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Cgil, Cisl e Uil Calabria: situazione sanità fuori controllo, la politica affronti i problemi per quel che sono

I segretari generali di Cgil CalabriaCisl CalabriaUil CalabriaAngelo SposatoTonino RussoSanto Biondo, hanno ribadito come «l’emergenza covid-19 ha acutizzato l’emergenza sanitaria».

Sposato, Russo e Biondo, infatti, hanno ricordato di aver chiesto più volte «un confronto sul piano operativo della rete ospedaliera e della medicina del territorio e un piano delle assunzioni e stabilizzazioni per la carenza di oltre 4000 unità tra medici, infermieri ed altre figure professionali» senza successo, e hanno spiegato che la Giunta regionale, «non è riuscita, assieme alla struttura commissariale e al Dipartimento salute, a redigere un piano Covid, di fatto rendendo la nostra l’unica regione incapace di spendere le risorse assegnate dal Governo e ad individuare i 180 posti letto di terapia intensiva e sub-intensive necessari all’emergenza».

«Nelle more di individuare le responsabilità – hanno aggiunto – alla luce della situazione determinatesi con le imbarazzanti dichiarazioni del Commissario Saverio Cotticelli che ha ammesso che a tutt’oggi in Calabria non esiste un piano Covid, prefigurando una situazione fuori controllo, alla luce della incapacità del soggetto attuatore a determinare i reali flussi dei contagi, chiediamo al Governo di azzerare e nominare immediatamente, nelle more dell’ultimo decreto legge, tutte le strutture necessarie, che devono avere adeguate conoscenze  e competenze in materia sanitaria. Le Confederazioni sono già, in queste ore, a colloquio con il ministro Roberto Speranza perché intervenga rapidamente sulla situazione calabrese».

«Mentre si avvia – hanno proseguito – un’altra fase nel commissariamento della Sanità calabrese sia per il piano di rientro, sia per la direzione di aziende sanitarie e ospedaliere, diciamo con forza che la politica deve restare fuori dalla gestione. È necessario che tutto il settore sia nelle mani di persone competenti, affiancate da uffici altrettanto competenti che operino con decisione avendo come unico obiettivo la garanzia del diritto alla salute dei cittadini. E riguardo al deficit della Sanità calabrese, diciamo con altrettanta forza che ne sono responsabili anche i Governi che hanno nominato negli anni i Commissari: perciò non può essere ripianato dai cittadini calabresi e occorre un intervento che azzeri il debito e assicuri la ripartenza».

«Sentiamo anche il dovere – hanno detto ancora i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Calabria – di rivolgere due appelli, in queste ore drammatiche in cui la Calabria è stata dichiarata “zona rossa” anche a causa di gravi inadempienze che dovranno certamente essere valutate da chi ne ha la competenza.  Il primo appello è a non utilizzare la disperazione del nostro popolo e la piazza per finalità di bottega politica. Il soffiare sul fuoco senza offrire soluzioni e vie d’uscita ragionevoli e praticabili, in una situazione di pandemia, non risolve i problemi delle persone: le soluzioni vanno costruite nel confronto serrato con chi deve prendere decisioni condivise e non farle calare dall’alto. La protesta è sacrosanta, ma non deve essere manipolata e strumentalizzata, cavalcando l’esasperazione di chi è in difficoltà. Il secondo appello è rivolto alla politica perché, a tutti i livelli, si smetta di litigare e si affrontino i problemi per quel che sono. La Sanità in Calabria ha bisogno, per i pazienti contagiati da Covid-19, di una medicina territoriale che funzioni, di strutture di ricovero e di posti di terapia intensiva realizzati ex novo, non riconvertiti da altri reparti che lascerebbero sguarnito il fronte della cura di altre patologie, dell’assunzione di personale sanitario che faccia funzionare le strutture».

«La Calabria – hanno concluso Sposato, Russo e Biondo –  non può più aspettare». (rrm)