;
Alla Provincia di Cosenza si presenta il libro "Economia legale" di Francesco Napoli

Alla Provincia di Cosenza si presenta il libro “Economia legale” di Francesco Napoli

di PINO NANODomani, sabato 15 aprile, alla Provincia di Cosenza il lancio nazionale del libro di Francesco Napoli, vice presidente Nazionale di Confapi, dal titolo L’Economia Legale,Proposte di una soft intelligence. Fondamentali i contributi del Sottosegretario al Ministero degli Interni Wanda Ferro, e del Sostituto Procuratore Generale di Catanzaro Marisa Manzini.

Presidente Napoli partiamo dal titolo del suo nuovo libro “L’Economia Legale. Proposte di una Soft Intelligence”. Cosa vuol dire?

Vede, il titolo sintetizza il percorso necessario per rendere operativo uno strumento fondamentale come l’intelligence, nel potenziamento del Protocollo di Legalità. Un’attenta analisi che si pone l’obiettivo di offrire significativi spunti di riflessione, tra problemi e prospettive, con proposte operative per rafforzare gli strumenti di contrasto all’infiltrazione criminale, un fenomeno fino a poco tempo fa quasi sconosciuto al Nord e che è diventato una metastasi per l’intero Paese nonché per parte dell’Europa. 

La sento molto preoccupato, è vero?

Non si può negare l’evidenza.Le mafie continuano a crescere in maniera esponenziale e non solo sui territori dove tradizionalmente hanno da sempre esteso i loro tentacoli, arrivando a contaminare anche l’economia legale. Ciò accade in particolare quando i contorni tra il lecito e l’illecito si fanno sfumati: nelle crepe di questa ambiguità s’insinua la criminalità.

Due eventi straordinari, la pandemia e la crisi Ucraina. Cose è cambiato in due anni?

L’attuale fase di ripresa post pandemica, insieme ad altre vulnerabilità legate alla crisi energetica e all’instabilità della politica italiana, offrono alla criminalità organizzata nuovi orizzonti su cui espandersi.Così come ha chiaramente spiegato Il Sottosegretario agli Interni, Wanda Ferro, nella sua prefazione, di fronte ad imprenditori in crisi di liquidità la criminalità organizzata può mettere in campo enormi risorse provenienti dalle attività illecite, offrendo forme di sostegno finanziario con l’obiettivo finale di impossessarsi delle aziende.

Complice chi secondo lei?

Il “consenso sociale” è probabilmente la chiave con cui le organizzazioni criminali riescono a penetrare fino ai gangli più profondi del sistema economico e sociale dei diversi territori. Anche recenti inchieste giornalistiche hanno fatto emergere come spesso l’immissione di liquidità da parte delle organizzazioni mafiose viene recepita dalla gente come positiva.

Presidente, cosa propone lei oggi per combattere l’economia illegale? 

Per contrastare questa collusione tra mafia ed economia sono necessari strumenti di azione differenziati, di repressione, certo, ma anche si prevenzione e di educazione alla legalità. Così come risulta fondamentale snellire il funzionamento della macchina burocratica. La cattiva burocrazia è il punto di massima fragilità del sistema che alimenta le zolle di malaffare. I tentacoli della criminalità organizzata penetrano nella vita sociale compromettendo l’economia legale del Paese.

In questo contesto, quale ruolo assume uno strumento come il Protocollo di Legalità

Il Protocollo di Legalità stabilisce accordi tra amministrazioni pubbliche per assicurare rispetto delle leggi e trasparenza, tuttavia, ad oggi, resta strumento, curato sì nei dettagli, ma mai applicato. 

Un’accusa pesante Presidente…

Il limite di gran parte di questi protocolli è che finiscono per essere un elenco spesso infinito di buone intenzioni. Una volta firmati, non viene garantito alcun controllo: non ci sono indicazioni su chi controlla cosa, né se sono previste sanzioni e di che entità. insomma un manifesto di buone intenzioni

Eppure ci sono buone pratiche – poche, ma ci sono – che ne testimoniano l’efficacia, non crede?

Esattamente sì. Oggi sempre di più bisogna lavorare per protocolli esigibili. La guerra si vince promuovendo un’azione sinergica di tutte le forze impegnate contro l’illegalità, con un coordinamento delle informazioni e un lavoro di intelligen ce per sconfiggere una piaga sociale che mette l’imprenditoria in ginocchio.

Ha ragione allora chi racconta oggi la ndrangheta come una holding sovranazionale?

Le mafie cambiano pelle e settori di investimento. La nuova mafia imprenditrice – ce lo dice con estrema chiarezza il rapporto semestrale della Dia – adotta modelli manageriali per la gestione delle risorse. È qui che entrano in gioco i professionisti collusi che, sebbene ‘esterni’ all’organizzazione, prestano la loro opera proprio per schermare e moltiplicare gli interessi economico-finanziari dei gruppi criminali.

Lei scrive che  infiltrazioni criminali hanno la capacità di infiltrarsi nelle maglie della Pubblica amministrazione che diventa un limite per lo sviluppo sano della nostra economia a tutte le latitudini…

Purtroppo sì, le organizzazioni criminali riescono ad accumulare ricchezza consolidando il controllo del territorio.Eclatanti i casi truffa legati alla misura del Superbonus 110 che hanno danneggiato gli imprenditori onesti e che stanno causando l’implosione di un intero sistema produttivo ed il business dello smaltimento illegale dei rifiuti. I carichi di immondizia si spostano da una regione all’altra e vengono poi sversati abusivamente o dati alle fiamme, con conseguenti danni per l’ambiente e per la salute della comunità.La legalità è il presupposto imprescindibile per la crescita del nostro Paese.Il Protocollo di Legalità ha ricadute positive non soltanto nelle aree particolarmente depresse. E’ in grado infatti di innervare tutto il tessuto produttivo. Un modo di operare nel segno della trasparenza che s’inserisce di diritto come intervento culturale, pratico e in linea ai tempi che cambiano e alle attuali realtà sociali.

Le risorse del Pnrr rappresentano un boccone ghiotto per le mafie. Quali possono essere le possibili forme di tutela?

Il Pnrr rappresenta indubbiamente uno shock alla spesa pubblica. Velocità e semplificazione sono fondamentali per accelerare la spesa senza compromettere legalità e prevenzione della corruzione. Ma occorre tenere presente, per usare le parole di Marisa Manzini, che le mafie alterano le regole del mercato e della democrazia, creano disuguaglianza sociale e avvelenano i territori nei quali sono presenti.

Lo slogan dunque può essere questo: “Più intelligence meno mafia?”

Guai a sottovalutarlo. L’impegno dell’Intelligence insieme allo strumento del protocollo di legalità, va nella direzione virtuosa totale, anche e soprattutto ai fini della raccolta di strategie e strumenti, di dati, applicazioni e processi per raccogliere, utilizzare e analizzare le caratteristiche delle aziende per dare vita a una serie di best practice in termini di trasparenza e legalità da parte delle imprese del sistema. (pn)