di PINO NANO – Giovedì sera a Roma a Palazzo Giustiniani, tantissimi calabresi per il lancio nazionale dell’ultimo libro del giornalista parlamentare Mario Nanni, “Il Caso Becciu (In)Giustizia Vaticana”, presente l’editore Santo Strati che è anche direttore di Calabria.Live e che al Senato ha rivendicato il merito di aver avuto il coraggio di “osare”.
Dopo l’uscita di questo libro – ha spiegato Santo Strati – i giornali italiani, dal più piccolo al più famoso hanno incominciato a rileggere in chiave completamente diversa la vicenda del cardinale sardo, e molti di loro da colpevolisti che erano all’inizio dell’inchiesta sono poi diventati molto più morbidi e più attenti alle dichiarazioni dello stesso cardinale.
È stata una serata quasi istituzionale più che dal taglio letterario, in cui Mario Nanni – oggi Direttore di “Bee Magazine” ma con un passato davvero glorioso alle spalle come Caporedattore Centrale della pagina politica all’Ansa – di fatto ha raccontato sé stesso e la sua vita spiegando che su questo libro, interamente dedicato al Processo svoltosi in Vaticano contro il cardinale Giovanni Angelo Becciu, ha dedicato due anni pieni di lavoro e di ricerche, ma soprattutto di lettura e di analisi degli atti giudiziari del procedimento penale a carico del cardinale.
Seguitissimo l’intervento centrale del direttore di Quaderni Radicali e Agenzia Radicale, Giuseppe Rippa, giornalista di grande tradizione, che ha esaltato il rigore scientifico del linguaggio giornalistico usato da Mario Nanni nel raccontare una delle pagine forse più amare della storia della Chiesa Moderna.
Decisamente forte anche l’intervento del senatore Maurizio Gasparri, promotore dell’iniziativa e soprattutto grande conoscitore dei temi della giustizia italiana e vaticana.
«Anche la vicenda del cardinale Becciu – aggiunge il Presidente del Senatori di Forza Italia – la vivo come un capitolo che alimenta una denigrazione, perché c’è la condanna ma non c’è l’appropriazione. Credo ci sia stata una manovra a largo raggio su questa vicenda, alla quale poi anche il cardinale ha reagito con molta fermezza e determinazione».
«Quindi io credo – ha aggiunto – che nella vicenda Becciu alla fine una cosa c’era di sbagliato, ed era sicuramente il presidente del Tribunale Vaticano. Mi ha convinto più l’imputato che il presidente del Tribunale. Poi non sono in grado di dire se in Vaticano ci sia o meno il giusto processo, ma so che in Italia non c’è. In Italia il giusto processo è scritto nella Costituzione, ma è raro».
Mario Nanni, da parte sua non ha nessun dubbio: «Il cardinale Becciu – ripete in sala – non ha messo in tasca un centesimo, tantomeno si è arricchito, e alla fine la stessa accusa ha dovuto ammetterlo, non contestando alcunché sul punto al Cardinale. Altro che “processo del secolo”».
Ma perché un vecchio notista politico una mattina si sveglia e decide di darsi anima e corpo al racconto di un processo giudiziario tra i più controversi della storia vaticana? Alla domanda del giornalista di ADNKronos, Andrea Persili, che ha moderato il dibattito, Mario Nanni risponde: «Per dare ancora una volta un senso alla mia vita e per chiudere la mia esperienza professionale all’insegna della coerenza. Questo del cardinale Becciu secondo me è un caso di grande ingiustizia e io ho allora deciso di raccontare quello che la stragrande maggioranza dei giornali italiani non ha fatto».
Sollecitato dall’analisi forte di Giuseppe Rippa, che al Caso Becciu ha dedicato uno dei suoi ultimi Quaderni Radicali, Mario Nanni sottolinea che «il promotore di giustizia, che in Vaticano è l’equivalente del nostro Pubblico Ministero, ha potuto mettere insieme le accuse sulla base dell’uso invasivo e pervasivo di questo strumento di messaggistica. I personaggi sfilati in udienza comunicavano tra di loro non via mail, ma soprattutto whazzappando di giorno e di notte. In questa alluvione messaggistica, quasi una foresta intricata dove è stato complicato orientarsi».
La cerimonia si è quindi conclusa con la consegna a Mario Nanni del Premio alla Carriera, riconoscimento consegnatogli personalmente da Carlo Parisi, nella sua duplice veste di direttore di Giornalistitalia e di Fondatore e Segretario Generale della Figec, a nome del giornale che dirige.
Questa la motivazione ufficiale letta dalla Presidenza del Convegno: «Grande cronista, giornalista parlamentare come pochi, testimone della Storia della Repubblica dallo scranno privilegiato dell’Agenzia Ansa, allievo prediletto di Sergio Lepri, maestro di altissimo profilo morale per gli allievi del suo Corso all’Università Lumsa di Roma, scrittore e saggista di grande impatto emozionale e mediatico, oggi direttore di Bee Magazine, promotore, fondatore e consigliere nazionale del sindacato dei giornalisti Figec Cisal, ha dedicato la sua vita al giornalismo e al mondo della comunicazione senza fronzoli, pregiudizi e condizionamenti di alcun genere. A lui il grazie di tutti noi».
In sala naturalmente un parterre di giornalisti parlamentari, direttori di giornali, conduttori televisivi, deputati e senatori, alti ufficiali delle forze armate e manager di stato. Per Mario Nanni non si poteva immaginare festa più bella di questa. (pn)