Franco Rubino, Dipartimento di Scienze Aziendali e Giuridiche di Unical; Mons. Donato Oliverio, Vescovo di Lungro. Modererà i lavori Luca Collodi, Caporedattore di Radio Vaticana.