L'ANALISI DEL PROF. PIETRO MASSIMO BUSETTA SULLE AZIONI NECESSARIE PER IL RILANCIO DEL MEZZOGIORNO;
Il Ponte Sfalassà sulla Autostrada del Mediterraneo (A2)

PER UN NUOVO RINASCIMENTO DEL SUD NON
BASTANO LE ECCELLENZE: SERVE INVESTIRE

di PIETRO MASSIMO BUSETTANon sembra nemmeno il Mezzogiorno. Così quando ci si imbatte su esperienze di eccellenza che si realizzano nel Sud ci si esprime per manifestare lo stupore di chi pensa che il Sud sia l’inferno e deve per forza evidenziare degrado e sottocultura.

Chi ricorda che  le esperienze che lo hanno caratterizzato nel tempo sono state spesso di livello eccellente? Senza voler andare troppo indietro nel tempo non si può non ricordare che Archimede, uno dei più grandi scienziati esistiti, era di Siracusa e che Empedocle è stato un filosofo e politico siciliota, vissuto nel V secolo a.c., ad Akragas, oggi Agrigento.  

Purtroppo negli ultimi anni è passata la vulgata che tutto quello che si faceva al Sud, al di là della pizza e del mandolino, fosse di un livello inferiore. I pregiudizi su questa realtà si sono diffusi velocemente e meridionale è diventato sinonimo di tutto quello che è arretrato. 

Ma è evidente che tutto ciò è solo un luogo comune e che anche il Sud, se adeguatamente supportato, può diventare il secondo motore del Paese. Guardando alle tre regioni più popolate, che da sole rappresentano il 75% della popolazione meridionale, ci accorgiamo dell’assoluto primato della Campania nel Mezzogiorno per numero di brevetti depositati, valore aggiunto generato dalla Bioeconomia, export agroalimentare, eco-investimenti in prodotti e tecnologie green, incidenza della produzione di bioenergia sul totale della produzione energetica, quantità e incidenza di investimenti in Ricerca e Sviluppo e numero di ricercatori. 

La Prima regione in Italia per imprenditorialità giovanile, al secondo posto per numero di iscritti all’Università  e terza regione italiana per numero di startup.

Guardando alla Puglia, il documento contenente gli indirizzi di sviluppo del territorio e le relative azioni e policy attuative, con approfondimenti su Mobilità Sostenibile, Scienze della Vita, Aerospazio, Agritech ed Economia Circolare ha anche evidenziato che in media un produttore su tre, degli oltre 300 del settore aeronautico e aerospaziale, si trova nell’Italia nord-occidentale (32,6%), il 24,7% nel Sud, il 20,9% al Centro, il 19,9% nel Nord-Est e il restante 1,9% nelle isole. 

In vetta sta la Lombardia, con il 20,5% delle imprese produttrici di aerei e veicoli spaziali. Seguono Campania (14,3%), Lazio (13,4%), Piemonte (9,4%), Emilia-Romagna (7,2%) e Puglia (6,2%). Proprio in Puglia ha preso forma una filiera dell’aerospazio che va dalla componentistica ai software. Al  Distretto Tecnologico Aerospaziale (Dta) aderiscono tre università pugliesi (Università del Salento, Università di Bari e Politecnico di Bari), due centri di ricerca pubblici e due privati, grandi imprese, tra cui Leonardo, Avio Aero e Sitael, e diverse piccole e medie imprese.

Un patrimonio collettivo che sta facendo crescere Pil, export, addetti, imprese, brevetti, laboratori, investimenti in ricerca e sviluppo, cattedre, assegni di ricerca, dottorati. 

Tradotto in cifre, il comparto aerospaziale pugliese vale 1,5 miliardi di euro di fatturato, l’export supera i 340 milioni (dati 2021). Sono 7.500 i dipendenti e 500 i ricercatori. Più aziende – in testa Deloitte, Ernst & Young, Accenture e Lutech – hanno annunciato un piano di assunzione di circa seimila giovani, e già si prevede il ritorno di laureati e ragazzi con competenze nel settore. 

L’Etna Valley è il nome che venne attribuito alla zona industriale di Catania in seguito all’insediamento di alcune grandi società multinazionali dell’elettronica  e dei semiconduttori. In seguito all’attività di promozione dell’allora sindaco  Enzo Bianco e alla attività imprenditoriale del siciliano Pasquale Pistorio in sintonia con il rettore Rizzarelli si realizzò un insieme di aziende attorno al nucleo costituito dalla St Microelectronics, che aveva deciso di costruire uno degli stabilimenti più moderni per la costruzione di microprocessori. 

Con la collaborazione dell’ Università di Catania e del CNR altre aziende decisero di realizzare centri di ricerca con l’impegno di utilizzare i giovani laureati presso l’Ateneo catanese. Fra le più importanti si citano Meridionale Impianti, Nokia, Numonyx, Maxim integrated Products, Analog Device Incorporated, Texas Instruments Incorporated, NXP Semiconductors, Technoprobe, Enel Green Power, Vodafone, IBM, Alcatel, Selex Communications ,Telespazio, Nortel, Berna e  Wyeth. 

Attorno a queste grandi aziende è sorto un indotto di oltre un migliaio di micro aziende che producono i semilavorati necessari per le varie produzioni. La forza lavoro giunse ad impiegare circa 5.000 giovani tra laureati e diplomati e, anche se ha avuto momenti di crisi, si avvia a un nuovo periodo brillante. 

Nell’area di Carini a pochi chilometri da Palermo  sorge la Omer che opera  a livello internazionale nella progettazione e produzione di componentistica ferroviaria ad alto contenuto ingegneristico e innovativo, destinata all’allestimento di treni ad alta velocità, regionali e metropolitani.

Ma bastano le eccellenze per individuare un nuovo Rinascimento del Mezzogiorno? Evidentemente no. 

Le evidenze riportate dimostrano che è possibile che il Sud possa diventare il motore principale del nuovo sviluppo del Paese, ma tutto questo sarà possibile se sarà adeguatamente accompagnato nei suoi processi con una infrastrutturazione adeguata, con una lotta alla criminalità organizzata sempre più pressante, con vantaggi derivanti da un costo del lavoro più basso che può avvenire tramite un cuneo fiscale differenziato, e con una tassazione degli utili di impresa vantaggiosa, che compensi le tante diseconomie ancora esistenti. 

Quello che sta accadendo con il turismo a Napoli, a Bari e a Palermo dimostra come basta un cambiamento di paradigma e di visione nell’immaginario collettivo per far esplodere un fenomeno tanto importante che alcuni pensano già di dover contenere.  

Ma per questo è necessario anche che si facciano iniezioni di capitale umano nuovo, che può avvenire tramite l’attrazione di investimenti dall’esterno dell’area, ma anche con  la localizzazione di agenzie internazionali, in particolare europee, che portino professionalità che aiutino a vivificare il territorio, che negli ultimi anni è stato depauperato di tante intelligenze formate che non sono riuscite a trovare occupazione nell’area. (pmb)

[Courtesy Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia]