LAMEZIA TERME (CZ) – De Biase (Fi): «Mascaro sta facendo crescere la città»

di SALVATORE DE BIASE – L’amministrazione Mascaro, nell’ambito del suo impegno per lo sviluppo del territorio lametino, ha diligentemente conseguito finanziamenti conformi al programma stabilito? Ha saputo capitalizzare risorse e opportunità provenienti sia a livello nazionale che europeo? Un’analisi esaustiva del panorama complessivo sembra suggerire una risposta affermativa.

In virtù di tale premessa, è imperativo giudicare un’amministrazione, indipendentemente dal suo schieramento politico, in base agli atti concreti che pone in essere, valutando con obiettività la sua volontà di agire. L’attenzione dovrebbe rivolgersi a quanto pianificato, programmato e recuperato in termini di finanziamenti, per il progresso della propria città.

A tal proposito, attraverso l’osservatorio politico promosso da FI, sotto la mia guida in qualità di coordinatore cittadino, sono stati scrutati con obiettività alcuni dei numerosi risultati programmatici e finanziamenti ottenuti, con l’intento di promuovere una svolta a garanzia di un futuro positivo per Lamezia.

Tra i vari finanziamenti ottenuti, si segnala un contributo significativo di 4.829.097,10 euro destinato al recupero e risanamento delle abitazioni nel centro storico di Sambiase, focalizzato sulla valorizzazione edilizia privata a scopo sociale, con particolare attenzione agli alloggi per fasce deboli. Il progetto esecutivo è stato avviato con successo.

Altresì, sono stati ottenuti 5.698.165,64 euro per la riqualificazione del quartiere “Anzaro”, mirati alla realizzazione di infrastrutture sociali, case protette per disabili, strutture ricreative, sportive e aree verdi, con progetto esecutivo e lavori già aggiudicati.

In aggiunta, un investimento di 8.645.132,99 euro è stato destinato a servizi al territorio tra via “De Gasperi”, “Piazza Fiorentino”, “Piazza 5 Dicembre”, “area mercatale”, mercato di “Piazza Botticelli”, “Piazza Garibaldi”, con ristrutturazioni e riqualificazioni di spazi urbani sociali, parco urbano, aree sportive e verde, con percorsi storico-culturali. Un vero e proprio viale tra piazza Garibaldi e piazza 5 Dicembre è stato messo in atto con lavori già aggiudicati.

Per l’area montana, risorse pari a 2.321.013,85 euro sono state allocate per l’intervento di rigenerazione dell’area polisportiva nella località Santa Maria – Sambiase nord, con progetto esecutivo e lavori aggiudicati.
Ulteriori finanziamenti sono stati garantiti per la riqualificazione del Teatro Costabile, l’edificio scolastico Borrello-Fiorentino, la messa in sicurezza dell’ex discarica Bagni e la sicurezza del territorio a rischio idrogeologico del centro storico di Lamezia Terme. Progetti e finanziamenti complessivi convergenti con il Pnrr, Pinqua, Agenda Urbana, la Rigenerazione urbana, e il 2024 segna l’apertura dei cantieri finanziati con il Pnrr.

Tutto ciò, certamente, si accompagna a molteplici altre iniziative, offrendo ai lametini l’opportunità di osservare, valutare e, auspicabilmente, conferire maggiore fiducia alle future generazioni e un’attenzione positiva verso un governo attivo e propositivo.

(Salvatore De Biase è coordinatore di Forza Italia Lamezia Terme)

SELLIA MARINA (CZ) – Venerdì l’incontro su “Impegno, valori e competenze per un nuovo progetto di città”

Venerdì 23 febbraio, a Sellia Marina, alle 18. nella Sala Consiliare, si terrà l’incontro Impegno, valori e competenze per un nuovo progetto di città con Walter Placida, presidente di Confagricoltura della provincia di Catanzaro.

La manifestazione, moderata dal giornalista Matteo Pirritano, sarà l’occasione per interagire e confrontarsi su idee, proposte e progetti per il miglioramento e la crescita del territorio.

«Intendiamo aprire – ha detto Walter Placida – un dibattito franco e leale su Sellia Marina per assicurare alla città prospettive realistiche di sviluppo sostenibile». (rcz)

LAMEZIA – Sabato al Museo Lametino il laboratorio “Archeologi per un giorno”

Sabato 24 febbraio, al Museo Archeologico Lametino, dalle 16.30 alle 18.30, si terrà il laboratorio dedicato ai bambini Archeologi per un giorno a cura del dott. Marco Matarazzo e della dott.ssa Maria Grazia Scarfò,  che darà la possibilità ai piccoli partecipanti di cimentarsi nella simulazione di uno scavo archeologico.

L’appuntamento è dedicato a un gruppo di massimo 20 bambini fra i sei e i dieci anni, per cui bisogna prenotare ai seguenti indirizzi: drm-cal.lametino@cultura.gov.it oppure 3351732323.

Il Museo Archeologico Lametino, infatti, pone nella sua mission la didattica museale come strumento per ravvivare il dialogo tra società e Museo, per far conoscere il patrimonio culturale a tutte le generazioni, per includere nel tessuto sociale bambini, famiglie, disabili, immigrati, minoranze e altri gruppi sociali e per avere cittadini rispettosi del patrimonio artistico e culturale. Attraverso lo strumento educativo della didattica, che si basa sull’interazione, il concetto di Museo si evolve da luogo di sola conservazione, in luogo aperto e strumento per far emergere i bisogni di cultura inespressi e latenti.

Durante l’iniziale fase didattica, l’archeologo Marco Matarazzo spiegherà ai bambini tutti i momenti di uno scavo: dal rinvenimento e disegno dei reperti archeologici, alla compilazione della scheda U.S. e del matrix, fino alla musealizzazione.

Nella fase di simulazione dello scavo archeologico, verranno allestite delle cassette in cui sarà ricreata, in modo semplificato, la stratigrafia dello scavo. All’interno delle cassette saranno inseriti reperti originali custoditi nei depositi del museo. Recuperati i reperti, i bambini dovranno poi disegnarli, compilare la scheda U.S. e il matrix, come dei veri archeologi. (rcz)

 

CATANZARO – Terzo settore e Csv incontrano il Movimento per il rilancio dell’area urbana Catanzaro-Lamezia

Il Forum del Terzo settore Catanzaro–Soverato e Centro servizi volontariato in sinergia con il Movimento per il rilancio dell’area urbana Catanzaro-Lamezia.

Il Forum rappresentato da Rosario Bressi, e il volontariato dell’area centrale della Calabra rappresentato da Guglielmo Merazzi, hanno incontrato alcuni esponenti del Movimento per il rilancio dell’area urbana Catanzaro-Lamezia guidati da Piero Amato.

Amato, già presidente della Provincia e già vicepresidente del consiglio regionale, ha sottolineato il successo dell’iniziativa, che ha ricevuto oltre 350 adesioni da parte di comuni cittadini e da parte di personalità politiche appartenenti a tutti i partiti, oltre che sostegno da parte dei sindaci di Catanzaro e Lamezia Terme, insieme a numerosi altri primi cittadini dei Comuni contermini.

«La situazione di grave squilibrio territoriale che caratterizza l’intera regione e che spinge in condizioni di marginalità questa parte della Calabria deputata, altrimenti, a svolgere una funzione direzionale e di centralità – è scritto in un comunicato – rappresenta la motivazione di fondo che ha portato alla nascita del movimento, che non ha finalità di creare ulteriori aggregazioni partitiche, ma quella di riprendere un protocollo di intesa del 1991 sottoscritto fra gli enti locali (Comune di Catanzaro, Comune di Lamezia e Provincia di Catanzaro) e l’allora esistente Ministero delle Aree urbane, per il rafforzamento e potenziamento dell’infrastrutturazione dell’istmo come propulsore di sviluppo del territorio».

Continua la nota: «L’idea deve necessariamente essere aggiornata e contestualizzata, ma è indubbia la sua valenza politica specie se raffrontata all’attuale situazione di crisi socioeconomica. Una crisi destinata ad aggravarsi, davanti alle cupe prospettive di spopolamento della regione che rischia di perdere 300.000 abitanti nell’arco del prossimo ventennio. E’ partendo da queste considerazioni che, il Forum del terzo Settore ed il Csv, hanno ritenuto di rendersi disponibili ad avviare un proficuo scambio con il movimento e a valutare il progetto, consapevoli di recitare un ruolo importante di cittadinanza attiva volta a promuovere sviluppo economico, sociale ed ambientale, nell’ottica di una comunità solidale e fortemente impegnata nella tutela del bene comune».

«I ritardi atavici aggravati dalle gravi crisi aperte, da quelle dei servizi in favore dell’inclusione sociale, a quelle delle aree interne sempre trascurate, alla tutela della salute e del benessere e a quella della salvaguardia ambientale, ci impongono di riflettere sulle cose da farsi con l’ambizione di voler recitare un importante ruolo politico, per quanto ci compete, per recuperare questa parte di Calabria, la perduta funzione di centralità e forse anche la stessa dignità politica. Siamo convinti – hanno affermato Bressi e Merazzi – che questa iniziativa che vede insieme cittadini ed Istituzioni, abbandonando sterili campanilismi e dotandosi di adeguata visione, ha tutte le potenzialità per aprire futuri scenari per interventi reali e tempestivi». (rcz)

BELCASTRO (CZ) – L’associazione di volontariato “L’Alveare” di Fieri fra tradizione e solidarietà

I ragazzi dell’associazione di volontariato “L’Alveare” di contrada Fieri di Belcastro, dimostrano come, ancora oggi, si possa mangiare grazie alla tradizione e alla solidarietà.

«Può l’arcaico rito calabrese dell’uccisione del maiale diventare solidale? – è scritto in una nota – La risposta è “Sì”. Lo ha dimostrato l’evento impeccabilmente organizzato dall’associazione di volontariato “L’Alveare”, dove si sono dati appuntamento soci e familiari per un pranzo rustico e, al contempo, particolarmente raffinato, memorabile».

Il tutto ha ruotato intorno a un maiale pezzato nero di Calabria, allevato come una volta. Ma tutto ciò che è arrivato a tavola è stato prodotto rigorosamente secondo natura e nel più profondo solco della tradizione, dalle olive alla giara, alla salamoia di pomodori verdi, dal capocollo alle polpette, dalla pasta prodotta col grano Senatore Cappelli alle patate e finocchi coltivati, grano compreso, nei terreni e negli orti di Fieri dai ragazzi e ragazze in difficoltà che, da oltre dieci anni, animano la struttura immersa nella campagna. Una conviviale indimenticabile in una giornata piena di sole e solidarietà. Un susseguirsi di pietanze prelibate dell’antica tradizione calabrese.

In una pausa del pranzo, il presidente dell’associazione “L’Alveare”, Nino Dell’Acqua, ha spiegato il senso dell’iniziativa promossa dal sodalizio. «Genitori insieme ai loro figli – ha detto fra l’altro – in azione fin dal 1999, nell’intento di creare solidarietà fra cittadini; provando a costruire nuove prospettive per un futuro diverso. E con la collaborazione delle istituzioni pubbliche locali, per promuovere il territorio e contribuire al suo sviluppo. Dalla fase post-scolare al dopo di noi, c’è ancora un lungo cammino che va tutelato e soprattutto garantito. Ogni anno, grazie alle firme dei contribuenti, proviamo a non smettere di prenderci cura dei nostri ragazzi: accogliendoli e soprattutto costruendo insieme a loro un avvenire migliore, che merita di essere narrato». Infine, Nino Dell’Acqua ha espresso preoccupazione per la mancanza di fondi mirati a portare avanti questo miracolo quotidiano, ed ha invitato i presenti a sostenere direttamente le iniziative oltre a firmare «con un semplice gesto che non costa nulla per il 5×1000 utilizzando il codice 97032280790».

Mario Caccavari, impegnato nella stessa associazione di volontariato, con parole molto semplici ed efficaci ha illustrato le varie attività in cantiere ma, soprattutto, ha sottolineato l’impegno dei ragazzi che ogni giorno danno il loro contributo, chiamandoli a sé uno per uno.

Guglielmo Merazzi, presidente della Agrama società cooperativa sociale, nata per volontà dell’associazione “L’Alveare”, ha riferito dei lavori in corso miranti al potenziamento della produzione agricola, tramite l’attivazione di un impianto di coltivazione idroponica in serra finanziato dalla Chiesa Valdese, che ha destinato le risorse necessarie rilevandole dal proprio fondo dell’otto per mille. Il presidente Merazzi ha espresso gratitudine e ringraziamento, dando atto alla istituzione religiosa di grande sensibilità ed attenzione alle problematiche sociali, specie se si considera che l’attuale finanziamento fa seguito ad un precedente finanziamento della stessa Chiesa Valdese, che ha permesso di mettere a norma la cucina/laboratorio di trasformazione della propria comunità.

«E’ una gioia e un privilegio – ha esordito il giornalista Luigi Stanizzi fondatore del Premio Mar Jonio – essere qui oggi, per questo banchetto solidale». Stanizzi, riprendendo le parole del presidente Merazzi, ha quindi lanciato lo slogan: «Siamo fieri di aiutare i giovani di Fieri». E sono stati proprio loro i veri protagonisti di questa autentica festa del maiale, i giovani disabili che hanno lavorato divertendosi, per la preparazione dei piatti tipici, il servizio, la coltivazione dell’orto, tutto il resto. È stata una festa corale, all’insegna della solidarietà a cui nessuno deve sottrarsi, andata avanti fino a pomeriggio inoltrato. (rcz)

CATANZARO – Alla Camera di commercio di sabato 24 febbraio c’è il Premio Fedeltà al lavoro

Sabato 24 febbraio, a partire dalle 16 al Teatro Politeama di Catanzaro, si terrà la cerimonia di consegna del Premio Fedeltà al lavoro e al progresso economico giunto alla sua ventesima edizione nel solco di una lunga tradizione avviata fin dal 1952 dalla Camera di Commercio di Catanzaro.

Una edizione speciale, la prima dall’accorpamento delle tre Camere di Commercio che ha unificato istituzionalmente nel nuovo ente camerale la rappresentanza delle province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia e che vedrà la partecipazione prestigiosa del presidente dell’Unione nazionale delle Camere di commercio italiane, Andrea Prete.

La serata punterà i riflettori sulla dedizione, la lungimiranza e la determinazione delle imprese che operano nella Calabria centrale e sul loro impegno, profuso per il progresso economico. Oltre cento i premiati nelle diverse sezioni del regolamento, tra imprese e lavoratori dipendenti di impresa; storie significative delle migliori risorse produttive dei territori, eccellenza del sapere e del saper fare.

Nella sezione longeve e di successo saranno premiate le imprese Statti 1784 Cantine Ippolito 1845, Callipo Group 1913, Caffo Group 1915, Gruppo Raffaele 1935 – per la loro fedeltà al lavoro, per la lealtà verso il proprio territorio e per i risultati ottenuti posizionandosi tra le più rappresentative nel panorama del sistema imprenditoriale regionale e nazionale.

Il premio speciale alla memoria “Franco Scavo” sarà assegnato a Nicodemo Librandi, tra i pionieri del rinascimento enologico della Calabria.

Premio alla carriera al professor Francesco Stillo, per l’alto valore specialistico nella sua professione medica, chirurgo di fama nazionale ed eccellenza della comunità catanzarese.

La diretta della manifestazione sarà curata da Catanzaroinforma, che riceverà, tra i premi, un riconoscimento nel ventennale dalla sua istituzione.

«L’impegno delle nostre imprese crea valore ed è motore di progresso economico, civile e sociale di una terra laboriosa e generosa» è il commento del presidente della Camera di commercio Pietro Falbo. «Un impegno che l’ente camerale fieramente vuol riconoscere, con l’auspicio che una simile dedizione possa rappresentare un esempio per le nostre giovani generazioni». (rcz)

LAMEZIA – Riaperta al culto la Chiesa di San Giuseppe Artigiano

È stata riaperta al culto la Chiesa di San Giuseppe Artigiano di Lamezia Terme, dopo i lavori di restauro, realizzati anche con il contributo dell’8xMille, in occasione del XXV anniversario della sua edificazione.

Nell’occasione è stata celebrata una Messa presieduta da mons. Serafino Parisi, vescovo di Lamezia, nel corso del quale ha sottolineato come «vorrei fare giungere attraverso questa celebrazione eucaristica, che è rendimento di grazie, la nostra gratitudine al Signore che ci dà la possibilità di trovarci in questi luoghi che vengono definiti chiesa e che però sono uno stimolo, una indicazione a vivere come Chiesa, come comunità riunita tra di noi, vivendo relazioni belle solide e serene. Quindi, vivendo davvero quella comunione che è il riflesso della Trinità di Dio».

«Noi – ha aggiunto il Vescovo – oggi stiamo riaprendo al culto questa chiesa, all’interno della quale noi credenti dobbiamo poter realizzare questo mistero: l’icona della Trinità di Dio, che è nella sua vita intima, vive di comunione. Padre e Figlio e Spirito Santo, che sono un Dio che si fa in tre persone dentro questa forma che costituisce la forma, il modello e la fonte dell’amore, ispirano noi a trasformare queste mura, adesso rese certamente più belle e più luminose rispetto a prima, come mezzi messi nelle nostre mani perché qui si possa vivere concretamente l’effetto di quella Alleanza: abbracciati tutti tra di noi dentro l’unico abbraccio del Padre che si sente realizzato soltanto quando ci rivolgiamo a Lui, magari anche arrabbiati come Giobbe, anche delusi come il Figlio sulla Croce, però anche speranzosi ed anche gioiosi».

«Possiamo rivolgerci a Lui – ha aggiunto –, sempre in quel Vangelo annunciato da Gesù Cristo nel brano di oggi, come coloro che sono stati trasformati da servi in figli e come figli vogliono godere della paternità di Dio e della fraternità tra di noi. Sia questo allora il vero senso da dare all’inaugurazione di questa chiesa: pietre messe una sopra l’altra per realizzare le mura  e, come diceva Pietro nella sua lettera, pietre vive per fare un’unica comunità. Così sia per no».

Nel prendere la parola, il parroco, don Fabio Stanizzo, ha ringraziato monsignor Parisi, «per essere venuto tra noi, per aver celebrato per e con noi l’Eucaristia».

«Lei – ha aggiunto don Fabio – ha seguito con interesse le fasi di ristrutturazione di questo luogo di culto ed oggi è un giorno di grande gioia e di intensa emozione per tutti noi, oltre che per quello che stiamo vivendo ora ma anche perché poche ore fa la nostra Chiesa diocesana ha vissuto un momento fondamentale, storico: la sessione di apertura dell’inchiesta diocesana sulla vita, le virtù la fama di santità e di segni del servo di Dio monsignor Vittorio Moietta, vescovo di Nicastro dal 1961-1963, il quale ci ricorda che la santità è correre, soffrire donare e non misurare mai. Abbiamo detto grazie al Signore con questa santa Eucaristia che è la forma sorgiva ed apicale di ogni rendimento di grazie».

«Ed è bello – ha proseguito – perché lo abbiamo fatto assieme: il Pastore con il suo popolo, voi tutti qui convenuti e coloro che si sono uniti a noi spiritualmente. Ma oltre al ringraziamento alla paternità di Dio che ci ha convocati e riuniti, è necessario che io esprima immensa gratitudine, dal gusto filiale: il primo grazie è per voi tutti fratelli nel battesimo e in modo particolare un grazie ricco di commozione e riconoscenza alla comunità parrocchiale di San Giuseppe Artigiano, porzione del popolo santo di Dio di questa chiesa locale, a me affidato perché io sia degno di servirvi». 

«Un caro saluto ed un ringraziamento ai miei confratelli nel sacerdozio – ha detto ancora – quelli presenti e chi si è fatto vicino in diversi modi Grazie a voi segno di amicizia e comunione presbiterale, a coloro che si sono avvicendati prima di me, la comunità dei padri salesiani e  dei dehoniani e  chi ora è in cielo don Cesare, don Carlo e padre Giuseppe. Grazie a tutte le persone che si sono rese disponibili in questi giorni, con grande spirito di sacrificio, a pulire la chiesa, sistemare la biancheria e l’arredamento, trasportare le statue, i banchi, etc. Grazie al Coro ed ai Chierichetti, sempre solerti, capaci ed indispensabili nel nostro comunitario cammino di Fede».

«Nell’affidare la nostra comunità e ciascuno di noi a san Giuseppe nostro patrono – ha concluso don Fabio – , vorrei citarvi brevemente un passaggio della lettera pastorale per la quaresima del servo di Dio monsignor Vittorio Moietta del 25 gennaio 1962: ‘Questo popolo cercherà un nuovo ordine di cose, disperatamente, contro la Chiesa, rinnegando Dio e trascinando tutta la Nazione nell’abisso, oppure la dottrina cristiana, ricca di giustizia e di amore, predicata con insistenza dai Romani Pontefici, verrà accettata dalle Autorità e dagli individui e creerà un mondo nuovo, più vicino al Regno di Dio?».

«Davanti a questi interrogativi – ha aggiunto – noi Cristiani non ci sentiamo inutili spettatori, ma siamo per volontà di Dio, gli attori di primo piano, la forza capace di determinare l’avvenire, il fermento evangelico che può cristianizzare la storia’. L’augurio è che ciascuno di noi possa essere sempre di più protagonista nel bene fatto bene per il Signore e il prossimo».

Al termine della celebrazione eucaristica alla quale, tra gli altri, hanno presenziato il sottosegretario Wanda Ferro, il procuratore della Repubblica, Salvatore Curcio, l’assessore regionale Filippo Pietropaolo, il vice presidente della Provincia, Francesco Fragomeni, il consigliere provinciale e sindaco di Gizzeria, Francesco Argento, il sindaco ed il vicesindaco di Lamezia Terme, rispettivamente Paolo Mascaro e Antonello Bevilacqua, è stato scoperto un quadro realizzato dall’artista Maurizio Carnevali, che ha anche completato l’affresco dell’altare, raffigurante il Battesimo di Gesù. (rcz)

CATANZARO – Successo per il primo incontro di Catechesi inclusiva voluto dalla diocesi

Il 25 marzo si terrà il secondo incontro di Catechesi inclusiva promosso dall’Ufficio catechistico della diocesi di Catanzaro-Squillace. Il primo ha avuto un grande successo di partecipazione con circa 100 uditori.

La persona prima di tutto in quanto creata ad immagine e somiglianza di Dio è stata al centro del primo incontro di formazione. Ad aprire l’incontro, un momento di preghiera guidato da suor Stefania, Madre superiora dell’Istituto Palazzolo di Santa Maria che ha ospitato il corso. Quattro passi del Vangelo per far riflettere sul grande amore che Dio ha per ogni sua creatura. «Lasciate che i bambini vengano a me» per sottolineare come ogni persona va accolta per come è e che l’obiettivo più importante è l’incontro tra Gesù e la Persona. «Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: Alzati, vieni qui in mezzo!» per invitare a prendere le distanze dagli sguardi inopportuni, dai giudizi. Il passo di Zaccheo in cui si può trarre l’importanza di rendere ogni persona protagonista della propria vita, anche e soprattutto di quella di fede. Infine i discepoli di Emmaus per invitare a «camminare con», agendo con la consapevolezza di essere con Gesù, in sua compagnia.

Ha fatto eco don Ferdinando Fodaro e la sua riflessione sull’uomo, sui suoi limiti. Ogni creatura è fatta ad immagine e somiglianza di Dio, ma ciascuno può affermare di essere diverso, imperfetto e meravigliosamente amato da Dio. È nell’imperfezione dell’altro che scopriamo la sua bellezza, e nel suo sguardo scorgiamo l’amore di Dio per l’uomo, amore che dobbiamo fare nostro, che dobbiamo esercitare in quel concetto di com-patimento e di empatia che rende l’uomo umano, amabile e pronto a servire il prossimo.

È in questa multidimensionalità che ogni comunità si deve fare famiglia e ogni famiglia deve essere pronta ad accogliere ogni figlio con le sue caratteristiche e i suoi limiti, pronta e rispondente ai nuovi bisogni di una società che muta, non adeguarsi al momento, ma avere una vision che va al di là di ogni limite per portare a tutti, nessun escluso, l’amore sconfinato di un Dio che è di tutti, ed è per tutti.

La seconda parte dell’incontro, è stata gestita da un’equipe di professioniste. Ad avviare la parte più tecnica, la dott.ssa Roberta Critelli che ha invitato a riflettere sulla potenza della comunicazione e sul linguaggio più adeguato da utilizzare per poter parlare di inclusione, ma soprattutto per non identificare la Persona con la sua diagnosi e per favorire la sua autodeterminazione e la sua partecipazione al mondo.

La dott.ssa Sara Dolce ha introdotto i presenti nel mondo della neurodivergenza, ha parlato del funzionamento e dei fattori ambientali che incidono sulla vita di una persona con disabilità e ha concluso il suo intervento mostrando ai presenti i bisogni di ogni uomo, attraverso la piramide di Maslow, e riflettendo su come tra essi ci sia anche il bisogno sociale, di appartenenza ad una comunità.

A chiudere la serata, la dott.ssa Eleonora Dardano la quale ha fatto riflettere sulla vita spirituale della persona con disabilità, ma anche su quella di ogni bambino in generale, su come ci siano delle strategie, obiettivo conoscitivo del corso, per avviare il percorso di inclusione della persona con disabilità all’interno delle parrocchie, ma ha evidenziando, citando suor Veroncia Donatello, come la fede non sia una questione di Qi. Un percorso che è partito con una forte carica emotiva, un grande entusiasmo ma soprattutto tanto impegno.

Proseguirà nei prossimi mesi con carattere seminariale e si concluderà a maggio con una giornata dedicata ai caregiver, organizzata con la collaborazione di Francesca De Caro e Alfonso Ciriaco, con la partecipazione di sua eccellenza monsignor Maniago. (rcz)

LAMEZIA – Libertà, amore e preghiera nella conversazione di don Guido Mazzotta

È stato presentato, a Lamezia Terme, nel Salone parrocchiale della Pietà, il libro Per solo amore di don Guido Mazzotta.

Una conversazione, quella con don Mazzotta, in cui sono stati trattati temi impegnativi della vita cristiana, quelli trattati da don Guido, “figlio” della chiesa lametina, professore ordinario di metafisica e teologia filosofica e decano della facoltà di filosofia della Pontificia Università Urbaniana, condivisi con uno stile comunicativo familiare,  attraverso domande che suscitano altre domande e interpellano le scelte concrete della vita del credente oggi.

Ad introdurre l’incontro, il parroco don Emanuele Gigliotti, che ha sottolineato come «don Guido ha contribuito alla formazione di una generazione di giovani che si sono distinti nella chiesa e nel mondo. Don Guido convoca le coscienze all’impegno nella storia, senza burocratizzare i cammini di fede, ma attivando percorsi formativi solidi. Anche per questo, qualcuno lo ha definito “intagliatore di sicomori». 

Tra le questioni trattate da don Guido, nel contesto di una società occidentale segnata dalla secolarizzazione, da un cristianesimo sempre più insidiato e dalla pretesa del mondo di voler fare a meno di Dio, il rapporto con il corpo rispetto al quale «occorre superare una contrapposizione tra corpo e anima che è assolutamente contro la visione cristiana. I grandi padri della Chiesa hanno parlato della carne come cardine della salvezza, il rapporto con il nostro corpo è il campo in cui si gioca la nostra libertà».  Di fronte a una rappresentazione distorta di un cristianesimo che vorrebbe contrapporre corpo e spirito, Mazzotta cita Tommaso d’Aquino «l’uomo come orizzonte e confine tra la materia e lo spirito».

Un concetto, quello del corpo, da rivalutare nella sua dignità stabilita dal progetto di Dio, una frattura da superare per essere in linea con quello che da secoli è il vero pensiero della Chiesa sul rapporto tra anima e corpo.

Amore e libertà sono strettamente uniti, nella riflessione del sacerdote e teologo, per il quale «esistono libertà minori, come quella di decidere cosa fare o cosa non fare nella vita di ogni giorno, e libertà “maggiori”, che interpellano le grandi domande: quale orientamento voglio dare alla mia vita? A chi voglio fare riferimento? La libertà vera è quella che Gesù Cristo realizza nel dono totale di sé e noi siamo liberi nella misura in cui amiamo donandoci completamente. Tutti gli stati di vita sono chiamati alla santità, a realizzare la libertà nel dono totale di noi stessi».

Da qui il matrimonio definito da don Guido come “evento di libertà” che deve necessariamente essere celebrato nell’Eucaristia “che è il dono totale di Cristo all’umanità”. E poi la preghiera che, per Mazzotta, “non è “parlare con Dio” o pretendere di rendere Dio succube delle nostre argomentazioni, «ma lasciare che Dio ci parli, lasciare che la Sua Parola investa ogni aspetto della nostra vita. Nella preghiera siamo chiamati a trovare le tracce di Gesù nella nostra vita».

Non si sminuisce il senso della colpa e del peccato ma, per don Guido, «il vero esame di coscienza è lasciarsi interpellare dalla Parola di Dio più che dalla nostra coscienza. È interrogarsi su quella domanda che Gesù pone a Pietro dopo la Resurrezione: mi vuoi bene? Perché è questo che importa veramente a Gesù. E rispondere anche noi: tu sai tutto, Signore. Tu sai che ti voglio bene».

Da don Guido Mazzotta, che ha svolto il suo servizio pastorale anche nella comunità della Pietà, un pensiero a monsignor Azio Davoli, a pochi mesi dal venticinquesimo della sua scomparsa, ricordato come «un sacerdote che ha promosso in modo innovativo la vita comunitaria tra sacerdoti, perché era consapevole che da soli possiamo fare poco». (rcz)

CATANZARO – Domani si presenta il libro “Quando la sanità era un fiore all’occhiello”

Domani pomeriggio, a Catanzaro, alle 17, nella Sala Concerti di Palazzo Nobili, sarà presentato il libro Quando la sanità era un fiore all’occhiello di Agazio Loiero, ex parlamentare DC e già presidente della Regione Calabria ed edito da Pellegrini Editore.

Si parte con i saluti di Nicola Fiorita, sindaco di Catanzaro. Introduce Franco Petramala. Modera Francesco Kostner. Seguirà un dibattito.

L’autore, come noto, vanta un lungo e prestigioso cursus honorum. È stato, infatti, segretario regionale della Dc dal 1976 al 1979, ma è ricordato ancora per essere stato protagonista indiscusso di una delle stagioni più positive dell’azienda ospedaliera bruzia e della sanità provinciale cosentina. Argomento quest’ultimo rispetto al quale Petramala dimostra di avere ancora una visione lucida e moderna (dalla crisi del Servizio Sanitario Nazionale e calabrese, al ruolo del privato convenzionato, alla spesa per il personale, agli “imboscati”, alle misure di contrasto del precariato). Un approccio che fa il paio con l’analisi, caratterizzata da originali considerazioni e proposte, dedicata da Petramala a numerosi altri temi al centro dell’attenzione, dalla crisi della politica all’autonomia differenziata, ai trasporti, alla scuola, alla corruzione.

Il presidente dell’Ordine dei medici di Cosenza, Eugenio Corcioni, che ha firmato la prefazione, sottolinea le peculiarità dell’intervista, sia in rapporto al recente passato (per esempio il richiamo di Petramala alla necessità di andare “oltre” le figure di Giacomo Mancini e Riccardo Misasi per ridare linfa alla politica regionale) che in relazione ad altri argomenti di attualità:

«Fra gli elementi importanti citati nel libro – scrive Corcioni – c’è l’affermazione secondo cui il sistema privato convenzionato delle cliniche e dei laboratori dovrebbe essere considerato come servizio pubblico a tutti gli effetti e come tale da governare a cominciare dalla scelta delle discipline convenzionate: non più solo quelle convenienti, poco costose e comunque poco rischiose, lasciando tutto il resto al pubblico a gestione diretta».

«E poi che dire della coraggiosa presa di posizione nella segnalazione dell’anomalia  della spesa per il personale, alta rispetto alla media delle altre regioni (cosa ricordata sempre nei verbali dei tavoli ministeriali di verifica!), ciò si spiega in gran parte con un numero enorme di “imboscati”: aggiungo che in Calabria abbiamo approvato anche leggi (o se si vuole emendamenti passati in finanziarie regionali) che favoriscono gli imboscamenti, anomalie mai corrette dai vari commissari succedutisi. E questo tema si incrocia con l’altro che sottolinea con forza il contrasto al precariato, non solo come riconoscimento di dignità del lavoro ma anche come riduzione degli spazi di possibile corruttela». (rcz)