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Francesco Caporale

ALTOMONTE (CS) – Con il progetto “Vuoto – Utopia Mediterranea” la città ‘capitale’ di visual design\

Fino al 14 settembre, Altomonte sarà la ‘capitale’ di visual design grazie al progetto Vuoto – Utopia Mediterranea ideato da Francesco Caporale, in arte Fra!.

Un evento che mette insieme professionisti dell’elaborazione dell’immagine e la nuova “esperienza artigiana digitale” e che ha colpito subito l’amministrazione comunale di Altomonte, guidata da Gianpietro Coppola, e il direttore artistico del Festival Euromediterraneo di Altomonte, Antonio Blandi che lo hanno voluto per la sezione Altomonte Summer Contest. e che vede la partecipazione di 15 visual designer nel centro storico, nello specifico: Giulio Mosca “Il baffo”, Giovanni Esposito “Gio Quasi Rosso”, Eloisa Libera “Lettera E”, Alessandro Serra “Lettera E”, Jessica Amante “Jessica Aaron”, Giulia Frascari “Pasa Art”, Francesca Presentini “Fraffrog”, Riccardo Accattatis “Richard Htt”, Debora Giudici “Senz’H”, Isidoro Acquavica “Easy Weasy”, Barbara Scerbo, Francesco Marri “Fm Visual Designer”, Giulia Copercini, Jacopo Boscaini “Jecofilms” e Paolo Terraneo “Kodama”.

Il team degli illustratori produrrà 10 artwork su pannelli di grandi dimensioni posizionati lungo il centro storico del borgo; il team grafico costruirà una brand identity e penserà ad una strategia digitale per portare maggiore visibilità al territorio di Altomonte mentre il team fotografico e video documenterà il progetto giorno dopo giorno sui social e produrrà il docufilm dell’intero esperimento.

«Anche nel 2020 il Festival Euromediterraneo di Altomonte – ha dichiarato il primo cittadino di Altomonte, Gianpietro Coppola – c’è con iniziative di alto profilo nonostante il Covid-19 ed ogni altro problema che stiamo attraversando e superando con l’orgoglio di rappresentare la Calabria, che è diversa è migliore da come viene spesso dipinta. Sono personalmente grato a Francesco Caporale per l’occasione che dona ad Altomonte ed al territorio di approcciare questa forma di espressione artistica e comunicativa che nel mondo diventa sempre più importante. Grazie anche all’assessore alla Cultura del mio Comune Elvira Berlingieri che ha fortemente sostenuto e voluto la realizzazione di questo progetto ed a tutti gli altri colleghi amministratori che stanno attivamente collaborando per la riuscita dell’iniziativa».

«Da professionista “fuori sede”, emigrato nella grande città per studi e contesti lavorativi stimolanti – ha spiegato Francecso Caporale – una delle frasi che ho sentito più spesso dire è stata: “Vorrei tanto tornare nel mio piccolo paese ma non c’è nulla… È vuoto!”. Viviamo in un contesto in cui lo spazio vuoto non è più contemplato: si sente l’esigenza di dover riempire la propria vita con dei contenuti perché la nostra identità è strettamente collegata a ciò che facciamo e a ciò che produciamo».

«Per tale ragione – ha proseguito Caporale – si tende a vedere il contenitore, e dunque il contesto, come il solo responsabile dell’improduttività. Ma cos’è che, in realtà, distingue un luogo “pieno” da uno “vuoto”? Ciò che ho potuto apprendere dalla mia esperienza è stato che la differenza è nei rapporti sociali, nei cosiddetti contatti. La collaborazione con le altre figure, il networking professionale, sono stati gli ingredienti che hanno reso possibile l’equilibrio tra contenitore e contenuti. In sostanza, è nella relazione con gli altri che si può crescere professionalmente (e non): se camminiamo insieme c’è più probabilità di successo… come i segni di punteggiatura che nascono per non stare vicini, ma se lo fanno prendono vita». (rcs)

In copertina, foto di Comehome