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Mareggiata devastante a Briatico

Bratico in ginocchio dopo la mareggiata: servono aiuti dalla regione

di GIUSY STAROPOLI CALAFATI – Speravamo non andasse a finire così, ma i finali annunciati esistono ancora. La supponenza dell’uomo non può nulla davanti forza della natura. Ma spesso sembra che questa forma di impotenza si faccia fatica ad accettarla, e allora si agisce secondo il principio avverso a quello del Creatore. Con la noncuranza, aspettando che altri facciano per noi, rimandando l’oggi a domani, demandando le responsabilità nostre al prossimo più vicino.
Questa notte, a tre anni esatti dalla violenta mareggiata che, nel 2019, l’antivigilia di Natale, ha colpito la marina di Briatico, provocando danni ingenti a una parte del molo, portando all’evidenza la gravità del territorio dovuta all’erosione costiera, una nuova e pesante devastazione. Questa volta però, il mare porta via tutto.
Si conclude così una storia che, nel borgo marinaro di Briatico, ha visto da sempre avvicendarsi intere famiglie di pescatori. E dal 4 Aprile del 1783, post-terremoto, racconta l’origine della nostra città in questo sito.
Eppure sarebbe bastato poco. Un po’ di cura, come dicevano i nostri cari padri. La natura non reagisce mai contro l’uomo, che è la creatura di punta di Dio, ma pretende da lui di essere salvaguardata. E allora cerca cure, manutenzione, osservazione. Vuole che si faccia il bene per il bene suo e quello dell’uomo stesso, e quando ciò non accade scatena la sua ira. E’ una legge naturale.
Il mare, è rimasto pressoché caligine per tre lunghi anni, da questa parte della terra. Dalla fine del 2019 alla notte passata, nessuna mareggiata di forte intensità ha interessato il territorio di Briatico. Un’opportunità, se non addirittura una grazia, di non poco conto se pensata per mettere in sicurezza, sulla base dei primi danni subiti, il molo interdetto. Invece si è rimasti a guardare, da ogni parte, come se a fare cose nuove, o a recuperare le vecchie, l’uomo avesse a disposizione un tempo infinito.
Questa notte, a Briatico, il mare ha voluto raccontare che nessuno ha più tempo. Neppure lui, che troppo spesso e con troppa calma sopporta le strafottenze umane.
Il mare non da tempo e non ne ha, e il delirio di quest’oggi, nella zona della marina di Briatico, ne è la prova lampante.
Le barche rovesciate l’una sull’altra, alcune risucchiate dalla corrente, altre flagellate dalle onde. Il molo frantumato. I massi divelti… La strada che porta alla baia di Safò scavata completamente e resa inaccessibile. Al chiosco dei ‘natalini’ Montezemolo aveva mangiato il suo gelato da star!
Non è rimasto nulla, neppure le pale dei fichidindia sotto cui intere generazioni hanno romanticamente amoreggiato.
Uno spettacolo di liquidità, dalla forma terribilmente inquieta.
Ho veduto con i miei occhi, questa mattina presto, trasfigurarsi in viso il mio piccolo borgo marinaro, quasi sempre placido e tranquillo e con il sole in tutte e quattro le stagioni. E non erano gli occhi del sonno i miei, quello che mi sono trovata davanti è la reale devastazione della mia marina che, se non fosse per la Torre della Rocchetta, rimasta ancora indenne, ci saremmo dovuti segnare a lutto noi briaticesi. Perché anche i luoghi, nonostante la materia di cui sono fatti, hanno un’anima che vive. E i tutori di quell’anima siamo noi. Gli abitanti dei luoghi.
I pescatori erano tutti lì quest’oggi, a piangere le barche danneggiate dal mare ed il loro futuro. C’erano i padri e i figli. Insieme a loro anche il mare che, nonostante questa notte si sia dimostrato infedele, resta il loro compagno di sempre.
Servono interventi urgenti. Non bastano più i proclami politici e neppure le dichiarazioni di intenti, necessita una messa in opera immediata per il ripristino dei danni causati dalla furia del mare. Corre l’obbligo morale, oltre che civile, di mantenere viva la storia di un’ intera comunità che ha origine proprio in questa marina.
La marina di Briatico è uno dei luoghi più iconici della Calabria, tra i più instagrammabili d’Italia. Cosa ne vogliamo fare? Tutti noi, cittadini, istituzioni, politica, cosa ne vogliamo fare di questa storia millenaria?
Una parte di Calabria straordinaria e un pezzo forte della terra dei padri stanno proprio qui. A Briatico. Dove tra la Torre Saracena e il Mulino della Rocchetta, è incorniciato uno dei massimi marcatori identitari distintivi della regione Calabria. Che ora va salvato, con un’opera immediata di riqualificazione va riportato alla luce.
Non lasciateci soli. Questa è la costa degli Dei!
Faccio appello, quale cittadina attivamente impegnata di questa comunità, portavoce dei pescatori della marina di Briatico, alla Regione Calabria, al Presidente della regione Roberto Occhiuto, alla Protezione Civile, alla capitaneria di Porto, al Consorzio Costa degli Dei, ai politici calabresi impegnati nel governo centrale: NON LASCIATECI SOLI.
Servono interventi, fondi, sostegno, lavori di recupero. Servono ora. Affinchè possiamo, noi di Briatico, e i calabresi di ovunque, non sentirci perduti davvero, solo per essere dichiarati – dalle malelingue- irrecuperabili.
Presidente Occhiuto, ascolti la voce del mare con cui parla la mia gente. I pescatori non conoscono altra lingua che questa. Prenda impegno con noi, la prego, e la sua sensibilità valga la nostra ripresa. Di noi, non si sono mai preoccupati in tanti, ma a lei chiediamo l’occhio del padre, del governatore di tutti. Ci guardi, Presidente, ma soprattutto ci ascolti, l’invito è a venire qui, in mezzo a noi, e insieme vedere, quantificare e risolvere questa struggente devastazione.
Alla marina di Briatico, presidente! (gsc)