di SERGIO DRAGONE – Leggere, scrivere e far di conto. Era la missione che si proponevano i leggendari maestri elementari a cavallo tra Ottocento e Novecento per contrastare l’analfabetismo che interessava la quasi totalità della popolazione italiana e meridionale in particolare. Eroi misconosciuti che esercitavano il loro ruolo con una passione straordinaria, spesso in condizioni di estrema difficoltà logistica e in realtà molto isolate geograficamente.
In questo contesto, si inserisce la figura di Achille Maiorano, il Maestro per antonomasia di Scala Coeli, un piccolo borgo adagiato su una rupe, non lontano dalle acque dello Jonio cosentino. Immaginate un giovane che a soli 17 anni (siamo nei primi anni del Novecento) trova la forza di diplomarsi alla Scuola Normale di Matera e che tre anni dopo, nel 1911, comincia la sua avventura-missione nelle scuole elementari del suo paese d’origine. Da cui non si muoverà per tutto il resto della sua vita, diventando il Maestro di intere generazioni, fino al 1956, anno del suo pensionamento.
L’esperienza leggendaria di Achille Maiorano, che è stato anche poeta, scrittore e giornalista, viene recuperata da Raffaele Iaria, portavoce della Fondazione Migrantes, anch’egli nativo di Scala Coeli, in un agile saggio pubblicato da Progetto 2000. Ma è soprattutto l’aspetto educativo ad attirare l’attenzione di Iaria che ricorda non solo la lunghissima missione di Maiorano nelle scuole elementari, ma anche il contributo che egli diede alla crescita professionale e alla formazione dei maestri italiani.
Maiorano fu infatti autore di vari testi scolastici, tra cui alcuni pubblicati nel 1934: “Nella scuola e per la scuola” e “Dalla scuola elementare alla scuola media. Corso completo di lezioni sulle varie materie d’esame per l’ammissione alla prima classe delle Scuole medie di primo grado: lingua italiana, aritmetica, disegno, cultura generale”. Un testo, quest’ultimo, che appartiene ai “libri scolastici scritti per un bisogno dell’anima, per vocazione di educatore che vuole giovare all’infanzia…”, come osserva nella prefazione Vittorio Gualtieri.
Raffaele Iaria, che oggi è considerato uno dei maggiori scrittori e giornalisti italiani in campo religioso, parla con orgoglio anche del Maiorano poeta, le cui liriche in vernacolo trasudano amore sconfinato per la propria terra e per le sue tradizioni. Ha scritto anche inni religiosi e perfino il testo di una canzone folk.
Un’intensa produzione letteraria che ha contribuito a fare conoscere il nome di Scala Coeli anche al di fuori dei confini regionali. E questo piccolo borgo della nostra Calabria ha voluto esprimere riconoscenza verso questo Apostolo dell’Educazione intitolandogli nel 1980 la scuola elementare.
Quella di Achille Maiorano è una storia minore, ma non per questo meno importante, del lungo cammino che la scuola calabrese ha compiuto nel difficile e drammatico periodo storico tra le due guerre.
Bene ha fatto Raffaele Iaria, autore di tanti libri di successo tradotti in molte lingue, a dedicare un po’ del suo prezioso tempo al recupero di questa bella figura di maestro e intellettuale, esempio di dedizione per la missione di educatore da indicare anche alle nuove generazioni di insegnanti che operano nella nostra Calabria.
RAFFAELE IARIA
ACHILLE MAIORANO
Editoriale Progetto 2000