CATANZARO – Chiude temporaneamente il Parco della Biodiversità

Il sindaco Nicola Fiorita ha disposto la chiusura al pubblico del parco della Biodiversità dalle ore 15:00 di oggi, giovedì 9 gennaio a fine intervento, per consentire le necessarie operazioni in attuazione del Piano di eradicazione Psa Regione Calabria vigente.

La chiusura è stata necessaria per la prevenzione dei rischi connessi alla presenza di ungulati selvatici nell’ambito urbano del Comune di Catanzaro all’interno del Parco della Biodiversità Mediterranea.

Il provvedimenti fa seguito alla comunicazione della Regione Calabria con la quale sono state indicate modalità di intervento e autorizzati i selecontrollori/bioregolatori, nominati dalla Regione stessa. (rcz)

Aperte le iscrizioni al Corso di perfezionamento in Maintenance Management

Ci si può iscrivere fino al 20 gennaio al Corso di Perfezionamento post-Laurea “Maintenance Management:  modelli, processi e tecnologie innovative” presente nell’offerta formativa A.A. 24/25 della Scuola di Alta Formazione dell’Università Magna Græcia (UMG) di Catanzaro.

Il percorso formativo, il cui direttore è il prof. ing. Alessio Mercola, è concepito per offrire ai Laureati in Ingegneria una rilevante opportunità di  crescita professionale e di slancio del proprio percorso lavorativo. Il Corso ha ricevuto il patrocinio di A.I.MAN. – Associazione Italiana Manutenzione e potrà essere accreditato all’interno del sistema  di Formazione Professionale Continua del Consiglio Nazionale degli Ingegneri. 

L’obiettivo principale del Corso è formare professionisti altamente qualificati, capaci di eccellere nel  mercato del lavoro in rapida espansione nel settore del Management della Manutenzione. Questi  professionisti saranno in grado di adottare un approccio integrato e innovativo per organizzare e  gestire le attività di manutenzione di infrastrutture e impianti, considerando gli aspetti ingegneristici,  normativi, di sicurezza, tecnologici, etici e le competenze trasversali. 

Inoltre, il Corso potrà dare impulso alla diffusione della Cultura della Manutenzione, che è di grande  importanza per prevenire eventi tragici come il crollo del Ponte di Genova nel 2018 e incidenti sul  lavoro in vari settori. Una pianificazione ottimale della manutenzione assicura infatti che infrastrutture  e impianti siano sempre in condizioni eccellenti, riducendo il rischio di incidenti e migliorando la   sicurezza dei lavoratori. Inoltre, il Management della Manutenzione è essenziale per il futuro per  diverse ragioni. Una manutenzione efficiente favorisce la sostenibilità ambientale, aumenta la  produttività e l’efficienza operativa, elementi cruciali in un mercato globale sempre più competitivo. 

La manutenzione preventiva e predittiva riduce i costi, evita guasti improvvisi e prolunga la vita utile  di attrezzature, impianti e infrastrutture. Recentemente, strategie di monitoraggio e diagnosi dei  guasti, basate su Robotica, tecnologie dell’Automazione, Internet of Things (IoT) e analisi dei dati,  consentono di monitorare e prevedere i guasti in modo più preciso e tempestivo.” 

Il Corso è progettato per fornire ai partecipanti un set completo di competenze aggiornate ai modelli,  processi e tecnologie più recenti. Durante il Corso, attraverso la presentazione di casi studio, i  partecipanti avranno l’opportunità di confrontarsi direttamente su argomenti di attualità nel campo  del Management della Manutenzione con docenti universitari, manager di aziende di rilievo  nazionale ed europeo, e dirigenti e funzionari di enti pubblici. Questo confronto mira a dotare i  partecipanti di competenze che li renderanno più competitivi nel mercato del lavoro. 

La frequenza del Corso è compatibile con l’attività lavorativa e potrà avvenire sia in presenza che  da remoto, in modalità sincrona o asincrona. Anche i partecipanti che seguiranno il corso da remoto  potranno interagire con i docenti e gli altri partecipanti attraverso momenti di confronto e attività  dedicate, favorendo così il networking professionale. 

Il Corso arricchisce l’offerta formativa nell’area ingegneristica dell’UMG di Catanzaro, che già include  un Corso di Laurea in Ingegneria Informatica e Biomedica, un Corso di Laurea Magistrale in  Ingegneria Biomedica e un Corso di Dottorato di Ricerca in Intelligenza Artificiale, Ingegneria  Biomedica ed Informatica. (rcz)

A Catanzaro promozione sociale tra cultura, creatività e partecipazione

di FRANCO CACCIAIl ruolo delle organizzazioni di volontariato e della partecipazione attiva dei cittadini sono temi di grande attualità e di imprescindibile utilità per il benessere delle comunità. Mettere al servizio degli altri il proprio tempo ed i propri talenti è una scelta etica da sostenere e, se possibile, da imitare.

Nel variegato panorama di enti che portano avanti questa missione, dall’alto valore etico e culturale, appare utile soffermare l’attenzione sull’associazione culturale Jonathan di Catanzaro. Si tratta di un’associazione, nata nel 2016, presieduta dalla poliedrica ed innovativa Maria Paola Quattrone, professione architetto. Già promotrice di eventi e manifestazioni a carattere culturale, come presentazione di libri, rassegne musicali, mostre d’arte, l’associazione Jonathan ha caratterizzato la sua identità per un’intensa azione di promozione dell’espressività creativa ed artistica.

Nel curriculum del sodalizio si segnalano anche delle rassegne artistiche realizzate negli 2022-23-24 presso la Casa di Cassiodoro nell’ambito delle programmazione estiva del comune di Squillace. Oltre all’esposizione di opere all’interno dei siti storici di Squillace è stata sperimentata con successo l’esperienza dell’arte diffusa. Trattasi di opere d’arte, quadri sculture, collocate in una pluralità di luoghi aperti al pubblico, in prevalenza botteghe di artigianato locale, rese fruibili gratuitamente ai cittadini ed ai turisti . L’ultima iniziativa in ordine di tempo dell’Associazione Jonathan è la programmazione denominata “Stelle di Natale”, realizzata durante le recenti festività, presso il parco delle Biodiversità, luogo di proprietà dell’amministrazione provinciale di Catanzaro, guidata dal presidente Amedeo Mormile, ente che ha patrocinato i diversi eventi. 

Il ricco programma è stato costruito attraverso eventi tra loro differenziati. Il primo tassello della programmazione è stato la bella mostra di quadri ed opere artistiche che ha visto la partecipazione di ben 12 donne , artiste catanzaresi. La varietà delle opere,. L’intensità dei colori e l’originalità delle rappresentazioni artistiche hanno avuto il pregio di creare in tutta l’area dell’esposizione,  un’atmosfera magica alimentata da un cumulo di emozioni e sensazioni diverse.

La scelta di comunicare la bellezza e la creatività, operata da anni  dall’associazione Jonathan, non è solo un dono per gli occhi estasiati dei visitatori, ma è uno strumento di condivisione per un approccio diverso nei confronti delle criticità e della quotidianità dei cittadini.  Viviamo , infatti, in un’epoca in cui oltre alla conoscenza ed al sapere, bisogna fare affidamento anche sullo sviluppo del pensiero creativo, individuale e comunitario.

L’associazione, per scelta iniziale ma anche per maturità esperienziale, prosegue con costanza e determinazione il suo impegno che si traduce nella condivisione di progetti per il territorio con enti pubblici ed associazioni locali. Nel caso della programmazione “Stelle di Natale” si è rafforzata la collaborazione con l’associazione “la Mimosa” presieduta dall’artista Ornella Cicuto, ente da anni impegnato nella promozione di eventi a carattere artistico-culturale.    

Creatività e complessità 

Nutrire la mente umana  dei saperi, delle abilità della creatività e dell’originalità ha il valore di un concreto e prezioso investimento a favore delle nostre comunità. A differenza delle epoche storiche precedenti , infatti, le sfide e le opportunità  del giorno d’oggi non si affrontano o si risolvono se non attraverso l’approccio multidisciplinare e sistemico. Ogni fenomeno dal Covid, alle guerre, passando per la crisi energetica , nascono per cause diverse e coinvolgono soggetti ed ambiti territoriali differenziati. Si pensi al fenomeno della disoccupazione, piaga sociale della nostra regione. Sarebbe quanto mai inutile provare a leggere questa condizione senza aver presente i forti legami ed intrecci con una pluralità di variabili sociologiche ed ambientali: l’istruzione, l’abbandono scolastico, il reddito, le relazioni umane, la scuola, la formazione professionale, il volontariato. Ecco che la scelta della creatività può rappresentare una preziosa opportunità di crescita individuale, ma anche un’imprescindibile necessità, fondamentale  per la crescita delle comunità . Non è quindi un caso che la programmazione “Stelle di Natale” abbia proposto un articolato piano di eventi finalizzato all’approfondimento culturale. 

Tra le diverse iniziative, realizzate nel corso delle diverse giornate, si segnala la presentazione dei libri e dialoghi con gli autori (il futuro del terzo settore di Cesare Nisticò; Io non mi sono voltato di Luigi Macrillò); diretta radiofonica sul tema della solitudine, a cura di Norma Aleni Caroleo sulle frequenze di Radio Ciack, focus Group con la prof.ssa Patrizia Giancotti sul tema della rigenerazione dei borghi della Calabria attraverso la narrazione e l’arte.

A pochi giorni dalla conclusione delle festività natalizie rimangono impresse le belle immagini e le intense emozioni generate dalla programmazione Stelle di Natale, promossa dall’associazione Jonathan.

Quest’esperienza artistico-culturale, rafforza la certezza di avere nel nostro territorio tante belle risorse umane che attendono di essere conosciute e valorizzate, non solo per arricchire la quotidianità dei singoli ma, soprattutto, per condividere un cammino verso nuovi stili di vita, più attenti alle relazioni umane ed al rispetto della bellezza , nelle sue molteplici modalità espressive. Solo una mente allenata al bello ed al giusto può alimentare progetti capaci di dare un senso compiuto alla parola futuro(fb)

A Badolato successo per il Presepe Vivente

È con 1.400 visitatori registrati in un solo giorno che si è conclusa, con successo, a Badolato, la quinta edizione del Presepe Vivente “Badolato è culla per Te”.

 Un evento di comunità, organizzato dall’Associazione Culturale “Nicola Caporale”, guidata da Myriam Rovito, con l’importante supporto istituzionale dell’Amministrazione Comunale di Badolato, guidata dal sindaco Giuseppe Nicola Parretta e con il patrocinio e contributo della Presidenza del Consiglio Regionale della Calabria – Filippo Mancuso, che ha saputo coinvolgere circa 100 persone tra attori, comparse, tecnici, scenografe, costumiste, accompagnatori, operai per gli allestimenti, volontari ecc. 

Quella del Presepe Vivente, infatti, è solo l’ultima delle tante iniziative messe in campo dall’Associazione nel 2024. Un anno sociale caratterizzato dai successi del Primo Concorso della Poesia – promosso lo scorso marzo, in occasione della Giornata mondiale sulla poesia, col coinvolgimento delle Scuole locali e la partecipazione attiva di Daniela Trapasso e del prof. Gerardo Pagano – e della V Edizione del Presepe Vivente “Badolato è culla per Te”. L’Associazione ha, anche, sostenuto una raccolta fondi territoriale promossa la scorsa estate dal Comitato Basso Ionio Catanzarese della Croce Rossa. Nei mesi autunnali è stata co-promotrice, assieme alla Pro Loco Badolato Aps ed altre associazioni locali, della costituzione di un comitato organizzativo inter-associativo che ha dato il via alla programmazione di un ciclo di eventi di comunità, abbinato ad una lotteria-raccolta fondi dal basso, che si articolerà da dicembre 2024 ad aprile 2025.

«La manifestazione –  ha dichiarato la presidenteRovito – si è svolta per scelta in unica data il 26 Dicembre, dalle ore 16.30 alle ore 21.30. Per l’evento è stata messa in piedi una macchina organizzativa importante. Il percorso del Presepe Vivente, quest’anno, ha cambiato zona e tragitto attraversando l’antico rione “u destru”, emozionando tutti i visitatori per la sue bellezze paesaggistiche ed architettoniche, con la scena finale della Natività ubicata in Largo Matteotti».

«I tanti visitatori sono stati accompagnati da guide in gruppi formati da 40/50 – ha spiegato – e hanno potuto così ammirare scene religiose, scene di vita quotidiana, mestieri dell’epoca. È stato possibile visitare ed ammirare anche viuzze caratteristiche dell’antico borgo con scorci mozzafiato, un piccolo presepe della Calabria Jonica, che stanno lì a meravigliarci da quasi un millennio. Per noi si tratta ormai di un vero e proprio evento di comunità, che è riuscito a coinvolgere tra personaggi, guide e staff tecnico-logistico circa 100 persone. Tra di loro famiglie intere con bambini e ragazzi».

«Abbiamo concluso il tutto con grande soddisfazione – ha aggiunto – con un po’ di stanchezza ma sempre in gioia e col sorriso in volto, grazie ad uno sforzo collaborativo comunitario».

«Colgo qui l’occasione – ha continuato la Rovito – per ringraziare i membri della mia Associazione e di tutto il direttivo, tutti gli attori e le comparse coordinati da Bruno Leuzzi, le migliaia di visitatori accorsi a Badolato Borgo, l’Amministrazione Comunale ed il sindaco, Giuseppe Nicola Parretta che si è impegnata a pulire il percorso con la Ditta Alberto Gallelli e con gli operai e volontari SCU del Comune, con la Polizia Municipale e la Caserma dei Carabinieri di Badolato a garantire un buon servizio sicurezza e viabilità ed offrire un servizio navetta con la Ditta Autoservizi Steimann».

«Grazie alla Presidenza del Consiglio Regionale – ha continuato ancora – per il supporto ricevuto e grazie anche alle seguenti attività: Piccolo Ristorante del Borgo “Aquà” di Badolato, VS Motors di Davoli, Associazione  “Villa Collina” di Badolato, Gioielleria del Maestro Riverso di Davoli, Ditta Edile di Pinuccio Steffanelli e famiglia, Ditta “Amato Impianti” di Mario e Vincenzo Amato, “Terremotu Impianti” di Ettore Menniti, “Ideart” di Antonio Commodaro, “L’Orto della Nazionale” di Simone Tassone, “Costa degli Angeli” di Domenico Leuzzi».

Il Presepe Vivente di Badolato ha visto anche la partecipazione di tante altre associazioni ed organizzazioni locali: CS Meta 2, Associazione di Promozione Sociale “MaMa”, A.Op.T. “Riviera e Borghi degli Angeli”, Ass.ne Culturale “La Radice”, Comitato “Basso Ionio Catanzarese” della Croce Rossa Italiana, Associazione Nazionale Carabinieri, Confraternita Religiosa dell’Immacolata col suo priore Vincenzo Spasari, Pro Loco Badolato APS, volontari SCU dell’Unpli Calabria impegnati nell’apertura straordinaria di Palazzo Gallelli col suo Info-point turistico e le visite gratuite alla Mostra Fotografica “Rughe. Memorie di una generazione” di Pino Codispoti. 

Importante, è stato il lavoro straordinario, per i vari allestimenti scenografici e per i costumi, realizzato da Anna Larocca e Loredana Tedesco supportate da Rosetta Galati, Daniela Emanuele, Elizio Vasile, Felice Lopilato, Pasquale Romeo, Katia Bressi, Vittoria Paparo, Maria Vittoria Primerano,  Mimmo Cossari, Fortunato Epifani, Vincenzo Mazzotta, Rosetta e Concetta Paparo.

Per il lavoro tecnico-logistico legato alle scelte della location e della comunicazione: Isidoro Ermocida, Roberto Giglio e Giuseppe Marino. Per il servizio di accompagnamento dei gruppi, le “guide”: Guerino Nisticò, Totò Femia, Antonella Priolo, Enrico Nisticò, Mario Gallelli, Maria Vittoria Lentini, Sabina Staiano, Teresa Larocca e Francesca Marino. Per la gestione dei flussi di entrata ed uscita dei gruppi nel percorso del Presepe Vivente, grazie immensamente al paziente lavoro di Pietro Piroso, Vittoria Frascà e tanti altri volontari. Per la promozione e la diffusione post-evento determinanti sono state i lavori di Salvatori Cossari e di Gori Campese coi suoi collaboratori. (rcz)

CONFLENTI (CZ) – Successo per Incontri d’Otre

Si è conclusa con il raddoppio delle presenze “Incontri d’Otre”, l’edizione invernale di “Felici & Conflenti”.

Dal 27 al 29 dicembre, il borgo di Conflenti ha accolto zampognari, suonatori, studiosi e appassionati provenienti da tutta la Penisola. Le giornate sono state animate da laboratori di organetto diatonico, danza del Reventino, canto tradizionale e zampogna, coinvolgendo oltre 50 partecipanti. I concerti e le feste serali hanno arricchito il programma, insieme all’ormai tradizionale raduno di zampognari al Santuario della Madonna di Visora.

La crescita dell’evento ha posto sfide logistiche, soprattutto riguardo alla disponibilità di posti letto in un periodo caratterizzato da condizioni climatiche rigide. In risposta, la comunità locale ha aperto le proprie case, accogliendo i visitatori e creando un’atmosfera di autentica ospitalità. Questo gesto riflette il profondo legame con il territorio e l’importanza attribuita alla condivisione delle tradizioni.

L’antropologo Vito Teti sottolinea come “«restare significa mantenere il sentimento dei luoghi e camminare per costruire qui ed ora un mondo nuovo».

In quest’ottica, eventi come “Felici & Conflenti” rappresentano un’opportunità per riabitare i paesi, valorizzando il patrimonio culturale e promuovendo una nuova etica dell’abitare.

«Queste parole racchiudono perfettamente lo spirito che anima Felici & Conflenti – dichiarano Alessio Bressi e Antonella Stranges, fondatori dell’evento –. Ogni edizione è una dimostrazione di come sia possibile ridare vita ai nostri paesi, costruendo un futuro che affonda le radici nelle tradizioni che li caratterizzano, sapendole anche interpretare».

Giuseppe Gallo, presidente dell’APS Felici & Conflenti, ha sottolineato come «la forza di questo evento sta nella comunità che si crea attorno, che va aldilà del semplice atto di ospitalità. È la dimostrazione concreta di come tutto questo possa essere atto di rinascita, perché in grado di coinvolgere persone, tradizioni e territori. Felici & Conflenti non è un festival, ma un nuovo modo di appartenere».

Incontri d’Otre 2024 ha offerto anche un viaggio nella tradizione culinaria calabrese, grazie alla partecipazione di chef locali che hanno reinterpretato piatti tipici, arricchendo l’esperienza dei partecipanti. Le “strine” itineranti, canti tradizionali natalizi, hanno animato le serate, creando momenti di festa condivisa nelle piazze di Conflenti.

Il successo di questa edizione invernale ha confermato l’importanza di mettere al centro la valorizzazione di tutte le tradizioni come buona pratica per lo sviluppo sostenibile delle aree interne, creando occasioni di incontro e scambio che rafforzano il tessuto sociale e promuovono una cultura dell’ospitalità e della condivisione. (rcz)

A Lamezia concluse le celebrazioni per il Centenario di Franco Costabile

Si sono concluse, lo scorso 29 dicembre, a Lamezia Terme, le celebrazioni per il Centenario del poeta Franco Costabile.

Quella di sabato 28 dicembre, infatti, è stata una piacevolissima Convention – usando un termine anglofono in omaggio ad Alfredo Costabile, importante imprenditore italo-canadese, parente del Poeta – che ha finanziato totalmente, e con grande generosità, la statua dedicata a Franco Costabile, che oggi, grazie alla generosa disponibilità e talento dell’artista Maurizio Carnevali, ed alla certosina supervisione di Filippo D’Andrea, ideatore e coordinatore delle Giornate Costabiliane e studioso del Poeta, è diventata realtà.

Alla vigilia dell’inaugurazione del monumento la terza Giornata Costabiliana ha preso avvio con l’accogliente presentazione di Giacinto Gaetano, direttore del Sistema Bibliotecario Lametino. L’introduzione agli argomenti è stata poi definita da Filippo D’Andrea, che ha marcato la metodologia corale delle Quatto Giornate in riferimento ai temi ed alle discipline ermeneutiche e delle interpretazioni degli studiosi impegnati. 

Il primo intervento del dirigente Domenico Maria Mete, autore di un Vocabolario dialettale e massimo esperto di etimologia e ricerca storica nel vernacolo nostrano, ha esposto l’argomento su “Tracce di dialetto nella poetica del Costabile”, in cui ha spiegato come mai il poeta, pur così profondamente radicato nella vita del paese e del quartiere Miraglia, non abbia usato il dialetto nella sua produzione letteraria.

Ma non mancano tuttavia, dei termini che non sono da considerarsi “contaminatio” e neanche solecismi, bensì la cifra di ciò che il dialetto rappresenta. Bellissima l’esegesi di un termine: “Binidittella”, che Costabile usa in una sua poesia nella esatta accezione di prematura morte di un infante, la cui anima è certamente Benedetta in Paradiso! Sono stati citati altri vocaboli come: “catoi”, “cridenza”.

L’intervento di Maurizio Carnevali è stato illuminato dal suo sincero ringraziamento al benefattore Alfredo Costabile che, grazie alla concertazione di Filippo D’Andrea, si è impegnato economicamente nell’impresa. L’artista Carnevali ha condiviso con i presenti l’emozione creativa, oltre la tecnica della fusione a cera persa, richiamo alla classicità di cui siamo eredi. Ha ricordato le ragioni per cui, lui lametino adottivo, ha scelto di vivere a Lamezia, sentendosi “a casa” per la gente, la rete solidale, il tessuto veramente “connettivo”.

Lo Scultore ha affermato che la statua non ha un basamento ma posa direttamente nel terreno: il poeta è rappresentato, più che in un ritratto, in un gesto: quello del seminatore che prende le sue pagine-poesie di semenze e sparge con gesto etereo, ciò che sarà un raccolto vitale per i posteri, un lascito perenne.

Sono stati apprezzati intermezzi musicali con la marimba, suonata dall’allievo Francesco Vaccaro, del Liceo Musicale.

L’intervento di Francesco Polopoli, docente di latino e greco, filologo che da tempo collabora con Università e l’Enciclopedia Treccani, ha trattato il tema “Costabile tra il didattico e il divulgativo”  con l’impegno dei suoi allievi realizzando un breve docufilm “La rosa nel bicchiere” e toccando corde del verismo Costabiliano, soprattutto girando le scene proprio nei luoghi della giovinezza del poeta.

L’intervento di Cesare Perri, stimato psichiatra e poeta dialettale, sul tema “Costabile una personalità multiedrica: tratti psicologici”, con una psicoanalisi retroattiva che ha convinto, in quanto il tratto della malinconia, più che della depressione, è per statistiche cliniche, quasi sempre legato a condizioni di fitness cioè di quel “benessere complessivo” in cui è vissuto il Poeta. La assenza del padre prima, la sua assenza da padre nei confronti delle due figlie, la malinconia e la solitudine del bambino e dell’adulto, assommate sono implose nel gesto estremo.

Per salutare i convenuti, l’imprenditore Alfredo Costabile ha voluto sottolineare che partendo adolescente da Sambiase, come una tenera pianta ha potuto imparare un’altra lingua, altre usanze, un mestiere gratificante, ma niente avrebbe intaccato la forza delle sue radici, tanto più profonde oggi in cui la sua tenacia ha potuto realizzare una importante operazione che racchiude Arte, Cultura, Memoria, consegnando il monumento ai nuovi corsi della Storia.

Tina Mancuso ha declamato alcune poesie di Costabile, forti, toccanti come “lame di coltelli”.

Il 29 dicembre è stato inaugurato il monumento “Il Poeta seminatore” realizzato dal Maurizio Carnevali e finanziato totalmente dal’impresario Alfredo Costabile, con la consulenza letteraria e l’idea progettuale di Filippo D’Andrea, i quali sono intervenuti al momento storico con la presenza del vicesindaco Antonello Bevilacqua e l’assessore alla Cultura Annalisa Spinella, in rappresentanza dell’Amministrazione Comunale.

A completare gli atti del centenario della nascita di Costabile, nel quarto incontro si è seguita la traccia dell’ultimo saggio di Filippo D’Andrea dal titolo emblematico: “Franco Costabile, il poeta intellettuale della verità ferita”(Edizione Cantagalli, Siena). L’intervento di Giacinto Gaetano, ha lumeggiato l’espansione dei Programmi e delle attività del Sistema Bibliotecario Lametino che dirige.

È seguita la presentazione dei relatori da parte di Filippo D’Andrea, per poi continuare con l’introduzione di Luigi Mariano Guzzi che ha trattato “La poetica di Costabile: appunti  per una teodicea”  disegnando l’ipotesi di una visione marcatamente religiosa del Poeta sambiasino, e proponendo anche cenni di devozione popolare legate a san Francesco da Paola, “ Sole” per noi calabresi nonché per la devozione mariana , colta un’immagine diffusa nella sue poesie: “sud spilla d’oro alla Madonna di Pompei”.

Queste “narratio” appena tratteggiate , trovano immediato il riscontro nel lettore meridiano. Da chiedersi se un lettore di altre latitudini ne potrebbe avvertire la pienezza, la suggestione emozionale che deriva dall’appartenenza!

Ancora: lo sguardo critico del poeta “all’aragosta” nel piatto del cardinale, contrapposto a “le alici “nel piatto del contadino. Come sperare che si possano colmare queste paradossali distanze, che si possa inverare il senso religioso più autentico in una Chiesa opulenta e appariscente?

La teodicea in Costabile è già nel suo senso civico profondo, nella sua tagliente visione di quella realtà rurale deprivata e violata. In quel sofferto , inevitabile sradicamento; nel dipanare il fitto intreccio del bene e del male che della sua Terra costituisce l’anima.

L’intervento del professor Carmine Matarazzo, “La visione antropologia di Franco Costabile”, ha rintracciato con cura e forza espressiva alcuni frammenti di scritti Costabiliani, nei quali l’affanno del poeta, culminato nel gesto estremo, non è da considerarsi coraggio ne’ codardia ma Scelta! Al contrario di Leopardi che nel suo logorio ha scelto di vivere ed è rimasto compiuto dentro la propria infelicità . Costabile in quel suo errare interrogandosi sul senso della vita, di “quella condizione di vita”, ha scelto di stare con la schiena dritta, di non chinare il capo, di non alienarsi ma di trovare una propria via di fuga. Definitiva. Una libera scelta in contrasto con i riconoscimenti professionali, i traguardi raggiunti, le frequentazioni giuste. La sua Calabria “Rosa nel bicchiere” del resto è un fiore reciso, sradicato, colto nella bellezza struggente un attimo prima della fine.

È qui la stringente coerenza di un Uomo che si è fatto strada consumandosi nell’amore incondizionato immodificabile verso la sua Terra.

Letture di brani del libro “Franco Costabile. Il poeta intellettuale della verità ferita” è stata affidata alla interpretazione significativa di Franca Maria Mete, docente.

Il Coordinatore generale Filippo D’Andrea, ha espresso ringraziamenti, in chiusura, per l’impegno profuso, mai bastevole, in questo anno di ricerca-azione plurale sul poeta calabrese Franco Costabile. (rcz)

 

SERSALE (CZ) – Sabato la proiezione gratuita del film “Figli del minotauro”

Sabato pomeriggio, a Sersale, alle 17.30, al Nuovo Cinema Aurora, sarà proiettato gratuitamente il film-documentario Figli del minotauro di Eugenio Attanasio.

Il film ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti a livello internazionale. Peraltro,  un mese addietro la dott.ssa M. Gabriella Tigani Sava, ricercatrice dell’Università di Malta e membro dell’Asmi, traendo ispirazione proprio dal docu-film “Figli del Minotauro/Storie di uomini e animali” del regista Eugenio Attanasio, prodotto dalla Cineteca della Calabria, ha presentato all’Università di Londra una relazione sulla transumanza, una millenaria pratica economico-sociale e culturale della pastorizia.

Preceduta dalla proiezione del trailer del film di Attanasio, l’analisi, che ha adottato gli strumenti della metodologia culturale e delle emozioni, ha affrontato la ricostruzione storica nazionale e locale della transumanza, dall’età preromana ai giorni nostri, il suo patrimonio immateriale (miti, leggende, tradizioni e know-how) e materiale (cibo, attrezzatura), nonché la relazione uomo-natura, posta al centro di un’economia zootecnica più sostenibile e razionale, che ancora sopravvive in Calabria e in altre zone del Mediterraneo. Fra gli attori del film, figurano Mattia Isaac Renda, Francesco Stanizzi, Gianluca Cortese, Salvatore Gullì, Alessandra Macchioni, Franco Primiero.

In Italia, a sostegno e promozione del film ma anche del libro pubblicato con lo stesso titolo, si è formato un gruppo di sostenitori, “figli del Minotauro” appunto, composto fra gli altri da Salvatore Tozzo, Domenico Levato, Luigi Stanizzi, Giuseppe Gallucci, Elisabetta Grande, Elia Panzarella.

Il territorio di Sersale è da sempre interessato alla transumanza, le mandrie seguono da secoli i tradizionali percorsi. (rcz)

Nella Chiesa di Lamezia aperto l’Anno Giubilare

Un Anno Santo che, per la Chiesa di Lamezia, sia segnato da «una conversione totale e vera, affinché si possa compiere un esodo dal nostro io, uscire dai nostri individualismi per convertirci ad un’azione comunitaria. La gente se lo aspetta. C’è bisogno della conversione di tutti, di tutti noi come sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose e di riflesso per le nostre comunità parrocchiali. Il Signore possa concedere a ognuno di noi, in particolare in questo Anno Santo, la forza di essere costruttori di umanità nuova lavorando insieme a questo obiettivo, ognuno dalla propria parte e con le dovute distinzioni. Lavoriamo insieme a questo progetto perché l’umanità possa mostrarsi nella sua bellezza autentica, originaria». Così il vescovo di Lamezia Terme, mons. Serafino Parisi che in Cattedrale, alla presenza dei fedeli giunti da tutte le comunità parrocchiali della diocesi lametina, ha aperto l’Anno Giubilare nella chiesa di Lamezia Terme.

Ricordando le radici bibliche dell’Anno Giubilare come «tempo di liberazione e affrancamento da ogni forma di condizionamento e schiavitù»,  il vescovo di Lamezia ha sottolineato la dimensione della libertà come «timbro della permanenza di Dio nella storia di ogni uomo e come sigillo della sua costante assistenza all’umanità. Insieme alla vita, Dio ha donato all’uomo la libertà che è principio di rinnovamento, che dev’essere sempre riconquistata».

Il Giubileo, dunque, è «un Anno di grazia in cui siamo chiamati a spezzare tutte le catene che ci incatenano a noi stessi o a quegli schemi mentali che apparentemente ci tranquillizzano e che invece devono essere rotti per entrare in un cammino di conversione, in un vero cambiamento di mentalità. Conversione significa cambiare mentalità, assumere la mentalità stessa di Dio che è accoglienza, tenerezza, premura. La metànoia è il cammino che ci porta verso il Padre misericordioso che ci attende, è trasformazione dei nostri atteggiamenti concreti che impediscono gli incontri con gli altri, le relazioni vere autentiche».

Da qui il senso del pellegrinaggio che «introduce dentro di noi un grande dinamismo di trasformazione, di conversione, di cambiamento di mentalità. Il pellegrinaggio è emblema dell’umanità che, all’interno della storia, si mette in cammino per tornare alla fonte della salvezza».

Il vescovo Parisi ha ricordato che, come indicato dal cerimoniale dell’ Anno Giubilare, in Cattedrale è stata esposta una Croce. Nella Cattedrale di Lamezia, per tutto l’Anno Santo, sarà presente il crocifisso, risalente al ‘700, proveniente dall’antica cattedrale di Martirano Antico.

«Questo Crocifisso – ha rimarcato il vescovo – ha attraversato le fasi tragiche della storia: i terremoti, le guerre, i vari sconvolgimenti. Esso ci ricorda che dentro le ferite della storia è possibile fare l’esperienza di Dio che è Padre ed è vicino, è presente e ci accompagna. In Gesù suo Figlio, Dio si è caricato sulle sue spalle il peso della Croce, l’ha portata al posto nostro per trasformare la Croce da strumento di morte in albero della vita».

E ha fatto di nuovo riferimento all’incidente in cui hanno perso la vita le giovanissime Anna e Maria, auspicando che «da questa tragedia possa scaturire la riflessione sul dono della vita, sulla responsabilità, un richiamo alle comunità a continuare ad abbracciare e a sostenere queste famiglie».

«Viviamo questo Anno Santo nella piena disponibilità verso il Signore ad accogliere la misericordia di Dio che non manca mai, che non vede l’ora di entrare nella nostra vita per trasformarla – ha concluso Parisi –. Docili alla tenerezza appassionata di Dio, possiamo essere noi coloro che rompono le catene delle nostre schiavitù e aiutano gli altri a tagliare quei lacci che ci rendono ancorati alla terra. Durante questo Anno Santo, possiamo davvero lavorare per fare in modo che ogni crocifisso, con una mano mancante o con il volto sfigurato, possa riconquistare attraverso il nostro servizio la bellezza originaria di quella umanità uscita dalle mani di Dio, perennemente innamorato di noi». (rcz)

CATANZARO – Una notte nelle gallerie sotterranee

Domani, a Catanzaro, nelle Gallerie del San Giovanni, si svolgerà l’evento Una notte nelle gallerie sotterranee, promosso dai giovani di Artemide con il patrocinio gratuito del Comune e della Camera di Commercio di Catanzaro.

Si tratta di un’opportunità unica di visitare questi spazi in orario straordinario, dalle 19 fino ad oltre la mezzanotte. L’iniziativa, in occasione del periodo natalizio, è arricchita anche dall’esposizione di due artisti catanzaresi che si stanno facendo apprezzare sulla scena nazionale: “Point of view” mette in mostra le opere di Frelly (Enrico Focarelli Barone), caratterizzate da colori pastello, linee semplici e mondi surreali, in cui sogno e realtà si fondono tra diverse espressioni artistiche. E ancora le opere di Ilario Parentela, in Arte Punch311, che nelle sue opere di riqualificazione urbana esplora il mondo dei graffiti e della street art, trasformando i luoghi in autentici musei a cielo aperto.

Un’affascinante esplorazione notturna che sarà resa ancora più suggestiva dall’esperienza musicale a cura di Epicsamu e dal connubio con le degustazioni a tema. Una proposta originale, quella di Artemide, che si rinnova anche quest’anno avvicinando soprattutto le nuove generazioni alla fruizione dei luoghi culturali e promuovendo la conoscenza del patrimonio di storia e identità di Catanzaro.  (rcz)

Le statue bronzee della Madonna di Porto Salvo saranno collocate a Catanzaro e Sellia Marina

di LUIGI STANIZZI – L’artista e mecenate Luigi Verrino ha invitato in esclusiva alcuni suoi prestigiosi estimatori per presentare, in anteprima, tre sue opere scultoree che presto riempiranno intere pagine di cronaca e di critica d’arte.

Si tratta appunto di tre formidabili sculture di bronzo: una Madonna con Bambino  protettrice dei marinai, un busto dell’artista internazionale Mimmo Rotella e una statua dell’eroina Giuditta Levato nel momento in cui viene colpita dalla fucilata.

Le opere sono state esposte nel piazzale della Calabroparati per un manipolo di privilegiati, fra cui Vito Grattaroti, Salvatore Faragò, Giuseppe Talarico, Palmiro Impera, Paolo Raimondo, Tea Mancuso, Solange Rotella, Domenico Gallelli, Franco Cimino, Calabretta e signora Rosa Spina, Arcangelo Pugliese, Giovanni Curto, e io.

La Protettrice dei Marinai con un’aureola di stelle illuminate, statua di grandi dimensioni, verrà collocata su un’altissima colonna nel porto di Catanzaro per essere pregata, vista e ammirata a notevoli distanze. Verrà inaugurata nel corso di una memorabile cerimonia alla presenza delle massime autorità religiose, politiche, militari e civili oltre naturalmente dei committenti, che si sono rivolti proprio a Luigi Verrino per la realizzazione. In sostanza, si tratta della Madonna di Porto Salvo, una statua viene portata in processione in barca sul mare di Catanzaro Lido in occasione  della festa celebrata l’ultima domenica di luglio.

I committenti, gli “amici del porto”, alla vista dell’opera di Luigi Verrino sono rimasti stupefatti nell’ammirarne la bellezza.

Particolarmente commossi, il pescatore e ristoratore Vito Grattaroti e l’amico Salvatore Faragò che gli ha suggerito di dare l’incarico proprio  a Verrino per creare la statua.

Di grande suggestione anche il volto di Mimmo Rotella, dai tratti somatici marcati e al contempo armoniosi. Legato al movimento del Nouveau Réalisme e della Pop Art internazionale, inventore del décollage, Rotella era un amico di Luigi Verrino che custodisce diverse sue opere preziose.

Verrino è un grande collezionista di opere di artisti di fama internazionale, molti pezzi della sua collezione privata di valore inestimabile li ha donati al Comune di Zagarise, suo luogo di nascita, come contributo d’amore per la propria terra. Le opere si trovano nel museo a lui intitolato. Nel centro storico di Zagarise sono stare anche collocate altre sculture, a Sua firma, che richiamano molti visitatori.
Trasmette tutta la tragedia la scultura di Giuditta Levato, caduta per la terra a Sellia Marina nelle lotte contadine. La bracciante agricola venne colpita da una fucilata durante l’occupazione delle terre.

È ancora viva e struggente la  testimonianza di un figlio di Giuditta, Carmine Scumaci, che l’estate scorsa alla cerimonia del Premio Mar Jonio fondato e presieduto da me, ha raccontato di quando da bambino a Calabricata sentì un sparo e corse per vedere: trovò la mamma a terra col ventre sanguinante, con tanti contadini intorno. La mamma era incinta, morì dopo qualche giorno col bimbo in grembo. Carmine  aveva 9 anni, rimase  orfano con un altro fratellino.

Ecco, la statua di Verrino che verrà collocata a Sellia Marina per iniziativa meritoria del Comune, raffigura la donna piegata all’indietro per il dolore straziante della fucilata. Molto soddisfatti dell’opera d’arte gli amministratori comunali di Sellia Marina, che organizzeranno una grande, memorabile cerimonia.

Luigi Verrino per il momento non ha voluto divulgare le immagini di queste tre favolose sculture, per non anticiparne la visione prima della loro collocazione pubblica. (ls)