Oggi a Reggio, alle 16.45, presso la Sala Conferenze di Palazzo Alvaro, la conferenza Riflessi fiamminghi a Reggio nel Cinquecento.
L’evento è stato organizzato dal Centro Internazionale Scrittori della Calabria.
Dopo i saluti di Filippo Quartuccio, delegato alla Cultura della Città Metropolitana di Reggio Calabria, interviene Paola Radici Colace, prof. Ordinario di Filologia Classica dell’Università di Messina, Presidente onorario e Direttore scientifico del Cis. Attraverso video proiezione, relazionerà la prof.ssa Francesca Paolino, già prof. associato di Storia dell’Architettura dell’Università “Mediterranea” Reggio Calabria, componente del Comitato scientifico del Cis. Coordina l’evento Loreley Rosita Borruto, Presidente del Cis della Calabria.
Una copiosa e brillante stagione artistica e culturale tardo-manierista ha dilagato a Napoli nella seconda metà del Cinquecento, e si è riverberata in tutti i territori meridionali del Viceregno, nei centri maggiori e minori con intensità decrescente del fenomeno verso le aree periferiche attraverso l’esportazione di opere mobili, in specie ancone (cone), pale d’altare etc..
Anche a Reggio, nonostante la sua lontananza dalla capitale, è pervenuta un’opera eccellente di quella temperie; dell’opera – purtroppo perduta – consistente nelle ante dipinte dell’organo della cattedrale – resta una traccia molto significativa: l’atto di impegno fra il pittore fiammingo italianizzato Teodoro d’Errico (Dirck Hendricsz) e il procuratore della città Giovanni Pietro de Lanata (Joanne Petro de Lanata). (rrc)