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Cinquantenario dei Bronzi: Niente polemiche e tutti a lavoro

di MARISA CAGLIOSTRO – Il Cnquantenario dei Bronzi è stato oggetto, nella seduta di ieri 11 febbraio, della Commissione cultura con l’audizione dell’assessore Irene Calabrò, ritornata da poco,dopo la conduzione di Rosanna Scopelliti, alle competenze da lei stessa diligentemente e produttivamente ricoperte nella precedente amministrazione. 

Alla Commissione partecipo, senza diritto di voto, come Presidente della Consulta Politiche sociali e Cultura e, stanti le polemiche e i toni forti che hanno travalicato le sedi ufficiali del confronto democratico per assurgere a esternazioni di sapore personalistico,  sulla stampa e sulle tv locali, penso sia utile riferire quanto accaduto e i contenuti del mio intervento in quella sede e in altre precedenti sedute nelle quali ho avuto modo di ascoltare le parti politiche e di dare il mio contributo tecnico extra partes come è il ruolo delle Consulte.

L’occasione del Cinquantenario dei Bronzi avrebbe dovuto certamente a questa data essere già stata ampiamente programmata e definita già dallo scorso anno essendo un evento di portata nazionale e internazionale che potrebbe dare alla città una visibilità positiva con il fine di attrarre visitatori da ogni parte del mondo, con la predisposizione di programmi di accoglienza ,pacchetti turistici,miglioramento ed efficientazione dei trasporti, biglietti unici dei musei e aree archeologiche cittadine e metropolitane e soprattutto iniziative delle associazioni di categoria,imprenditoriali, legate al commercio,alla ristorazione,alla ospitalità alberghiera.

Naturalmente con adeguate poste al bilancio a partire dal Ministero della Cultura e Turismo che conosce bene il nostro patrimonio “unico”tanto da avere classificato il nostro Museo come uno dei pochi cui dare autonomia gestionale e un Direttore di nomina ministeriale affiancato da due organismi tecnico-scientifici di nomina nazionale,comunale,regionale e cioè   un Comitato tecnico scientifico e un Consiglio di Amministrazione.

Perché l’11 febbraio del 2022 siamo ancora a chiederci quali siano le iniziative messe in campo a fronte, nell’ordine, di un Comitato costituito qualche mese fa dal Museo nazionale,uno,tardivo ma legittimo e gradito, dalla Regione Calabria,un terzo Coordinamento Città metropolitana e Comune di Reggio? 

Se ritardi ci sono, imputabili certamente ai problemi più cogenti della pandemia e quindi alla difficoltà di convocare riunioni in presenza, va chiarito che, salvo prova contraria, non è mai stata data per tempo e  con la dovuta informazione pubblica alcuna notizia dell’organismo che per primo avrebbe il compito di dare avvio alle concertazioni e al confronto di idee e progetti: il Ministero della cultura con il suo Direttore del Museo nazionale. A questo silenzio ha certamente contributo il mancato rinnovo del primo Comitato scientifico,di cui io stessa ho fatto parte su nomina regionale,e per il quale non si è ritenuto di proseguirne l’attività in carenza delle nuove nomine che solo in questi giorni pare si stiano facendo. 

In tante occasioni il Cts con le sue competenze universitarie e altamente professionali ha fatto da stimolo e da supporto alla Direzione del Museo che ha scelto, o ha dovuto non sappiamo perché,restare da sola e in silenzio per oltre un anno e mezzo. Proprio nel tempo in cui doveva partire un grande sforzo di idee e progetti e di coinvolgimento nazionale e internazionale e una adeguata campagna di comunicazione legata ad una caratterizzazione grafica e comunicativa professionale di altissimo livello.

Insomma senza il direttore d’orchestra gli elementi non si sono attivati attendendo giustamente il “la”. A questo punto con le polemiche di parte e per giunta mal poste e personalizzate,non si fa certo il bene della città a parte il fatto che ciascun consigliere o gruppo politico o associazione o cittadino avrebbe potuto lanciare il sasso nello stagno cercando di dare il proprio contributo di proposta.

In definitiva, l’incontro in Commissione cultura, al di la delle polemiche, ci auguriamo che serva a far uscire allo scoperto e a far interagire unitariamente tutti i soggetti interessati all’evento, unico e irripetibile, ciascuno con i mezzi e le risorse che potrà investire:certamente è l’occasione di far parlare la scienza sui tanti misteri che ancora avvolgono il ritrovamento di Riace, di migliorare la visita al Museo con una adeguata  illuminazione della sala e informazione didattica puntuale  sulla sala dei Bronzi, con la proposta di circuiti turistici della città e del territorio metropolitano, Riace e la Locride compresa, ma soprattutto con un abito delle cerimonie per i siti archeologici e culturali, i Musei, il centro storico, l’offerta turistico alberghiera e gastronomica.

Lasciamo i piccoli eventi tappabuchi da festa di paese e arriviamo ad una programmazione congiunta dei tre enti locali che preveda occasioni culturali ben distribuite da aprile-giugno a settembre-dicembre con picco ad agosto che siano rassegne di teatro,danza e musica,cinema e arte,fotografia,  ispirateprevalentemente al mondo classico che è la nostra origine e l’origine della cultura di tutta l’Europa.Vinceremo questa scommessa se eviteremo di perderci in sterili polemiche e ci apriremo alle migliori energie e competenze senza pensare di essere tuttologi. Ho fiducia che prevalga il buon senso e l’amore per la città che accomuna in vari modi tutti. (mc)

[Marisa Cagliostro è Presidente consulta Politiche sociali e Cultura e già Componente Comitato tecnico scientifico del Museo nazionale]