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A Vittorio Colao cittadinanza onoraria di Fossato Serralta

Al ministro Vittorio Colao la cittadinanza onoraria di Fossato Serralta

È stata conferita al ministro dell’Innovazione e della Transizione Digitale, Vittorio Colao, la cittadinanza onoraria di Fossato Serralta, di cui era originario il padre.

Al conferimento della cittadinanza onoraria di Fossato Serralta, approvato all’unanimità dal Consiglio comunale e dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Domenico Raffaele, hanno partecipato, tra gli altri, il prefetto di Catanzaro, Maria Teresa Cucinotta, il presidente della Provincia di Catanzaro, Sergio Abramo, e numerosi sindaci del comprensorio presilano catanzarese.

«La Calabria deve imparare a fare più rete» ha dichiarato Colao, aggiungendo che «ci sono delle realtà individuali, dei Comuni favolosi, strepitosi, che lavorano benissimo con risorse anche molto limitate, francamente, e sindaci che sono un po’ degli eroi civici perché lo fanno per senso civico, per passione della comunità».

«Per fare un salto di qualità bisogna però – ha aggiunto il ministro – che questi comuni lavorino insieme, che si ragioni sulla promozione turistica, che si ragioni sulle infrastrutture, che si ragioni su quello che serve a tutto il territorio. E poi, con la collaborazione della Provincia e della Regione, sulla comunicazione: la Calabria oggi è poco comunicata».

Il ministro, poi, ha sottolineato come «la digitalizzazione è un’opportunità straordinaria per le piccole comunità montane, tanto al Nord quanto al Sud perché per la prima volta fare certi lavori non dipenderà più tanto da dove stai perché si possono fare dovunque. Ovviamente se la realizzeremo bene».

«La Calabria – ha proseguito – non è messa bene perché parte indietro, ma questa volta ci sono le risorse, ci sono le opportunità. Bisognerà ovviamente connettere di più, bisognerà rafforzare le infrastrutture digitali, bisognerà investire sulle competenze».

«Ma questa – ha concluso – è la volta in cui essere in un piccolo comune della Presila calabrese non sarà più un handicap. Sarà qualcosa forse di più bello, perché si vivrà in un regione più bella ma non con l’handicap lavorativo che in passato c’era». (rcz)