Sabato, per Polistena, è stata una giornata importante: su impulso della Fondazione “Girolamo Tripodi” si è, infatti, ricordato il 50esimo anniversario dell’elezione a sindaco di Polistena di Girolamo Tripodi con l’evento 1970-2020: Senza memoria non c’è futuro.
Un evento, dunque, che ha consentito di svolgere un approfondimento molto importante su aspetti del passato che presentano tuttora una grande attualità e che riguardano il futuro della Calabria e delle giovani generazioni nella lotta per l’affermazione della legalità e per sconfiggere la ‘ndrangheta, e che è stato arricchito dalla presentazione del libro di Enzo Ciconte, scrittore ed ex deputato della Repubblica, dal titolo Alle origini della nuova ‘ndrangheta. Il 1980 – Le reazioni del Pci e le connivenze della politica e della magistratura.
L’autore, infatti, ha richiamato alla necessità di non rinchiudere Girolamo Tripodi alla sola Polistena, poiché egli ha ricoperto importanti e prestigiosi ruoli nazionali, come quello di questore anziano del Senato quella che viene considerata la quarta carica dello Stato.
L’iniziativa è stata aperta da Michelangelo Tripodi, presidente della Fondazione Girolamo Tripodi, che ha ricordato i passaggi fondamentali che hanno caratterizzato la storia dei circa 35 anni, dal 1970 al 2005, nei quali Girolamo Tripodi è stato sindaco, essendo stato eletto per ben sette volte consecutive, grazie alla grande fiducia e al vasto consenso popolare. Tripodi ha ricordato le grandi realizzazioni di quei 35 anni che hanno trasformato Polistena da paese rurale a città moderna e progredita: «Oggi, a 15 anni dalla conclusione formale di quella esperienza, a Polistena si vive ancora sulle conquiste, sulle realizzazioni, sulle idee, sui progetti e sulla crescita che sono stati accumulati nei 35 anni precedenti. Ma non sarà ancora per molto. Questa rendita, tuttora viva e feconda, chiede di essere coltivata e impreziosita innestandovi, 50 anni dopo il suo inizio, un nuovo progetto per il futuro di Polistena».
«Per questo – ha dichiarato Michelangelo Tripodi – la Fondazione Girolamo Tripodi intende svolgere un ruolo di vigilanza e di controllo attivo, affinché le grandi conquiste ottenute non vadano disperse e lo straordinario lascito che Polistena ha ricevuto dall’opera e dall’impegno di Girolamo Tripodi non venga sperperato».
Subito dopo ha preso la parola Arcangelo Badolati, caposervizio della Gazzetta del Sud, che ha svolto una lucida analisi degli sviluppi della ‘ndrangheta, con particolare riferimento agli intrecci con l’eversione nera che negli anni 70/80 sono stati molto forti e che hanno dato vita a numerose attività criminali e affaristiche. Inoltre, Badolati ha ricordato il ruolo avuto in quegli anni da Girolamo Tripodi che ha rappresentato l’altra parte della Calabria quella buona che non si piegava ai voleri delle cosche mafiose che imperversavano.
Poi, è intervenuto Giuseppe Pisano, eletto nel 1970 consigliere Comunale del Pci a Polistena, che ha ricordato alcuni episodi di quella straordinaria esperienza che cambiò Polistena, raccontando gli aspetti salienti del suo impegno amministrativo che durò 20 anni al fianco di Girolamo Tripodi.
Successivamente, è toccato a Pantaleone Sergi, giornalista e scrittore, che ha sottolineato l’esaltazione di quella prima elezione di Girolamo Tripodi che nel 1970 apriva un’epoca di cui poi si parlò a lungo. Inoltre, Sergi, in riferimento al libro di Enzo Ciconte, ha puntualizzato che il 1980 è stato un anno di espansione della ‘ndrangheta che con gli omicidi Valarioti e Losardo ha compiuto il suo vero salto di qualità.
Giuseppe Lavorato, già deputato del Pci e sindaco di Rosarno, protagonista di tante battaglie per la legalità e per l’ambiente, ha parlato di una politica rappresentata dall’allora Pci capace di guardare ai movimenti sociali. Lavorato ha ricordato che le battaglie contro la costruzione della centrale a carbone di Gioia Tauro, sono l’esempio di un partito comunista capace di unire, meglio e prima degli altri, l’opposizione alla ‘ndrangheta e la battaglia contro l’inquinamento della centrale a carbone.
Un partito che già nel 1974 aveva capito la trasformazione e il cambiamento della ‘ndrangheta che diventava imprenditrice, laddove nella piana si dava avvio all’investimento più ricco di ogni tempo e contemporaneamente si costruiva il più grande movimento antimafia e per il lavoro che la mafia fece di tutto per contrastare alzando il tiro e sparando contro i dirigenti del P.C.I. In tal senso Lavorato ha ricordato la testimonianza coraggiosa di ben cinque dirigenti comunisti, tra cui Girolamo Tripodi, al processo contro De Stefano+59 svoltosi nel 1978/79 a Reggio Calabria.
Nella serata un ulteriore contributo è arrivato dal dirigente scolastico dell’ITIS “Conte Milano” di Polistena, prof. Franco Mileto, che ha ricordato la lungimiranza che sul piano culturale ebbe Tripodi nell’impostare Polistena come “laboratorio”, dando l’idea e la sensazione di una città liberata. Mileto ha sottolineato come il cambiamento a Polistena non sia stato solo un dato quantitativo, ma la trasformazione è stata anche qualitativa ed etica e ci ha resi tutti diversi e migliori. In una comunità aperta, viva e dialettica, senza odio, senza settarismi e senza dispettucci.
Ciconte, che ha concluso i lavori, ha anche parlato degli omicidi di Peppe Valarioti e Giannino Losardo e ha detto che «quelli erano tempi in cui ci si assunse la responsabilità di non delegare alla magistratura il contrasto alla mafia. Il Pci era in prima linea nella battaglia e nella lotta. Per questo nel 1980 gli omicidi di Valarioti a Rosarno e di Losardo a Cetraro mettono il Pci nel mirino della ‘ndrangheta. Una ndrangheta aggressiva, crudele, violenta e omicida ma che nello stesso tempo cerca di cambiare pelle presentandosi con i suoi uomini alle amministrazioni comunali in prima persona. In una regione che è afflitta dalla disoccupazione, dal fallimento del pacchetto Colombo e da un’industria che non riesce a decollare». Ma, mentre cresce il potere e la forza della ‘ndrangheta, si sviluppa e va avanti una generazione di comunisti decisa e determinata a portare avanti le battaglie che diedero nuova linfa e nuova forza al Pci. A tal proposito, Ciconte ricorda che se in Calabria c’è la ‘ndrangheta, nello stesso tempo ci sono stati anche tanti personaggi che hanno combattuto a viso aperto e che anche la Chiesa finalmente ha cominciato a muoversi. (rrc)