Grande soddisfazione è stata espressa da Giusy Iemma, dirigente Medico Cardiologo della A.O. “Pugliese-Ciaccio”, per la decisione di Antonio Belcastro, dirigente generale del Dipartimento Tutela della Salute, di estendere l’uso dei tamponi ai sanitari.
Una scelta, quella di Belcastro, «in linea con quanto dichiarato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, perché questo rappresenta l’unico presidio valido per interrompere catene di trasmissione».
«Le persone positive asintomatiche – ha proseguito la dott.ssa Iemma – devono essere individuate perché, se vanno in giro, contagiano senza saperlo altre persone e per questo motivo devono essere isolate. L’università di Shangai conferma che l’incubazione media del virus è di sette giorni e non di cinque, pertanto la quarantena, potrebbe rivelarsi una misura cautelativa inadeguata per contrastare la diffusione del virus».
«Troppi – ha proseguito la dott.ssa Iemma – i contagi tra il personale sanitario anche dell’ospedale Pugliese. È necessario garantire la messa in sicurezza del personale che opera nella sanità, dotandolo degli idonei presidi di sicurezza e sottoponendolo a screening quale strategia primaria di sanità pubblica».
«Non dimentichiamo, però – ha proseguito la dott.ssa Iemma – tutti gli altri lavoratori più esposti al contagio. È indispensabile avviare subito anche per loro la “sorveglianza attiva massiva”. Non possiamo trascurare il rischio di contagio cui sono sottoposte le forze dell’ordine, gli autisti di mezzi pubblici, i lavoratori dei supermercati. E poi procediamo coi «tamponi on the road».
«Il picco del contagio in Calabria deve ancora arrivare – ha proseguito la dott.ssa Iemma – ridefiniamo le priorità e prendiamo esempio dalle zone in cui si sta contrastando efficacemente la diffusione del virus. Nella nostra regione sono stati individuati focolai, giustamente isolati. Il rischio che la Calabria diventi zona endemica è alto».
«Questa è una guerra che bisogna combattere tutti insieme – ha proseguito la dott.ssa Iemma – ciascuno dalla propria postazione, serve perciò una struttura organizzativa lineare ed un apparato burocratico/amministrativo snello, per scelte da operare con immediatezza».
«Se la cabina di regia sarà all’altezza della situazione – ha concluso la dott.ssa Iemma – disporremo di un fronte di combattimento forte e compatto, di conseguenza la possibilità di vincere questa guerra in tempi brevi sarà alta, ma non si pensi che lasciare “appiedati” gli operatori della sanità possa preservare alcuno». (rcz)