LODEVOLE IL GRANDE IMPEGNO DELLA SANTELLI; MA SERVE SUBITO UN RESPONSABILE CHE COORDINI L'EMERGENZA;
Covid-19

Aspettando l’assessore, la Sanità in Calabria ko
Urge la Giunta, la Presidente frenata da Salvini

di SANTO STRATI – Una leggenda metropolitana racconta che un assessore alla Sanità della Regione Calabria, colto da grave malore, prima di perdere conoscenza abbia detto, ben consapevole della situazione: “non portatemi in ospedale”. Oggi, a fronte dell’emergenza Covid-19 un’evenienza del genere non potrebbe ripetersi perché, prima di tutto, non c’è un ancora assessore alla Sanità e, poi gli ospedali calabresi, nonostante siamo allo stremo, mostrano, grazie a medici, infermieri e personale, la faccia opposta dello sfascio della sanità, fatta di impegno, abnegazione, sacrifici pur di assicurare l’assistenza necessaria a chi ne ha bisogno. I posti letto in terapia intensiva sono poco più di un centinaio, occorre fermare il contagio perché la Calabria non sarebbe in grado di fronteggiare una situazione come quella delle regioni settentrionali. Neanche con l’assessore che non c’è, ma di cui non si può proprio per questo fare più a meno.

La Presidente Santelli sta affrontando benissimo la grave emergenza, grazie al cielo davvero limitata, e il suo impegno è stato riconosciuto da tutti. «Lodevole e apprezzabile» – lo ha definito il consigliere regionale Francesco Pitaro di Io resto in Calabria e anche gran parte dell’opposizione mostra apprezzamento per il piglio decisionale mostrato dalla neopresidente, ma da sola Jole Santelli non può continuare a ad affrontare l’emergenza da coronavirus. Il rischio è al momento contenuto e ristretto a pochi casi, ma come ha messo in evidenza la Presidente se si sono registrati in 4000 i calabresi arrivati dal Nord, c’è da immaginare che ce ne siano altri 10mila che sfuggono al controllo e possono costituire seri pericoli di contagio. Serve, allora, un assessore alla Sanità, subito. Da individuare in fretta, scegliendo senza guardare l’appartenenza partitica o lo schieramento di riferimento: onore al merito, dimenticando i compromessi e le logiche della politica.

Certo, è difficile gestire la formazione del nuovo governo secondo le vecchie e trite regole dei partiti: pochi i posti disponibili (appena cinque) e troppi i pretendenti. Senza considerare che sono in tanti a sostenere che la presidente sia frenata da Salvini. Il capo della Lega, fallito il tentativo di “colonizzazione” della Calabria, ridimensionato dal voto sfavorevole dei calabresi che ragionano, continuerebbe a esigere posizioni privilegiate nel governo regionale. Sembrava cosa fatta la scelta “salomonica” di affidare un assessorato a ciascun partito della coalizione e invece il “patto” è durato lo spazio di una sera. La litigiosità fa il paio con i malumori e i mugugni infiniti di alleati e presunti tali, col risultato che dopo 25 giorni ancora non c’è la giunta, fatte salve le prime due nomine (Capitano Ultimo e la Savaglio) che hanno provocato il primo scompiglio nella coalizione. La presidente si è insediata il 15 febbraio e, a quella data, nessuno poteva minimamente immaginare l’emergenza senza precedenti che si è abbattuta sull’Italia. E la nemesi storica ha fatto sì che a essere colpite proprio le tre regioni (Veneto, Lombardia ed Emilia) che insistevano sull’autonomia differenziata, a danno del Sud. Non è più tempo di questionare sulla «secessione mascherata» (come l’aveva definita il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto in un’intervista di un anno fa a calabria.live), ma occorre invece fare fronte comune per fermare il contagio e limitare le conseguenze, con il loro carico di morte e di distruzione della nostra già malmessa economia.

E un fronte comune sarebbe davvero utile alla Calabria in questo momento. Ci vorrebbe il coraggio di respingere le logiche da manuale Ccencelli di democristiana memoria e avviare un governo di salute pubblica con la partecipazione di tutti. Ci vorrebbe una decisione che passerebbe alla storia, perché probabilmente non potrebbe – data l’emergenza – non trovare l’appoggio e il consenso dell’opposizione. I governi a larghe intese non sono una eresia e non rischiano di turbare le anime candide di elettori che si potrebbero sentire “traditi”. Già da tempo sosteniamo che per dare il giusto impulso alla Calabria serve un comune sforzo per un obiettivo univoco, indipendente dagli schieramenti politici. Oggi più che mai è il percorso più agevole per affrontare l’emergenza ed esser pronti a ripartire, appena sarà finita questa disgraziata epidemia. Le crisi offrono, non dimentichiamolo, ottime opportunità di ripresa per chi sa coglierle.

Per questa ragione, la Presidente Santelli non può più indugiare sulla nomina dell’assessore: ci sono scienziati, medici, illustri clinici di cui non ci interessa la posizione politica, ci basta che abbiano capacità e competenza e possano coordinare, al meglio, gli interventi necessari per affrontare questo drammatico e triste momento. Se si considera che la Calabria non ha ancora approvato il bilancio (siamo in esercizio provvisorio, con tutti le limitazioni che questo comporta in una situazione d’emergenza sanitaria che rischia di diventare incontrollabile), grazie alla geniale scelta di Mario Oliverio rinviare al nuovo governo tale incombenza, è più che mai opportuno che la Regione sia nella sua efficacia piena. Con una Giunta con pieni poteri, un Presidente del Consiglio e un’assemblea regionale operativa e attenta alla gravità del momento.

Lo chiedono i calabresi, lo chiede l’opposizione, lo chiedono i sindacati. «La complessità dell’emergenza che l’intero Paese sta vivendo – affermano i Segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Calabria, Angelo Sposato, Tonino Russo e Santo Biondo – richiede anche nella nostra regione l’operatività, nel pieno delle loro funzioni, di tutti gli organi di governo previsti dalla Costituzione. Il fatto che la diffusione del contagio da Covid-19 sia nel nostro territorio più lenta che altrove, auspicando che rallenti ulteriormente fino a fermarsi del tutto, suggerisce l’opportunità di utilizzare la circostanza per procedere senza indugi, con modalità adeguate alle difficoltà del momento, all’insediamento del nuovo Consiglio Regionale eletto il 26 gennaio e alla nomina dell’intera Giunta. Ciò sarà importante anche al fine della tempestività e dell’efficacia di ogni azione necessaria a rendere operativi in Calabria gli strumenti contenuti negli attesi e imminenti interventi del Governo nazionale per il sostegno all’economia e al lavoro, avviando subito tavoli tematici che vedano insieme gli assessorati competenti, il mondo produttivo, il commercio, il turismo, le forze sociali».

Anche il capogruppo Pd in Consiglio regionale Mimmo Bevacqua auspica «un tavolo istituzionale che gestisca questa fase d’emergenza per la sanità e l’economia. La Calabria – dice Bevacqua – deve avere una giunta al completo ed è necessario che il sistema sanitario e la Protezione civile lavorino in sinergia. Non è pensabile che oggi si continui a utilizzare la Calabria come una scacchiera. Questa regione ha bisogno di una giunta forte, autorevole. Le beghe di partito devono essere lasciate da parte».

Dunque, il coraggio. Il coraggio di una scelta impopolare tra gli alleati e i finti tali, ma decisamente nella linea di quel rinnovamento a cui la Presidente Santelli mostra seriamente di credere. Riunisca un tavolo con tutte le forze politiche, si dimentichi di Salvini (che ha altri cavoli per la testa in questo momento), ascolti le indicazioni dell’opposizione e presenti le sue idee per trovare un impegno comune. È una gran bella sfida. Se vuole passare alla storia, Presidente Santelli non perda quest’occasione. Auguri. (s)