Corrado (Alt. c’è) chiede situazione su programmazione triennale lavori pubblici del Mic

La senatrice di Alternativa c’èMargherita Corrado, ha chiesto «qual è la situazione per l’anno in corso in tema di fondi ordinari di bilancio del MiC».

«Pochi giorni fa – ha spiegato – la Direzione generale Bilancio del Ministero della Cultura (MiC) ha reso noti (con grande anticipo), mediante apposita circolare, la programmazione triennale dei lavori pubblici per il 2021-2023, del valore di 232 milioni di euro, e l’elenco annuale degli stessi per il 2021, del valore di 28.029.806,00 euro – i soliti 28 milioni! –, adottati con Decreto Ministeriale del 26 aprile (rep. 170)».

«In generale – ha proseguito – per il 2021 salta all’occhio la sproporzione delle risorse destinate alla voce archeologia, leggermente superiori a 5 milioni, e agli archivi, con poco meno di 1,5 rispetto alle ben più doviziose voci musei e belle arti e paesaggio, con 6,5 e 11 milioni rispettivamente, nonché alle biblioteche, con 3,2; fanalino di coda gli Istituti, con mezzo milione. Com’è noto, il 97% dei dipendenti del MiC è impegnato nel settore tutela, al quale spettano ben 640 dei suoi organi periferici, mentre la valorizzazione è compito di pochi uffici centrali ma l’indirizzo politico di Franceschini, ormai consolidato, mortifica puntualmente la prima a vantaggio della seconda. Si rifletta soltanto sul fatto che la voce musei si riferisce ai soli ‘luoghi della cultura’ in capo alla Direzioni Regionali Musei, mentre tutti gli spazi espositivi minori rimasti alle Soprintendenze Abap ricadono anch’essi sotto la voce archeologia. Dal confronto tra i quadri regionali emergono disparità di cui è arduo darsi spiegazione, soprattutto quando puniscono regioni del Sud Italia la cui rilevanza dal punto di vista del patrimonio culturale pubblico è indubbia».

«Certo – ha concluso – altre e più cospicue risorse verranno dalla cooperazione europea, che in particolare per le regioni meridionali ha sempre avuto un occhio di riguardo, salvo poi scontrarsi, troppo spesso, con l’incapacità di spesa degli Enti locali. La Sicilia, fra tutte (anche se dipende da Roma solo per gli Archivi), dei fondi strutturali europei 2014-2020 ha speso appena 900.000 euro a fronte di 65 milioni assegnati. Che il MiC di Franceschini non ami tutto ciò che si trova a Sud di Eboli e fino allo Stretto è però innegabile: c’è troppo poco da sfruttare, oltre la foce del Sele, secondo i canoni delle società private che hanno un posto speciale nel cuore dell’eterno ministro… e Velia resta, in ogni senso, l’estremo baluardo, presidiato da truppe mercenarie su cui Roma disconosce qualsiasi responsabilità». (rp)

Cannizzaro (FI) ha chiesto per il Gom di Reggio il riconoscimento a Irccs

Il deputato di Forza ItaliaFrancesco Cannizzaro, tramite una interpellanza ai ministri dell’Economia e Finanze e Salute, ha chiesto che il Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria sia riconosciuto come Ircss, ossia come Istituto di Ricovero e Cura a carattere scientifico.

Per Cannizzaro, infatti, il riconoscimento al Gom «significherebbe cambiarne i connotati da cima a fondo, aumentando a dismisura le potenzialità, la qualità e la ricettività. Gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, infatti, rappresentano un supporto fondamentale per la Sanità pubblica di territori vasti come quello della provincia di Reggio Calabria, dal punto di vista non solo organizzativo, ma anche diagnostico, terapeutico e riabilitativo».

«Alla base di questa nostra richiesta – ha spiegato – c’è una certezza: Calabria non è sinonimo di malasanità a prescindere, non dovunque; né tanto meno, viceversa, ci si può arrendere davanti all’arretratezza di un settore cardine proprio laddove c’è maggiore necessità degli interventi dello Stato. Il Gom di Reggio Calabria non può che rientrare tra gli esempi virtuosi, se vengono considerati i clamorosi tagli subiti negli anni, il blocco del turnover dei lavoratori da tempo ormai immemore, e nondimeno l’accentramento dei problemi in un’unica struttura, quella della Città appunto, costretta a sopportare il fabbisogno sanitario di tutta la popolazione provinciale e non solo. A tal proposito, è doveroso un plauso al Commissario Straordinario Iole Fantozzi ed a tutti i medici, paramedici ed operatori sanitari che stanno brillantemente tamponando le emergenze nei vari settori».

«Attualmente – ha proseguito il deputato – nella Regione Calabria non è presente alcun Ircss. E, in tal senso, non è trascurabile che l’Azienda reggina eserciti un importante ruolo in numerose aree specialistiche; è centro Hub per la Provincia di Reggio Calabria e Centro di Riferimento Regionale per numerose funzioni regionali, quali la Banca del Cordone, il Centro Regionale Trapianti, il Centro Regionale Tipizzazione Tessutale, il Centro Regionale per le Epilessie, l’Unità operativa di Genetica Medica e il Centro Regionale Trapianti Midollo Osseo».

«Nei mesi scorsi – ha informato – abbiamo interessato la Regione Calabria per la parte di sua competenza ed è stato già predisposto tutto l’iter burocratico da parte della struttura commissariale a supporto della richiesta di trasformazione in Ircss, percorso da noi supportato sin dall’inizio, in sordina. Adesso, a gran voce, invece, chiediamo, tramite questa interpellanza ai Ministri competenti, che il progetto goda anche del supporto e della centralità del Parlamento». 

«Roberto Speranza – ha detto ancora – è stato direttamente e personalmente messo al corrente di tutta la vicenda, ha manifestato grande partecipazione rispetto a questa possibilità e si sta già attivando per fare ciò che rientra nelle sue competenze in merito. I Ministeri hanno già espresso parere favorevole alla proposta, manca dunque soltanto l’ok definitivo, quello che, appunto, Noi stiamo sollecitando».

«Chiediamo, pertanto – ha concluso – la massima tempestività, tenuto conto del delicato momento storico che viviamo. L’eventuale riconoscimento del Gom quale Ircss, oltre ad aumentare le conoscenze scientifiche per tutta la Regione, consentirebbe di migliorare la qualità dell’assistenza erogata con contestuale effetto di accrescere la fiducia dei pazienti nei servizi offerti, alla base di qualsiasi politica di riduzione della mobilità passiva». (rp)

Sapia (Alt.c’è) chiede la sospensione dei brevetti sui vaccini

Il deputato di Alternativa c’èFrancesco Sapia, replicando alla risposta del sottosegretario Pierpaolo Sileri a un’interpellanza urgente dello stesso parlamentare, centrata sulla gestione dell’emergenza Covid e sull’andamento della campagna vaccinale in Italia, ha chiesto che «il governo si muova a livello europeo per la sospensione dei brevetti sui vaccini».

«Gli alleati degli Stati Uniti – ha ricordato Sapia – hanno compreso la necessità di imboccare questa strada. Se poi consideriamo il rapporto tra i vaccini consegnati e quelli somministrati, ci accorgiamo tutelare la salute e favorire la ripresa dell’economia servono molte più dosi. Il Regno Unito ne ha più del doppio».

«I corrispondenti dati di Francia, Germania e Spagna, in linea con quelli dell’Italia, mostrano – ha rimarcato Sapia – le criticità dell’Unione europea. Il problema è l’insufficiente disponibilità di vaccini, anche per il futuro, sicché bisogna risolverlo. O si garantiscono i vaccini a tutti, oppure non ne usciamo».

«Questo significa – ha precisato Sapia – che sul diritto alla salute e al lavoro non possono prevalere le leggi disumane del mercato e gli interessi miliardari dei produttori». (rp)

Granato (Alt. c’è-Misto): Ministro Istruzione trascura i problemi della scuola calabrese

La senatrice di Alternativa c’è – MistoBianca Laura Granato, ha dichiarato che «sono ancora tante, troppe, le mancanze del Ministero dell’istruzione nei confronti della scuola calabrese. A cominciare dalla mancata impugnazione delle ordinanze di chiusura del f.f. Nino Spirlì e di altri amministratori locali delle scuole di ogni ordine e grado anche in zona gialla o arancione».

«Mi rendo conto che gli uffici periferici del Ministero versano in una condizione che possiamo definire esplosiva – ha aggiunto–. Dopo il caso dell’arresto del dirigente dell’ufficio territoriale di Catanzaro, Piscitelli, la sospensione della direttrice dell’Ufficio Scolastico Regionale, Maria Rita Calvosa, viene ripescato un dirigente plurisanzionato proveniente dall’Ambito provinciale di Cosenza, per collocarlo nell’ufficio scolastico di Catanzaro: il dottor Luciano Greco, mentre l’At di Cosenza rimane ancora una volta sprovvisto di dirigente. Questa situazione è indicativa del trattamento riservato alla Calabria dal Ministero. Siamo considerati meno di zero”.

La senatrice de “L’Alternativa c’è-Misto” rileva che tutte queste questioni sono state oggetto di interrogazioni parlamentari rimaste senza risposta.

«Da oltre un anno – ha proseguito – un’altra mia interrogazione rimasta rigorosamente senza risposta denuncia l’operato della dirigente scolastica di un istituto professionale di Lamezia Terme la quale dal 2018 ad oggi avrebbe compiuto diversi atti illeciti. Ha certamente cambiato il docente di diritto a ben otto classi nel mese di maggio 2018; avrebbe dirottato l’iscrizione al 3 anno degli studenti dall’indirizzo commerciale a quello alberghiero senza previa acquisizione del loro consenso, avrebbe lasciato che il proprio collaboratore operasse con diverse  sovrapposizioni di più classi nelle stesse ore, abbinandole illecitamente, per un complessivo settimanale inferiore alle 18 dovute. Tutto ciò è stato segnalato invano: gli uffici del Ministero rimangono totalmente inerti. Ci troviamo davanti ad un muro di gomma».

«A cosa servono i dirigenti e funzionari del Ministero – ha detto ancora – se non intervengono rispetto ad una gestione che è diventata un colabrodo? Non solo il  personale ispettivo è ‘non pervenuto’, ma si attendono invano i concorsi da tre anni ormai. A un contesto così totalmente deregolamentato fanno da contraltare le parole poco rassicuranti del ministro Bianchi il quale, mentre ci parla del sesso degli angeli in audizione, mentre progetta futuribili aperture estive, tollera in modo totalmente passivo sia azioni di chiusura come quella del sindaco di Soverato Alecci».

«Per non parlare – ha detto ancora – azioni come quella dei presidenti di Regioni come Calabria, Puglia e Campania che, dopo aver chiuso tutte le scuole di ogni ordine e grado a loro piacimento, ingerendosi nella materia di competenza esclusiva statale, senza che il ministro impugnasse, hanno introdotto la scuola à la carte, hanno lasciato libere le famiglie di scegliere se mandare o meno i propri figli a scuola, rendendo totalmente inefficaci le lezioni sia in presenza che a distanza».

«In questo modo – ha concluso Granato – di fatto gli studenti del loro diritto all’istruzione e gettando nel caos più totale le istituzioni scolastiche e i docenti che oggi non sanno nemmeno a quali regole far riferimento per poter concludere l’anno scolastico, con tutti gli adempimenti connessi. Se questo è il prodotto del ‘governo dei migliori’ non ci resta che espatriare». (rp)

Abate (Misto) presenta interrogazione su ripartizione fondi Feasr 2021-2022

La senatrice del Gruppo MistoRosa Silvana Abate, ha presentato una interrogazione al ministro dell’Agricoltura, Stefano Patuanelli, per la ripartizione dei fondi Feasr 2021-2022, in quanto «la riforma voluta da lui penalizza le sei regioni del Centro-Sud».

«Il ministro – ha spiegato Abate – avrebbe redatto una ipotesi di ripartizione che prevedrebbe l’introduzione nel 2021 di un 30% di questi nuovi criteri, definiti oggettivi e che comprendono ad esempio la produzione lorda vendibile, la superficie agricola utile, il numero di imprese, e il mantenimento del 70% dei parametri storici, e il ribaltamento delle percentuali nel 2022, con i criteri oggettivi a incidere per il 70% e i parametri storici per il restante 30%. Una soluzione che andrebbe a danneggiare Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Umbria, le sei regioni che storicamente ricevevano più fondi dalla PAC per colmare il proprio gap con le altre regioni più ricche».

«Il regolamento Ue 2020/2220 – ha aggiunto – ha prorogato per il 2021 e 20211 non solo i programmi di sviluppo rurale ma anche l’attuale regime dei pagamenti del primo pilastro della Pac (pagamenti diretti, convergenza interna, convergenza interna, riserva nazionale, pagamenti accoppiati, etc.). L’Italia, entro il 19 febbraio 2021, doveva comunicare l’intenzione di proseguire la convergenza interna dei titoli Pac verso un valore medio nazionale, questo non è stato fatto e scegliere oggi di ripartire le risorse dello sviluppo rurale in base a un nuovo criterio senza che vi sia stato un confronto sulle scelte da prendere sul primo pilastro della Pac rischia di creare disparità tra le regioni falsando gli accordi presi fino ad oggi sulla politica agricola nelle diverse regioni».

«Ho presentato – ha proseguito la senatrice – una interrogazione in Senato per chiedergli cosa intenda fare visto che, con l’attuale ripartizione della Pac, i soldi sono già troppo pochi e stravolgere i parametri attualmente in vigore e ritoccare la ripartizione dei fondi Feasr del Psr spostandoli dal Sud al Nord andrebbe a incidere profondamente sul prodotto interno lordi di regioni quali la Basilicata, la Calabria, la Campania, la Puglia, la Sicilia e l’Umbria, che da sole rappresentano il 60% delle aree italiane interessate dal Psr».

«Gli ho chiesto, soprattutto – ha detto ancora – di verificare la correttezza di tutte le procedure seguite prima di intraprendere una strada che, come ha già dichiarato il Commissario europeo all’agricoltura, Janusz Wojciechowski, sembra impraticabile visto che le somme del Feasr sono destinate a colmare il divario tra le aree più ricche ed evolute e quelle più povere e marginali, cioè tra le sei regioni più povere che si oppongono alla nuova ripartizione e le altre quindici e che potrebbe, quindi, portare all’apertura una procedura d’infrazione per il mancato recepimento e rispetto di una direttiva europea e, quindi, anche al blocco dei fondi. Anche perché all’orizzonte ci sarebbe un altro problema: se Patuanelli decidesse di forzare l’applicazione della sua proposta di ripartizione del Feasr, dovrebbe chiarire come andrebbe a cofinanziare, in accordo con il MEF, i fondi europei per compensare lo spostamento di risorse dalle Regioni meno sviluppate alle altre. Modificare gli attuali criteri di riparto, infatti, non è una semplice operazione matematica».

«Bisogna pensare – ha concluso – agli effetti che essa produrrebbe soprattutto in relazione agli equilibri di equità raggiunti nel tempo». (rp)

Auddino (M5S): Nel Pnrr ingenti risorse per le Zes calabresi

Il senatore del Movimento 5 StelleGiuseppe Auddino, ha espresso grande soddisfazione « le cospicue risorse destinate alle ZES della Calabria dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Alla base del Pnrr è stato svolto un grande lavoro di programmazione con lo scopo di destinare le risorse nel modo più equo e proficuo possibile».

«In quest’ottica – ha aggiunto – siamo riusciti ad inserire importanti investimenti per le Zone Economiche Speciali della Calabria, in particolare 43,5 milioni per il Porto di Gioia Tauro, 4 milioni per il Porto di Villa San Giovanni e 6,5 milioni per il Porto di Reggio Calabria».

«Da anni – ha concluso – mi occupo del Porto di Gioia Tauro e da anni sostengo l’importanza dello sviluppo dell’area industriale retroportuale e della Zes. I fondi previsti nel Piano serviranno a creare le condizioni infrastrutturali favorevoli all’insediamento di nuove imprese e favoriranno la crescita economica e lo sviluppo imprenditoriale di tutto il territorio». (rp)

 

Caligiuri (FI): Presentato emendamento per gli agricoltori

La senatrice di Forza Italia, Fulvia Michela Caligiuri, ha dichiarato che ha presentato un emendamento a favore degli agricoltori, in quanto «sarà chiamato a uno sforzo straordinario per accelerare la transizione verso sistemi produttivi più green, alla luce dei più recenti orientamenti comunitari in materia di sostenibilità ambientale».

«I cambiamenti a cui la filiera dovrà adattarsi – ha riferito all’Ansa – coinvolgono tutti i livelli di produzione e di conseguenza appare fondamentale semplificare le operazioni di controllo e certificazione delle macchine irroratrici, fino ad oggi effettuata da centri prova autorizzati a livello regionale. L’obiettivo dell’emendamento a mia firma approvato in Senato è assicurare maggiore uniformità dell’iter, che influisce particolarmente sui costi delle imprese e sugli sforzi che dovranno compiere per raggiungere i nuovi standard europei, individuando un unico soggetto nazionale, Ente Nazionale Meccanizzazione Agricola, che svolgerà le sue funzioni in stretto collegamento con il Ministero Delle Risorse Agricole Alimentari e Forestali e attraverso accordi di cooperazione con gli Enti di ricerca specializzati».

«La semplificazione delle procedure – ha concluso – necessaria per contribuire in modo preciso e puntuale alle facilitazioni e al sostegno per i comparti produttivi quale quello agricolo, è uno dei motivi fondamentali per cui Forza Italia sostiene l’esecutivo a guida Mario Draghi». (rp)

d’Ippolito (M5S): De Caprio sospenda autorizzazione per progetto Parco Eolico “Serra Spina”

Il deputato del Movimento 5 StelleGiuseppe d’Ippolito, ha dichiarato che «la Società Rvl Energy Srl ha presentato un progetto di parco eolico nel territori di Marcellinara e Settingiano suscitando le proteste degli amministratori locali che chiedono all’assessorato regionale alla Tutela dell’ambiente di bloccarne l’iter a causa di problemi di sostenibilità ambientale».

«Continua in Calabria – ha aggiunto – l’incredibile boom dei parchi eolici, con altre richieste di autorizzazioni, nonostante la regione sia già esportatore netto di energia e sia già satura oltre i limiti consentiti dalle norme. Ciò contraddice le parole dell’assessore De Caprio che a febbraio aveva annunciato la sospensione in Calabria delle autorizzazioni per la realizzazione di impianti eolici ed elettrodotti “in quanto rappresentano una violenza alla bellezza della regione e allo sviluppo del turismo”».

«Se andiamo a vedere nello specifico il progetto “Serra Spina”, proposto per i territori di Settingiano e Marcellinara – ha proseguito il deputato – esso prevede l’installazione di ben 18 aerogeneratori che ricadrebbero in buona parte in aree con forti carenze idrogeomorfologiche, nelle quali il Piano Regolatore Comunale vieta l’edificazione, ammettendo esclusivamente la manutenzione ordinaria e straordinaria ed il consolidamento dei manufatti esistenti. Nell’area sono inoltre presenti le Grotte di Marcellinara, riconosciute dallo stesso assessorato all’Ambiente come bene paesaggistico da inserire nel futuro Geoparco calabrese».

«L’Eolico, in quanto energia pulita – ha precisato il parlamentare pentastellato -, fa parte del paniere che consentirà alla nostra nazione di compiere la transizione dal carbonfossile alle rinnovabili ma deve essere pianificato con raziocinio, il che è ancor più vero per la nostra bellissima regione: bisogna evitare di costruire parchi eolici in territori dall’alta valenza turistica e paesaggistica poiché sono la nostra vera ricchezza».

«Chiedo quindi ad Ultimo – ha concluso D’Ippolito – di essere coerente con le sue stesse parole, di ascoltare le rimostranze degli amministratori locali di quel territorio e di sospendere al più presto l’autorizzazione del progetto “Serra Spina”». (rp)

Granato (Alt. c’è): Si vuole trasformare la scuola pubblica in un campo estivo

La senatrice di Alternativa c’è – MistoBianca Laura Granato, si oppone all’idea del Governo sulla scuola pubblica, ribadendo che «si vuole trasformare la scuola pubblica in un campo estivo».

«La scuola pubblica trasformata in un centro estivo? Ci stanno lavorando. Sono gli stessi che hanno scelto di tenere gli istituti chiusi per tutto l’anno, mentre potevano essere seguiti protocolli che avrebbero consentito di svolgere le lezioni in presenza in assoluta sicurezza, e oggi – con incongruenza e incoerenza – sperimentano nuove modalità produttive per trasformare la scuola in qualcos’altro. Si tratta dell’ennesimo attacco alla funzione formativa della scuola pubblica» ha detto Granato, aggiungendo che «sempre i più si rafforza l’evidenza che la pandemia sia stata tanto esiziale per il popolo e per le piccole e micro imprese quanto provvidenziale per la svolta da anni avviata dal sistema a trazione unica neoliberista di destra e sinistra. Da più di 20 anni assistiamo allo svuotamento del valore epistemologico delle discipline all’interno delle scuole di ogni ordine e grado, in cambio di un’offerta extracurricolare sempre più sovrabbondante, volatile e inconsistente».

«La pandemia – ha proseguito – ha dato la botta finale ad un equilibrio estremamente precario in cui i bisogni formativi sono aumentati, per l’eccessivo ricorso alla didattica a distanza. La pandemia ha innescato la miccia giusta per attivare la deflagrazione della scuola pubblica. Si anticipa la chiusura dell’anno scolastico per aprire la scuola in versione centro estivo con varie attività. Non oso immaginare, cosa dovrà inventarsi il personale scolastico per trasformare le aule infuocate in centri benessere per studenti privati dei bisogni caratteristici della loro età per un anno intero. Corsi di scacchi, di bridge, tornei di pallavolo (le scuole fortunate dotate almeno di palestre), pallacanestro, tiro a segno. Ma poi anche qualche attività di recupero, se no “pare brutto”. Immagino la competizione tra vari istituti, i docenti che dovranno essere formati per diventare animatori, le famiglie che faranno valere le loro legittime aspettative sul corpo docente e su tutto il personale scolastico con la veemenza tipica del cliente insoddisfatto».

«Nel corso dei mesi invernali – ha detto ancora – autorevoli membri del governo quali Franceschini e Speranza, supportando le richieste dei presidenti di Regione, peroravano in consiglio dei ministri la chiusura ad oltranza di tutte le scuole di ogni ordine e grado, adesso per l’estate il ministro della loro stessa area, Patrizio Bianchi, invece, ne perora l’apertura per fare di tutto tranne che scuola. Evidentemente a chi governa la cultura deve far più paura del virus. Ma se qualcuno si illude che questo teatrino possa compensare la formazione perduta, non ha capito nulla. Tutto questo è stato programmato ad arte per demolire quel che resta della scuola statale pubblica, la sua alta funzione sociale e formativa che l’avrebbe resa ascensore sociale per gli ultimi, trasformandola in qualcosa di accessorio, un servizio a domanda individuale esternalizzabile, quindi affidabile a cooperative e altri enti privati specializzati nell’intrattenimento. Così si realizza il primo passo verso il sistema integrato pubblico/privato da sempre auspicato dalla politica di destra e sinistra, ennesimo schiaffo alla Costituzione».

«Mi opporrò con ogni mezzo ai disegni di questo “governo dei peggiori” – ha concluso Granato – che lavora per lo svuotamento e la svendita del patrimonio pubblico e dei beni comuni già in atto sotto i nostri occhi». (rp)

Sangregorio (Misto): È ora di unire la Calabria e la Sicilia con il Ponte sullo Stretto

L’on. Eugenio Sangregorio, deputato calabrese eletto nella Circoscrizione estero (America Meridionale) oggi al gruppo Misto (Noi con l’Italia. Usei-Rinascimento ADC), ha dichiarato che é ora che  gli italiani di oggi, finalmente e decisamente, uniscano queste tre parti del territorio (Nord e Sud)  iniziando con il collegare la Sicilia alla Calabria mediante quel famoso ed agognato Ponte sullo Stretto».

«I giapponesi – ha aggiunto – hanno collegato alcune loro isole con ponti di una struttura ed un impegno ammirabili, ma gli italiani non sono forse capaci di costruire un ponte?  Ingegno e intelligenza uniti ad una fantasia costruttiva non mancano certamente, anzi, non siamo forse  i promotori del famoso detto: “Italians do it better”? É, dunque, l’ora di unire questa parte del sud Italia per approfittare dei benefici che tale costruzione potrà apportare in tutti i sensi: dalla ferrovia ad alta velocità Roma-Reggio Calabria ai commerci, alle attività industriali, culturali, turistiche ed anche ai politici».

«Si – ha proseguito – politici in quanto unire la Sicilia alla Calabria potrà significare la creazione per quest’ultima della sesta “Regione a Statuto Speciale”, e con ciò, una vera, sperata crescita del sud che consentirebbe lavoro sul posto senza più ricorrere a quella continua emigrazione verso il Nord; al contrario, si creerebbero attività che potranno attirare le giovani generazioni verso un indefettibile territorio di una Italia che in tutto il suo “ego” e la sua straordinaria capacità, potrà emergere  da uno stato di “sonnolenza storica” in attesa di un qualcosa che smuova i politici da un ancestrale torpore».

«Grazie al Recovery plan – ha concluso – e ad una augurabile semplificazione burocratica, si potrà veramente porre una “mano alla opera” che  sarà ricordata in futuro come una storica rinascita del Paese, in un periodo avversato dalla pandemia, ma che la volontà e la determinazione dei politici di questo periodo, ha superato con un brillante spirito di ricrescita per tornare a chiamarla “Bella Italia, amate sponde”». (rp)