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Conclusi a Paola i festeggiamenti del 175° anniversario della scomparsa del Venerabile Padre Bernardo Maria Clausi

Conclusi a Paola i festeggiamenti del 175° anniversario della scomparsa del Venerabile Padre Bernardo Maria Clausi

di FRANCO BARTUCCIDa San Sisto dei Valdesi (San Vincenzo La Costa), luogo di nascita del Venerabile Padre Bernardo Maria Clausi, dove l’attenzione è stata incentrata sulle tre giornate di agonia (18/20 dicembre 1849) sofferta ed anche profetica, l’evento promosso dall’Ordine dei Minimi, per celebrare il 175° anniversario della sua scomparsa, con la partecipazione e adesione dell’Associazione “Venerabile Padre Bernardo Maria Clausi”, nonché delle amministrazioni comunali di Paola e San Vincenzo La Costa, si è spostato presso il Santuario di San Francesco di Paola, dove nelle giornate del 21 e 22 dicembre si è dato spazio alla conoscenza complessiva del Padre Minimo sansistese.

Nella giornata del 21 dicembre nella basilica oltre alle varie funzioni religiose c’è n’è stata una presieduta da padre Ottavio Laino, già postulatore generale dell’Ordine dei Minimi, che ha avuto modo di intrattenersi con gli scaut del paolano e parlare loro della Madonnina miracolosa ”Mater Gratiae et Misericordiae”, posseduta da padre Bernardo, ma soprattutto raccontare loro la profonda religiosità del piccolo Vincenzo Clausi manifestata nella sua San Sisto anche con l’ingresso nel noviziato dei Minimi nel mese di ottobre 1805 all’età di  sedici anni, interrotto subito dopo a causa della chiusura dei conventi a seguito degli effetti della rivoluzione francese.

Da giovane, mantenendo fede alla sua religiosità, impara il mestiere di barbiere fino ad intraprendere nel 1811, all’età di 22 anni, il servizio militare nella vicina Montalto Uffugo, distinguendosi nel comportamento fino ad avere una promozione da caporale a sergente.

Nel 1816, all’età di ventisette anni, dopo un periodo di preparazione che dura tre anni, accede agli ordini minori e poi a quelli maggiori, ricevendo dopo un anno il presbiterato a Monteleone (Vibo Valentia), che gli consente all’età di ventotto anni di ottenere il mandato di vice parroco nella sua San Sisto dei Valdesi, dove si ferma fino al 1827 distinguendosi tra i parroci della diocesi cosentina nel servizio pastorale tanto che l’Arcivescovo Mons. Domenico Narni Mancinelli lo considerava la “gemma” e la “perla” della diocesi.

 Ma la devozione verso la figura dell’amato San Franceso, con la riapertura dei conventi, nel 1827, all’età di trent’otto anni, ritorna ad abbracciare la vocazione religiosa dell’Ordine dei Minimi divenendo una delle stelle luminose che oggi si trova, quale Venerabile, con i suoi resti mortali nella Basilica del Santuario.

La cerimonia conclusiva nella Basilica del Santuario

Della maturazione della sua Venerabilità se n’è parlato molto nella giornata di domenica 22 dicembre nella Basilica, dove prima della Santa Messa, programmata per le ore 11,30, con l’Arcivescovo metropolita di Cosenza Bisignano, Mons. Giovanni Checchinato, si è svolta una cerimonia di accoglienza e di scambio di doni tra il Sindaco di Paola, Giovanni Politano, ed il sindaco di San Vincenzo La Costa, Gregorio Iannotta, due amministrazioni comunali legate già da qualche anno, per merito del Venerabile Padre Bernardo Maria Clausi, da un rapporto di gemellaggio. Nei loro discorsi si sono rinnovati e ricordati i valori profondi religiosi del Venerabile che guardavano come San Francesco alla tutela degli ultimi ed alla loro assistenza materiale e spirituale.

Per il sindaco Iannotta c’è stato il tempo di omaggiare e dare in dono delle seriografie riproducenti l’immagine del Venerabile padre Bernardo ed una formella in gesso, realizzate rispettivamente dagli artisti Geppino Rende di San Fili e Gaudioso Tonino di Zungri (Vibo Valentia), consegnandole: al sindaco di Paola, Giovanni Politano; all’Arcivescovo mons. Giovanni Checchinato; al Provinciale dei Minimi, padre Francesco Trebisonda; a padre Ottavio Laino  già postulatore e sostenitore della causa di beatificazione di padre Bernardo, legato da un rapporto di amicizia e stima con la comunità di San Sisto dei Valdesi; nonché al nuovo postulatore dell’Ordine dei Minimi, padre Tares Yeher, che ha subito manifestato in un suo  breve intervento tutta la sua buona volontà di intraprendere il lavoro di ricerca di quelle figure che fanno parte della famiglia dell’Ordine dei Minimi e che hanno vissuto il loro credo e la loro fede verso il Signore e la figura di San Francesco di Paola testimoniando il valore del credo e dell’ubbidienza, a cominciare dalla figura del Venerabile Padre Bernardo Maria Clausi, che merita di essere maggiormente portato alla conoscenza della comunità del popolo di Dio per maturare quel miracolo che lo possa portare alla celebrazione della sua beatificazione.

Nella circostanza il provinciale, padre Francesco Trebisonda, a nome dell’intero Ordine ha inteso consegnare una targa ricordo e di merito a padre Ottavio Laino, per il lavoro ventennale svolto quale postulatore dell’Ordine, che nel ritirarla ha pure detto con convinzione e decisione: “Continuerò a lavorare”.

Erano presenti alla cerimonia salutati e ringraziati dal padre provinciale: mons. Gianfranco Todisco, vescovo emerito di Melfi, che ha concelebrato la messa insieme all’Arcivescovo Checchinato; il superiore generale degli Ardorini, padre Salvatore Cimino; l’ex parroco di San Sisto, padre Antonio De Rose, già superiore generale degli Ardorini, che ha retto per ben 27 anni la chiesa San Michele Arcangelo di San Sisto in sostituzione del parroco precedente, padre Tommaso Ubriaco; nonché l’attuale parroco della parrocchia San Vincenzo Martire di San Vincenzo La Costa, don Vittorio Serra.

Il saluto introduttivo del Provinciale dell’Ordine, padre Francesco Trebisonda 

 Ad aprire la cerimonia antecedente la Santa Messa è stato il Provinciale dell’Ordine, padre Francesco Trebisonda, facendo un’accorata riflessione sulla figura del Venerabile sansistese:  «All’età di 60 anni, in questa Casa Madre dell’Ordine dei Minimi, all’alba del 20 dicembre di 175 anni fa, attorniato dall’affetto e dalle preghiere dei confratelli – ha detto il padre Provinciale  – Padre Bernardo Maria Clausi si addormentava nel Signore, pieno di amore e di passione per l’Ordine dei Minimi a cui apparteneva e per questa Chiesa diocesana che lo definiva amorevolmente «la perla del clero cosentino».

«Ci sentiamo davvero figli prediletti da Dio perché nel corso dei secoli la nostra Diocesi è stata benedetta largamente dal soffio dello Spirito Santo: San Francesco di Paola, San Nicola Saggio, Padre Paolo Rendace da Paterno, la Beata Elena Aiello, il Beato Francesco M. Greco, la ven. Elisa Miceli, il ven. Gaetano Mauro e tanti tanti altri sono la prova autentica che oggi come allora la nostra terra è realmente una “sorgente viva di santità ordinaria». 

«Chi viene a Paola, ormai – ha proseguito padre Trebisonda – sa bene che oltre a San Francesco, trova anche San Nicola Saggio e il Venerabile Clausi, i cui resti, in attesa della risurrezione, riposano nella seconda Cappella di questa Basilica, meta privilegiata di pellegrini e visitatori che sostano dinanzi alla tomba per bussare alla valida intercessione di P. Bernardo. Mi piace sottolineare l’aggettivo “valida” perché in effetti le attestazioni di grazie sono tuttora numerosissime; manca, tuttavia, l’atteso miracolo, propedeutico alla beatificazione e per il quale preghiamo ogni giorno, portando a P. Bernardo tutte le intenzioni del nostro cuore e soprattutto i casi disperati di tanti ammalati, purtroppo incurabili».

L’omelia dell’arcivescovo di Cosenza Bisignano mons. Giovanni Checchinato

Ancora più in profondità è andato Mons. Giovanni Checchinato con la sua omelia basata sulla lettura del Vangelo del giorno secondo Luca, nella quale si parla dell’incontro tra Maria ed Elisabetta e dell’annuncio della sua maternità. «Beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Così è scritto nel Vangelo secondo Luca. 

Da queste parole nella sua omelia il Vescovo entra nel merito dell’incontro e del valore che ne scaturisce rapportandolo alla vita del giovane Vincenzo Clausi futuro padre Bernardo. «Eppure Maria – dice – è testimone di una forza che non solo non la paralizza, ma la conduce “in fretta” alla città di Giuda, a trovare la cugina Elisabetta. Non viene trattenuta dal pensiero negativo e ostile che potevano avere i suoi compaesani, ma viene resa libera giorno dopo giorno da una Parola che l’ha resa segno di speranza per l’umanità. Se andiamo a sbirciare nella vita del nostro Bernardo Maria di cui celebriamo il 175° anniversario della morte, scopriamo che le sorprese e i contrasti nella vita non gli sono mancati».

«Nasce a san Sisto dei Valdesi, contrada di san Vincenzo la Costa, nel 1789 e nel 1805, a 16 anni entra nel Convento di Paola, dove studia e compie il noviziato. Ma nel 1809 si ha la soppressione degli ordini mendicanti e quindi viene soppressa anche la realtà paolana. Bernardo Maria rientra a san Sisto, in famiglia e vive da religioso; riprende gli studi con un sacerdote anziano. E già questi semplici dati sarebbero sufficienti a giustificare la fatica, la delusione, la rassegnazione. Tutti sentimenti che conosciamo bene, perché ognuno di noi ne ha fatto esperienza, perché li proviamo non solo nella nostra vita personale, ma anche nella vita sociale quando, anche noi vittime della rassegnazione davanti alle fatiche del presente ci rifugiamo nel rimpianto di un passato che non c’è più o di un futuro che non è nelle nostre possibilità». 

«La fedeltà a Dio si trasforma in benedizione per coloro che incontriamo: Elisabetta pronuncia parole di benedizione e Maria risponde magnificando Dio per le grandi cose che compie in coloro che si fidano di Lui e della sua potenza. E la fedeltà a Dio di Padre Bernardo Maria diventa soccorso e intercessione per gli ultimi e i poveri, vicinanza per i malati (in maniera particolare a Napoli in occasione del colera) perdono sacramentale per i bisognosi della misericordia di Dio, preghiera per i poveri di speranza». 

La giornata commemorativa conclusiva si chiude con una preghiera finale di Mons. Checchinato dinnanzi la cappella che contiene i resti mortali del Venerabile, dove viene recitata una preghiera per ottenere la sua beatificazione e viene impartita ai presenti la benedizione finale avendo tra le mani la Madonnina miracolosa “Mater Gratiae et Misericordiae”, che padre Bernardo Maria Clausi portava sempre con sé; mentre il Sindaco di San Vincenzo La Costa, Gregorio Iannotta, deposita al termine della cerimonia nella cappella un omaggio floreale in onore del nostro Venerabile, conosciuto, amato ed invocato da uomini e donne  in varie parti del nostro Paese e tra i tanti emigranti calabresi sparsi nel mondo. (fb)