VERSO LE REGIONALI: IL RE DEL TONNO ACCETTA, OLIVERIO VA DA SOLO E I FRATELLI OCCHIUTO NON DISPERANO;
Pippo Callipo

Calabria, il Pd rilancia Callipo e cerca alleati. Dubbi M5S su Aiello. E a destra Wanda Ferro…

di SANTO STRATI – La notizia arriva a metà mattinata, in una Calabria graziata momentaneamente dal maltempo. Ma la burrasca – sulle elezioni regionali – si annuncia comunque: mentre da Roma rimbalzano le perplessità dei vertici CinqueStelle sulla candidatura del prof. Francesco Aiello, è lo stesso Pippo Callipo ad annunciare la sua candidatura a governatore, col simbolo del PD. Attenzione, non è lui a provocare la burrasca, l’imprenditore è una persona per bene, vanta un’ottima reputazione e ama spesso dire «io resto in Calabria» per riaffermare quanto creda nella possibilità di riscatto di questa terra, ma è la posizione irremovibile di Mario Oliverio, governatore uscente, di candidarsi comunque, che agita i dem. Oliverio vanta il sostegno di numerosi circoli dem e di oltre 150 sindaci e sarà una spina nel fianco nella raccolta dei voti per Callipo.

L’imprenditore di Vibo, quindi, spariglia ancora una volta il risiko di queste consultazioni. Aveva più volte annunciato la disponibilità, per poi ritirarla. Aveva dato ascolto all’amico imprenditore antimafia Antonino De Masi, che si è speso molto in questa settimana per tentare di ricucire lo strappo pentastellato nei confronti di un’intesa elettorale dem-grillini, per poi rinunciare nuovamente, dopo l’intransigenza dimostrata dal responsabile elettorale calabrese M5S Paolo Parentela. Ha cambiato di nuovo parere e si è presentato ufficialmente candidato del pd.

«Esponenti della società civile, delle organizzazioni sindacali e datoriali – ha dichiarato Callipo – mi chiedono un impegno diretto, forte e convinto per avviare un cambiamento reale, tangibile che sia in grado di mettere la nostra Regione al centro dell’agenda politica del Paese. In queste settimane ho molto riflettuto sull’opportunità di un mio impegno politico diretto e sono giunto alla conclusione che non posso non fare questa battaglia, non posso non ascoltare la voce di una nuova generazione che vuole essere protagonista di una rivoluzione pacifica ma decisa e non più procrastinabile.

«Sempre più giovani Calabresi – dice Callipo – chiedono di non lasciare,  per mancanza di opportunità di lavoro e di prospettive di futuro, la terra dove sono nati e cresciuti. Ho deciso quindi di ascoltare il mio cuore, il mio profondo desiderio di aiutare la mia terra perché da sempre coltivo il sogno di vederla cambiare, evolversi e dare opportunità a tutti. Sento inoltre un dovere morale verso i tanti giovani che incontro quotidianamente e che mi chiedono di diventare garante delle loro aspettative».

Il Pd, dunque, presenta finalmente un candidato da opporre a Oliverio e da sottoporre nuovamente ai grillini per una possibile intesa, ma questo gioco al massacro, vista la ristrettezza del tempo a disposizione, non gioca certo a favore della sinistra. Il popolo dem, già vittima di una inspiegabile quanto acuta forma di divisività assoluta che ha frantumato il partito, si chiede giustamente se sia lo stesso Callipo che a marzo 2010 era schierato contro il PD raccogliendo con le liste di Di Pietro un modesto 10% (per la cronaca vinse Scopelliti col 57,80% dei voti). Lo stesso imprenditore che oggi lancia «un forte appello a partiti e movimenti civici: uniamoci e portiamo avanti questa battaglia di legalità, trasparenza e rinnovamento, facciamolo con coraggio senza badare a rendite di posizione e tatticismi», troverà ampia accoglienza tra i dem che non vanno con Oliverio? Su questi ultimi c’è odor di scomunica del pd, ma non sarà certo questo a convincerli a ripudiare l’impegno espresso all’ex governatore.

Callipo vanta già entusiastiche prese di posizione a suo sostegno. Il prof. Domenico Gattuso –  ha detto che il movimento di cui è a capo «ha lavorato tanto affinché un imprenditore del valore di Pippo Callipo decidesse di offrire il suo coraggio in una discesa in campo che spiazzasse la superbia delle vittorie facili in una terra di confine vilipesa e offesa. Il Movimento 10 idee per la Calabria che per primo ha auspicato un rinnovamento della classe dirigente calabrese  e si è fatto promotore di una iniziativa tesa a sollecitare una alleanza pro Calabria, sostiene convinto la candidatura di Callipo. Da domani inizia il nuovo corso calabrese… un respiro nuovo e vitale». E Antonino Castorina, capogruppo dem al Comune di Reggio e consigliere metropolitano con delega al Bilancio (vicino ad Anna Ascani)  ha detto che «Callipo rappresenta un nome di una Calabria che vuole riscatto e dignità» ma allo stesso tempo affida «al Partito Democratico della Calabria ed al Commissario regionale Graziano il compito di fare chiarezza su come sarà rappresentato il vero rinnovamento del Pd con Callipo in Calabria per come ha annunciato Nicola Zingaretti, a partire dal fatto che chi non seguirà questo percorso starà fuori dal Pd senza se e senza ma».

Insomma, Callipo rappresenta la ciambella di salvataggio di un naufragio annunciato, ma gli serviranno anche le “scialuppe” di un territorio che al momento sembra più frastornato che mai e, soprattutto, disorientato da una politica frutto di improvvisazione e superficialità. A rimetterci non sarà Callipo che ci mette la faccia e rischia l’impopolarità in caso di sconfitta, ma tutta la Calabria. Già, perché, se da un lato sembra schiarirsi l’orizzonte a sinistra (pur con la bufera minacciata da Oliverio), dall’altro si complica ogni giorno di più lo scenario di queste regionali e appare difficile immaginare un governo di coalizione per Germaneto.

Secondo la deputata Enza Bruno Bossio la scelta di Callipo è «un errore politico marchiano. Quello che sta facendo Zingaretti è aberrante. Callipo è tutto tranne che un candidato civico. Nel 2010 si è candidato e di fatto, con la sua candidatura, ha fatto perdere il candidato del Pd, Agazio Loiero, favorendo la vittoria di Giuseppe Scopelliti. Nel 2014 ha sostenuto la candidata del centrodestra Wanda Ferro. Ci sono tanto di foto di Callipo con Ferro in campagna elettorale. Nemmeno i 5 Stelle lo hanno voluto. E noi che facciamo? Ci prendiamo l’usato insicuro per non candidare Oliverio che, almeno, è l’usato sicuro. È qualcosa di veramente folle che il Pd sostenga la candidatura di un signore di 73 anni, un perdente, un antipolitico e che mai è stato a sinistra. Ma dov’è il rinnovamento?».

Di parere opposto il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà: «Callipo è un nome che convince, soprattutto perché è garanzia di una prospettiva riformista improntata al pragmatismo e al rinnovamento. È un simbolo di una Calabria sana e vincente – ha detto Falcomatà – una candidatura che parte dal civismo e che spero potrà attrarre le forze politiche democratiche nella nostra regione. In questo senso accolgo l’invito giunto dal Segretario Zingaretti affinché attorno alla figura di Callipo si aggreghi il sostegno di tutto il Partito Democratico calabrese e di tutte le forze civiche che lavorano nella direzione del cambiamento».

Il prof Aiello, stimato docente Unical, subito attaccato per una lontana vicenda di abusi edilizi, non è nel cuore dei grillini che decidono e a fronte della sua accettazione non risulta nessuna ufficializzazione della candidatura. Se, come pare, Luigi Di Maio e company sono intenzionati a scartare il suo nome, cosa faranno i Cinque Stelle in Calabria? La cosa più probabile, per salvare (?) la faccia senza dover ritornare sulle posizioni più volte espresse di chiusura al pd, sarà saltare il turno e non presentarsi. Con buona pace degli attivisti e di quanti operano sul territorio. La rinuncia alle liste sarebbe sicuramente meno traumatica di una disastrosa débacle alle urne.

Analoga situazione di estrema incertezza regna nel centro destra che, nei sondaggi, sembrava destinato a vincere, facilmente, la partita. I fratelli Occhiuto – visto che ormai si parla dell’alternativa (folle) di candidare il deputato Roberto al posto dell’ “indesiderato” Mario –  non disperano e aspettano l’incontro decisivo che dovrebbe tenersi in settimana. Salvini non ha un candidato di riserva (il calabro-milanese Vincenzo Sofo – 20mila preferenze in Calabria alle ultime europee ed eurodeputato in pectore in caso di brexit – è più conosciuto per il fidanzamento con Marion Le Pen che per la sua attività politica), ma non vuole cedere sugli Occhiuto.

Forza Italia, ormai vicina alla canna del gas, non ha alternative “importanti” da mettere in pista: il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo rischia non solo di non farcela, ma di perdere soprattutto le due preziose posizioni in Comune e Provincia, quindi non dovrebbe accettare. E il deputato Francesco Cannizzaro, attivissimo a far crescere il numero dei tesserati azzurri, altra apprezzabile chance, capisce bene che il poco tempo a disposizione lo metterebbe in una posizione di grande svantaggio. Unica via d’uscita per salvare il salvabile sembra Wanda Ferro, già avversaria di Oliverio alle elezioni del 2014, oggi deputata di Fratelli d’Italia. Secondo gli accordi, la Regione Calabria toccherebbe a Forza Italia, ma l’intesa sempre più vicina Meloni-Salvini potrebbe far cambiare idea. La Ferro, in cuor suo ci spera molto e si rimette a quanto deciderà l’assise degli alleati, ma sa bene che, date le circostanze, la sua è l’unica candidatura che potrebbe risolvere la quasi certa insanabile frattura Berlusconi-centro destra, in caso di mancata intesa sul nome.

Il re delle cravatte, Maurizio Talarico, che aveva annunciato la sua disponibilità con o senza il pd, ha già rinunciato. I candidati civici Carlo Tansi e Giuseppe Nucera, invece, continuano a guardarsi attorno, spiazzati dalla candidatura di Callipo, ma continuano a restare isolati, ognuno per proprio conto. Cosa succederà? Attenzione: i colpi di scena, cui queste elezioni ci stanno abituando non sono finiti… (s)