Se da una parte il riconoscimento di Repubblica al librario catanzarese Nunzio Belcaro, che lo ha indicato come esempio positivo in piena emergenza sanitaria, dall’altra fa storcere il naso «l’immagine negativa della città che emerge dal servizio di Repubblica che bolla Catanzaro come una delle ultime città italiane in fatto di consumi culturali».
Una immagine che non è piaciuta all’assessore alla Cultura, Ivan Cardamone, e che trova «sostanzialmente ingiusta»: «Il riferimento del giornale – ha spiegato l’assessore Cardamone – è all’indagine annuale del Sole 24 Ore che riguarda le province italiane e non le città. Come tutte le statistiche, si parla di freddi numeri. A me piace invece parlare di persone e di fatti».
«Dire che Catanzaro sia una città senza cultura – ha proseguito Cardamone – in cui brilla la sola stella di una pur prestigiosa libreria, mi sembra obiettivamente un’assurdità che credo non faccia piacere nemmeno all’amico Nunzio. Sarebbe altrettanto assurdo ed esagerato dire che Catanzaro è la culla della cultura meridionale. Facciamo parlare i fatti. Catanzaro è l’unica città della Calabria, una delle poche del Meridione, che ha un teatro pubblico che fa importanti numeri, con un’attività da ottobre a maggio e un numero sempre crescente di abbonati. Il Politeama non si limita a questo, ma ospita anche i corsi preaccademici del Conservatorio e un’intensa attività concertistica classica. Alla realtà del Politeama, si affianca quella del Teatro Comunale e delle numerose compagnie teatrali locali».
«Se parliamo di cinema – ha proseguito l’assessore – la nostra Città può contare su dieci sale, una ogni 9mila abitanti, di cui due riaperte negli scorsi anni nel cuore del centro storico, il Supercinema e il Comunale. Da molti anni, a Catanzaro si svolge il Magna Graecia Film Festival, una delle rassegna cinematografiche più attese, ricca di ospiti internazionali e di manifestazioni collaterali, non ultima quella dedicata ai libri. Il Comune di Catanzaro è partner di due rassegne storicizzate come il Festival d’Autunno e Armonie d’Arte che registrano numeri importanti e soprattutto l’attenzione nazionale per la loro qualità. Il Museo del Rock è un’altra piccola grande perla, unica nel suo genere in tutta Italia, con i suoi pezzi originali e con la sua intensa attività».
«In ambito di arti figurative – ha proseguito Cardamone – oltre alla presenza dell’Accademia di Belle Arti, da ricordare il ruolo svolto dal Marca e la funzione catalizzatrice del Museo all’aperto del Parco della Biodiversità. La rassegna nazionale sul design d’autore e quella sulla street art (AlTrove) completano questo puzzle. Le sale del complesso del San Giovanni – con le ultime mostre su Escher e il Barocco romano e quella in cantiere sulla Bibbia di Chagall – e della Palazzina ex Stac ospitano eventi a ripetizione, con un calendario che copra praticamente tutto l’anno. L’elenco potrebbe continuare, ma non servirebbe più di tanto. Repubblica avrebbe potuto anche approfondire la realtà culturale della nostra città, senza limitarsi ai freddi numeri dei biglietti venduti, fermo restando che esistono molte criticità e molti ritardi. Scontiamo, ad esempio, un certo affanno nel “consumo” del libro, siamo indietro nelle graduatorie di lettura, abbiamo poche librerie, anche se coraggiose, mancano i grandi brand come Feltrinelli. Dobbiamo fare molto di più per incentivare la lettura».
«Nel rinnovare all’amico Belcaro, peraltro consigliere comunale – ha concluso l’assessore alla Cultura Cardamone – i miei complimenti per il riconoscimento, non posso non sottolineare che proprio l’offerta culturale sarà decisiva nei prossimi anni per rilanciare Catanzaro in un’epoca che sarà profondamente diversa a causa degli eventi drammatici che hanno sconvolto la vita degli italiani. Colgo l’occasione, perciò, per invitare i giornalisti che hanno firmato l’interessante articolo su Repubblica, Cristina Nadotti e Giuseppe Smorto, a venire appena possibile nella nostra città, saremo felici di accoglierli e far conoscere loro le bellezze del Capoluogo di regione che meritano di essere raccontate a livello nazionale». (rcz)