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Pugliese-Ciaccio

CATANZARO – I direttori del Policlinico Universitario contro la riorganizzazione dei Reparti

I direttori di sei Unità Operative Complesse del Policlinico Universitario di Catanzaro, hanno inviato una nota al Commissario ad Acta per la Sanità, Saverio Cotticelli, in cui esprimono la loro posizione contro la riorganizzazione dei Reparti prospettata nella delibera n. 462 del 27 agosto 2020, a firma del commissario Giuseppe Zuccatelli.

Da più parti erano già state segnalate le evidenti ragioni di illegittimità, mancando, ad oggi, i provvedimenti che dovevano precedere questo atto, cioè il protocollo d’intesa Università-Regione, l’atto aziendale e l’integrazione con l’ospedale Pugliese Ciaccio.

Nella nota, indirizzata anche ai vertici delle istituzioni regionali, al Dipartimento della Presidenza della regione Calabria, al Dirigente generale del dipartimento tutela della salute e delle politiche sanitarie, al Presidente della terza Commissione – Sanità, Attività sociali, culturali e formative, nonché al Magnifico Rettore, i Direttori delle Unità Operative Complesse: Professori Nisticò (Dermatologia); Fortunato (Odontoiatria e Stomatologia); Chiarella e Lombardo (rispettivamente per Audiologia-Foniatria e Otorinolaringoiatria); De Fazio (Psichiatria); Torti (Malattie Infettive e Tropicali), hanno spiegato i motivi, sulla base delle peculiarità scientifiche, delle prestazioni assistenziali, nonché della rilevanza sul territorio calabrese, per i quali ciascuna delle Unità dagli stessi diretta non debba essere declassata (né addirittura accorpata come succederebbe in alcuni casi).

«È già noto – si legge nella nota – all’opinione pubblica che il commissario Zuccatelli, commissario delle due aziende ospedaliere, Mater Domini e Pugliese Ciaccio, ha deciso di procedere alla “riorganizzazione” di alcune Unità complesse del Mater Domini, talune uniche nella provincia e persino sul territorio calabrese, “utilizzando” il vecchio il decreto 64 del 2016, decisamente anacronistico, superato e completamente avulso dalla realtà attuale. Ma siamo nel 2020. E non sono semplicemente quattro anni dopo. È cambiato il mondo. L’Italia, l’Europa, e il mondo intero, subiscono tutte le criticità e le limitazioni generate da una visione esclusivamente economica della sanità pubblica».

«E nel frattempo – prosegue la nota – mentre la pandemia ha stravolto e continua a stravolgere le nostre vite, a Catanzaro si vorrebbe declassare, ad esempio, il Reparto di Malattie Infettive e Tropicali dell’Università, in aperta controtendenza con quanto sta avvenendo in tutta Italia dove si sta cercando giustamente di potenziare queste strutture. Eppure, ricorda il prof. Carlo Torti, direttore del Reparto, “solo 3 o 4 mesi fa abbiamo sospeso le nostre vite per accogliere ed assistere, a Germaneto, nella fase più critica dell’epidemia, il maggior numero di pazienti della Regione Calabria, aumentando da 2 a 60 i posti letto, contribuendo a risolvere un’emergenza sanitaria che, altrimenti, non sarebbe stata gestibile”».

Nella nota è stata dettagliata la posizione dei Direttori: «occorre tenere conto, oltre all’assetto riorganizzativo nel complesso, anche della specificità di ciascuna Unità operativa singolarmente considerata e, in prospettiva, dell’impatto delle stesse sul territorio e sull’intero sistema ospedaliero regionale che non può in alcun modo prescindere dal ruolo primario dell’Università. É necessario garantire il soddisfacimento delle necessità assistenziali dell’utenza; assicurare i volumi di prestazioni richiesti per l’accreditamento delle Scuole di Specializzazione; e soprattutto occorre quanto più possibile attualizzare le situazioni, secondo uno spirito costruttivo che guardi nel lungo periodo al potenziamento della nostra Università, per implementare la formazione post-laurea che è ricchezza che ricade sul territorio e sul sistema sanitario regionale».

«Quattro anni hanno cambiato il mondo – si legge nella nota –  nello stesso tempo i nostri studenti saranno diventati i nuovi medici, infermieri, logopedisti, fisioterapisti, odontoiatri e operatori sanitari formati nella nostra Università. Le attuali necessità del territorio non sono più quelle di quattro anni fa e questo vale anche in vista della futura integrazione, che certo non può prescindere dalla verifica delle unità ospedaliere attive e di quelle nel frattempo soppresse».

La posizione dei direttori è unitaria e costruttiva e, soprattutto, si basa sulla valutazione attuale della realtà; ed è ora al vaglio del Generale Cotticelli, insieme a tutti i dettagli che gli consentiranno una valutazione della situazione su dati reali.

«La complessità dei problemi sanitari del mondo attuale – conclude la nota – ha insegnato come la sanità, l’istruzione a qualsiasi livello e la formazione scientifica hanno garantito il principio di continuità dello Stato ed il funzionamento delle amministrazioni che non si sono fermate, unitamente a tanti altri operatori pubblici e privati. Proprio per questi motivi, qualunque scelta futura non può basarsi né su tagli lineari né su disposizioni ormai decontestualizzate rispetto ad una realtà completamente stravolta e che, però, può e deve essere migliorata, soprattutto tramite scelte ragionate e condivise». (rcz)