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Margherita Corrado

Corrado (M5S): Urgente la riforma dei concorsi universitari

La sen. Margherita Corrado (M5S) componente della Commissione Cultura, in una nota ha sottolineato la drammatica priorità della riforma dei concorsi universitari, «alla quale il Paese non può sottrarsi. Sono certa – afferma la senatrice grillina – che il viceministro Fioramonti, dopo avere promesso un’inversione di marcia, è già al lavoro per mantenere l’impegno, anche con l’aiuto di chi, come “Trasparenza e Merito l’Università che vogliamo”, si batte quotidianamente proprio per rilanciare università e ricerca».

La senatrice nella nota ha riepilogato lo scandalo sui concorsi universitari appena esploso: «L’indagine denominata “Università Bandita”, – afferma la sen. Corrado – durata quasi un biennio e venuta alla ribalta la settimana scorsa, ha coinvolto finora 66 docenti: 44 dell’Università di Catania e 22 di 16 atenei sparsi in tutta Italia (Statale di Milano, Cà Foscari di Venezia, Verona, Padova, Bologna, Napoli, Trieste, Firenze, Cattolica di Roma, Roma Tre, Chieti-Pescara, Catanzaro, Messina, Cagliari). Ha rivelato che non un concorso tra quelli banditi negli ultimi tempi (ma il fenomeno va avanti da una ventina d’anni) è regolare, comparativo e basato sul merito, come invece dovrebbe essere per legge, per bando, addirittura per costituzione. Tutti risultano tagliati su misura per i predestinati, tant’è che li chiamano bandi sartoriali o profilati».

«Dalle intercettazioni è emerso un sistema clientelare fatto di commissioni elette a comando attraverso pizzini, un uso privatistico dell’università, dove una élite cittadina decideva chi doveva entrare con borse di studio, dottorati, assegni di ricerca, posti da associato o ordinario. Addirittura, i docenti intercettati arrivano a definire “stronzi da schiacciare” quelli che si presentano ad un concorso senza essere i predestinati».

«Alcuni di questi cattedratici e rettori sono stati sospesi dagli incarichi in attesa di giudizio, accusati di associazione a delinquere con finalità di corruzione, truffa aggravata, falsità ideologica. A prescindere dagli esiti giudiziari, però, sono enormi e di lunga durata i danni procurati da un sistema consolidato che emana bandi di concorso non per dare all’università figure qualificate ma per sistemare su base familistica parenti, amici, servi compiacenti. Si va dalla fuga all’estero dei cervelli formati in Italia, ai danni erariali che derivano dal mettere dentro le università persone non sempre qualificate, alla distruzione del futuro dei tanti esclusi, spesso vere e proprie eccellenze. Il danno si aggrava quando gli esclusi denunciano i meccanismi del sistema e ne vengono isolati, poi estromessi definitivamente con le più varie strategie, fino a stroncare loro qualunque possibilità di carriera». (rp)