L’Associazione Basta Vittime sulla Strada Statale 106 ha espresso «soddisfazione e gioia per tutti i cittadini del territorio jonico dell’alto reggino per la riapertura, prevista per domani, del Ponte Allaro di Caulonia Marina.
«Finalmente, cittadini residenti e non residenti (nei periodi estivi) – si legge in una nota – non dovranno più vivere i disagi subiti in questi ultimi 5 anni».
«Il Direttivo, a tal proposito – continua la nota – ritiene doverosa una riflessione sulla ricostruzione di un’opera il cui costo è risultato certamente più alto di quello dovuto; sui diversi ritardi peraltro inspiegabili; e sulle ragioni per le quali un Ponte di 200 metri circa viene riaperto in Calabria sulla strada Statale 106 dopo 5 anni mentre altrove “il modello Genova” segna tempi ben più ridotti per un’infrastruttura complessa e dalle dimensioni ben più imponenti, che avrebbero richiesto tempi più lunghi di quelli, invece, necessari».
«Proprio questa riflessione ci spinge, a tal proposito – prosegue la nota – a stigmatizzare la scelta delle Istituzioni locali – che comunque rispettiamo – di “celebrare” la riapertura di un Ponte che meritava attenzione e dignità ben maggiori di quelle ricevute così come l’intera popolazione del territorio. A tal proposito il Direttivo ritiene doveroso ringraziare il TG2 Rai, in particolare, i giornalisti Francesca Romana Elisei e Vincenzo Frenda per l’attenzione mediatica nazionale riservata al Ponte Allaro con ben due servizi, e poi tutti i cittadini del territorio che da sempre hanno dimostrato la loro indignazione per una vicenda dolorosa e grottesca durata purtroppo per 5 lunghi anni e che senza le forti pressioni dal basso sarebbe, forse, ancora oggi da ricostruire…».
«L’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” – conclude la nota – si augura, infine, che l’Anas Gruppo Fs Italiane possa avviare al più presto un monitoraggio attento e scrupoloso su tutti i ponti presenti lungo la strada Statale 106 al fine di scongiurare il ripetersi di fatti simili a quelli avvenuti a Caulonia con annessi disagi intollerabili per tutti i cittadini durati, appunto, 5 anni». (rrc)