I sindaci dei Capoluoghi calabresi, Nicola Fiorita (Catanzaro), Franz Caruso (Cosenza), Giuseppe Falcomatà (Reggio), Vincenzo Voce (Crotone) e Enzo Romeo (Vibo Valentia), non partecipano al Consiglio dell’Anci Calabria «poiché è passata infruttuosamente la settimana che doveva servire a trovare una sintesi per un documento unitario dell’Anci sull’autonomia differenziata».
«Che peraltro, contravvenendo a un impegno che aveva assunto a Lorica, non ha inteso consultare i sindaci promotori dell’appello “UnasolaItalia”», hanno spiegato i primi cittadini, sottolineando come sia «evidente che l’Anci calabrese non ha nessuna intenzione di chiedere il referendum abrogativo della legge Calderoli. La proposta della Presidente Succurro di istituire un osservatorio sull’autonomia differenziata è praticamente una fotocopia della proposta di Forza Italia».
«Un modo elegante – hanno proseguito – di non prendere posizione e consentire comunque l’attuazione della riforma. Mai nella sua storia l’Anci Calabrese si era piegata così al potere Regionale e nazionale. Ci addolora constatare che l’Anci Calabrese non tiene conto della posizione di 130 sindaci, tra cui tutti quelli dei Capoluoghi e delle principali città, rappresentativi di un milione di cittadini calabresi. Noi andiamo per la nostra strada e proseguirei nella nostra battaglia».
«Non è tempo di mediazioni al ribasso – hanno concluso Fiorita, Caruso, Falcomatà, Voce e Romeo – di tattiche dilatorie. Fortunatamente ci hanno pensato le Regioni Sardegna, Campania, Puglia, Emilia Romagna e Toscana a chieder il referendum e se questo non bastasse raccoglieremo mezzo milione di firme. Anci Calabria resti alla finestra e giri pure le spalle al popolo calabrese». (rcz)