;
don carlo de cardona

COSENZA – Al via le celebrazioni per i 150 anni dalla nascita di don Carlo De Cardona

Domani, a Cosenza, con una celebrazione eucaristica in programma alle 18 alla Cattedrale, presieduta da mons. Gianni Citrigno, i Cattolici Cosentini celebrano i 150 anni della nascita di don Carlo De Cardona.

Alla celebrazione, sarà presente anche il Comune di Cosenza, con il gonfalone della città e, in rappresentanza del Sindaco Occhiuto, con l’assessore Michelangelo Spataro, che ha sottolineato come «ricordare una figura come quella di don Carlo De Cardona significa onorare una personalità la cui opera sociale ha segnato in maniera decisiva anche gli anni successivi al suo sacerdozio che non va tenuto disgiunto dall’impegno politico».

«Nonostante fosse nato a Morano Calabro il 4 maggio del 1871 – ha aggiunto – Don Carlo De Cardona può essere considerato un cosentino a tutti gli effetti, sia perché frequentò dal 1887 al 1889 il Liceo “Bernardino Telesio” (suo docente fu lo scrittore Nicola Misasi), ma anche dopo l’ordinazione sacerdotale nella sua diocesi di Cassano Ionio, Don Carlo fu “voluto” dal vescovo cosentino Camillo Sorgente, che lo chiamò come segretario nella curia di Cosenza per organizzare il Movimento cattolico dopo la Rerum Novarum, l’enciclica di Leone XIII. La sua personalità non tardò ad affermarsi e a guadagnarsi la simpatia dei cattolici cosentini, soprattutto per il suo amore verso gli ultimi. Un impegno quest’ultimo che ne caratterizzò sempre l’agire. De Cardona insegnava filosofia al Seminario, ma di sera, nella Chiesa dello Spirito Santo, aveva organizzato una scuola per chi non poteva di giorno frequentare nessun tipo di lezione. Le sue opere sociali furono tante: le cooperative, le leghe del lavoro, le casse rurali, le pubblicazioni di tanti giornali. A simboleggiare il suo impegno, resta il Palazzo della lega, a Cosenza Casali, che fu il primo esempio di casa popolare e bene ha fatto il Comune di Cosenza, qualche anno fa, ad apporre una targa ricordo su quell’immobile».

«Don Carlo De Cardona –ha concluso Spataro – fu anche l’ispiratore di una presenza cattolica e operaia all’interno del Municipio di Cosenza. Lui stesso fu eletto per oltre vent’anni anni consigliere comunale ed assunse anche la carica di assessore. Lo ritroviamo nuovamente nella giunta comunale di Cosenza dal 10 febbraio 1945 al 31 marzo del 1946. Cosenza non l’ha mai dimenticato, al punto da intitolargli, nel 1966, una strada nella zona di piazza Loreto».

Causa Covid-19, le altre iniziative programmate, sono state rinviate alcune a metà giugno, altre a luglio, di particolare significato la mostra bibliografica Don Carlo De Cardona e i personaggi della Rerum novarum a Cosenza, curata dalla Biblioteca nazionale di Cosenza, che sarà consultabile anche attraverso il web.

Da segnalare, poi, due passeggiate: la prima a Cosenza nei luoghi che hanno visto la presenza decardoniana, il quartiere operaio dello Spirito Santo e Cosenza Casali dove nel 1907 venne costruita la palazzina denominata “Casa operaia”, primo esempio in Calabria di edilizia popolare, inoltre la visita all’istituto delle Suore minime della beata Elena Aiello che ospitò don Carlo dal 1940 al 1948; la seconda passeggiata, sulle rive del fiume Arente tra i Comuni di Rose e San Pietro in Guarano, dove la Lega del lavoro di De Cardona fece costruire una centralina elettrica che diede l’illuminazione pubblica al paese di San Pietro in Guarano, sette anni prima della città di Cosenza.

Il Centro studi calabresi “Cattolici Socialità Politica” che ha già pubblicato tre quaderni “Studi e ricerche su don Carlo De Cardona e il Movimento Cattolico in Calabria, curate da Demetrio Guzzardi, nei prossimi giorni verranno presentati anche ai seminaristi del Pontificio Seminario teologico regionale “San Pio X” di Catanzaro. (rcs)