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Reggino rinnova l'offerta del Cero Votivo alla Madonna della Consolazione

Reggio rinnova l’offerta del Cero Votivo alla Madonna della Consolazione

Il Comune di Reggio ha rinnovato l’offerta del Cero Votivo alla Madonna della Consolazione, patrona della città.

«È  un rito che si rinnova negli anni, la luce di questo cero ci auguriamo, affidandoci a Maria, che possa illuminarci, per poter guidare sempre meglio alla nostra comunità», ha detto Brunetti, nel corso della cerimonia al Duomo.

«Ci affidiamo pienamente a Maria – ha aggiunto – per darci la forza di assumere decisioni importanti per la nostra città e soprattutto le chiediamo di vigilare sulle nostre scelte e sui percorsi che andremo ad affrontare quotidianamente per amministrare e gestire un territorio tanto difficile come il nostro».

«Oggi gli rendiamo omaggio– ha concluso Brunetti – e la ringraziamo per l’anno trascorso e ci affidiamo a lei per l’anno che verrà».

Alla cerimonia nel Duomo di Reggio Calabria era presente anche il sindaco metropolitano facente funzioni di Reggio Calabria, Carmelo Versace che ha detto: «Vorrei riprendere il concetto del messaggio dell’Arcivescovo metropolita di qualche giorno fa, ossia quello di provare, a tutti i livelli, di fare sinergia per mettere in campo i valori positivi per fare crescere al meglio la nostra comunità».

«Il suo messaggio è stato molto chiaro, e noi non possiamo far finta di non ascoltare questo grido d’allarme, che più volte il nostro Arcivescovo ci ha dato, e quindi rispetto a questo in questa giornata molto particolare – ha concluso Versace – non possiamo che dare seguito a quelle che sono le sue parole».

Eccellenza Reverendissima, Reverendo Capitolo Metropolitano, Reverendo Clero di questa Chiesa reggina e bovese, a Voi tutti manifesto l’ossequio filiale della Civica Amministrazione, della Città.

Saluto con gioia e riconoscenza la presenza qui tra noi dei Reverendissimi Arcivescovi, Vescovi e delle Autorità civili e militari.

Ritempriamo oggi, nel solco della secolare tradizione, la deferente offerta del Cero votivo alla Madonna della Consolazione. 

Un gesto ogni anno che si aggiorna, ripercorrendo la storia… le speranze di una Comunità.

Una ritualità destinata a rigenerare l’indissolubile legame tra la Città e la sua celeste Patrona.  

In questa Basilica Cattedrale, l’Amministrazione comunale consegna la propria intramontabile testimonianza di fede e di Comunione. 

Per il secondo anno, quale Primo cittadino facente funzioni, cammino spalla a spalla con la Comunità reggina. Un passo dietro l’altro con la contezza di non essere il Sindaco eletto dai cittadini e, comunque, consapevole che l’onorabilità del ruolo deve essere interpretata e vissuta con devozione e dedizione, alimentando il senso di civiltà e di appartenenza della Comunità.

Maria Santissima della Consolazione, “Eccomi. In questi due anni ho lavorato avvertendo il peso delle responsabilità. Da figlio Ti ringrazio per avermi affrancato dal rischio di un cammino solitario ed autoreferenziale, consentendomi, invece, di percorrere strade e marciapiedi insieme ai cittadini, abbracciando problemi e cogliendo opportunità per la Città. Camminiamo con Te, o veneranda Madre, trovando conforto ed indulgenza. Eccellenza, prendendo a prestito le Sue parole: “Da soli prima o poi si imboccano strade senza uscita, insieme si costruisce nella novità creativa e condivisa”.

Lavorare per il bene comune, l’impegno in politica, sono un modo per vivere l’insegnamento del Risorto. Sfuggiamo alle populiste tentazioni di un uso politico del culto religioso che, tradizionalmente, rappresenta il tessuto connettivo tra l’istituzione ecclesiastica e le popolazioni.

L’amministrazione comunale è fermamente legata all’albero degli interessi della Comunità reggina: …non ha la cera alle orecchie né gli occhi bendati! Sentiamo e vediamo ciò che accade: famiglie che vivono in un diffuso disagio sociale, lavoratori che rasentano la povertà o che, per sfamare la famiglia, devono sottostare a condizioni di lavoro precarie o con un insufficiente livello di sicurezza. Imperativo il pensiero del Presidente della Repubblica Mattarella: “Morire sul lavoro è un oltraggio ai valori della convivenza”.

Dobbiamo lavorare per riconoscere, appieno, la pari dignità di ogni persona, di ogni lavoratore, anche accogliendo i migranti di speranza, ricordando il nostro peregrinare alla ricerca di migliori condizioni di vita. La Repubblica, in ogni articolazione dello Stato, deve consentire “il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese.” 

Nell’Enciclica “Fratelli tutti”, Papa Francesco scrive: “… il lavoro è una dimensione irrinunciabile della vita sociale, perché non solo è un modo per guadagnarsi il pane, ma anche un mezzo per la crescita personale, per stabilire relazioni sane, per esprimere sé stessi….”.

Con questa coscienza e confidenti nella Tua guida Materna, lavoriamo quotidianamente affinché, entro la fine di quest’anno ed a conclusione di pubblici concorsi, oltre 130 persone siano assunte da questa Amministrazione comunale con un contratto a tempo pieno ed indeterminato. Anche per questa via passa la necessità di soddisfare il miglioramento della qualità dei servizi comunali e di corrispondere alle aspettative della Comunità.

È su questo che dobbiamo puntare noi tutti, mondo delle istituzioni e dell’imprenditoria: far sì che l’emigrazione dei nostri giovani verso altre città o altri paesi per ragioni di lavoro sia una scelta, e non un obbligo dettato dalla scarsità di prospettive. Altri risultati fruttiferi, Maria Santissima della Consolazione, sono maturati in quest’anno…altri arriveranno. Molti progetti sono in fase di ultimazione, altri in progettazione ed altri ancora in programmazione. Si apriranno nuovi ed importanti scenari di crescita e di sviluppo per l’intera città.

Sarà un autunno molto importante per Reggio. Si sono spenti i vincoli del piano di rientro del bilancio comunale. Il futuro si è affrancato dal decennale gravame. Negli ultimi due lustri questa comunità, amministratori e cittadini, ha dovuto compiere enormi sacrifici. Da oggi dobbiamo alzare lo sguardo per un nuovo modo di governare. Rendere moderni ed ottimali i servizi pubblici fino a ieri compromessi dalle ristrettezze dei vincoli di bilancio. Dobbiamo essere abili utilizzatori delle risorse per il bene della comunità, per creare opportunità di lavoro e sviluppo, sociale ed economico. Dobbiamo migliorare il benessere, recuperare e riqualificare le aree abbandonate. Il degrado, spesso, è teatro, purtroppo, non solo di situazioni di povertà e disagio, ma anche di fatti criminosi ben più gravi.

Perché  “il degrado morale è strettamente legato al degrado ambientale”, come già più volte ha sapientemente osservato Papa Francesco.  Per i nostri giovani dobbiamo costruire luoghi – e non solo fisici – di sicurezza, di speranza, di crescita sana, di confronto e di sviluppo. Luoghi in cui apprendere la solidarietà verso gli altri, il rispetto per la propria casa e per il pianeta, ma prima di tutto luoghi in cui non sentirsi abbandonati, né dalla famiglia, né dalle istituzioni. La luce di questo Cero squarci le tenebre del malaffare ed illumini comportamenti legalitari e solidaristici.  Cancella, o Veneranda, ogni forma di soppressione; apri i cuori di coloro che brandiscono strumenti di illegalitàSorreggi quanti ad essi si oppongono; fortifica l’azione degli uomini e delle donne che ad essi si contrappongono. Nei confronti delle forze dell’ordine e degli operatori della giustizia, perenne è la nostra riconoscenza. 

Facciamo nostre le parole del presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Matteo Zuppi, pronunciate in occasione della recente festa della Madonna della Montagna di Polsi “Ci vuole resistenza e amore, quello che ci ricordano i tanti martiri che hanno dato la vita per liberare chi era prigioniero della logica mafiosa”. Ripudiamo corruzione, inganni ed abusi. Rigettiamo l’aberrante e ignobile morsa della ‘ndrangheta, ponendoci come freno all’illegalità. La fede Cristiana, il Vangelo, il Magistero del Papa e dei Vescovi devono sempre di più essere declinate in scelte ed azioni politiche ed istituzionali per ridurre le disuguaglianze economiche ed accrescere il livello di inclusione sociale delle persone. 

Di tutte le persone. Madre, nei giorni scorsi, la necessità di assumere una decisione importante mi è stata silente compagna. Assunta la decisione, l’amaranto nostra storia e passione calcistica è stata salvaguardata: la via è tracciata. O Madre, grazie per avermi consentito di non cedere alla tentazione di rispondere a “provocazioni” rispetto ad una scelta maturata in autonomia e nell’unico interesse della Città.

Le polemiche rimangano fuori dal terreno di gioco. Gli spalti siano occasione per ospitare l’attaccamento alla città….alla maglia. 

Non è da un calcio di rigore che si giudica un giocatore…Un giocatore lo vedi dal coraggio. Dall’altruismo e dalla fantasia. Con piglio vigileremo per assicurare il rispetto delle obbligazioni dell’accordata decisione. Oggi auspico la compagnia di tutti coloro che vogliono correre per traguardare i risultati che già in passato abbiamo saputo conquistare.  I campi di calcio hanno riconosciuto a questa Piazza che gli Amaranto sono tifosi con animo sportivo. 

E mi sovvengono, in proposito, gli straordinari valori dello sport. Lo sport, il gioco, è il più efficace veicolo dei valori della solidarietà, della lealtà, del rispetto della persona e delle regole. Principi fondanti di ogni società sana e strumenti necessari per costruire competenze trasferibili in altri contesti della vita. Anche quest’anno, permettetemi di rivolgere il mio pensiero ai giovani, alle nuove generazioni, a mio figlio… a tutti i nostri figli.  Noi genitori dobbiamo saper fare gli educatori, essere riconosciuti come testimoni di comportamenti rispettosi di noi stessi e del prossimo. Non sempre, però, sino in fondo ci riusciamo. Dobbiamo avere un atteggiamento di apertura, ascolto, comprensione e rassicurazione. Abbiamo il dovere di “vivere in e per la famiglia”.

I tempi del lavoro devono coniugarsi con le esigenze familiari.  Anche così si scongiura che il tempo speso dai nostri giovani con la tecnologia sia troppo prolungato…che un’abitudine degeneri in dipendenza.

Non troppo chini su una tastiera, su un monitor. Ma ritti su noi stessi per servici delle opportunità della tecnologia quale fattore di evoluzione personale, sociale ed ambientale e non già idolatria alla quale asservirsi.  

«L’epoca digitale – scrive Papa Francesco – cambia la percezione dello spazio, del tempo e del corpo. Infonde un senso di espansione di sé che sembra non incontrare più limiti e l’omologazione si afferma come criterio prevalente di aggregazione: riconoscere e apprezzare la differenza diventa sempre più difficile”.

O Madonna, a Te affidiamo la necessità degli uomini di valorizzare l’uguaglianza di genere ed essere testimoni e non carnefici delle donne.  La città deve ritrovarsi nei sentimenti di identità, condivisione e comunità. Solo coltivando e facendo nascere un sano amor proprio e l’orgoglio di appartenenza alla nostra comunità riusciremo a risollevarci da ogni difficoltà. Si può cadere cento volte, ma l’importante è rialzarsi. I reggini hanno la forza e la determinazione per rispondere alle pressioni di chi vuole il nostro territorio affossato e depresso. Siamo un popolo orgoglioso, con una dignità indistruttibile. Dobbiamo essere ottimisti e fiduciosi: il futuro della città dipende anzitutto da noi.

Siamo consapevoli delle tante criticità che persistono, ma dobbiamo difendere la città di fronte ad ogni tipo di sopruso.  Le amministrazioni passano… Reggio rimarrà nei secoli. 

È bene che i cittadini lancino il cuore oltre l’ostacolo e denuncino storture o difficoltà che impediscono il vivere civile. L’impegno rivolto alla comunità deve essere massimo e ciò vuol dire avere rispetto per il territorio e per le persone. Bisogna esporsi, denunciare, difendere Reggio perché è qui che dovranno crescere i nostri figli. So quanto possa essere difficile, ma tutti insieme possiamo e dobbiamo costruire una città libera dall’arroganza, dalla mafia e da ogni limite che frena lo sviluppo.

Riconosco il fattivo ed amorevole impegno della Chiesa verso i meno abbienti. Maria, confesso la profonda ammirazione per gli uomini e le donne che, per istituto o per volontaria scelta, sono dediti al pubblico soccorso ed all’assistenza. 

O Patrona, permetti ai noi tutti di oltrepassare steccati ideologici per congiungerci, con l’identità del proprio ruolo, nella sentita ed unica esigenza di lavorare, all’unisono, per il bene comune di Reggio e dei reggini.

Con gaudio viviamo il processo di beatificazione di don Italo Calabrò, fulgido esempio di virtù religiose ed umane. Amico dei poveri, concittadino tra la gente ed amato dalla gente. Figlio di questa terra di cui siamo orgogliosi.

Eccellenza, benediciamo il Suo paterno messaggio di civismo profuso durante l’intervento alla “Consegna”. Le siamo accanto per la sparuta e stravagante polemica.

“Non ti curàr di lór, ma guarda e passa”. 

Patrona, nel volgere delle prossime settimane il mio Ufficio, non ricercato ma accolto con spirito di servizio, giungerà alla fine. Un altro anno il Primo cittadino eletto sarà al Tuo cospetto. Ed io, tra queste sacre mura, ascolterò. Forse parole mai dette che, chissà, avrei voluto pronunciare fasciato col Tricolore e con il cuore tenero e palpitante. Infine, immerso nella Fede e tra i simboli religiosi di questo sacro luogo, sollecito e rinforzo la mia voce commossa per chiosare: Oggi e sempre, viva Maria! (rrc)